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www.ildialogo.org Domenica 4a Tempo Ordinario – B – 29 gennaio 2012 –,di Paolo Farinella, prete

Domenica 4a Tempo Ordinario – B – 29 gennaio 2012 –

di Paolo Farinella, prete

L’evangelista Mc è l’inventore del genere letterario che si chiama «vangelo»1 e che ha almeno quattro significati. In primo luogo indica direttamente ciascuno dei singoli libretti con cui i quattro evangelisti, ognuno con un proprio obiettivo, hanno parlato di Gesù. In secondo luogo, indica tutti e quattro i libretti raccolti insieme nel sec. II, quasi a formare un quadrifoglio. In terzo luogo indica la predicazione orale di Gesù e degli apostoli. Infine, ma non ultimo, il termine «vangelo» indica la Persona stessa di Gesù: egli è l’evangelista e l’«evangelo», contenuto e annuncio al tempo stesso. A questa conclusione ci induce lo stesso Mc fin dal 1° versetto del vangelo che in greco suona così: «Archê tû euanghelìu Iêsû Christû [hyiû theû]» che di solito le Bibbie traducono: «Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, figlio di Dio»2. Secondo noi è una traduzione sbagliata o quantomeno riduttiva, perché non tiene conto delle possibilità alternative che consente la struttura morfosintattica. Se si guarda la frase come è in greco si vede subito che si hanno cinque genitivi in successione dopo la prima parola «Archê»3 che è soggetto di tutta la frase. Noi traduciamo con «Principio» in modo lineare e parallelo a Gv 1,1 dove si ha lo stesso termine e, secondo noi, lo stesso riferimento a Gen 1,1 dove si annuncia il «Principio» della creazione.

Il primo genitivo «Principio del Vangelo», è propriamente un «genitivo di specificazione» secondo la normale analisi logica, perché risponde alla domanda: «di chi?». Si specifica, cioè si restringe l’area di appartenenza del «Principio» che non è generico, ma esclusivamente «Principio del Vangelo». Tutti gli altri genitivi seguenti « di Gesù, Cristo, figlio di Dio» non sono più «complementi di specificazione perché non rispondono alla domanda «di chi o di che cosa?», ma alla domanda «che significa?» e quindi possono essere considerati come «genitivi epesegetici», perché hanno il valore di «genitivi chiarificatori»: essi spiegano e chiarificano quello che precede. La traduzione corretta esige che si ponga un «cioè» dopo ciascuno di essi, per cui si ha la seguente traduzione lineare: «Principio del Vangelo, cioè Gesù Cristo, cioè [figlio di Dio]» oppure se si considerano quattro genitivi: «Principio del Vangelo, cioè Gesù, cioè Cristo, cioè [figlio di Dio]». L’espressione «[figlio di Dio]» che le edizioni critiche mettono tra parentesi quadra sta a significare che gli studiosi discutono ancora se la frase debba considerarsi originaria oppure un’aggiunta posteriore: insomma non c’è sicurezza (pochi codici antichi, ma importanti la escludono). Noi crediamo che debba considerarsi come necessaria perché esprime l’obiettivo che l’autore di prefigge: aiutare il lettore a scoprire il «Vangelo» che non è un libro o una teoria, o una morale, ma semplicemente la Persona di Gesù, il Cristo per i Giudei (cf Mc 8,29) e il Figlio di Dio per i Pagani (cf Mc 15,39)4. L’espressione completa poi «Messia, Figlio di Dio» si contrappone a «Messia, figlio di Davide» usata da Gesù nella disputa polemica con gli scribi nel tempio (cf Mr 12,35): il Messia degli Ebrei è «figlio di Davide», cioè suo successore ed erede perché dello stesso casato; il Messia cristiano è «Figlio di Dio», cioè il «Bar-Abbà – l’Unigenito/Prediletto». Questa è la tesi che Mc vuole sviluppare lungo i sedici capitoli del suo vangelo. Se non si mette in chiaro questo obiettivo, l’intero vangelo, la sua ripartizione, la sua logica, la sua struttura diventano opachi e con un significato ridotto.

Il percorso che ci propone Mc è semplice: dopo una presentazione rapida di Giovanni Battista, del battesimo di Gesù e delle tentazioni, ci prende per mano e ci accompagna lungo un cammino di catecumenato facendoci assistere a quello che Gesù vive e opera. Il vangelo di Mc è il primo incontro con il Signore e per questo si dice che è il vangelo dei catecumeni: coloro che si apprestano a diventare cristiani. La domanda che percorre il Vangelo è: Chi è Gesù? Se saremo catecumeni di Mc, passeremo di stupore in stupore e impareremo a conoscere sempre più profondamente Gesù di Nazaret che si rivela a noi Messia e Figlio di Dio. Mc ci aveva promesso il «Vangelo, cioè Gesù Cristo, cioè il Figlio di Dio» (1,1) e infatti ci ha condotti ad incontrare e a conoscere Gesù che con autorità parla e agisce. La prima mèta di questo cammino catecumenale è Mc 8,29 al’estremo nord della Palestina, ai confini con il Libano, nella città di Cesarea di Filippo5, là dove faremo la prima professione di fede insieme al discepolo Pietro: «Tu sei il Cristo». Anche noi con gli apostoli saremo discepoli di Gesù per giungere alla seconda mèta del nostro catecumenato che è Mc 15,39 sul Monte Calvario, la dove «vistolo spirare in quel modo, il centurione romano esclamò: Veramente quest’uomo era Figlio di Dio». Ai piedi della Croce, un pagano, il centurione che in quanto romano è rappresentativo dell’umanità intera, ci svela la vera personalità del figlio di Maria (Mc 6,3): non è solo il «Vangelo», non è solo il «Cristo», egli è il «Figlio di Dio».

