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www.ildialogo.org L’ABBONDANZA CONDIVISA,di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Domenica 18 aprile 2010
L’ABBONDANZA CONDIVISA

di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirtio Santo (I lettura: At 5,27b-32.40b-41)
L’agnello è degno di ricevere potenza e ricchezza. (II lettura: Ap 5,11-14)
Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce (III lettura: Gv 21,1-19)
 
Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare»”.
 
Pietro vorrebbe ritornare al passato; ritornare ad essere quel pescatore di una volta, come se nulla fosse accaduto. Con questa scelta si rivela sterile, arido, infruttifero, improduttivo ma soprattutto incapace di generare Vita: con la barca e le reti che erano e rimangono vuote.
Gesù prende l’iniziativa e si fa avanti senza titubanze. Si riaffaccia con profonda tenerezza ed acuta attenzione: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Permette a quegli uomini e permette a noi di ripartire dal nostro vissuto, dalle nostre esigenze, dalle nostre urgenze, dai nostri desideri, in definitiva dalla nostra condizione precaria.
L’atto di fiducia dei discepoli è altrettanto decisivo. Gesù ancora una volta si presenta come uno sconosciuto e oggi, potremmo dire, come un forestiero, una persona di chissà quale provenienza, cultura e religione. E ancora una volta è l’amore la scelta decisiva, la forza vincente: il discepolo che “ama” riconosce Gesù, lo trasmette agli altri e li coinvolge.Solo nell’amore può esserci l’abbondanza,
 
Simon Pietro appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, e si gettò in mare.
 
I discepoli avevano fatto ciò che aveva detto loro il forestiero. Avevano avuto il coraggio di ricominciare in maniera nuova, gettando la rete dalla parte opposta…
Gesù lo avevano già trovato nelle riunioni della comunità (20,19.26), ora è venuto il momento di trovarlo nella missione, nell’impegno di realizzare l’annuncio.
Gesù si incontra nella comunità sulla strada di Emmaus e nella missione. È proprio la missione che risveglia la fede, offre nuove motivazioni e nuovo entusiasmo.
La sfida è di stringere ai fianchi la veste della fede, la veste nuova che il Padre ha preparato e gettarci nel mare, nel mare del mondo e della vita, mare che non fa paura perché sulla riva quel forestiero ora ha un nome: Gesù. E il nostro gettarci nel mondo è un atto d’amore verso Gesù. San Daniele Comboni scriveva che il missionario deve tenere sempre gli occhi fissi in Gesù.
 
Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso ora”.
 
È bello l’invito alla condivisione. È così che l’abbondanza viene condivisa e non si accumula o immagazzina. Come avrebbero potuto accumulare tutto quel pesce? Certo con alcune tecniche si sarebbe potuto conservare (con il fumo o con il sale). In un campo di pescatori, circa 1200 persone, c’erano due cooperative. Prima gioivano quando una delle due non aveva pesce da inscatolare. Dopo una forte evangelizzazione il pesce lo condividevano e tutti dicevano: così è più bello! Lì a Bahia Asuncion continuava quella che chiamiamo popolarmente “la moltiplicazione dei pani e dei pesci”.
Tutto si conclude e riparte dal banchetto; così come all’ultima cena.
Nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale del 2005 leggiamo “La Comunità ecclesiale quando celebra l'Eucaristia,…esperimenta il valore dell'incontro con Cristo risorto, e prende sempre più coscienza che il Sacrificio eucaristico è "per tutti" (Mt 26,28). Se ci si nutre del Corpo e del Sangue del Signore crocifisso e risorto, non si può tenere solo per se questo "dono". Occorre, al contrario, diffonderlo. L'amore appassionato per Cristo porta al coraggioso annuncio di Cristo”.
Gesù non vuol fare senza di noi, e noi non possiamo fare senza di Lui. Gesù cerca dei collaboratori per continuare la sua missione nel  mondo. Invita anche a te!
 
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it
 


Martedì 13 Aprile,2010 Ore: 16:29
 
 
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