- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (517) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Battesimo del Signore – Festa - 2012,di Paolo Farinella, prete

Domenica dopo l’Epifania (= 1a del tempo ordinario – B)
Battesimo del Signore – Festa - 2012

di Paolo Farinella, prete

La domenica successiva alla solennità dell’Epifania, la liturgia celebra la memoria del Battesimo di Gesù. Il motivo di questo abbinamento è evidente. Nell’inno «Crudelis Herodes» dell’Ufficio delle Letture della Liturgia delle Ore1 con grande intuizione si mettono in unica prospettiva tre «epifanie - manifestazioni» del Signore: la manifestazione nella grotta di Betlemme davanti ai Magi che rappresentano il mondo non giudaico; la manifestazione al fiume Giordano, dove viene designato Figlio amato e Messia d’Israele e infine la manifestazione alle nozze di Cana dove Gesù manifesta la sua Gloria (gr.: dòxa; ebr.: kabòd) come richiamo all’evento sponsale dell’antica Alleanza che ora Gesù rinnova. I Magi, il Battesimo e Cana: tre tappe di una catechesi sull’universalità della fede, tre momenti della stessa rivelazione.

Dal sec. VIII in molte regioni cristiane era stata introdotta un’ottava di Natale nella quale si leggeva il vangelo del battesimo del Signore. Quest’uso nel sec. XVIII si diffuse anche in Francia. In oriente non si celebra la manifestazione ai Magi, ma la teofania del Signore, cioè la manifestazione/rivelazione avvenuta nella visita dei Magi, nel battesimo al Giordano e alle nozze di Cana. Nel calendario romano, la memoria specifica e autonoma del Battesimo del Signore, cioè con Messa propria, avviene con il concilio ecumenico Vaticano II, la cui riforma liturgia, attuata da Paolo VI nel 1969, stabilisce anche la data: la domenica successiva all’Epifania. In occasione della seconda edizione del Messale Romano, avvenuta nel 1981, ogni anno liturgico è stato dotato di proprie letture specifiche, articolate nel triennio.

Il battesimo di Gesù è un problema serio: come è possibile che Gesù, accreditato come Figlio di Dio e Messia d’Israele, possa ricevere un battesimo di penitenza per il perdono dei peccati? E’ un controsenso: Gesù il Figlio di Dio e per i cristiani il Messia atteso da Israele si fa trovare in fila con i peccatori, in tutto identico a loro e bisognoso di un «battesimo di penitenza». Ricevendo il battesimo di penitenza di Giovanni è equivalente a dichiarare che Dio ha bisogno di perdono e purificazione. Una contraddizione logica e teologica. Il problema è tanto grave che Mt per gli Ebrei e Lc per i Pagani cercano di sminuire la portata del battesimo anche da un punto di vista letterario, come vedremo più avanti. Lc, per es. non dice espressamente che Gesù «fu battezzato» come afferma invece Mc (cf 1,9), ma descrive l’apertura del cielo e sottolinea l’atteggiamento orante di Gesù.

Il battesimo di Gesù è un fatto storico certo che non si può eliminare anche se crea difficoltà ad Ebrei e Pagani nell’accettare Gesù come Messia e Dio. Al contrario, proprio questa difficoltà ad ammetterlo è testimonianza autentica della sua storicità dei vangeli sinottici che lo riportano. Se Cristo fosse una invenzione e gli apostoli avessero voluto fare propaganda ad una nuova religione, avrebbero espunto sia il battesimo che le tentazioni perché sarebbero stati «argomenti contro» la loro stessa predicazione: nessuno fa propaganda negativa ai propri prodotti. Per la logica della convenienza e dell’opportunità, il racconto del battesimo (e delle tentazioni) avrebbe dovuto essere espunto dalle «Sacre Scritture» perché costituiva un impedimento alla fede in Gesù Messia.

Prendiamo atto che il «fatto» è riportato unanimemente da tutti e quattro gli autori dei vangeli (cf Mc 1,9-11; Mt 3,13-17; Lc 3,21-22; Gv 1,28-34). Questa unanimità c’inchioda alla veridicità storica del vangelo: anche se apparentemente quello che si annuncia è contro la logica e l’obiettivo che si prefigge, se è un fatto deve essere detto. Non spetta a noi scegliere ciò che conviene, perché il vangelo non è un opuscolo di propaganda, ma uno scrigno dove è racchiuso il «mistero» di Dio che solo le persone di Dio, animate dal suo Spirito, possono comprendere. L’apostolo non deve convincere alcuno con prove e ragionamenti, ma deve solo testimoniare la «Via» (cf At 19,9; 24,14.22) che è Gesù che viene e vive in mezzo a noi. Non possiamo dire di Gesù quello che ci conviene o quello che ci viene bene; dobbiamo annunciare quello che è. Leggendo i vangeli noi ci troviamo di fronte ad alcune incongruenze che non ci fanno difficoltà perché nella Scrittura nulla è superfluo e anche il più piccolo dei segni alfabetici contiene in sé «settanta significati»2.

Contro ogni evidenza è nato lontano dal Tempio e dalla sua liturgia? Noi lo diremo (cf Lc 1,26-38 con 1,8-22; 2,7.12.16)! Si è messo in fila con i peccatori, lui, il Figlio di Dio, il Santo che i Cherubini e i Serafini adorano? (vangelo odierno) Noi lo diremo! Si è scagliato contro il potere religioso e politico, conniventi per opportunismo? Noi lo diremo (cf Mt 23,13.15.23.25.27.29; Mc 10,40-45; Lc 13,32)! Ha prediletto i poveri disprezzando i ricchi e i potenti? Noi lo diremo (cf Lc 6,20-26)! E’ stato considerato dai suoi concittadini «figlio illegittimo» tanto che lo designavano con disgusto come «figlio di Maria» (Mc 6,3)? Noi lo diremo! Frequentava cattive compagnie come prostitute, pubblicani, lebbrosi che nessun figlio di buona famiglia avrebbe mai frequentato (cf Lc 7,36-50; Mt 9,10-11; 11,19; 21,32). E’ morto in croce nudo e come un malfattore? Noi lo diremo (cf Gv 23,23-24; Mt 27,38)! Lo Spirito Santo farà il resto e convertirà i cuori umani, quando vorrà secondo il suo disegno di amore.

Celebrando il battesimo del Signore, ritorniamo al nostro battesimo e rinnoviamo quelle promesse e quegli impegni che allora altri fecero in nome e per conto nostro, mentre oggi vogliamo essere noi che davanti alla Chiesa e al mondo intero vogliamo «confessare» che Gesù Cristo è Signore (Fil 2,11). Per questo invochiamo lo Spirito che ha aperto i cieli e ha rivelato il volto umano di Dio nel volto di Gesù di Nazaret perché nessuno può dire che «Gesù è Signore se non nello Spirito Santo» (1Cor 12,3). A noi non resta che immergerci nella Parola e lasciarci dominare da essa, facendola danzare nel nostro cuore con la forza e il sostegno dello Spirito Santo che invochiamo su di noi e sul mondo intero.

