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www.ildialogo.org MARCHIARE LA CARNE DEGLI IMMIGRATI SVEGLIARE LO SDEGNO DELLA COSCIENZA,di Paolo Farinella, prete

MARCHIARE LA CARNE DEGLI IMMIGRATI SVEGLIARE LO SDEGNO DELLA COSCIENZA

di Paolo Farinella, prete

Care Amiche e Amici,
vi sono momenti in cui lo smarrimento è grande e non si sa cosa fare. Vi allego l’omelia di oggi domenica 6 settembre 2015 detta nella Messa in San Torpete che Messa non è stata. Durante l’omelia, ho avuto quella che io chiamo “ispirazione” e ho proposto (imposto?) all’Assemblea di “non celebrare l’Eucaristia come segno di lutto” per quello che stiamo sperimentando sulla carne dei migranti. Possono i cristiani celebrare l’Eucaristia mentre il Cristo è marchiato col pennarello indelebile sul braccio, gesto simile a quello dei nazisti sugli impotenti Ebrei?); possiamo continuare a dirci cristiani mentre la Lega sproloquia razzismo e xenofobia a tutto spiano, mentendo e bestemmiando il nome di Dio che pure dicono di onorare? Possiamo impunemente accostarci alla Comunione, senza prima riconciliarci con coloro che hanno la colpa di vivere in paesi armati dai nostri governi?
Oggi alle ore 10,00, ho iniziato l’Eucaristia come al solito. Si è svolta la liturgia della Parola come al solito, poi è venuto il momento dell’omelia che per definizione non è un volo pindarico sulle bellezze dello spirito o sull’aldilà, ma “l’attualizzazione della Parola di Dio nell’oggi”. Avevo preparato un testo, ma come di solito ho anche registrato tutto. Invio quindi il testo scritto, modificato e più coerente con quello che ho detto.  Sul mio sito www.paolofarinella.eu alla finestra Blog e poi Audio si trova anche l’omelia registrata che è un po’ diversa perché il parlato induce pensieri, emozioni, ansie, immagini, sottolineature, aggiunte e sottrazioni che a freddo è impossibile.
Fino all’ultimo non sapevo cosa fare: alla fine dell’omelia ero sfinito interiormente (ogni volta la celebrazione mi succhia l’anima e le forze) e sono rimasto indeciso, anche mentre proponevo di non celebrare in segno di lutto, o, come ha suggerito Marino, “come il Venerdì Santo” in cui la Chiesa non celebra Eucaristia per il lutto della morte del Signore.
Mi è parso che tutti fossero d’accordo e così alle ore 11,34 ho chiuso salutando tutti che ho visto segnati e toccati.
Sono certo che se anche uno mi avesse detto di celebrare il seguito della Messa in forma più contenuta, lo avrei fatto, perché non ero certo che quello fosse la scelta giusta. Forse le parole dette sono penetrate nel profondo e hanno aperto ferite e sprigionato emozioni che tutti sono rimasti come crocifissi nel proprio cuore.
Mentre sto scrivendo ricevo una e-mail da Anna Maria e Claudio, una coppia di amici che mi conferma la fragilità del momento e l’emozione dominante in tutti. Dicono che bisognava continuare l’Eucaristia e ne sono convinto come lo ero questa mattina, ma era tanta la stanchezza. Sì lo so che l’Eucaristia per me credente è la forza da cui attingo vigore e impeto per alimentare lo spirito di profezia e di indignazione contro le ingiustizie e di solidarietà verso i poveri, emarginati e migranti.
Per la prima volta in vita mia, mi sono trovato in un momento di totale afasia, non sapere cosa fare: celebrare o non celebrare. Ancora adesso che scrivo a distanza di ore, non sono sicuro di avere fatto bene, e nello stesso tempo non sono nemmeno sicuro che avrei fatto bene a celebrare.
Sento un vuoto dentro di me, ma voglio pensare che possa essere almeno un’ombra di quel vuoto che vivono i migranti ogni volta che al buio entrano in mare senza la certezza di potere arrivare, ma con la consapevolezza, questa, sì, certa, di partire da una morte certa verso una morte possibile.
Molti hanno condannato e ancora oggi condannano Pio XII di non avere parlato apertamente in difesa degli Ebrei, non possiamo commettere lo stesso silenzio perché oggi nessuno può dire: “non sapevo”.
Certo, avrei dovuto celebrare l’Eucaristia e distribuire il Pane che dà forza, ma resta il fatto che non ho celebrato perché mi sentivo “impuro” e “indegno” e quindi ho scelto non fuggire dal vuoto che avvolge l’Europa di oggi e che richiama fantasmi tragici che speravo di non vedere mai più.
Avverto tutti che domenica prossima 13 settembre celebrerò per intero l’Eucaristia.
Un abbraccio a tutti, chiedendo scusa a quanti non credenti, non sono interessati a questi argomenti, ma penso che non possono esimersi da vedere i migranti come parte di sé perché in gioco siamo tutti e ciascuno, senza scampo e senza alibi.
A tutte e a tutti un abbraccio affettuoso.
Paolo Farinella, prete


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Lunedì 07 Settembre,2015 Ore: 21:14
 
 
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