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PASQUA – 4 aprile 2010
RESTA CON NOI PERCHE’ SI FA SERA

Commento al Vangelo di P. Alberto Maggi OSM


Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno, [ il primo della setti­mana, ] due [ dei discepoli ] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilo­metri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli ri­spose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in pa­role, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
 
 
Nessun evangelista descrive la risurrezione di Gesù, ma tutti offrono la possibilità di incontrarlo una volta risuscitato. Luca lo fa con l’episodio dei discepoli di Emmaus.
Scrive l’evangelista che “in quello stesso giorno, [è il giorno uno della settimana]”, il giorno della nuova creazione, quella definitiva, quella che non avrà più tramonto, “due di loro erano in cammino verso un villaggio”. Ecco quando nei Vangeli troviamo il termine ‘villaggio’ è sempre negativo; il villaggio è il luogo della tradizione, il luogo refrattario alla novità portata da Gesù.
E questo villaggio ha anche un nome, Èmmaus. Questo nome Èmmaus appare solo una volta nell’Antico Testamento nel libro dei Maccabei, dove ricorda la vittoria di Dio, compiuta da Giuda Maccabeo, contro i pagani, ed è in questo libro dei Maccabei in ricordo di questa vittoria, che si ricorda che “allora tutte le nazioni sapranno che c’è chi riscatta e salva Israele”.
Quindi Èmmaus è il luogo della vittoria di Dio sui pagani e il luogo della liberazione. E loro si avviano verso là e l’evangelista segnala che dista “undici chilometri da Gerusalemme”, e adopera il termine sacrale, Ierusalem, che indica la città santa.
Ebbene, questi discepoli se ne vanno disillusi, se ne vanno scontenti, scoraggiati e, quando trovano un viandante che si avvicina a loro dicono che speravano che Gesù - questo uomo che loro avevano conosciuto e che indicano come il Nazareno, cioè appartenente a quella regione di rivoltosi, o come un profeta, ma non hanno capito che è lui la novità – avrebbe liberato Israele, perché è quello che loro attendono.
Non hanno capito che Gesù è venuto a inaugurare il Regno di Dio, loro attendono la restaurazione del regno di Israele, ancora dopo la risurrezione di Gesù, dopo che Gesù per quaranta giorni avrà parlato del Regno di Dio, loro gli chiedono “ma quand’è che restauri il regno di Israele?”
Sono attaccati ancora alla mentalità del passato e lo si vede dal modo con cui parlano dell’autorità, dicono “i capi dei sacerdoti e le nostre autorità”, considerano loro autorità quelli che hanno condannato a morte Gesù e lo hanno crocifisso.
E, aggiungono questi due “in verità alcune donne sono andate al mattino e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci che hanno avuto una visione d’angeli”, ma si guardano bene dal dire che alle donne non hanno creduto perché pensavano che fosse un vaneggiamento.
Ebbene, ecco che a questo punto si intromette Gesù con un rimprovero, un rimprovero molto duro, dà loro degli stupidi, gente dura di testa e lenta di cuore e comincia a spiegare loro tutta la scrittura da Mosè ai profeti. Come mai  è Gesù che deve spiegare loro la scrittura? Non potevano arrivarci da soli? No, perché per comprendere la scrittura, per capire la parola di Dio, bisogna leggerla con gli occhi dell’amore, gli occhi dell’amore che vedono il bene dell’uomo come valore assoluto; solo così si comprende quello che è scritto nella scrittura, altrimenti non soltanto non la si intende, ma si rischia di darle un significato contrario.
Ebbene, “quando furono vicini al villaggio dove erano diretti”, l’evangelista sottolinea che loro vogliono tornare al luogo della tradizione. Speravano che Gesù fosse il liberatore, nonostante loro continuino a sperare in un nuovo liberatore, Gesù fa come se dovesse andare più lontano. Gesù va verso il nuovo, non si ferma e non torna indietro verso il vecchio.
Ma loro insistono “«Resta con noi perché si fa sera»”. Non hanno capito che il giorno della risurrezione è il giorno ‘uno’. L’evangelista ha adoperato lo stesso termine che si usa nel libro della Genesi per indicare la creazione. Il “giorno uno” è il giorno della nuova e definitiva creazione al quale non seguiranno altri giorni, quindi non ci sarà un tramonto.
Ma Gesù acconsente ed “entrò”. Dove? Non si dice. “Entrò per rimanere con loro”, ma non dice nel villaggio; Gesù non entra nel villaggio, che è il luogo della tradizione, e il luogo del passato. Ed ecco che l’evangelista ci presenta la stessa scena dell’ultima cena.
E, per comprendere quello che segue, dobbiamo ricordare che Luca è l’unico evangelista che, nell’ultima cena, alle parole di Gesù aggiunge “fate questo in memoria di me”. Allora Gesù “prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro”. Gli stessi gesti, le stesse azioni dell’ultima cena. Gesù, il figlio di Dio, si fa pane e spezza la sua vita per gli uomini, perché quanti lo accolgono e sono capaci di farsi pane e spezzare la propria vita per gli altri, diventino figli dello stesso Dio.
Ed ecco che  “Allora si aprirono i loro occhi”, cioè ritorna la memoria, “e lo riconobbero”. Si riconosce Gesù – ed è quello che l’evangelista vuol dare come annunzio della risurrezione – quando si prende il suo pane e ci si fa pane per gli altri. Quanto si spezza il pane per donarsi agli altri, lì si sperimenta il Cristo risuscitato.
Ed ecco che però tornano a Gerusalemme, e appare la terza volta; ancora loro sono attaccati al luogo dell’istituzione religiosa, ci vorranno tanti anni prima che se ne liberino e narrano ai discepoli “ciò che era accaduto lungo la via”, ed ecco l’affermazione importante, “e come l’avevano riconosciuto nello spezzare del pane”.
Gesù ha detto “fate questo in memoria di me”; ogni volta che spezza il pane, il pane che è Gesù, ma il pane che è anche il credente che si spezza per gli altri, lì c’è la possibilità di sperimentare il Cristo vivo, vivente e vivificatore.
Ecco, con questo, auguri a tutti una Buona Pasqua!  


Mercoledì 31 Marzo,2010 Ore: 17:17
 
 
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