Spirito Santo, tu sei la consolazione d’Israele che lenisce il dolore, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu sei il grido di libertà che libera dalla schiavitù dell’esilio, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu sei la voce che grida di preparare la via al Signore che viene, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, abbassi i monti della superbia ed elevi le valli dell’umiliazione, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, sei l’alto monte da cui parte il vangelo per la santa città di Sion , Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu sei la benedizione che ispira l’anima nostra alla lode di Dio, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu sei l’acqua dell’amore di Dio che ci fa germogliare alla vita, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, manifesti a tutti gli uomini la grazia di Dio che è Gesù Signore, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu ci sveli il volto della Gloria di Gesù nostro Signore e Dio, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu sei il lavacro che rigenera la nostra vita nel mistero pasquale, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu sei il Signore risorto effuso abbondantemente su ogni vivente, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, hai aperto il cielo e hai dichiarato Gesù primogenito del Padre, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu hai aperto i cieli e sei disceso sulle acque del Giordano, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu hai aperto i cieli e sei apparso come colomba nuziale, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu hai aperto i cieli e hai fatto scaturire la sorgente del battesimo, Veni, sancte Spiritus!

Spirito Santo, tu hai aperto i cieli e ci hai battezzi in Spirito santo e fuoco, Veni, sancte Spiritus!

Idealmente andiamo pellegrini allo sponde del Giordano, il fiume che unisce il Nuovo e l’Antico Testamento perché fu testimone del passaggio del popolo d’Israele, guidato da Giosuè/Gesù, successore di Mosè e fu anche testimone del battesimo di Gesù/Giosuè/Figlio di Dio che si mette in fila con i peccatori, prima di ricevere l’investitura messianica dalla voce del cielo. Per fare memoria del Giordano, oggi benediciamo l’acqua con la quale saremo aspersi in memoria del nostro battesimo, ma prima poniamoci all’ombra della Santa Trinità perché come in essa siamo stati battezzati, così possiamo testimoniare che tutta la nostra vita, pensieri, parole e azioni sono sotto il suo segno e il suo sigillo:

(ebraico)

Beshèm

ha’av

vehaBèn

veRuàch

haKodèsh.

Amen.

(italiano)

Nel Nome

del Padre

e del Figlio

e dello Spirito

Santo.

Il Battesimo è il nostro passaggio delle acque del Mare Rosso. In forza di esso, consacrati figli di Dio e siamo abilitati a celebrare l’Eucaristia; per questo invochiamo il perdono di Dio per essere degni di stare davanti alla Shekinàh/Presenza e d’invocare il suo Nome.

[Esame di coscienza. Pausa prolungata per dare all’anima il tempo di riflettersi]

Invocazione sull’acqua

Preghiamo Dio, Padre onnipotente, perché siamo segnati dall’acqua della conoscenza, simbolo nella Scrittura dello Spirito Santo.

Benedetto sei tu, Dio, Padre onnipotente: hai creato l’acqua che purifica e dà vita. Gloria a te, o Signore!

Benedetto sei tu, Dio, unico Figlio, Gesù Cristo: hai versato dal tuo fianco acqua

e sangue, perché dalla tua morte e risurrezione nascesse la Chiesa. Gloria a te, o Signore!

Benedetto sei tu, Dio, Spirito Santo: hai consacrato il Cristo nel battesimo del

Giordano, perché noi tutti fossimo in te battezzati. Gloria a te, o Signore!

Dal Sal 51/50,8.10-13.16-20:

 

9 Aspergimi, Signore, con rami d’issòpo

e sarò puro/a;

lavami e sarò più bianco/a della neve.

11 Distogli lo sguardo dai miei peccati,

cancella tutte le mie colpe.
12 Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova in me uno spirito saldo.
13 Non scacciarmi dalla tua presenza

e non privarmi del tuo santo spirito.
14 Rendimi la gioia della tua salvezza,

sostieni con uno spirito generoso.
17 Signore, apri le mie labbra

e la mia bocca proclami la tua lode.
18 Tu non gradisci il sacrificio;

se offro olocausti, tu non li accetti.
19 Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;

un cuore contrito e affranto, Dio, non disprezzi.
20 Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,

ricostruisci le mura di Gerusalemme.
21 Allora gradirai i sacrifici legittimi,

l’olocausto e l’intera oblazione;

allora immoleranno vittime

sopra il tuo altare. Amen! Amen! Amen!

 

Siamo aspersi con l’acqua: siamo benedizione per tutti coloro che incontriamo, Kyrie, elèison!

Siamo perdonati: perdoniamo non solo sette, ma fino a settanta volte sette, Christe, elèison!

Siamo chiamati al mistero dell’Eucaristia: siamo consolazione per chiunque, Pnèuma,elèison!

Noi ascoltiamo la Parola di Dio: possiamo ascoltarlo negli eventi e nelle persone, Christe, elèison!

Dio onnipotente che ci ha fatti passare illesi il Mare Rosso, che ci ha dissetati nel deserto con l’acqua della Roccia, che è Cristo, che ci ha battezzati nella morte e nella risurrezione del suo Figlio, per i meriti del santo profeta Mosè e soprattutto per i meriti del Signore nostro Gesù Cristo, abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna. Amen.

[Il celebrante asperge i presenti con l’acqua]

 

GLORIA A DIO NELL’ALTO DEI CIELI e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. [breve pausa 1-2-3]

Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre: tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. [breve pausa 1-2-3]

Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo: [breve pausa 1-2-3]

Gesù Cristo con lo Spirito Santo, nella gloria di Dio Padre. Amen.

Preghiamo (colletta). Padre d'immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli; concedi a noi che oggi celebriamo il mistero del suo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. Egli è Dio, e vive e regna nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

MENSA DELLA PAROLA

Prima lettura Is 55,1-11. Il brano di oggi si compone di quattro piccoli poemetti che formano la conclusione del libro della consolazione del 2° Isaia, databile intorno al sec. IV a.C. L’Autore riprende l’antico tema del banchetto messianico dei poveri (Is 25,6) a cui associa il tema sapienziale della conoscenza (Pr 9,3-6; Sir 24,19-22): la fame di pane diventa fame della conoscenza della Parola di Dio. C’è un passo avanti nello sviluppo teologico della dinastia davidica: in tempo di esilio, in mezzo ad un popolo di veri poveri, il profeta trasferisce le prerogative di Davide (v. 3) e del suo discendente Messia-salvatore (cf Is 7;11,1-9) direttamente sul popolo che diventa così depositario dell’allean-za e personificazione del Servo sofferente di Yhwh (v. 4). Gesù di Nàzaret assomma su di sé la doppia personalità: individuale come discendente di Davide e collettiva in quanto Servo che si fa carico del peccato del mondo (Is. 53,1-12, qui vv. 4-5; Gv 1, 29): nel battesimo riceve la duplice investitura.

