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www.ildialogo.org COLTIVIAMO NON TAGLIAMO,di p. Ottavio Raimondo

7 marzo 2010
COLTIVIAMO NON TAGLIAMO

di p. Ottavio Raimondo

Io-Sono mi ha mandato a voi. (I lettura: Es 3,1-8a.13-15)
Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro. (II lettura:1 Cor 10,1-6.10-12)
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. (III lettura: Lc 13,1-9)
 
Gli si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto soccorrere insieme a quello dei loro sacrifici
 
Gesù sta camminando verso Gerusalemme e si rivolge ai discepoli mentre attorno c’è molta gente. I versetti che abbiamo appena letto sono la conclusione di un lungo brano che va dall’inizio del capitolo 12 fino al versetto 9 del capitolo 13.
Si tratta di un discorso o insegnamento in cui Gesù prende posizione nei confronti dei farisei (12,1-12); mette in guardia contro la cupidigia (13-21); invita ad avere fiducia nel Padre (22-34); chiede che i discepoli siano vigilanti e fedeli (35-48); dice loro che è giunto il momento di decidere (49-59) e, infine, esorta alla conversione (13,1-9).
Siamo di fronte a sei insegnamenti attuali e che in questa quaresima siamo invitati a riascoltare.
Sei insegnamenti che fanno sì che la Parola diventi storia: storia in ciascuno di noi e storia nel mondo intero. Solo la Parola che “si fa storia” proclama l’Incarnazione.
 
Se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo
 
Gesù non dà alcun giudizio su Pilato: si limita a non attribuire quelle morti al peccato, a colpe commesse dalle vittime.
Gesù vuole che i suoi discepoli capiscano che non si può attendere domani per cambiare stile di vita. L’imprevisto come quel fatto di sangue o come quella torre che cade può succedere in qualunque momento.
Gesù dice “convertitevi” senza dire in che consiste la conversione anche se il termine che Luca mette in bocca a Gesù è la parola “metanoia” usata per significare un mutamento interiore, un modo diverso di valutare le cose, una nuova strada da intraprendere. Tre dimensioni che hanno un grande spessore e fanno di noi persone nuove, donne e uomini in cammino verso la Pasqua di vita per tutti. Tre dimensioni che accompagnavano nel cammino dell’iniziazione cristiana i catecumeni verso il battesimo che si celebrava e, nelle giovani chiese, si continua a celebrare durante la grande veglia pasquale.
 
Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?
 
Forse quel fico che non produce frutti sono io, è la comunità di cui sono membro.
Fortunato quel fico che ha trovato un vignaiuolo che si è rifiutato di tagliarlo e, al contrario, si è impegnato a coltivarlo!
Grande quel vignaiuolo che lascia, a Colui che ha piantato il fico, il compito di tagliarlo!
Quando comprenderemo che nessuno di noi ha piantato quel fico comprenderemo che nessuno di noi ha il diritto di tagliarlo, ma solo il dovere di coltivarlo.
Per questo ci auguriamo una Quaresima 2010:
-          in cui riascoltiamo i sei insegnamenti di Gesù (Lc 12,1-13,9)
-          in cui facciamo una scelta, almeno una, di nuovi stili di vita
-          in cui riscopriamo che la nostra missione non è tagliare, ma coltivare
In occasione di un 25° di matrimonio, il marito si rivolgeva alla moglie, dicendo: “Quanto ti ho fatto soffrire. Per 23 anni tra te e me c’è sempre stata la bottiglia del vino”. La moglie, guardandolo con tenerezza, rispondeva: “Ne è valsa la pena se siamo giunti a vivere gli ultimi due anni così come li stiamo vivendo ora”.
L’albero non era stato tagliato, ma solo coltivato… ed ora si raccolgono i frutti proprio lì dove nessuno ci avrebbe creduto.
 
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it


Marted́ 02 Marzo,2010 Ore: 14:39
 
 
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