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www.ildialogo.org LA NOVITÀ È L’AMORE,di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

LA NOVITÀ È L’AMORE

di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Riferirono alla comunità quello che Dio aveva fatto (I lettura: Atti 14,20b-26)
Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi (II lettura: 21,1-5a)
Vi do un comandamento nuovo (III lettura: Gv 13,31-33a.34-35)
 
Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato
Queste parole Gesù le pronuncia non appena Giuda la lasciato il cenacolo con un progetto ben preciso: collaborare con i capi dei giudei per arrestare il Maestro.
L’oscurità avvolge Giuda quando prende il boccone che gli viene offerto da Gesù e quando lascia il gruppo degli amici.
La luce della glorificazione avvolge Gesù in due momenti inseparabili che sono la morte e la risurrezione; il lasciare il mondo e l’andare al Padre.
Nel vangelo di Giovanni morte e risurrezione sono un unico ininterrotto momento. È bello pensare che la pietra sia stata rotolata via dall’imboccatura del sepolcro immediatamente anche se ai discepoli occorreranno tre giorni per rimettersi dallo shock della sua morte e trovare la forza di recarsi al sepolcro.
 
Vi do un comandamento nuovo
questo comandamento non viene dato per consolare i discepoli, perché si sentano bene, ma viene dato come forza di evangelizzazione: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli…”.
Nessuna strategia è più efficace per condurre le persone all’incontro con Cristo della concreta testimonianza delle comunità costruite sul mutuo amore.
Gesù ha dimostrato che l’amore consiste nel servire (lavare i piedi); questo servizio, fino a dare la vita, si estende a tutti compreso il nemico (Giuda). Esclude ogni violenza e rispetta totalmente la libertà mostrando che l’amore è più forte dell’odio.
“Noi sentiamo che in voi cristiani c’è qualcosa di nuovo, qualcosa di affascinante, qualcosa che non sappiamo dire che cos’è anche se sentiamo che è qualcosa di bello, qualcosa che è anche per noi”. Con queste parole un gruppo di giovani giapponesi, giunti da pochi mesi in Italia, mi manifestava i propri sentimenti. Li ho invitati a sedersi e ho letto con loro questo brano del vangelo collegandolo alla cena pasquale, alla croce e alla risurrezione. Quando ci siamo lasciati, quasi a una sola voce, come quei greci di cui parla Giovanni, mi dissero: “Vogliamo conoscere Gesù”. Un anno dopo uno di loro mi ha inviato una e-mail comunicandomi che aveva comprato una Bibbia in giapponese.
 
Come io ho amato voi, così amatevi anche voi…
Gesù non dice: amatemi come io vi ho amato. Ma dice: Come io vi ho amati così anche voi amatevi gli uni gli altri. Amando l’altro si ama Dio. Dio è inseparabile dall’altro, da ogni persona. L’amore per gli altri è la  prova autentica della presenza dell’amore di Dio, del Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, nel discepolo, in te e in me.
L’offerta incessante dell’amore del Padre all’umanità attraverso Gesù si fa palpabile nel gruppo dei discepoli.
La chiesa è la comunità formata da donne e uomini che con la forza dello Spirito s’impegna a far sì che l’amore annunciato e l’amore vissuto diventino sempre più vicini. Infatti per chi sta con Gesù non ci sono nemici da denunciare ma solo persone da amare nella gratuità e nell’apertura all’universalità. Dobbiamo dirlo e dobbiamo viverlo.
“Tutti riconosceranno che siete miei discepoli. È bello questo “tutti”. È lo stesso “tutti” che Gesù aveva detto quando aveva affermato riferendosi alla croce: “attirerò tutti a me”.
L’amore è la novità della vita di Dio che irrompe nel nostro vecchio mondo, facendolo nuovo e aprendolo già alla vita che non avrà fine a cui aspiriamo rendendola presente oggi come anticipo, come assaggio.
 
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it


Martedì 27 Aprile,2010 Ore: 15:37
 
 
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