 

Dal libro del profeta Isaia 55,1-11

Così dice il Signore: 1 «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. 2 Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. 3 Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. 4 Ecco, l’ho costituito testimonio fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. 5 Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te popoli nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo di Israele, perché egli ti onora. 6 Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. 7 L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. 8 Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. 9 Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. 10 Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e pane a chi mangia, 11 così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata». - Parola di Dio.

Salmo responsoriale Is 12,2-6. Questo salmo di data incerta è stato inserito nel libro del 1° Isaia come conclusione del libretto dell’Emmanuele (Is 9-11). Nella prima parte (vv. 1-3), un uomo afflitto e provato eleva un inno di riconoscenza a Dio che lo ha liberato, mentre nella seconda parte (vv. 4-6), in tono lirico canta la gloria e la gran-dezza di Yhwh. Il salmo è stato scelto per la liturgia di oggi perché l’invito ad attingere «acqua con gioia alle sorgenti della salvezza» del v. 3 è un riferimento diretto al battesimo di Gesù e nostro.

Rit. Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

 

1. 2 Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò mai timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza. Rit.

2. 4 Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime. Rit.

3. 5 Cantate inni al Signore,
perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra. Rit.

4. 6 Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te
è il Santo di Israele. Rit.

 

Seconda lettura 1Gv 5,1-9. Per l’Autore tre sono i criteri di verifica per essere realmente «figli di Dio»: la fede, l’amore e l’osservanza dei comandamenti. Eppure questa «filiazione divina» non è evidente perché il mondo non la riconosce (1Gv 3,1) e i cristiani stessi spesso sono confusi. Ecco la necessità di avere tre testimoni che garantiscano della filiazione divina. Poiché la Toràh esige la testimonianza di due o tre testimoni per dare valore alle scelte o ad un fatto (Dt 17,6; 19,15; Nm 35,30), ecco l’acqua, il sangue e lo Spirito (v. 6) che testimoniano la vera personalità di Gesù e di quanti in lui credono: l’acqua e il sangue sono «segni» dell’economia sacramentale e testimoniano che Gesù è morto realmente (Gv 19,34), mentre lo Spirito attesta che Gesù è risorto da morte (v. 9; cf At 2,33). I vv. 7-8, riportano il cosiddetto «comma giovanneo» [qui in corsivo] che è una glossa del sec. IV successivamente inserita nel testo di alcune versione latine, ma non presente nei manoscritti greci e nella Vulgata.

 

Dalla prima lettera di Giovanni apostolo 5,1-9

Carissimi e carissime 1 chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. 2 In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. 3 In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. 4 Tutto ciò che è generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. 5 E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? 6 Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. 7 Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: 8 lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. 9 Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore; e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. - Parola di Dio.

Vangelo Mc 1,7-11. Il battesimo di Gesù crea non pochi problemi: si vuole accreditare Gesù come Messia dei Giudei e come Salvatore dei Pagani e lo si descrive in fila con i peccatori per ricevere il battesimo di penitenza di Giovanni. Nonostante ciò, tutti e quattro i vangeli riportano con dovizia di particolari il fatto (Mt 3,13-17; Mc 1,6-11; Lc 3,15-16.21-22; Gv 1,28-34), sebbene sia Mt che Lc provano un certo disagio e cercano di sminuirne la portata. Questa è una prova che se i vangeli fossero una invenzione, nessuno avrebbe potuto inventare la scena del battesimo. Il battesimo di Gesù da Mc è descritto come una nuova creazione: lo Spirito si libra sulle acque del Giordano come in Gen 1,2 e il cielo che Adamo chiuse con il suo peccato, ora si apre di nuovo e per sempre. Le acque del battesimo sostituiscono le acque del diluvio e per l’umanità inizia un cammino verso il giardino di Eden ritrovato.

Canto al Vangelo Cf Gv 1,29

Alleluia. Giovanni vedendo Gesù disse: / Ecco l’Agnello di Dio, / che toglie il peccato del mondo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco 1,7-11

In quel tempo, Giovanni 7 proclamava: « Viene dopo di me uno che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9 Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11 E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». - Parola del Signore.

Spunti di omelia

I Padri della chiesa, usando un immagine marinara, definivano il battesimo come «prima tavola della salvezza» a cui è collegata la «seconda tavola della salvezza», ovvero il sacramento della penitenza o riconciliazione come recupero e ripresa in caso di smarrimento3. Bella è l’immagine di sant’Ambrogio che mette in relazione le due conversioni con queste parole: «La Chiesa ha l’acqua e le lacrime: l’acqua del Battesimo, le lacrime della Penitenza»4. Il battesimo di Gesù è un dato storico certo perché ha creato più problemi di quanti non ne risolva. Soltanto dei propagandisti suicidi potevano pretendere di convincere i Giudei che Gesù era il Messia, raccontando che si era fatto battezzare con un battesimo di penitenza. Solo degli sprovveduti potevano presumere di convincere i Pagani a credere in un Dio che si mette in fila con i peccatori per ricevere il battesimo di perdono. Che Dio è, colui che si mischia con le debolezze umane e si sporca dell’umanità inquinata che è propria dell’uomo limitato?

Qui c’è un’altra differenza sostanziale tra cristianesimo, ebraismo e musulmanesimo: il Dio di Gesù Cristo è un Dio che si mette in fila con i peccatori, li sceglie come privilegiati destinatari della sua predicazione (Lc 15,1-2) e addirittura tocca gl’impuri, mangia con loro ed entra nelle loro case (Mt 8,3; 26,6) contravvenendo alle norme religiose e civili per essere il segno fedele di Dio che sceglie di piantare la tenda in mezzo a noi (cf Gv 1,14). Gesù ha vissuto nel segno della contraddizione e contro tutte le convenzioni della sua epoca. Non fu una persona educata al senso civico del perbenismo. Fu un oppositore di tutto ciò che pretendeva di essere un «assoluto»: la religione (Gv 2,13-22), il potere economico-politico (Mc 10,40-45), le tradizioni e la cultura imperante (Mt 15,6). Fu un innovatore che seppe guardare in avanti e spinse i suoi discepoli a rischiare in proprio andando ad incontrare gli uomini nel loro stesso terreno: la vita vissuta nelle strade della storia (Lc 10,1-16).

Il battesimo di Gesù rientra nella categoria dei gesti rivoluzionari di Dio: un atto dirompente che spezza gli schemi dello stesso concetto di divinità. Noi ne abbiamo fatto un rito asettico, quasi un rituale civile di accoglienza ufficiale di un membro nuovo della società civile. Il battesimo ha perso la sua dirompenza per diventare una panacea ibrida senza alcun connotato di fede. Ridotto al rango di benedizione beneaugurate contro le inevitabili avversità della vita: una specie di magia bianca. I genitori spesso non sanno quello che fanno, i padrini e le madrine sono scelti per motivi che esulano dalla fede e i bambini battezzati sono condannati ad aumentare il numero statistico delle adesioni alla Chiesa, ma nella pratica di un ateismo vissuto, ma ammantato di un velo di religiosità: senza infamia e senza lode. La Chiesa dovrebbe essere gelosa del «battesimo» e concederlo solo dopo un lungo, lunghissimo catecumenato che deve coinvolgere in primo luogo i genitori del bambino ed eventuali altri membri della famiglia. Il battesimo non è una tappa di arrivo, ma il punto di partenza che tende alla celebrazione eucaristica che dà compimento al battesimo che a sua volta trasforma radicalmente lo «status vitae» di chi lo riceve, perché non è gesto scaramantico contro il malocchio, ma l’innesto vitale del tralcio nella vite che è Cristo Gesù (Gv 15,5).