Chi coglie la vera personalità di Gesù non è un discepolo, ma un pagano che ha appena assistito al miracolo per eccellenza: «vistolo morire in quel modo». Qui è il segreto della fede e di ogni catecumenato: noi incontriamo Dio solo se lo vediamo morire al modo di Dio, cioè senza rivendicazioni, senza recriminazioni, ma con amore e per amore, perdonando anche coloro che lo uccidono (cf Lc 23,34). Questo è Gesù, il Figlio di Dio. La mèta del catecumenato è la Croce: è là che ritroviamo la verità su noi, quella su Dio e la pace che ansio-samente cerchiamo. Ogni processo di fede che non porta alla Croce è una passeggiata nel parco pubblico. Nel vangelo di oggi, Mc narra il 1° miracolo, cioè il 1° segno con cui Gesù svela qualcosa di sé a chi gli sta vicino. Svela, ma non si manifesta del tutto: Gesù stesso si preoccupa che il segreto messianico non venga svelato prima del momento opportuno (cf domenica 6a per annum B).

Al tempo di Gesù qualsiasi manifestazione oltre la «normalità» convenuta è considerata «malattia». Essa è un castigo di Dio per il male fatto dal malato o dai suoi antenati. La società accetta questo schema per cui il malato è punito da Dio per scontare peccati propri o di altri. Tutti sono rassegnati perché nessuno può opporsi al volere di Dio. Questo giudizio religioso comporta un giudizio etico: il malato, specialmente se è contagioso, deve essere allontanato e nessuno lo deve avvicinare, pena l’impurità che rende inabili al culto di Dio. Si crea un circuito vizioso e nefasto per cui alla fine in nome di Dio si condannano le persone all’emar-ginazione e alla morte. Dio diventava un privilegio per pochi eletti e una condanna per altri. Con Gesù scoppia la novità, accade il «kairòs/occasione/momento favorevole» che per la mentalità del tempo è una vera e propria rivoluzione. Nessuno aveva sentito che un indemoniato dentro una sinagoga chiamasse qualcuno con il titolo di «Santo di Dio». Di fronte a noi c’è una persona «potente» che comanda agli spiriti come comanda al mare agitato (Mc 4,35-41) perché con la presenza del «Santo di Dio» è finito per sempre l’imperialismo degli spiriti immondi che schiacciano l’uomo e la sua libertà. Lo Spirito Santo c’introduca nell’Eucaristia, il sacramento che ci rende giusti di quella giustizia di Dio che genera la comunione della Pace, facendo nostre le parole del Salmista (Sal 106/106,47): «Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci dalle genti, perché ringraziamo il tuo nome santo: lodarti sarà la nostra gloria».

 

Spirito Santo, tu guidi i profeti a servire la Parola di Dio a Israele e alla Chiesa,Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu guidasti Mosè come rappresentante di Dio davanti a Israele, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu scegliesti Mosè come rappresentante del popolo davanti a Dio, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu hai suscitato Gesù Messia in mezzo all’umanità intera, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu apri e chiudi la bocca del profeta che porta la Parola di Dio, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu sostieni il profeta a non confondere la Parola con le sue parole, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu alimenti la profezia nella Chiesa perché non si spenga mai, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci predisponi ad ascoltare la voce del Signore, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci radichi su Dio Roccia solida della nostra salvezza, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu pieghi il cuore rigido e lo apri all’ascolto del Signore, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu sani le ferite sanguinanti di chi si converte a Dio liberatore, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu circoncidi i cuori di quanti vogliono «vedere» il Signore, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu vieni in nostro soccorso nella prova e nella tentazione, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci purifichi dalle preoccupazioni del mondo, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci insegni che ciò che accade è un’occasione/kairòs di Dio, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci guidi e conduci all’Eucaristia in giorno di Domenica, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci educhi allo stupore per l’insegnamento del Signore Gesù, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci sveli l’autorità di Gesù che viene a noi Figlio del Padre, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu fai emergere gli spiriti immondi che abitano il cuore, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci insegni le parole per riconoscere il «Santo di Dio», Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci concedi il timore d’amore davanti a Gesù, il Potente di Dio,Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci convochi a vivere il perenne miracolo del pane e del vino, Veni, Sancite Spiritus!

Spirito Santo, tu ci guarisci dalla ferite dell’egoismo e del possesso, Veni, Sancite Spiritus!

 

Gesù entrò nella sinagoga nel giorno del Signore per allargare lo spazio della sua libertà interiore nel rapporto d’intimità col Padre. Egli ha voluto condividerla con chi era imprigionato in catene di schiavitù che deturpavano la dignità di un uomo «posseduto da uno spirito immondo». Anche noi in giorno di domenica veniamo a questo altare per attingere libertà dagli spiriti immondi che forse ab­biamo incontrato nella nostra settimana. Entriamo con fiducia per esercitare il nostro ministero di profeti che dopo averla vissuta nella vita, ascoltano la Parola di Dio senza della quale non possono vivere.

