- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (569) - Visite oggi : (2)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org VA E FA ANCHE TU LO STESSO,di p. Alberto Maggi OSM

XV TEMPO ORDINARIO – 10 luglio 2016 - Commento al Vangelo
VA E FA ANCHE TU LO STESSO

di p. Alberto Maggi OSM

Lc 10,25-37
In quel tempo, un dottore della legge si alzò per mettere alla prova Gesù: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fà questo e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso» .
La legge divina va osservata anche quando causa sofferenza nell’uomo? Vediamo quello che ci scrive Luca al capitolo 10, versetti 25-37.
In quel tempo, un dottore della legge… I dottori della legge sono gli scribi, i massimi legislatori. La loro era un’autorità divina perché la loro parola era ritenuta la stessa parola di Dio. Si alzò per mettere alla prova Gesù. Letteralmente “tentarlo”. L’evangelista adopera qui lo stesso verbo che ha adoperato nel deserto per le tentazioni del diavolo. Quindi l’evangelista ci mette in guardia, “attenzione, questi zelanti difensori della dottrina, della tradizione, in realtà sono strumenti del diavolo. E chiese: “Maestro… “, tipico della falsità curiale questo atteggiamento, costui si rivolge a Gesù per tentarlo, quindi per accusarlo, e invece gli si rivolge con questo titolo di ossequio, come se volesse apprendere, ma in realtà vuole soltanto giudicare. “Che devo fare per ereditare la vita eterna?”. Ecco la tematica che gli interessa. Gesù non ne parla, Gesù è venuto a cambiare questa vita qui. Gesù non è interessato alla vita eterna.
Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge?” E’ provocatorio e ironico da parte di Gesù. Il dottore della legge è uno dei massimi esperti. E’ uno che tutta la sua vita, tutto il giorno è stato sopra la legge per scrutarne i reconditi significati. Ebbene Gesù gli chiede “Che cosa sta scritto nella legge?” E poi con profondo sarcasmo: “Come leggi?”, cioè “Cosa capisci?” Non basta leggere la scrittura, bisogna anche comprenderla. Se non si mette al primo posto nella propria vita il bene dell’uomo, la Sacra Scrittura si legge ma non si capisce.
Costui rispose, e qui cita il Deuteronomio, al capitolo 6 versetto 5: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente”, cioè l’amore a Dio è totale, assorbe tutte le energie dell’uomo. E aggiunge, con un precetto del libro del Levitico: “E il prossimo tuo come te stesso”. C’è una differenza tra questi due amori: mentre l’amore verso Dio assorbe tutte le energie dell’uomo, l’amore verso il prossimo è relativo, amo il prossimo come amo me. E Gesù: “Hai risposto bene; fà questo e vivrai”.
Non parla di vita eterna, ma parla di questa vita. Ma quegli, volendo giustificarsi… Cosa significa giustificarsi? Al tempo di Gesù c’era un ampio dibattito tra due scuole rabbiniche, la scuola di Rabbi Shammai, molto più rigoroso e severo, e quella di Rabbi Hillel, di manica larga, sul concetto di “prossimo”. Allora per Hillel il concetto di prossimo significava anche lo straniero che risiede in Israele, per Shammai, la posizione più rigorosa, soltanto l’appartenente al proprio clan familiare o al massimo la tribù. Il fatto che si vuole giustificare ci fa capire che lui è per la posizione più ristretta.
Infatti disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Ebbene Gesù non risponde in maniera teologica, ma con una narrazione, una parabola nella quale cambia radicalmente due concetti fondamentali della religione: il concetto di credente e il concetto di prossimo.
Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico”. Gerusalemme è sita nella montagna di Giuda, a più di 818m di altitudine sul livello del mare, mentre Gerico, giù nel deserto, è a ben 258m sotto il livello del mare. Sono poche decine di chilometri, una trentina, quindi c’è un grande dislivello. E’ una zona arida e desertica, dove si fa fatica a camminare.
E cadde nelle mani nei briganti”. La zona era pericolosa ed è tuttora pericoloso percorrerla da soli. “Che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto”. In quella strada, in quella situazione, in quel clima, non ha alcuna speranza. Deve soltanto attendere di morire, a meno che, provvidenzialmente, passi qualche anima buona. E’ quello che Gesù ci fa comprendere.