Se leggiamo in sinossi (riportata più sotto) cioè insieme con un colpo d’occhio, i quattro testi del Battesimo, ci accorgiamo subito delle difficoltà che gli stessi evangelisti cercano di superare.

Mc 1,9-11

Mt 3,13-17

Lc Lc 3,21-22

9 Ed ecco, in quei giorni

13 In quel tempo

 

21 Ed ecco,

Gesù venne da Nàzaret di Galilea e

Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui

 

mentre tutto il popolo veniva battezzato

 

[vv. 14-15: discussione]

 

(A)

(B)

(C)

fu battezzato nel Giordano da Giovanni.

16 Appena battezzato,

 

e Gesù,

10 E, subito, uscendo dall’acqua,

     

ricevuto anche lui il battesimo,

     

stava in preghiera,

vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba.

Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui.

il cielo si aprì 22 e scese sopra di lui lo Spirito Santo in forma di corporea, come una colomba,

11 E venne una voce dal cielo:

17 Ed ecco una voce dal cielo che diceva:

e venne una voce dal cielo:

«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

     

Gv 1,28-34: 28 Questo avvenne in Betània, al d i là del fiume Giordano, dove Giovanni stava battezzando. 29 Il giorno dopo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30 Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. 31 Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». 32 Giovanni testimoniò dicendo: «Ho veduto lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33 Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi aveva detto: L’uomo, sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è colui che battezza nello Spirito Santo. 34 E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Mc (A) che è il più immediato ed esprime ancora una teologia poco sviluppata, non prova alcun imbarazzo ad ammettere che «Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni» (Mc 1,9).

Mt invece (B) che scrive dopo Mc e scrive per i cristiani che provengono dal giudaismo, si rende conto della difficoltà che il battesimo di Gesù può avere per essi e cerca di sminuirne la portata, mettendo la notizia in una frase secondaria che potrebbe essere tolta senza modificare il significato della frase principale : «13 Gesù… andò… da Giovanni per farsi battezzare… 14 Giovanni voleva impedirglielo16 Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua….» (Mt 3,13-16)5.

Lc (C) a sua volta, non riesce affatto a dire che Gesù ha ricevuto il battesimo e non solo cerca di non dargli importanza, ma addirittura crea uno scenario nuovo usando una struttura letteraria con tre livelli di dipendenza da una principale, secondo lo schema seguente6:

Proposizione principale

   
 

2 subordinate temporali di 1°

 

Avvenne poi che

 

Subordinata temporale di 2°

 

1. 21 quando tutto il popolo fu battezzato

 
 

2. e mentre Gesù stava in preghiera,

 
   

ricevuto anche lui il battesimo,

IL CIELO SI APRÌ.

Gv (1,28-34), invece, non dice espressamente che Gesù fu battezzato, ma ne descrive l’investitura di Agnello ricevuta dallo Spirito Santo equiparando il battesimo al battesimo di sangue del «Servo di Isaia» (Is 53, 7). Un evento così importante e controverso nella vita del Signore «accade» perché chiunque tra i peccatori voltandosi indietro possa vedere in fila con lui anche il Figlio di Dio, il Benedetto, il Consacrato, il Santo d’Israele che, ultimo, chiude la fila dei peccatori che egli è venuto a chiamare a conversione: «Non sono venuto a chiamare [i] giusti, ma [i] peccatori» (Mc 2,17).

Le religioni del deserto si nutrono di molti riti di purificazione estesi all’indefinito fino al parossismo contro cui si è scagliato Gesù (Mc 7,1-5). Alle nozze di Cana sono presenti ben sei giare pronte per le abluzioni contenenti, dice l’evangelista 240 litri di acqua. Anche a Qumran sono state trovate in grande quantità le piscine abluzionali. Le abluzioni devono essere ripetute all’indefinito perché sono temporanee. In questo contesto di purificazione s’inserisce Giovanni il Battista che predica per la prima volta un battesimo di penitenza e che è una novità, tanto che i sacerdoti del tempio mandano una commissione per verificarne l’attendibilità (Gv 1,19-28, particolarmente v. 22).

Nel greco di Omero il verbo baptō/baptizō significa immergo/sommergo, assumendo anche il senso di affondo [una nave] in acqua. Da qui nasce la tradizione del «battesimo della nave» come varo. Nella forma media/passiva, il verbo baptìzomai significa io mi immergo da me o per me [a mio vantaggio] e quindi mi lavo/mi purifico. Nell’At il verbo ricorre solo due volte (Is 21,4 [= sommergere] e Sir 34,25 [= purificare]. Non ricorre mai il sostantivo bàptisma che invece nel NT ricorre 23x più il verbo 28x. E’ dunque un termine esclusivo del NT che veicola un significato nuovo.

Lo schema canovaccio del «vangelo» come genere letterario inventato da Mc, è assunto anche da Mt e Lc tanto che parliamo di tre vangeli sinottici, per i quali il primo atto pubblico di Gesù è il battesimo, nonostante le difficoltà che esso comporta, come abbiamo detto più sopra nell’introduzione. Al principio della sua vita, forse, Gesù è stato un discepolo di Giovanni il Battista, anche se è dominante la sua scelta di «rabbi» indipendente e pellegrinante». Perché Gesù riceve il battesimo e in quale significato? Vediamo alcuni elementi comuni ai tre Sinottici e poi vediamo quelli propri di Lc.

Un elemento comune ai vangeli sinottici sono «i cieli aperti» (v. 10; Mt 3,16 e Lc 3,21) ispirati a Is 63,9-19 che, secondo la versione greca della Lxx, ridanno lo Spirito dopo un lungo silenzio: nei tempi nuovi il Padre «squarcia [le acque] dei cieli» (v. 19) e lo dona al nuovo Mosè chiamato come nuovo «pastore» del popolo messianico. Se l’interpretazione è giusta, come pare, nell’apertura dei cieli, Gesù è paragonato a Mosè, di cui assume il ruolo e lo Spirito (cf Is 63,14; 61,1 citato anche da Lc 4, 18). Come Mosè è investito da Yhwh per guidare la traversata del Mare Rosso (Es 14,14-22), così Gesù emerge dalle acque del Giordano, si squarciano le acque superiori e il Padre invia lo Spirito a dichiararlo «figlio prediletto». Non è più necessario attraversare il deserto per raggiungere la Terra Promessa, perché ora Dio torna a parlare all’umanità che può cercarlo facilmente tra i figli degli uomini: la prima lettura di oggi al v. 6 non a caso c’invita a «cerare il Signore finché si fa trovare».