(ebraico)

Beshèm

ha’av

vehaBèn

veRuàch

haKodèsh.

Amen.

(italiano)

Nel Nome

del Padre

e del Figlio

e dello Spirito

Santo.

 

Grande parte del mondo di oggi è «posseduto dallo spirito immondo» dell’ingordigia e della sete di possesso di quanti attraverso il denaro e il sesso mirano al potere della società che non è più lo spa­zio della comunità collettiva, ma lo strumento per alimentare i conflitti di interesse, l’arroganza e l’individualismo esasperato. Il mondo è «posseduto dallo spirito immondo» della guerra camuffata dietro finte e vuote parole di pace, mentre la povertà di miliardi di figli di Dio avanza inesorabile falcidiando senza pietà vittime innocenti. Quali sono gli idoli immondi che dominano la nostra vita? Possiamo, dobbiamo chiedere perdono, se vogliamo essere uomini e donne che rispecchiano la li-bertà per sé e per gli altri avventori della vita. Chiediamo anche perdono per tutte le volte che per opportunismo abbiamo smarrito e tradito il ministero della profezia.

 

Signore, per avere anteposto le nostre parole alla tua Parola, lìberaci da noi stessi,Kyrie, elèison!

Cristo, per avere preferito il nostro comodo all’essere uniti a te, perdonaci l’egoismo,Christe, elèison!

Signore, per esserci lasciati dominare dallo spirito del mondo, rendici il tuo Spirito, Pnèuma, elèison!

Cristo, insegnaci ad amarti anche con la tendenza al male, tu che domini ogni male, Christe, elèison!

 

Dio onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati, lenisca le vostre ferite, consoli i vostri cuori, vi doni la libertà dello spirito per essere attenti ai segni dei tempi e fedeli alla profezia cui siete chiamati e vi conduca alla vita eterna insieme ai fratelli e alle sorelle con cui avete condiviso voi stessi, i vostri sentimenti, il vostro tempo e l’agàpe cristiana. Per i meriti di Gesù Cristo che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

GLORIA A DIO NELL’ALTO DEI CIELI e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente [breve pausa 1-2-3]

Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre: tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. [breve pausa 1-2-3]

Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo: [breve pausa 1-2-3]

Gesù Cristo con lo Spirito Santo, nella gloria di Dio Padre. Amen.

Preghiamo (colletta). O Padre che nel Cristo tuo Figlio ci hai dato l’unico maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male, rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen. 

MENSA DELLA PAROLA

Prima lettura Dt 18,15-20. Il libro del Deuteronomio, che etimologicamente significa Seconda Legge, è l’ultimo, il quinto della Toràh ebraica e del Pentateuco greco e latino. E’ il libro che sta alla base della riforma deuteronomica del sec. VII a.C., detta di Giosìa. Riporta tre discorsi di Mosè che si congeda dal suo popolo prima dell’ingresso in Palestina sulla riva sinistra del Giordano. Il brano di oggi appartiene al 2° discorso dedicato alle istituzioni e ai ministeri del popolo d’Israele. Dopo avere parlato del re e dei sacerdoti, il brano odierno passa a parlare del profeta, il cui prototipo è appunto Mosè (vv. 15.18; cf Dt 34,10-12). Per l’autore il profeta è superiore ad ogni altra funzione perché egli è inchiodato alla Parola di Dio. I primi cristiani videro in Gesù non solo il successore di Mosè come guida e profeta, ma la stessa profezia incarnata: il Lògos/Senso/Parola e la Shekinàh/Presenza di Dio.

 

Dal libro del Deuteronomio 18,15-20

Mosè parlò al popolo dicendo: 15«Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. 16Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”». 17Il Signore mi rispose: «Quello che hanno detto, va bene. 18Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. 19Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. 20Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire». - Parola di Dio.

 

Salmo responsoriale 95/94, 1-2; 6-7; 8-9. Salmo processionale probabilmente recitato nella festa delle Capanne/ Sukkôt (Dt 31,11), è un invito collettivo ad accorrere a Dio roccia, pastore e guida che parla e istruisce il suo popolo. Nella liturgia cattolica è il Salmo «invitatorio»: apre la preghiera ufficiale della Chiesa della Liturgia delle Ore. Accogliamo l’invito ad ascoltare non più un profeta, ma il Lògos stesso che pianta la sua tenda tra gli uomini (Gv 1,14).

Rit. Ascoltate oggi la voce del Signore.

 

1. 1 Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie. Rit.

2. 6 Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
7 E’ lui il nostro Dio / e noi il popolo del suo pascolo,

il gregge che egli conduce. Rit.

3. Se ascoltaste oggi la sua voce!
8 «Non indurite il cuore, come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
9 dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova / pur avendo visto le mie opere”. Rit.

 

Seconda lettura 1 Cor 7,32-35. Nell’economia della liturgia, la 2a lettura non ha un legame diretto con la prima e con il vangelo che invece sono sempre collegati. Essa è una pausa meditativa per mantenere la familiarità con tutta la Scrittura, in base alla scelta che in tre anni si legge (quasi) tutta la Bibbia. La comunità di Corinto è problematica e manda una commissione da Paolo, che si trova ad Efeso. La lettera è databile tra il 53 e il 56/57. Paolo risponde passando in rassegna i vari stati di vita secondo le categorie del suo tempo. Paolo non disprezza il matrimonio che è stabilito da Dio fin dal «principio», ma legge le situazioni in base alla convinzione della brevità del tempo e dell’imminente fine del mondo. In ogni situazione, comunque, il primato spetta a stare «uniti al Signore senza distrazioni» (v. 35).

