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IL NATALE DI MATTEO – 25 dicembre
A LUI SARA’ DATO IL NOME DI EMMANUELE, DIO CON NOI

Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM


Mt 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.


L’annuncio della nascita di Gesù, secondo il Vangelo di Matteo, contiene tre importanti novità, che sono:
La scelta di Giuseppe, il giusto
L’imposizione del nome, Gesù
La profezia del Dio con noi
Vediamo queste importanti novità. Giuseppe è definito ‘giusto’, questa definizione non ha il significato della nostra connotazione di comportamento morale. Il giusto era un fedele osservante, non solo dei comandamenti, ma di tutti i precetti della religione, come nel vangelo di Luca si legge che “Elisabetta e Zaccaria erano giusti e irreprensibili nell’osservanza di tutte le prescrizioni”.
Quindi Giuseppe, in quanto giusto, deve osservare fedelmente quello che comanda la legge. E che cosa comanda la legge? La legge prescrive che, in caso di adulterio della propria moglie, questa va denunciata, processata e lo sposo deve essere il primo a lanciare la pietra della lapidazione. Quindi questo è quello che impone la legge divina.
Ebbene Giuseppe non se la sente. Lui, fedele osservante della legge, non se la sente di osservarla. E si insinua nel suo comportamento un sentimento che, se non è d’amore, è senz’altro di compassione e di misericordia. E decide quindi di ripudiarla, ma di nascosto, senza volerla diffamare. Ebbene quando nell’uomo il fronte della legge incomincia ad incrinarsi, si permette all’azione dello Spirito di intervenire.
E’ bastata questa lieve, fragile incrinatura nell’osservanza della legge da parte di Giuseppe, per permettere a Dio di manifestarsi a lui. Infatti si manifesta l’angelo del Signore, formula con la quale gli evangelisti indicano Dio quando entra in rapporto con gli uomini, e gli annunzia la nascita del figlio Gesù.
E qui c’è anche la seconda novità, i bambini che nascevano portavano il nome del nonno o del padre. Era una maniera per perpetuare il nome generazione dopo generazione. Ebbene, al bambino che nascerà non sarà imposto il nome di Giuseppe, né quello di Giacobbe, il nonno, ma un nome completamente nuovo, si interrompe la tradizione di Israele.
La tradizione dei padri di Israele, che era stata trasmessa da Abramo fino a Giuseppe, con Giuseppe si interrompe. In Gesù c’è una creazione nuova, c’è l’azione creatrice del padre che si manifesta in una forma nuova, originale e irripetibile.
E questo bambino verrà chiamato Gesù il cui significato è “Dio che salva”.
Infine la terza novità che l’evangelista ci presenta, spiegando la profezia di Isaia sull’Emmanuele, interpreta l’Emmanuele come “Il Dio con noi”, quindi questo è importantissimo e sarà il filo conduttore di tutto il vangelo. Se Gesù è il Dio con noi, se in Gesù Dio si manifesta in pienezza, questo significa che Dio non deve essere più cercato, la ricerca di Dio è tanto vana e astratta quanto vaga e confusa è l’immagine di Dio che una persona può avere, l’immagine di un Dio invisibile.
Quindi la ricerca di Dio, oltretutto, allontana dalle altre persone. Ebbene con Gesù Dio non va più cercato, ma accolto e con lui e come lui si va verso gli altri uomini. Con Gesù non si vive più per Dio, ma si vive di Dio. E’ un Dio che chiede di essere accolto per fondersi con l’uomo, dilatarne la capacità d’amore e così, onda su onda, fa giungere questo amore, dal quale nessuno si deve sentire escluso o emarginato, a tutta l’umanità.
Questo è il Natale. Allora l’augurio che ci facciamo è che quell’amore, quella vita, che si sono manifestati in una pienezza unica e immensa, originale, in Gesù trovino risposta anche in noi. Il Natale significa che la vita, l’amore, in ognuno di noi vogliono manifestarsi in una forma nuova, originale, inedita, come mai l’abbiamo fatto prima. Una forma creativa che è proprio la nostra.
Auguri a tutti di Buon Natale!



Giovedě 23 Dicembre,2010 Ore: 19:02
 
 
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