Un altro elemento comune a tutti e quattro i vangeli è la presenza dello Spirito (Mt 3,16; Mc 1,10; Lc 3,22: Gv 1,32). L’AT l’aveva associato fin nella prima pagina della Genesi al vento (in ebr. ruach) che come una colomba si librava sull’acqua (Gen 1,2, lett. «covava le acque»). Nei profeti si ha uno sviluppo ulteriore perché lo Spirito è connesso direttamente all’acqua simbolo della Parola di Dio (Is 44,3; Ez 36, 25-25; Ger 31,1). Al tempo di Gesù, il Giudaismo riflettendo sui testi di Isaia (42,1; 11,2 e 61,1) si era prefigurato un Messia come portatore del dono dello Spirito (e quindi della Parola) con cui avrebbe inaugurato il giudizio definitivo di Dio, salvando un «resto», gli ‘anawim/ poveri di Yhwh. Nel battesimo Gesù è dunque presentato sia come Messia che come rappresentante di questo popolo fedele, di cui egli è il primogenito, «il figlio amato» (v. 11). Il cielo torna ad aprirsi per ridare la parola di Dio al popolo, ponendo fine alla siccità del silenzio di Dio: «Si aprirono per lui i cieli… Ed ecco una voce dal cielo che diceva» (Mt 3,16.17).

Anche l’immagine dello Spirito in forma di «colomba» ci indirizza sulla stessa linea: Gesù di Nazaret è il «primogenito» del nuovo popolo. Tre sono le interpretazioni possibili. Secondo la tradizione unanime del Giudaismo, la colomba è simbolo dell’assemblea di Israele (Mekilta Es 14,13; Es Rabbà XXI,5; Targum Ct 2,14; Cantico Rabbà II,30). Lo Spirito-colomba inaugura i tempi messianici delle nuove nozze tra Dio e il suo popolo, simboleggiato nella colomba come nel Ct dei Ct: Dio-Sposo invita la colomba /Israele/sposa, la Gerusalemme nuova, a celebrare le nuove nozze nell’umanità di Gesù (1,15; 2,14; 4,1; 5,2; 6,9). La presenza della colomba nel Giordano significa che con Gesù Dio ha finalmente trovato la sposa perduta (Os 1-3) e le nozze possono essere celebrate7.

Gesù è il primogenito del popolo dei salvati attraverso le acque del battesimo che guiderà alla mèta del Regno. Un’altra tradizione richiamerebbe la colomba del diluvio che ritorna con il ramo d’ulivo (Gen 8,10.12). Anche in questo caso, essa rappresenterebbe l’Israele che torna al suo Dio per ricominciare la nuova umanità che inizia con Noè. Un’altra interpretazione non meno suggestiva suggerisce l’ipotesi che si tratterebbe di un errore. Il testo originario parlerebbe della Shekinàh/Presenza gloriosa di Dio che si manifesta. Le tradizioni successive avrebbero mutato la Shekinàh in colomba con valore simbolico più ecclesiale. In questo caso la Gloria che si manifesta nel Giordano è la stessa Gloria che accompagnò Mosè (cf Is 63,12), che si posò sul Monte Sinai e che infine si stabilì sul Tempio di Gerusalemme per fare d’Israele la «Dimora» di Dio (Es 24,15-18; 40, 34-38). Tutte e tre le interpretazioni hanno un elemento in comune: sono interpretazioni ecclesiologiche e quindi hanno attinenza con l’alleanza, cioè con le nozze.

In altre parole nel Battesimo di Gesù al Giordano si realizzano diversi momenti della storia della salvezza che qui trovano la sintesi e il loro compimento finale: Cristo è

  • il nuovo Mosè che guida il popolo nuovo verso l’alleanza rinnovata nel suo sangue;

  • il nuovo pastore che guida la chiesa ai pascoli della Parola e della Redenzione;

  • il nuovo Noè che conduce la barca dell’umanità nuova in era di pace;

  • il primogenito del popolo di Dio che guida la traversata del nuovo Mare Rosso, la sua morte;

  • la sposa smarrita e ritrovata che torna al suo Signore per le nozze definitive;

  • colui che compie il desiderio e la preghiera di Isaia 63,9-19 alla cui luce il vangelo trova luce;

  • il Messia che inaugura gli ultimi tempi, raccogliendo i prediletti di Dio: storpi, ciechi, zoppi.

Tutti i vangeli sono concordi nel riportare la menzione della «voce celeste», ma non sono d’accordo sul contenuto di ciò che la voce dice in riferimento a Is 42, 1 e/o al Sal 2,7 che l’evangelista manipola per superare la cristologia troppo angusta di Gesù Servo di Yhwh e indirizzando in questo modo verso una cristologia più alta: quella del Figlio di Dio con il quale si riapre il tempo della profezia sulla terra perché Egli stesso è la Parola vivente che come la pioggia abbondante irriga la terra con il suo sangue e torna di nuovo al cielo (prima lettura).

Celebrare l’Eucaristia significa compiere pienamente il Battesimo che ci ha inclusi per sempre nella storia di Dio che diventa così anche la nostra. L’Eucaristia è il culmine del Battesimo e anche il suo fondamento perché essa è il sacramento che convoca i battezzati e da senso e significato al loro battesimo. Nelle acque del Giordano con Gesù anche noi stati battezzati «figli di Dio» e ora qui, alle sorgenti di questo altare, da cui scorre il fiume della vita e della grazia, noi prendiamo coscienza dei nostri impegni battesimali, ma anche del dono che abbiamo ricevuto: figli del popolo-sposa, battezzato nella misericordia che diventa amore nuziale di alleanza senza fine. L’alleanza dell’amore.

Professione di fede. Nel giorno del nostro battesimo i nostri genitori ci hanno fatto salire al sicuro sulla barca di Noè per metterci in salvo e come Mosè nella cesta sul fiume Nilo abbiamo attraversato la nostra vita tra le braccia della Chiesa che ci ha assicurato la Parola, il Pane, il Perdono e la fraternità. Abbiamo remato con i remi degli impegni che allora i genitori hanno preso per noi. Oggi siamo noi a rinnovarli per nostro conto e pregando Dio per loro che li hanno presi per noi e ce li hanno consegnati, come noi li vogliamo consegnare ai nostri discendenti. Anche se il Signore sembra dormire sulla barca della Chiesa e la tempesta sembra avere la meglio, noi non dubitiamo della sua promessa e ci affidiamo alla sua Parola, in forza della quale gettiamo la rete della nostra fede, rinnovando le promesse battesimali.

Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? Credo.

Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Credo.

Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna? Credo.

Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. Questa è la fede nella quale siamo stati battezzati che noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù nostro Signore. Amen.