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 7,32-35

Fratelli e Sorelle, 32 io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; 33 chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, 34 e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. 35 Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni. - Parola di Dio.

Vangelo Mc 1,21-28. Dopo il primo annuncio del messaggio di Gesù, dopo il battesimo, dopo la convocazione dei primi discepoli come testimoni/garanti dell’attività missionaria di Gesù, Mc descrive una giornata «tipo», quasi a dire: è inutile che vi racconti per filo e per segno la vita del Signore perché vi basta conoscere una settimana per capire come Gesù viveva e operava. Le prime azioni di Gesù sono «guarigioni» perché egli si presenta come Yhwh che viene a guarire le pecore malate d’Israele, descritto dal profeta Ezechiele (Ez 34,16). La sinagoga, la casa della Parola e della preghiera diventa il luogo della liberazione, il rifugio della speranza dei poveri.

Canto al Vangelo Mc 4,16

Alleluia. Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, / per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Alleluia.

 

Dal Vangelo secondo Marco 1,21-28

21 Giunsero a Cafàrnao, e subito, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22 Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23 Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: 24 «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25 E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26 E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27 Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28 La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. - Parola del Signore.

 

Spunti di omelia

Prima di lasciare il suo popolo per andare a morire da solo, Mosè promette che Dio avrebbe suscitato per Israele «un profeta in mezzo ai loro fratelli» (Dt 18,18). Mc da parte sua ci presenta questo profeta in Gesù di Nazareth come uno che si butta nella mischia e ingaggia la lotta finale con il male che opprime l’uomo.

Anche Mc, come Gv (cf 1,1-2,1), ci presenta la prima settimana di Gesù come prototipo: basta conoscerne una per sapere come si svolgesse la sua attività: «entrato in giorno di sabato nella sinagoga … venuta la sera … al mattino … dopo alcuni giorni … in giorno di sabato» (Mc 1,21.32.35; 2,1.23). Certo Mc non ha l’impostazione settenaria di Gv con il rimando alla settimana della creazione, ma ci fa conoscere un Gesù in movimento, vivace, immerso nell’umano, suscitando stupore e perplessità:6 oggi diremmo che ci fa conoscere un Gesù impegnato socialmente con tutto se stesso.

Gesù inizia la sua attività con due miracoli: l’indemoniato e il lebbroso. Il primo è quello di oggi e il secondo lo vedremo domenica prossima7. Se guardiamo attentamente il racconto, scopriamo che l’esorcismo descritto dal vangelo di oggi è parallelo al racconto della tempesta sedata. Essi hanno lo stesso schema/canovaccio narrativo e vogliono presentarci Gesù come colui che contemporaneamente domina gli spiriti che rendono schiavo l’uomo, come fece il serpente nel giardino di Eden (Gen 3) e gli elementi della natura. Gli ebrei che ascoltavano e i cristiani che conoscevano molto bene la Bibbia della Lxx, erano spinti ad abbinare la persona di Gesù con Yhwh creatore, liberatore (esodo) e onnipotente (Sinai).

Esorcismo indemoniato: Mc 1,24-28

Schema

Tempesta sedata: Mc 4,38-41

1,24

”Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! lo so chi tu sei: il santo di Dio”

rimproveri a Cristo8

4,38

lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che moriamo?”

1,25

Gesù lo sgridò: “Taci! Esci da quell’uomo”

minacce di Cristo

4,39

Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: Taci, calmati!".

1,26

1,27b

lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui… Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono

obbedienza a Cristo

4,39b

Il vento cessò e vi fu grande bonaccia

1,27a

1,28

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità … La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea

timore e stupore

4,41

E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”

 

I due interventi sono costruiti sullo stesso schema, hanno lo stesso senso e rispondono alla stessa domanda fondamentale: chi è Gesù? Mc risponde che Gesù è l’inviato di Dio che riprende in mano l’opera creatrice di Dio compromessa da Adam ed Eva. Questi rimasero sotto l’influsso e il dominio di Satana-serpente, ora i loro figli sono liberati dall’antico serpente/spirito immondo dal Figlio di Dio.

La creazione per colpa dei progenitori fu assoggettata alla decomposizione perché il peccato di Adam ed Eva immise nel mondo la corruzione, la distruzione e la morte (v. diluvio in Gen 6,5-7,24) rimanendo sotto l’influenza delle potenze malvagie (Gb 38,1-11; Rom 8,19-23), mentre ora le potenze del male e della natura ritornano ad essere sottomesse al «nuovo» Creatore che è venuto per introdurle in un regime di vita e di risurrezione (cf vangelo di domenica prossima: Mc 1,29-30; cf anche l’attesa sofferente della creazione in Rom 8, 18-23). Ci troviamo di fronte non ad un banale miracolo, ma all’affermazione forte di una cristologia avanzata: in Gesù Cristo si compie e si completa l’opera della creazione rimasta in sospeso col peccato dei progenitori. Con la predizione del rabbì di Nazareth inizia una nuova cosmogonia e una nuova antropologia: la natura e l’umanità restano sbigottiti e attribuiscono a Gesù lo stesso timore e tremore che è dovuto a Yhwh-Creatore (vv. 27-28; 4,41; cf Sal 65/64, 8-9; 89/88,10; 107/106, 28-30).

