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www.ildialogo.org   VIENE GESU’, PRENDE IL PANE E LO DA’ A LORO, COSI’ PURE IL PESCE,<b>di P. Alberto Maggi OSM</b>

III DOMENICA DI PASQUA – 14 aprile 2013 – Commento al Vangelo
  VIENE GESU’, PRENDE IL PANE E LO DA’ A LORO, COSI’ PURE IL PESCE

di P. Alberto Maggi OSM

Gv 21,1-19

[ In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. ]

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Quando Gesù si era incontrato con i discepoli che stavano nascosti a porte chiuse per non fare la stessa fine del loro maestro, ebbene Gesù aveva donato loro lo spirito e li aveva inviati a manifestare l’amore di Dio per l’umanità, con queste parole: “Come il Padre ha mandato me così io mando voi”. Gesù chiede ai discepoli di essere il prolungamento e la continuazione dell’amore fedele di Dio per tutta l’umanità.

A quanto pare i discepoli non ne hanno alcuna intenzione. L’evangelista, nel brano che ora esaminiamo, ci fa presente le difficoltà della chiesa primitiva nell’accogliere la grande novità portata da Gesù: un amore di Dio che non è limitato ad un popolo (Israele), ma si rivolge a tutta l’umanità.

Ebbene, i discepoli non hanno alcuna intenzione e se ne tornano in Galilea, tornano alle loro occupazioni. Ed è lì che Gesù li raggiunge, nel mare di Tiberiade. L’allusione al mare di Tiberiade ricorda l’episodio della condivisione dei pani e dei pesci che era stato scritto in chiave eucaristica, quindi tutto il brano che adesso esaminiamo ha questa connotazione della eucaristia.

I discepoli elencati dall’evangelista sono sette – il numero sette indica la totalità – e Simon Pietro dice: “Io vado a pescare”. E’ sempre lui il leader che prende l’iniziativa. E gli altri dicono: “Veniamo anche noi con te”. Anziché seguire Gesù seguono Pietro. E quando si segue Pietro il risultato è il fallimento totale.

Gesù aveva detto: “Senza di me non potete far nulla”, e aveva detto anche: “Viene la notte, quando nessuno può operare”, ma l’evangelista commenta: Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Aver seguito Pietro porta al fallimento. Ma Gesù non li abbandona. Gesù si presenta all’alba, sul far del giorno - Gesù è la luce del mondo – e si presenta sulla riva. Ai discepoli, che non si rendono conto che è Gesù, loro conoscono il Gesù della loro storia, ma fanno difficoltà a riconoscere nel risorto il Gesù che li ha accompagnati in tutta la loro esistenza … Ebbene Gesù si presenta a loro con parole cariche d’affetto: “Figlioli, non avete il companatico?”

Il companatico è quello che si mette sul pane, normalmente era un pesce arrosto o un pesce secco. Quindi Gesù si offre come pane, ma chiede ai discepoli qualcosa che doni sapore a questo pane. Non ce l’hanno, allora Gesù dice loro: “Gettate la rete sulla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande … e il termine adoperato dall’evangelista è “moltitudine” … di pesci.

Perché l’evangelista adopera questo termine “moltitudine”, che usa soltanto due volte nel suo vangelo? La prima volta era stata al capitolo 5, quando Gesù nella piscina di Betesda trova una moltitudine di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Era l’immagine delle persone che erano escluse dal tempio, e quindi escluse da Dio, gli emarginati, i rifiutati, gli invisibili.

Ebbene questa è l’indicazione che Gesù dà: la pesca va rivolta a queste persone. Va rivolta a persone che non hanno più la loro dignità, per far loro riscoprire la dignità di figli di Dio. A persone che sono invisibili agli occhi della società per renderli visibili.

Quindi, quando la pesca si rivolge ai rifiutati, agli emarginati, agli esclusi, a coloro che sono stati o si sono allontanati dalla religione ufficiale, ebbene, la pesca è più che abbondante. Infatti l’evangelista commenta: La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande moltitudine di pesci. Quindi Gesù dà l’indicazione su dove deve orientarsi la missione della chiesa: non alle 99 pecore ben pasciute, ma verso le pecore che sono state smarrite, che si sono smarrite o che sono state ingannate.