Per caso … che significa provvidenzialmente, Gesù presenta il meglio che poteva capitare, la persona più adatta. Un sacerdote scendeva per quella medesima strada. E’ importante che Gesù parli di un sacerdote che scende. Cosa significa? Gerico era una città sacerdotale dove i sacerdoti, secondo il loro turno, salivano a Gerusalemme al tempio, e, attraverso complicati rituali di purificazione, per una settimana esercitavano il loro ministero liturgico. Quindi il sacerdote non è che va a Gerusalemme per essere purificato, ma è già stato per una settimana in servizio nel santuario (si può dire che i suoi abiti ancora profumano d’incenso) ed è nella pienezza della purità rituale. Quindi il meglio che poteva capitare.
Quando lo vide…”, ecco la salvezza a portata di mano e invece ecco la doccia gelata … “Passò oltre dall'altra parte”. Perché questo? E’ una persona crudele, è una persona insensibile? No, peggio, è una persona religiosa. Per una persona religiosa i doveri verso Dio vengono prima di quelli verso gli uomini. Del resto cosa ha risposto il dottore della Legge? L’amore a Dio è totale, l’amore al prossimo è relativo.
Lui è un sacerdote in condizione di purezza e la legge nel libro del Levitico e nel libro dei Numeri, gli proibisce di entrare in contatto con un morto o con un ferito, perché altrimenti diventa impuro. Allora si trova di fronte al dilemma: osservo la legge divina o soccorro la persona? Cos’è più importante il bene di Dio o il bene del prossimo?
Le persone religiose non hanno alcun dubbio, per loro è più importante il bene di Dio.
Anche un levita, i leviti erano gli addetti al culto, anche loro dovevano restare in condizioni di purità per le cerimonie del tempio. Giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Non c’è speranza. E poi c’è il colpo di grazia.
Invece un Samaritano, il nemico più tremendo, la persona più orrenda, l’essere umano più schifoso agli occhi di un ebreo, che era in viaggio, passandogli accanto … E noi ci aspetteremmo “arrivò lì e gli diede il colpo di grazia”. E invece, dice Gesù: “Lo vide”. Va bene l’ha visto anche il sacerdote e il levita e Gesù afferma qualcosa di straordinario: , “N'ebbe compassione”.
“Avere compassione” è un verbo riservato soltanto a Dio. E’ soltanto Dio che ha compassione, perché avere compassione significa un’azione con la quale si comunica vita a chi vita non ce l’ha. Allora per Gesù questo Samaritano, un eretico, un meticcio, un peccatore, una persona impura, si comporta come Dio. Chi è il credente per Gesù? Non colui che ubbidisce a Dio osservando le sue leggi – e abbiamo visto i risultati con il sacerdote – ma colui che assomiglia a Dio praticando un amore simile al suo.
Il Samaritano gli si avvicina, cura la persona malcapitata e addirittura lo porta in una locanda prendendosi cura di lui, e alla fine Gesù si rivolge di nuovo al dottore della Legge e gli chiede: “Chi di questi tre (un sacerdote, un levita, un samaritano) ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Gesù ha ribaltato la domanda del dottore della Legge. Lui voleva sapere “chi è il mio prossimo”, cioè “Fin dove deve arrivare il mio amore?” Gesù gli chiede “chi si è fatto prossimo”, cioè da dove parte l’amore?
Il prossimo è colui che si approssima a chi ha bisogno.
La risposta è facilissima, ma inaccettabile per il dottore della Legge. Quegli rispose (e neanche lo nomina tanto gli fa orrore il Samaritano): “Quello che …” E non accetta che un uomo possa amare come Dio, non dice – nonostante qui la traduzione parli di compassione, il testo greco parla di misericordia, perché Dio è colui che ha compassione, gli uomini hanno misericordia. E per il dottore della Legge è inaccettabile che un uomo possa amare come Dio.
Chi ha avuto misericordia di lui”. Gesù gli disse: “Và e anche tu fà così”. Quindi per Gesù il credente non è più colui che ubbidisce a Dio osservando le sue leggi, ma colui che assomiglia al Padre praticando un amore simile al suo.



Giovedì 07 Luglio,2016 Ore: 16:33
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Il Vangelo della domenica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info