Preghiera universale o dei Fedeli [intenzioni libere]

LITURGIA EUCARISTICA

Scambio della pace

Entriamo nel Santo dei Santi presentando i doni, ma prima, come insegna il vangelo (Mt 5,24), deponiamo la nostra offerta e riconciliamoci tra noi e con quanti abbiamo conti in sospeso per essere degni di presentare «l’offerta pura e santa di Melchìsedech perché diventi il pane santo della vita eterna e calice della nostra salvezza» (cf Canone romano).

La pace del Signore sia con tutti voi e con quanti toccherete con la vostra vita.

E’ con il tuo spirito. Il Signore della Pace sia con noi.

Scambiamoci un vero e autentico gesto di pace nel Nome del Dio della Pace.

Nel Nome di Cristo e l’aiuto del suo Spirito, Pace su Gerusalemme, Pace sulla Chiesa e sul Mondo!

[tutti si scambiamo un segno di pace]

Presentazione delle offerte [la benedizione sul pane e sul vino è tratta dal rituale ebraico]

Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo; dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane e questo vino, frutto della terra, della vite e del lavoro dell’uomo e della donna; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. Benedetto nei secoli il Signore.

Preghiamo perché il nostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.

Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

Preghiamo (sulle offerte). Ricevi, o Padre, i doni che la Chiesa ti offre, celebrando la manifestazione del Cristo tuo diletto Figlio, e trasformali per noi nel sacrificio perfetto, che ha lavato il mondo da ogni colpa. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PREGHIERA EUCARISTICA III8

Prefazio Proprio: Ringraziamo Dio Padre per il battesimo di salvezza che il Messia inaugura

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. É cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Ecco il Signore Gesù, il tuo servo che tu sostengo, il tuo eletto di cui ti compiaci. Hai posto il tuo spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni (cf Is 42,1).

Nel battesimo di Cristo al Giordano tu hai operato segni prodigiosi per manifestare il mistero del nuovo lavàcro:

I cieli e la terra sono pieni della gloria della tua santità. Osanna nell’alto dei cieli. Kyrie, elèison!

Dal cielo hai fatto udire la tua voce, perché il mondo credesse che il tuo Verbo era in mezzo a noi; con lo Spirito che si posava su di lui come colomba hai consacrato il tuo servo con unzione sacerdotale, profetica e regale, perché gli uomini riconoscessero in lui il Messia, inviato a portare ai poveri il lieto annunzio.

La tua voce dal cielo diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17).

E noi uniti alle potenze dei cieli, con voce incessante proclamiamo la tua lode:

Benedetto nel nome del Signore colui che viene, o Dio tre volte «Santo». Osanna nell’alto dei cieli. Santo, Santo, Santo, sei tu, Signore Dio dell’universo. Kyrie, elèison ! Christe, elèison! Pnèuma, elèison !

Padre veramente santo, a te la lode da ogni creatura.

Tu, o Signore, hai chiamato il tuo Servo per la giustizia e lo hai stabilito come luce della nazioni (cf Is 42,6).

Per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, nella potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l’universo, e continui a radunare intorno a te un popolo, che da un confine all’altro della terra offra al tuo nome il sacrificio perfetto.

Tu sei mandato dal Padre, colui che attendiamo: apri gli occhi ai ciechi e fai uscire dal carcere i prigionieri (cf Is 42,7).

Ora ti preghiamo umilmente: manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, che ci ha comandato di celebrare questi misteri.

Diamo al Signore la gloria del suo nome, prostriamoci nella bellezza della sua santità (cf Sal 29/28,2).

Nella notte in cui fu consegnato, egli prese il pane, ti rese grazie con la preghiera di benedizione,

lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse: PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.

Questi è il Figlio di Dio, l’amato: in lui il Padre ha posto il suo compiacimento! E’ il Signore! (cf Mt 3,17; Gv 21,7).

Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse: PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI.

Sii benedetto, Signore della vita: hai versato il tuo sangue in nostro riscatto (cf Mc 10,45).

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

Ascolta, Israele! Il Signore Dio nostro è l’unico Signore. Egli è il Lògos, l’Unigenito che viene (cf Mc 12,29)

Mistero della fede.

Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, proclamiamo la tua risurrezione, attendiamo il tuo ritorno: Maràn, athà – Signore nostro, vieni.

Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell’attesa della sua venuta ti offriamo, Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo.

Tu, o Signore non fai preferenze di persone, ma accogli chi pratica la giustizia a qualunque nazione appartenga (cf At 10,34-35).

Guarda con amore e riconosci nell’offerta della tua Chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione; e a noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito.

Questa è la parola che egli ha inviato a noi, figli d’Israele e della santa madre Chiesa, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. (cf At 10,36).

Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito, perché possiamo ottenere il regno promesso insieme con i tuoi eletti: con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri, e tutti i santi e le sante, nostri intercessori presso di te.

Hai consacrato in Spirito santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti noi che stavamo sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui (cf At 10,38).

Per questo sacrificio di riconciliazione dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero. Conferma nella fede e nell’amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra: il tuo servo e nostro Papa …, il Vescovo …, il collegio episcopale, il clero, le persone che vogliamo ricordare … N.N. … e il popolo che tu hai redento.

Il Signore Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni per farsi battezzare (cf Mt 3,13).

Ascolta la preghiera di questa famiglia, che hai convocato alla tua presenza nel giorno in cui il Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale.

«Giovanni voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» (Mt 3,14).

Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi.

«Andate, ammaestrate le nazioni, battezzandole nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Io sarò con voi fino alla fine del mondo» (cf Mt 28,19.20).

Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; ricordiamo tutti i defunti … N.N. … concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere per sempre della tua gloria, in Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale tu, o Dio, doni al mondo ogni bene.

Gloria a te, Santa Trinità, unico Dio, che nel battessimo del Signore ci hai indicato la via della Chiesa.

Dossologia [è il momento culminante dell’Eucaristia: il vero offertorio]

PER CRISTO, CON CRISTO E IN CRISTO, A TE, DIO, PADRE ONNIPOTENTE, NELL’UNITA

DELLO SPIRITO SANTO, OGNI ONORE E GLORIA, PER TUTTI I SECOLI DEI SECOLI. AMEN.

Padre nostro in aramaico:

Idealmente riuniti con gli Apostoli sul Monte degli Ulivi, preghiamo, dicendo:

Padre nostro che sei nei cieli,

Avunà di bishmaià

sia santificato il tuo nome,

itkaddàsh shemàch

venga il tuo regno,

tettè malkuttàch

sia fatta la tua volontà

tit‛abed re‛utach

come in cielo così in terra.

kedì bishmaià ken bear‛a.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

Lachmàna av làna sekùm iom beiomàh

e rimetti a noi i nostri debiti,

ushevùk làna chobaienà

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori

kedì af anachnà shevaknà lechayabaienà

e non abbandonarci alla tentazione,

veal ta‛alìna lenisiòn

ma liberaci dal male.

ellà pezèna min beishià. Amen!

Antifona alla comunione Mt 3,14-15: Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.