Quando la chiesa orienta la sua missione verso gli esclusi dell’umanità la pesca è più che abbondante. Il discepoli che Gesù amava, il discepolo anonimo che è sempre stato accanto a Gesù, riconosce dal frutto del loro lavoro la presenza del Signore, e dice: “E’ il Signore”. E qui c’è un atteggiamento strano, se prendiamo l’episodio dal punto di vista letterale.

Simon Pietro, appena udì che era il Signore… qui non dice “si strinse la veste”, ma si cinse la veste attorno ai fianchi perché era nudo, e si gettò in mare. Il comportamento è alquanto strano. Vediamo, Simone si cinge della veste perché era nudo e si gettò in mare. Ci saremmo aspettati il contrario. Simone si toglie la veste e si getta in mare. E’ chiaro che per nuotare, per andare in acqua la veste è d’impaccio.

Perché l’evangelista dice che si cinge la veste? Richiama a quando Gesù nell’ultima cena si cinse i fianchi con il grembiule, l’asciugatoio per lavare i piedi ai discepoli, ma Pietro rifiutò. Allora qui Pietro comincia a capire. Lui è nudo perché gli manca il distintivo dell’amore, il distintivo del servizio, cioè il grembiule. E qui comincia la conversione di Pietro che seguirà in tutto questo brano.

E si gettò in mare. Appena scesi a terra i discepoli vedono un fuoco di brace. Anche qui è un richiamo al momento dell’arresto di Gesù, quando Pietro, anziché seguire il suo maestro, se ne sta con le guardie e con i servi attorno a un fuoco di brace. Chiamato ad essere libero, se ne sta con i servi; era incapace di seguire Gesù.

Quindi il richiamo a queste braci ricorda il tradimento e prepara la scena definitiva della chiamata di Gesù a questo discepoli, con del pesce sopra e un pane. E’ una chiara allusione alla cena eucaristica. Gesù, quando si manifesta ai suoi, si offre ogni volta come pane, come alimento di vita per i suoi. Li ristora dalla fatica fatta e dona loro nuove energie per nuove attività, per nuove missioni.

E Gesù chiede di portare un po’ di pesce. Simon Pietro porta la rete con centocinquantatré … a tutt’oggi no c’è una spiegazione convincente sul simbolo di questo numero. La rete non si squarciò e Gesù non si presenta come un padrone che chiede di essere servito, ma co me l’amico che si mette a servizio degli altri.

Gesù dice loro: “Venite a mangiare”. Nell’amore che si fa dono, che si fa servizio, si percepisce la presenza del Signore. E per questo nessuno dei discepoli osava domandargli “Chi sei?” perché sapevano bene che era il Signore. In questo brano l’evangelista ci sta dando l’indicazione dell’eucaristia, infatti continua dicendo: Gesù si avvicinò, prende … - il verbo è al presente perché significa che ogni volta che Gesù si incontra con la sua comunità rinnova gli stessi gesti – prende il pane e lo diede loro.

Sono gli stessi verbi, le stesse azioni che gli altri evangelisti adoperano per l’ultima cena. Ogni volta che Gesù si manifesta, si fa pane e si comunica come alimento di vita. Questo è il significato dell’eucaristia: un amore ricevuto da Dio, che viene accolto e si trasforma in amore comunicato per gli altri. Nell’eucaristia Gesù, che è il figlio di Dio, e Dio lui stesso, si fa pane, alimento di vita, perché quanti lo accolgono, lo assimilano, sono così capaci di farsi pane, alimento di vita per gli altri, diventino figli dello stesso Dio.

L’evangelista conclude: Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli. In realtà non è vero, è la quarta volta. Ma il numero “tre” nella simbologia ebraica significa “quello che è definitivo, che è completo”. Allora l’evangelista vuole dire: ecco come si manifesta Gesù, sempre, in ogni tempo, a ogni comunità, come pane ed alimento per la vita del suo gruppo.

Il resto di questo brano non lo commentiamo per motivi di tempo, ma lo possiamo trovare nel commento del 18 aprile del 2010.




Martedì 09 Aprile,2013 Ore: 20:10
 
 
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