- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (790) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?,di p. Alberto Maggi OSM

III DOMENICA AVVENTO – 15 dicembre 2013 - Commento al Vangelo
SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?

di p. Alberto Maggi OSM

Mt 11,2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Il vangelo di oggi ci riporta alla profonda crisi nella quale cadde Giovanni Battista. Lui, che pur aveva riconosciuto in Gesù il Messia, ora comincia a dubitarne. Perché? Giovanni Battista era l’erede di una spiritualità, di una tradizione, di una religiosità, che sperava in un popolo di giusti, come aveva profetato il profeta Isaia: il tuo popolo sarà tutto di giusti.
E rimane sconcertato dal comportamento di Gesù che afferma di non essere venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. Lui aveva presentato un messia che avrebbe castigato peccatori e miscredenti e sente dire che Gesù non annunzia il castigo di Dio, ma l’amore di Dio proprio per queste categorie.
Allora Giovanni è in crisi e gli manda un ultimatum che ha tutto il sapore di una scomunica. “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?” Gesù nella sua risposta elenca le azioni del messia così come erano descritte nel libro del profeta Isaia, e sono sei azioni, corrispondenti ai sei giorni della creazione, coi quali si comunica vita ai chi vita non ce l’ha.
I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la Buona Notizia”, ma Gesù censura l’ultima delle azioni del messia, la vendetta contro i pagani, la vendetta contro i dominatori.
Gesù non parla di vendette, ma parla soltanto di amore di Dio. Gesù non presenta il castigo di Dio, ma presenta una via di Dio, quella dell’amore, per far crescere tutte le persone. E c’è un monito di Gesù, che è attuale più che mai, “E beato colui che non trova in me motivo di scandalo!”
Cosa significa questo? Le persone del tempo tremavano naturalmente all’immagine del Dio presentato da Giovanni Battista, un Dio che punisce, un Dio che castiga, un Dio che si offende. Però era il Dio che loro conoscevano, per cui tremavano, ne avevano paura, ma non si scandalizzavano. Al contrario si scandalizzano del Dio di Gesù.
Le stesse persone che non si scandalizzavano sentendo parlare di un Dio terribile nelle sue vendette e nei suoi castighi, sono proprio quelle che si scandalizzano sentendo l’annunzio di Gesù di un Dio che ama tutti quanti indipendentemente dalla loro condotta e dal loro comportamento. Questo alle persone pie, alle persone religiose, di oggi come allora, porta sempre sconcerto. E’ intollerabile, inaccettabile, che Dio il suo amore lo riversi sugli uomini indipendentemente dai loro meriti o dal loro comportamento.
Bene, una volta che i discepoli di Giovanni se ne sono andati, Gesù elogia Giovanni di fronte alle folle. E lo fa con due paragoni importanti. Dice: “Cosa siete andati a vedere nel deserto?” Si tratta di Giovanni. “Una canna sbattuta dal vento?”, cioè un opportunista che si china ad ogni vento di potere, che si mette al servizio di ogni potente.
Cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi del re”. Allora Gesù sta mettendo in guardia i suoi ascoltatori, Giovanni è l’inviato di Dio, ma gli inviati non possono essere degli opportunisti, sempre a galla con il potente di turno. Gli inviati di Dio non possono essere cortigiani, vivere al palazzo, mangiare alla mensa del potente, ma devono essere coloro che denunciano le nefandezze del potente.
E poi Gesù conclude dicendo che: “Fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel Regno dei cieli è più grande di lui”.
Cosa vuol dire Gesù con questa espressione? Come Mosè non è potuto entrare nella terra promessa pur avendo guidato il popolo, così Giovanni Battista ha annunziato il regno di Dio, ma non c’è potuto entrare perché è stato ucciso. Ecco qui la grandezza di Giovanni Battista, però quelli del Regno saranno ben più grandi di Giovanni, inviato di Dio.


Venerdì 13 Dicembre,2013 Ore: 08:53
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Il Vangelo della domenica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info