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www.ildialogo.org GESU’, TENTATO DA SATANA, E’ SERVITO DAGLI ANGELI,di p. Alberto Maggi OSM

I QUARESIMA – 26 febbraio 2012
GESU’, TENTATO DA SATANA, E’ SERVITO DAGLI ANGELI

di p. Alberto Maggi OSM

Commento al Vangelo


Mc 1,12-15


In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Subito dopo il battesimo, dopo aver ricevuto, come risposta al suo impegno di manifestare fedelmente l’amore del Padre e il suo Spirito, cioè la sua stessa capacità d’amore, scrive Marco al capitolo 1 del suo Vangelo, al versetto 12: “Lo Spirito lo sospinse nel deserto”. Questo sospingere è proprio un “cacciare”. Cosa significa? E’ l’impulso irresistibile che ha Gesù, la risposta di Gesù all’amore del Padre è l’amore gli uomini che viene a liberare.

Per questo lo Spirito lo sospinge nel deserto. Il deserto richiama la tematica dell’esodo, della liberazione. Ora non c’è più da liberarsi dalla schiavitù del faraone, da una terra di prigionia, ma c’è da liberare l’uomo da una prigione ancora più crudele e spaventosa, una prigione imposta in nome di Dio. Era l’istituzione religiosa che si era sostituita a Dio e per i propri interessi, per il proprio potere, aveva presentato un’immagine di Dio che in nessun modo era l’immagine del Padre di Gesù.

Allora Gesù è stato mandato da Dio per liberare gli uomini dall’istituzione religiosa in modo che il Padre sia l’unico pastore che si occupa di questo gregge. Quindi lo sospinse nel deserto, “e nel deserto rimase quaranta giorni”. I numeri nei vangeli, nella Bibbia, vanno sempre interpretati in maniera simbolica, teologica; quaranta indica una generazione.

Qui l’evangelista non sta riportando tanto un fatto, quanto una profonda verità. Quaranta indica l’esistenza di Gesù. Quindi tutta l’esistenza di Gesù è stata vissuta in questa maniera: spinto dall’impulso irresistibile di liberazione degli uomini, che lo porta nel deserto. “Per quaranta giorni” indica tutta la sua esistenza. Però “tentato da Satana”.

Il verbo tentare nei Vangeli apparirà sempre in relazione ai farisei. Le persone pie, quelle che si consideravano le più vicine al Signore, per via delle loro pratiche religiose, l’evangelista le denuncia in realtà come strumenti del Satana, strumenti del diavolo. Sono loro che tentano Gesù e più volte nei vangeli appariranno questi farisei nel ruolo di tentatori. Qui viene tentato da Satana. Satana in questo vangelo è immagine del potere. Mentre Dio è amore che si mette a servizio degli uomini, il satana è il potete che domina gli uomini.

E il satana, in questo vangelo, viene identificato addirittura nella figura di Pietro, l’unico al quale Gesù si rivolgerà dicendo: “Vattene Satana”, perché Pietro vuole impedire la salita di Gesù a Gerusalemme dove sarà sconfitto. Pietro vuole seguire un messia trionfatore, un messia di successo, e non tollera che Gesù venga ammazzato.

Quindi il satana rappresenta il potere che attenta all’azione di Dio tesa a liberare l’umanità. “Stava con le bestie selvatiche”, nel libro di Daniele le bestie sono immagini del potere, degli imperi che dominano e opprimono l’uomo. Quindi l’evangelista presenta Gesù tra due fuochi; da una parte c’è Satana che lo tenta a livello interiore, esercita la persuasione. Per tutta la vita Gesù è stato tentato dal prendere il potere. E non soltanto da forze esterne, ma anche dai suoi stessi discepoli.

Dall’altra parte sta con le bestie, una minaccia esteriore, sono quelli che esercitano la violenza alla quale Gesù soccomberà. Ma “gli angeli”, il termine angelo significa “inviato, messaggero”, quindi sono collaboratori di Gesù, “lo servivano”. Il verbo servire è diakoneo, da cui viene il termine diacono, che indica non un servizio fatto per obbligo, ma un servizio liberamente esercitato, volontariamente, per amore.

Sono quelli che danno adesione a Gesù e collaborano con la sua attività. Poi l’evangelista ci presenta il primo conflitto tra il potere e un inviato di Dio, facendoci già presagire come andrà a finire l’avventura di Gesù. “Dopo che Giovanni fu arrestato”, ebbene ogni volta che il potere crede di eliminare una voce, Dio ne suscita una ancora più potente. “Gesù andò nella Galilea proclamando la Buona Notizia di Dio”.

La Buona Notizia di Dio è che il suo amore è per tutta l’umanità. Non c’è nessuna persona al mondo, qualunque sia la sua condotta, il suo comportamento, che possa sentirsi esclusa dall’amore di Dio. “E diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino»”. Il regno di Dio è la società alternativa che Gesù è venuto a proporre.

Mentre la società è basata sui tre verbi maledetti avere, salire e comandare, che suscitano negli uomini l’odio, la rivalità e l’inimicizia, Gesù viene a proporre il regno di Dio, una società alternativa dove al posto dell’avere ci sia la gioia del condividere, dove invece della smania di salire ci sia la libertà dello scendere, e anziché il comandare ci sia il servire. Questo è il regno di Dio.

Perché questo si realizzi c’è bisogno di una conversione. Per questa ragione Gesù dice in maniera imperativa: “«Convertitevi»”, chiede un cambio di valori che orientano la vita dando preminenza assoluta al bene dell’uomo. Questa è la conversione che Gesù richiede: mettere come unico valore assoluto il bene dell’uomo, cioè orientare la propria vita al bene degli altri.

Ed è chiaro che se si orienta la propria vita al bene degli altri non si accumula per sé, ma si condivide con gli altri, non si pretende di dominare la vita degli altri, ma si cerca di servirli e di aiutarli. “«E credete nel Vangelo»”, cioè date adesione a questa Buona Notizia. Ma perché questo si realizzi, questo Regno di Dio non scenderà dall’alto, ma ha bisogno della collaborazione degli uomini. Se c’è questo si permette a Dio di governare gli uomini – questo è il significato del Regno di Dio. E Dio non governa emanando leggi che gli uomini devono osservare, ma comunicando loro interiormente il suo Spirito, la sua stessa capacità d’amore.



Mercoledì 22 Febbraio,2012 Ore: 16:24
 
 
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