Per la mentalità del tempo di Gesù gli spiriti impuri vagano nell’aria e condizionano l’agire degli uomini e dominandoli fino alla lotta finale (Ef 6,8; Ap 16,13-14), quando il Cristo dominerà e assoggetterà tutte le potenze al suo dominio liberante (Col 2,15; 1Pt 3,22). Questa prospettiva della storia come lotta finale tra il bene e il male è una corrente di pensiero che tra il sec. III a.C. e il sec. I d.C. ebbe molto sviluppo sia in Palestina che a Babilonia dove vi era una forte comunità giudaica. Anche la comunità di Qumran si ritira nel deserto per prepararsi alla battaglia finale tra i figli della luce contro i figli delle tenebre9.

Presentando il Cristo che compie un miracolo di liberazione, Mc ci avverte che è cominciato il tempo della ricongiunzione tra terra e cielo per lungo tempo separati. Se guardiamo la storia della salvezza descritta nella Bibbia, ci accorgiamo che è un lento, ma inesorabile processo di allontanamento dell’uomo da Dio: dalla familiarità dell’uomo con Dio nel giardino di Eden (Gen 2,8) alla totale separazione culminata dal possesso delle forze del male sulla libertà dell’uomo. Nel commento esegetico giudaico al libro della Genesi (Genesi Rabbà/grande XIX, 7) leggiamo:

 

Disse Rabbi Abba bar Kahana: “La base della Dimora era sulla terra. Quando il primo uomo peccò, la Dimora si trasferì al primo firmamento; peccò Caino: si trasferì al secondo firmamento; la generazione di Enosh: al terzo; la generazione del diluvio: al quarto; la generazione della divisione [= della torre di Babele]: al quinto; i Sodomiti: al sesto; e gli Egiziani ai giorni di Abramo: al settimo. E rispetto a ciò sorsero sette giusti, e sono questi: Abramo, Isacco, Giacobbe, Levi10, Qehat11, Amran, Mosè. Sorse Abramo, e la fece scendere al sesto; sorse Isacco, e la fece scendere dal sesto al quinto; sorse Isacco, e la fece scendere dal sesto al quinto; sorse Giacobbe, e la fece scendere dal quinto al quarto; sorse Levi, e la fece scendere dal quarto al terzo; sorse Qehat, e la fece scendere dal terzo al secondo; sorse Amram, e la fece scendere dal secondo al primo; sorse Mosè, e la fece scendere dall’alto al basso”

 

Ora è lo stesso Mosè che preannuncia un profeta che gli è pari (Dt 18,15) e per Mc non è solo la Dimora o la Tenda dove Dio si rendeva presente in mezzo al suo popolo nel pellegrinaggio del deserto, ma è Dio stesso che viene a restaurare l’Eden perduto e l’umanità smarrita e sconfitta. Comincia il tempo della vita e della risurrezione. Finiscono le cose passate e inizia un’era nuova come aveva profetato Isaia (43, 18-19) e nasce la nuova creatura ricreata a immagine di Cristo (2Cor 5,17). All’indemoniato posseduto dallo spirito immondo è restituita la sua dignità di figlio di Dio, creato a sua immagine e somiglianza che gl’impediva di vedere non solo il volto di Dio, ma anche il suo, cioè la sua coscienza e la sua identità.

Chi è Gesù per me? Da quale spirito immondo devo essere liberato per avere occhi limpidi per «vedere» il mio volto, il mio cuore e il volto di Colui di cui sono immagine e somiglianza? Vogliamo incontrare veramente Gesù liberatore: andiamo nel mondo e facciamo come lui, scacciando i demoni dovunque li incontriamo.

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

[Pausa: 1-2-3]

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato; della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito Santo si é incarnato nel seno della Vergine Maria e si é fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno é risuscitato, secondo le Scritture; é salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. [Pausa: 1-2-3]

Credo nello Spirito Santo, che é Signore e da la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio é adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti. [Pausa: 1-2-3]

Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

Preghiera universale [intenzioni libere]

LITURGIA EUCARISTIACA

Presentazione delle offerte e pace. Entriamo nel Santo dei Santi presentando i doni, ma prima, lasciamo la nostra offerta e offriamo la nostra riconciliazione e concediamo il nostro perdono, senza condizioni, senza ragionamenti, senza nulla in cambio: lasciamo che questa notte trasformi il nostro cuore, fidandoci e affidandoci reciprocamente come insegna il vangelo:

«Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono» (Mt 5,23-24),

Solo così possiamo essere degni di presentare le offerte e fare un’offerta di condivisione. Riconciliamoci tra di noi con un gesto o un bacio di Pace perché l’annuncio degli angeli non sia vano.

Scambiamoci un vero e autentico gesto di pace nel Nome del Dio della Pace.

[La benedizione sul pane e sul vino è tratta dal rituale ebraico]

Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo; dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane e questo vino, frutto della terra, della vite e del lavoro dell’uomo e della donna; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. Benedetto nei secoli il Signore.

Preghiamo perché il nostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.

Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

Preghiamo (sulle offerte). Accoglie con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull’altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen!

