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www.ildialogo.org   BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE,<b>di P. Alberto Maggi OSM</b>

DOMENICA DELLE PALME – 24 marzo 2013 – Commento al Vangelo
  BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE

di P. Alberto Maggi OSM

Lc 19,28-40

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».

Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:

«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

Anche tra i profeti c’è chi ha avuto più successo e chi meno. Ma, all’interno degli stessi libri dei profeti, ci sono alcune parti che sono state valorizzate, esaltate, altre che sono state come nascoste o sepolte. E’ il caso del profeta Zaccaria. C’è al capitolo 9 del libro di questo profeta che era stata come abbandonata, nascosta, perché andava contro il desiderio di rivalsa del popolo di Israele contro i pagani, contro i dominatori.

Cosa diceva Zaccaria – in realtà il Signore – in questo brano del profeta? Invitava Gerusalemme ad esultare. Giubila figlia di Sion. Ecco a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino. La cavalcatura regale era la mula o il cavallo. Non si vedeva un re che cavalcava un asinello. Nei monumenti equestri non vediamo mai un condottiero sopra ad un asinello. Ecco la grande novità: il messia che annunzia il profeta Zaccaria non avrà l’apparenza di un guerriero, ma cavalcherà la cavalcatura delle persone normali, delle persone modeste.

Tutti a quel tempo avevano un asinello come mezzo di locomozione, quindi sarà uno come voi. Ma è interessante come continua, Farà sparire i carri da Efraim e i cavalli da Gerusalemme, espressioni della forza, della potenza. L’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle genti. Questo è il messia annunziato dal profeta Zaccaria. Ma questa profezia andava contro gli ideali nazionalistici del popolo per cui era stata come dimenticata.

Ed è questa profezia che invece Gesù libera. E’ questo il senso del brano del vangelo di questa domenica delle Palme, il capitolo 19 del vangelo di Luca, versetti 28-40 ed è il contenuto del discorso di Gesù che dice: “Andate nel villaggio di fronte e troverete un puledro legato sul quale nessuno è mai salito. Slegatelo e conducetelo qui”.

Cosa significa? Gesù slega la profezia che era rimasta legata perché a nessuno interessava un re così. E Gesù l’attribuisce a sé. Quindi Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme presentandosi come il messia profetizzato da Zaccaria. Quindi una persona come le altre che non emerge per il suo splendore – cavalca un asinello, simbolo di mitezza – e soprattutto, come diceva la seconda parte del profeta Zaccaria, rifiutava assolutamente la violenza.

Quale è stata la reazione di fronte a quest’annunzio di Gesù? L’evangelista scrive che conducono l’asinello a Gesù e, gettati i loro mantelli sul puledro, il mantello nella simbologia ebraica indica la persona, quindi ci sono alcuni che aderiscono a questa immagine di questo re di pace, di questo re modesto. Altri invece, mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era un segno di sottomissione che si faceva al re.

Quindi gli altri ancora non hanno digerito questo re che anziché essere servito si mette lui a servire, e quindi si mettono in un atteggiamento di sottomissione. Sarà questa ambiguità da parte dei discepoli che li porterà poi all’incomprensione della morte di Gesù e all’incomprensione anche del suo messaggio. Ancora dopo la risurrezione, nonostante Gesù avesse proclamato il regno di Dio, ci sarà chi gli chiederà: “Ma il regno di Israele?”

Ebbene stanno scendendo dal monte degli Ulivi, la folla dei discepoli esulta dietro a Gesù, cantano il salmo 119, Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore, e Luca aggiunge anche il ricordo dell’annunzio dell’angelo ai pastori. “Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!” Ricorda l’annunzio ai pastori. Un Dio che desidera la felicità degli uomini. Quindi questa esaltazione del re che viene nel nome del Signore va collegata a un re che desidera dei suoi sudditi, e per la felicità dei suoi sudditi sarà pronto a dare la vita.

Tutto bene finché i farisei, che si sono infiltrati tra la folla, e sono persone pie, zelanti, che stanno sempre a spiare ogni parvenza di libertà, di autonomia da parte delle persone, gli dissero: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli!”. Il verbo “rimproverare” è lo stesso che si adoperava per gli indemoniati, quindi per loro è come se i discepoli fossero posseduti da una ideologia demoniaca, acclamando un messia di pace. Quella che era la volontà di Dio, un messia portatore di pace, per i farisei, scrupolosi osservanti della legge divina, è invece una idea demoniaca e quindi va esorcizzata.

Quindi “Rimprovera i tuoi discepoli!” Ma Gesù rispose: “Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno queste pietre”. Gesù è re e non c’è nulla che lo potrà contrastare. L’ambiente nel quale l’evangelista ha inserito questo episodio era la parabola che Gesù aveva riportato, chiamata delle mine, in cui annunziava un re non voluto dalla gran parte del uso popolo.

Chi è questa parte del popolo che non voleva Gesù come re? Sono i farisei. Le persone che la gente riteneva le più vicine a Dio, le più in sintonia con Dio, quando Dio vuole realizzare i suoi piani, sono invece le persone che lo ostacolano, lo contraddicono.




Venerdì 22 Marzo,2013 Ore: 08:31
 
 
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