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www.ildialogo.org UNA PRESENZA CHE AVVOLGE TUTTO,di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Domenica 16 maggio 2010 - Ascensione
UNA PRESENZA CHE AVVOLGE TUTTO

di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Fu elevato in alto sotto i loro occhi (I lettura: At 1,1-11)
Cristo è entrato nel cielo stesso (Eb 9,24-28; 10,19-23)
Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo (III lettura: Lc 24,46-53)
 
Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno
Noi, discepoli di Gesù, siamo chiamati a capire la passione, morte, risurrezione-glorificazione di Gesù e a proclamare a tutti i popoli, nel nome di Gesù, il perdono e la conversione.
È questa un’affermazione di capitale importanza in cui si riassume tutta la vita della comunità cristiana.
Capire la passione e la morte significa rendersi conto di dove ci porta il mondo del dominio che esclude ed elimina, è scoprire che l’arma della violenza genera solo oppressione, ingiustizia, distruzione.
Capire la risurrezione e la glorificazione è accogliere il progetto di Dio, progetto di riconciliazione e di armonia; è accogliere la pace che ti porta a costruire la pace con la nonviolenza.
I discepoli, gli undici e gli altri, noi compresi, siamo testimoni del piano di Dio. Dovremo fermarci a Gerusalemme finché non saremo rivestiti di Spirito Santo che ci verrà inviato dall’alto… Solo allora potremo andare fino agli estremi confini della terra con la certezza di essere Suoi testimoni.
 
Ed ecco io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso
L’ascensione non è il lieto concludersi di una storia ma l’inaugurazione del nuovo, di una presenza più ampia. Come il cielo copre la terra così Gesù con la sua ascensione avvolge tutto e nessuno mai più potrà allontanarlo dalla vita del discepolo e del mondo.
Gesù ha sempre avuto coscienza di essere consacrato dallo Spirito “lo Spirito del Signore è su di me” e di essere inviato “il Padre mi ha inviato”. Anche i discepoli devono avere la stessa coscienza di essere consacrati e inviati.
Lo Spirito che ha reso possibile l’entrata nella storia di Gesù figlio di Dio e figlio di Maria è lo stesso Spirito che nell’Ascensione lo costituisce Signore nel tempo e nello spazio.
Nell’annuncio i discepoli proclamano che Gesù dà la vita per tutti, è salvatore di tutti e tutti possono proclamarlo con gioia: “il Signore”.
 
Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo
Il vangelo di Luca inizia con una mancata benedizione, quella che Zaccaria non può dare per la sua mancanza di fede, e si conclude con una benedizione, quella di Gesù che ritorna al Padre. Negli occhi e nel cuore degli amici di Gesù rimane la sua figura che benedice.
Lo stesso vangelo di Luca inizia con una grande promessa di gioia a Zaccaria, a Maria e ai pastori e termina con una grande esperienza di gioia dei discepoli. La loro gioia è dovuta all’incontro con il Signore risorto e alla promessa di essere rivestiti di potenza dall’alto.
E, ancora, Luca inizia il suo vangelo nel tempio e lo conclude nel tempio “stavano sempre nel tempio lodando Dio”. Ma nel frattempo tutto è cambiato: si è passati dal tempo di Israele al tempo di Gesù, a quello della Chiesa che inizierà con l’assemblea riunita in preghiera con Maria.
Ho letto in un poster scritto da un gruppo di giovani GIM (Giovani Impegno Missionario): “Per noi Gesù è benedizione, gioia e comunione. Questo Gesù lo sentiamo, lo respiriamo, lo celebriamo e lo annunciamo. Questo Gesù è l’orgoglio della nostra vita, la gioia dei nostri occhi e l’amore del nostro cuore. Lo vediamo accanto al Padre mentre gli parla del mondo; lo vediamo nell’intera creazione mentre parla a tutti del Padre”.
La sua ascensione è l’inaugurazione di una comunicazione che fa incontrare il cielo e la terra, il tempo e lo spazio e forse, proprio per questo la Chiesa celebra oggi la Giornata della comunicazione sociale.
 
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it


Luned́ 10 Maggio,2010 Ore: 11:49
 
 
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