 

PREGHIERA EUCARISTICA II

(detta di Ippolito, prete romano del sec. II)

La creazione loda il Signore

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. E’ cosa buona e giusta.

E’ cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno.

Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa.

Tu hai creato il mondo nella varietà dei suoi elementi, e hai disposto l’avvicendarsi dei tempi e delle stagioni. All’uomo, fatto a tua immagine, hai affidato le meraviglie dell’universo, perché, fedele interprete dei tuoi disegni, eserciti il dominio su ogni creatura, e nelle tue opere glorifichi te, Creatore e Padre, per Cristo Signore nostro.

Santo, Santo, Santo, il Signore, Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Kyrie, elèison.

 

E noi, con tutti gli angeli del cielo, innalziamo a te il nostro canto, e proclamiamo insieme la tua gloria:

Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto nel nome del Signore colui che viene. Osanna nell’alto dei cieli. Christe, elèison! Kyrie, elèison. Pnèuma elèison.


Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.

Tu, o Signore, nostro Dio, hai suscitato in mezzo a noi un profeta, Gesù il nostro Redentore, a cui diamo ascolto nella santa assemblea.

Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie, lo spezzo, lo diede ai suoi discepoli, e disse: PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO É IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.

Tu sei il Santo di Dio che viene in mezzo a noi, Pane vivente, disceso dal cielo (cf Mc 1,24; Gv 6, 51.41.58).

Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse: PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO É IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI.

Tu sei il Santo di Dio in mezzo a noi, sangue dell’alleanza versato per noi. Vieni, Signore Gesù (cf Mc 14,24).

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

Nella Santa Eucaristia facciamo memoria del comandamento dell’amore che rinnoviamo nel sacramento.

Mistero della fede.

Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.

Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale. Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.
Siamo venuti al tuo Altare, per acclamare te che sei la roccia della nostra salvezza (cf Sal 95/94,1-2).

 

Memoria dei Volti e dei Nomi sulla terra

Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa …, il Vescovo …, le persone che amiamo e che vogliamo ricordare … e tutto l’ordine sacerdotale che è il popolo dei battezzati.

Tu ci raduni, Signore, nella tua Chiesa pellegrina, nostra Madre e nostra figlia, la santa Gerusalemme.

 

Memoria dei Volti e dei Nomi nella Gerusalemme celeste

Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e di tutti i defunti che affidiamo alla tua clemenza … ammettili a godere la luce del tuo volto.

Tu non sei il Dio dei morti, ma il Dio dei viventi: di Abramo, Isacco e Giacobbe. L’eterno riposa dona loro, Signore, e splenda ad essi la tua luce perpetua (cf Mc 12,27; Liturg. dei Defunti).

 

Memoria dei credenti di ogni tempo

Di noi abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria,Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi: e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.

Con i Santi e le Sante del cielo, con i Santi uomini e le Sante donne della terra che profetizzano il tuo Nome benedetto tra i popoli, noi acclamiamo: Tu sei il Santo di Dio! (cf Mc1,24)

Dossologia [è il momento culminante dell’Eucaristia: il vero offertorio]

Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio, Padre onnipotente, nell'unita dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Padre nostro in aramaico: Idealmente riuniti con gli Apostoli sul Monte degli Ulivi, preghiamo, dicendo:

Padre nostro che sei nei cieli

Avunà di bishmaià

sia santificato il tuo nome

itkaddàsh shemàch

venga il tuo regno

tettè malkuttàch

sia fatta la tua volontà

tit‛abed re‛utach

come in cielo così in terra.

kedì bishmaià ken bear‛a.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

Lachmàna av làna sekùm iom beiomàh

e rimetti a noi i nostri debiti

ushevùk làna chobaienà

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori

kedì af anachnà shevaknà lechayabaienà

e non abbandonarci alla tentazione

veal ta‛alìna lenisiòn

ma liberaci dal male.

ellà pezèna min beishià. Amen!

 

Antifona alla comunione (cf Mc 1,24): Che vuoi da noi? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei, Gesù Nazareno: il santo di Dio!

Dopo la comunione

 

Da Primo Levi, Delega

Non spaventarti se il lavoro è molto: / C’è bisogno di te che sei meno stanco. / Perché hai sensi fini, senti / Come sotto i tuoi piedi suona cavo. / Rimedita i nostri errori: / C’è stato pure chi, fra noi, / S’è messo in cerca alla cieca, / Come un bendato ripeterebbe un profilo. / Che ha salpato come fanno i corsari, / E ha tentato con volontà buona. / Aiuta, insicuro. Tenta, benché insicuro, / Perché insicuro. Vedi / Se puoi reprimere il ribrezzo e la noia / Dei nostri dubbi e delle nostre certezze. / Mai siamo stati così ricchi, eppure / Viviamo in mezzo a mostri imbalsamati. / Ad altri mostri oscenamente vivi. / Non sgomentarti delle macerie / Né del lezzo delle discariche: noi / Ne abbiamo sgomberate a mani nude / Negli anni in cui avevamo i tuoi anni. / Reggi la corsa, del tuo meglio. Abbiamo / Pettinato la chioma alle comete, / Decifrato i segreti della genesi, / calpestato la sabbia della luna, / Costruito Auschwitz e distrutto Hiroshima. / Vedi: non siamo rimasti inerti. / Sobbarcati, perplesso. / Non chiamarci maestri.