Dopo la comunione

La colomba e Israele – Racconto ebraico9

«Quando Dio creò la colomba questa tornò dal suo creatore e si lamentò: “O Signore dell'universo, c’è un gatto che mi corre sempre dietro e vuole ammazzarmi ed io devo correre tutto il giorno con le mie zampe così corte”. Allora Dio ebbe pietà della povera colomba e le diede due ali. Ma poco dopo la colomba tornò un’altra volta dal suo creatore e pianse: “O Signore dell’universo, il gatto continua a corrermi dietro e mi è così difficile correre con le ali addosso. Esse sono pesanti e non ce la faccio più con le mie zampe così piccole e deboli”. Ma Dio le sorrise dicendo: “Non ti ho dato le ali perché tu le porti addosso ma perché le ali portino te”. Così è anche per Israele, quando si lamenta della Torah e dei comandamenti, Dio risponde loro: “Non vi ho dato la Torah perché sia per voi un peso e perché la portiate, ma perché la Torah porti voi”».

Preghiamo. Dio misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa, concedi a noi tuoi fedeli di ascoltare come discepoli il tuo Cristo, per chiamarci ed essere realmente tuoi figli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Il Signore è con voi oggi e sempre E con il tuo spirito!

Il Signore che consola il suo popolo in Gerusalemme vi benedica e vi protegga. Amen!

Il Dio che si mette in fila con i peccatori vi indichi la via della salvezza che è il Cristo Signore.

Il Dio che divise le acque del Mare Rosso ci immerga nelle acque del fiume Giordano.

Il Dio che vivifica con l’acqua della Parola vi doni la fecondità dello Spirito Santo.

Il Dio che si manifesta sulle rive del Giordano si riveli a noi come Figlio del Padre.

Il Dio che ci convoca al battesimo di acqua, vi consacri nello Spirito Santo per farvi eredi della promessa.

Il Dio che si fece battezzare da Giovanni, sia sempre davanti a noi per guidarvi.

Il Dio che si fece battezzare da Giovanni, sia dietro di voi per difendervi.

Il Dio che si fece battezzare da Giovanni, sia accanto noi per confortarvi.

E su tutti voi, che avete partecipato a questa liturgia nel segno di Gesù Ebreo per sempre, Figlio di Donna, Padre della Pace e Figlio dell’Uomo tra gli uomini peccatori, discenda dal cielo la benedizione dell’onnipotente tenerezza del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

L’Eucaristia è terminata come rito, l’Eucaristia inizia ora come vita: andiamo nel mondo e portiamo frutti di pace e di rinascita! Rendiamo grazie a Cristo, il Figlio diletto del compiacimento del Padre.

Appendice

Inno dell’Ufficio delle Letture odierno

 

1. Perché temi, Erode,
il Signore che viene?
Non toglie i regni umani,
chi dà il regno dei cieli.

2. I Magi vanno a Betlem
e la stella li guida:
nella sua luce amica
cercan la vera luce.

3. Il Figlio dell'Altissimo
s’immerge nel Giordano,
l’Agnello senza macchia
lava le nostre colpe.

4. Nuovo prodigio, a Cana:

versan vino le anfore,
si arrossano le acque,
mutando la natura.

5. A te sia gloria, o Cristo,
che ti sveli alle genti,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.

 

Responsorio
Oggi si aprono i cieli, si fanno dolci le acque del mare; esulta la terra, le colline fremono di gioia: * Cristo è battezzato nel Giordano da Giovanni. Che hai, o mare, per fuggire? e tu, Giordano, per tornare indietro? Cristo è battezzato nel Giordano da Giovanni.

Perché Israele è paragonata alla colomba

(R. Graves – R. Patai, I miti ebraici, Edizioni TEA, Milano 1990, 190 nota 7).

«Il sapersi elevare dalle fenditure della roccia (Ct 2,14) e dalle gole profonde (Ger 48,28), capacità della colomba, ma che possiamo attribuire anche all'anima umana, nella sua facoltà di «volo» del pensiero, è il motivo per cui la figura della colomba veniva usata proprio a rappresentazione dell’emblema di Israele».

Dal Targum del Cantico dei Cantici:

Ct 2, 14: Colomba mia! Nelle spaccature delle roccia, nel nascondiglio del dirupo, fammi vedere il tuo volto, fammi udire la tua voce! Perché la tua voce è soave, e bello il tuo volto.

Targum: E quando l’empio Faraone inseguiva il popolo d’Israele (Es 14,8ss), l’Assemblea d’Israele fu come una colomba chiusa nelle spaccature di una roccia: e il serpente cerca di colpirla dal di dentro, e l’avvoltoio di colpirla dal di fuori. Così l’Assemblea d’Israele: essa era chiusa dai quattro lati del mondo: davanti a loro il mare, dietro a loro inseguiva il nemico, e ai lati, deserti pieni di serpenti infuocati, che colpiscono e uccidono con il loro veleno i figli dell’uomo. Subito, allora, essa aprì la sua bocca in preghiera davanti al Signore (Es 14,10); e uscì una voce dai cieli dell’alto, che disse così: Tu, Assemblea d’Israele, che sei come colomba pura, nascosta nella chiusura di una spaccatura di roccia e nei nascondigli dei dirupi, fammi udire la tua voce (cf Esodo Rabba XXI, 5 e Cantico Rabba II, 30). Perché la tua voce è soave quando preghi nel santuario, e bello è il tuo volto nelle opere buone (cf Mekilta Es 14,13).

Dall’esegesi giudaica

  1. Mekilta Es 14,13: «A che cosa somigliavano, in quell’ora, i figli d’Israele? A una colomba che, sfuggita all’avvoltoio, è entrata nel cavo di una roccia, e le sibila contro un serpente. Se entra dentro c’è il serpente, e se esce fuori c’è l’avvoltoio».

  1. Esodo Rabba XXI, 5: «Quando Israele vide che erano circondati da tre lati – il mare che li chiudeva, il nemico che li inseguiva, e le fiere dal deserto – alzarono gli occhi al Padre loro che è nei cieli, e gridarono al Santo – benedetto Egli sia – come sta scritto: E i figli d’Israele gridarono al Signore (Es 14,10). E perché mai il Santo , bendato Egli sia, fece questo, se non perché il Santo –benedetto Egli sia – bramava di udire la loro preghiera?... Come sta scritto: Colomba mia! Nelle spaccature della roccia, … fammi udire la tua voce».

Sinossi del vangelo del battesimo

Mc 1,9-11

Mt 3,13-17

Lc 3,21-22

9Ed ecco, in quei giorni

13Allora

21Ed ecco,

Gesù venne da Nazaret di Galilea

Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.

Mentre tutto il popolo veniva battezzato

 

14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.

 

e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.

16Appena battezzato,

e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo,

10E subito, uscendo dall’acqua,

Gesù uscì dall’acqua:

stava in preghiera,

vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba.

ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui.

il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba,

11E venne una voce dal cielo:

17Ed ecco una voce dal cielo che diceva:

e venne una voce dal cielo:

«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

     

Gv 1,28-34: 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. 29Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». 32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo

(Disc. 39 per il Battesimo del Signore, 14-16. 20; PG 36, 350-351. 354. 358-359).

Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria. Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell'acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell'acqua.

Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste.  «Sono io che devo ricevere da te il battesimo» (cfr. Mt 3, 14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l'amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che percorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo. «Io devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.

E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza. Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.

Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell'uomo. Per l'uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.

Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Dal Diario Spirituale di Ioann di Kronstadt (isola del Baltico), presbitero ortodosso, amico dei poveri (1829-1908/1907)

Dio ci è più vicino di qualsiasi persona, in ogni momento; più vicino del mio stesso vestito, più vicino dell’aria, più vicino di mia moglie, di mio padre, mia madre, mia figlia, mio figlio, o amico che sia. Io vivo di Lui nell’anima e nel corpo. Attraverso di Lui respiro, penso, sento, immagino, programmo, parlo, intraprendo e agisco, perché in Lui noi viviamo, ci muoviamo e esistiamo (At 17, 28). Come nell’oceano, ogni goccia d’acqua è unita con altre gocce d’acqua e circondata da esse, similmente noi abitanti della terra siamo circondati da Dio, da ogni lato, e chi tra noi è puro di cuore o quanti sono stati purificati, sono uniti a Lui, e sono ovunque con Lui. L’Onnipresenza di Dio è spaziale e mentale, cioè, Dio è ovunque. Ovunque io vada, con il mio corpo o con il mio pensiero, ovunque incontro Dio, e ovunque Dio ci incontra.

_________________________

© Battesimo del Signore – Parrocchia di S. M. Immacolata e San Torpete – Genova

[L’uso di questo materiale è libero purché senza lucro e a condizione che se ne citi la fonte bibliografica]

Paolo Farinella, prete – 08/01/2012 - San Torpete – Genova

AVVISO

DOMENICA 15 FEBBRAIO 2012 ALLE ORE 10,00

PAOLO FARINELLA, PRETE

CELEBRA L’EUCARISTIA

NELLA CHIESA DI SAN TORPETE

1 Tradotto in italiano con «Perché temi Erode?» (v. il testo completo tra quelli riportati «Dopo la comunione».

2 «E’ stato insegnato nella scuola di Rabbì Ishmael: “Non è forse così la mia parola: come il fuoco, oracolo del Signore, e come un martello che frantuma la roccia?” (Ger 23,29). Come questo martello sprigiona molte scintille, così pure ogni parola che usciva dalla bocca della Potenza si divideva in settanta lingue» (bShabbat 88b). «Un maestro della scuola di Rabbì Ishmael ha insegnato: “Non è forse così la mia parola: come il fuoco, oracolo del Signore, e come un martello che frantuma la roccia?” (Ger 23,29). Come questo martello sprigiona molte scintille, così pure un solo passo scritturistico dà luogo a dei sensi molteplici» (bSanhedrin 34a): i due testi in A.C. Avril-P. Lenhardt, La lettura ebraica della Scrittura, Magnano 19892, 86-87. In campo cristiano cf Ambrogio: «Semel locutus est Deus, et plura audita sunt/Dio parlò una volta sola e furono udite molte [parole]» (In Psalmo LXI, n. 33-34 [PL, XIV, 1180 C]; cf Origene, In Romanis, VII,19 [PG XIV, 1153-1154]; Id., In Lucam, Hom. 34 [PG 199-200]; Agostino, In Psalmo LXI, n.18 [CCL = Corpus Christianorum, series Latina, Turnholti 39, 786]). Per la tradizione secondo cui la terra era abitata da 72 popoli che parlavano 72 lingue (v. tabella dei popoli in Gen 10,1-32), cf anche l’apocrifo cristiano del IV sec. d.C. contenente materiale anche ebraico, molto antico, La Caverna del Tesoro, 24,18.

3 «Ebbene a tutti, più che parole di rimprovero e di minaccia, Noi amiamo rivolgere la paterna esortazione a tener presente questo confortante insegnamento del concilio di Trento, eco fedelissima della dottrina cattolica: «Rivestiti di Cristo, infatti, nel battesimo (Gal 3,27), per mezzo di esso diventiamo una creatura affatto nuova ottenendo la piena e integrale remissione di tutti i peccati; a tale novità e integrità, tuttavia, non possiamo arrivare per mezzo del sacramento della penitenza, senza nostro grande dolore e fatica, essendo ciò richiesto dalla divina giustizia, di modo che la penitenza giustamente è stata chiamata dai santi padri “un certo laborioso battesimo”» (Giovanni XXIII Paenitentiam agere - Invito a far penitenza per il buon esito del concilio [1° luglio 1962]. Cf Conc. Trid., Sess. 6a, Decretum de iustificatione, c.14: DS 1542; Sess. 14, Doctrina de Sacramento Paenitentiae, cap. 2: COD 704; cf. S. Gregorius Naz., Oratio 39 in sancta lumina, n. 17: PG 36, 355-356; S. Ioannes Dam., De fide orthod. , 4, 9: PG 94, 11.24). cf Tertulliano, De paenitentia, 4, 2: CCL 1, 326, PL 1, 1343.

4 Epistula extra collectionem, 1 [41], 12: CSEL 823, 152; PL 16, 1116.

5 La subordinata temporale di 2° grado «Ricevuto anche lui il battesimo» del v. 21 rafforza il tentativo d’impedimento operato da Giovanni nei confronti di Gesù del v. 14, sottolineando così la polemica con i discepoli del Battista: se lo stesso precursore voleva impedire il battesimo di Gesù, è segno che egli lo riteneva superiore a se stesso.

6 La frase dipendente di 1° grado mette in evidenza lo stato di preghiera che offusca la frase incidentale di 2° grado che riporta il battesimo di Gesù. Se la frase incidentale subordinata di 2° grado si elimina, nulla cambia perché resta il fatto della preghiera e più ancora l’apertura del cielo della frase principale.

7 A. Feuillet, «Le symbolisme de la colombe dans le récits évangéliques du baptême», in Rech. Rel., 1958, 524-544).

8 La Preghiera eucaristica III è stata composta ex novo su richiesta di Paolo VI in attuazione alla riforma liturgica voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II. Non ha un prefazio proprio, ma mobile e per questo, forse, ha finito per essere scelta, nella pratica, come la preghiera eucaristica della domenica.

9 Testo citato in M. Cunz, «Credibilità della chiesa come impegno di stile ecumenico», in Segretariato Attività Ecumeniche [SAE],ed., La credibilità delle chiese e il BEM, Atti della XXII Sessione di formazione ecumenica organizzata dal Segretariato Attività Ecumeniche [SAE], La Mendola [Trento] 28 lugli–5 agosto 1984, Edizioni Dehoniane, Napoli 1984, 33-24.



Domenica 08 Gennaio,2012 Ore: 15:46
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Il Vangelo della domenica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info