Romano Guardini, Il Signore. Meditazioni sulla persona e la vita di Gesù Cristo.

Quindi era un indemoniato. La scienza ci dice che gli indemoniati del Nuovo Testamento sono persone affette da malattie nervose; si pretende che a quel tempo non si fosse in grado di interpretare certi fenomeni, per cui li si attribuiva ai demoni. Anche Gesù sarebbe stato un figlio del suo tempo. In realtà, è probabile che i sintomi esteriori fossero simili a quelli delle malattie nervose; ma nessuno psichiatra vede dietro i fenomeni. Quando il Signore, attraverso il malato, si rivolge al demonio che è in lui, si trova in un campo nel quale nessun medico può seguirlo. Il demonio non agisce in modo tale da poter dire che questo o quello non è naturale ed è quindi diabolico. Il soprannaturale e il preternaturale non si manifestano nella vita cristiana attraverso una cesura nello svolgimento delle cose che essi completerebbero in modo straordinario. Tutto resta sempre naturale da certi punti di vista... È proprio nella concatenazione di ciò che è naturale che Satana agisce.

 

Di Dag Hammarskjold, segretario dell’ONU 1953-1961, premio Nobel per la pace nel 1961 (Svezia 1905 – Zambia 1961)

Tienimi nel tuo amore

Tu che sei al di sopra di noi, / tu che sei uno di noi, / tu che sei anche in noi,
possano tutti vedere te anche in me, / possa io preparare la strada per te, / possa io rendere grazie
per tutto ciò che allora mi toccherà. / Possa io non scordare in ciò i bisogni altrui. / Tienimi nel tuo amore
così come vuoi che tutti dimorino nel mio. / Possa tutto, in questo mio essere, / volgersi a tua gloria
e possa io non disperare mai. / Poiché io sono sotto la tua mano / e in te è ogni forza e bontà.

Preghiamo. O Dio che ci hai nutriti alla tua mensa, fa’ che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la fede si estenda sino ai confini del mondo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Il Signore è con voi.E con il tuo spirito.

Il Signore che suscita profeti in mezzo a noi, ci educhi all’ascolto della sua Parola. Amen.

Il Signore che convoca i popoli alla mensa della sua Parola, ci apra all’universalità.

Il Signore che ci chiama alla responsabilità della libertà sia sempre davanti a noi per guidarvi.

Il Signore che ci manda a liberare il mondo da ogni dipendenza, vi difenda da ogni male.

Il Signore che sana e libera sia sempre accanto a noi per consolarci e confortarci.

Vi benedica l’onnipotente tenerezza del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre. Amen!

La messa finisce come rito, continua nel sacramento della testimonianza. Andiamo incontro al Signore che viene.

Nella forza dello Spirito Santo rendiamo grazie a Dio e viviamo nella sua Pace.

_________________________

Domenica 4a Tempo Ordinario-B – Parrocchia di S. M. Immacolata e S. Torpete

© Nota: L’uso di questi commenti è consentito citandone la fonte bibliografica

Paolo Farinella, prete – 1/2/2009 – San Torpete – Genova

CALENDARIO DELLA VISITA PASTORALE

DEL CARDINALE ANGELO BAGNASCO

AL IV VICARIATO «GENOVA-CENTRO EST»

 

 

Da domenica 5 a domenica 12 febbraio 2012 nel IV Vicariato «Genova Centro-Est», di cui fa parte San Torpete, si svolgerà la visita pastorale dell’Arcivescovo, card. Angelo Bagnasco, secondo il calendario a disposizione alla porta della chiesa.

In San Torpete il cardinale sarà presente al mattino di sabato 11 febbraio 2012 dalle ore 10,00 alle ore 12,00 con il seguente programma:

 

  1. Ore 10,00: Recita delle Lodi in San Giorgio.

  2. Ore 10,30:Inaugurazione dei locali delle Associazioni Ludovica Robotti- San Torpete; Musica e Cultura San Torpete e Sant’Ambrogio Musica.

  3. Ore 10,45:Incontro in sacrestia con il Consiglio di Amministrazione della Parrocchia e le famiglie Cattaneo Della Volta.

  4. Ore 11,00: Presentazione al cardinale della vita della Parrocchia:

  1. Associazione Ludovica Robotti.

  2. Attività Culturali, specialmente i «Concerti di San Torpete».

  3. «Massoero 2000 e San Torpete».

  4. San Torpete, parrocchia “extraterritoriale”, parrocchia d’elezione.

  1. Ore 11,30:In chiesa: «In dialogo con l’arcivescovo». Incontro con il cardinale nella forma di do-mande e risposte senza griglia e mediazione. Chiunque vorrà fare domande le potrà fare e il cardinale sarà libero di rispondere a suo piacimento.

  2. Ore 12,30: Fine.

Mi auguro che la comunità di San Torpete possa essere presente e partecipare attivamente.

Sabato 11 febbraio 2012, ore 17,30: Calogero Farinella, Organo - Le serenissime Repubbliche. Musiche tra Genova e Venezia nel ‘700 - Musiche di Anonimo veneziano, B. Galuppi, G. Valeri, Anonimo genovese, M. Bisso.

1 Dal greco euanghèlion: prefisso «eu-...–bene/gioioso» e verbo «anghèllō–proclamo/annuncio» da cui «gioiosa/lieta notizia»). Sarebbe opportuno eliminare l’espressione «buona novella» per il significato che nel linguaggio corrente ha assunto la parola «novella», intesa come favola o racconto fantasioso, quando addirittura non è associata ad una rivista di pettegolezzo.

2 Così traduce anche l’ultima edizione della Cei, La Sacra Bibbia, CEI-UELCI, Roma anno 2008.

3 I genitivi in successione sono tre se si considera un solo titolo «Iêsû Christû», mentre diventano quattro se «Gesù» e Cristo» sono considerati indipendenti.

4 Oggi riferendosi alle tre grandi religioni monoteistiche, Ebraismo, Cristianesimo e Musulmanesimo, si ricorre spesso e superficialmente all’espressione «religioni del Libro», con chiaro riferimento alla «rivelazione scritta» su cui si basano. La definizione è attinente e pertinente per l’Ebraismo e il Musulmanesimo che della Scrittura hanno una venerazione «statica», quasi fisica, ma è impropria e riduttiva per il Cristianesimo che venera la Scrittura non come Libro, ma come Parola di Dio incarnata nell’uomo Gesù di Nazaret. Ne consegue che il Cristianesimo non è una fede fondata su un libro per quanto ispirato, un principio, un insegnamento, una morale, un sistema di dogmi, ma unicamente su una «PERSONA» che è Gesù di Nazaret, il Cristo, il Figlio di Dio che da «Lògos – Discorso/Progetto/Parola Carne/Fragilità/Mortalità fu fatto». Il Vangelo è Gesù, il Signore.

5 Cesarea di Filippo è la capitale della Gaulanìtide o Iturèa e si trova all’estremo nord della Galilea, ai confini della terra d’Israele con la Siria, alle pendici del monte Hèrmon, dalla cui vetta nasce il fiume Giordano (per ulteriori informazioni cf Domenica 21a del tempo ordinario-A, nota 2).

6 Questo vangelo fa da filigrana al catechismo dei bambini (6-8 anni) perché Gesù non è la figura del Maestro/Catechista ieratico e solenne come in Mt, né quella dedita alla formazione permanente dei discepoli come in Lc, né quella contemplativa e sacerdotale di Gv, ma l’uomo vivace, immerso nell’umano e dedito al servizio della dignità umana.

7 I due miracoli non dovrebbero essere separati come fa la liturgia perché esegeticamente hanno una connessione tematica progressiva che altrimenti si perde. Capita spesso che le divisioni liturgiche dei passi biblici sono fatti più guardando alla quantità del testo e all’opportunità liturgica che non alle esigenze del testo biblico.

8 Cf anche la conclusione della guarigione dell’uomo dalla mano inaridita: «11Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!”. 12Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero» (Mc 3,11-12).

9 Il brano su cui si fonda questa teoria è Dt 32,8: «Quando l’Altissimo divideva i popoli, quando disperdeva i figli dell’uomo, egli stabilì i confini delle genti secondo il numero degli Israeliti» che il Talmud di Gerusalemme I così commenta: «Quando l’Altissimo diede l’eredità del mondo alle nazioni che discendevano dai figli di Noè, quando egli divise scritture e lingue per i figli dell’uomo nella generazione della separazione [cioè di Babele], in quel tempo egli trasse a sorte tra i settanta angeli, i principi delle nazioni». Ogni nazione è dunque governata da un angelo come afferma il Midrash Pesista de Rabbi Kahana, I,2: «Gli angeli sono i principi dei popoli del mondo». Essi si ribellarono a Dio e condussero le nazioni nell’abisso del male. Solo Israele non ebbe bisogno di un capo angelico, perché egli è «proprietà di Dio» come sta scritto: «Su ogni popolo egli mise un principe, ma Israele è la porzione del Signore» (Sir 17,14). Gesù però viene in Israele perché egli è stato inviato «alle pecore disperse della casa d’Israele» (Mt 15,24) che ai suoim occhi appaiono «pecore senza pastore» (Mc 6, 34).

10 E’ il terzogenito di Giacobbe e Lia (Gen 29,34; 35,23; Es 1,2; 1Cr 2,1). I suoi figli erano Ghèrson, Qèhat e Merari e la figlia Iochebèd. Visse 137 anni (Gen 46,11; Es 6,16; Nu 26,59; 1Cr 6,1,16). Con suo fratello Simeone uccise gli abitanti di Sichem per cui fu condannato da suo padre (Gen 34,25-30; 49,5). Il discendente più importante di Levi è Mosè (Es 2,1-10) e poi i Leviti che tenevano il servizio nel tabernacolo, durante la peregrinazione nel deserto, e nel tempio di Gerusalemme, dal tempo di Salomone. Malachia parla di un patto con Levi, riferendosi probabilmente a questo ruolo dei suoi discendenti (Mal 2,4,8).

11 E’ il secondo figlio di Levi (v. nota precedente; Gen 46,11; Es 6,16; Nu 3,17; 1Cr 6,1,16; 23,6) e padre di Amram, Isear, Ebron e Uzziel (Es 6,18; Nu 3,19,27; 26,58; 1Cr 6,2,18,38; 23,12). Nel tabernacolo/tempio la famiglia di Qehat era responsabile per tutto ciò che si riferisce al servizio del santuario (Nu 3,28-31; 4,4-20; 7,9; 10,21; 1Cr 9,32).



Giovedμ 26 Gennaio,2012 Ore: 22:13
 
 
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