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www.ildialogo.org Massimo Aquilante: "La battaglia per una legge sulla libertà religiosa è culturale e politica",<i>a cura di Gaëlle Courtens</i>

Massimo Aquilante: "La battaglia per una legge sulla libertà religiosa è culturale e politica"

a cura di Gaëlle Courtens

Roma (NEV), 30 gennaio 2013 - In Lombardia sono già più di venti le chiese evangeliche, prive di Intesa con lo Stato che sono state costrette a chiudere per via di una legge regionale introdotta nel 2005 e che di fatto limita l'esercizio del culto pur garantito dalla Costituzione. Versano nella stessa condizione anche altre comunità di fede non tutelate da Intesa o senza riconoscimento giuridico. Cosa sta succedendo? In Italia è a rischio il diritto fondamentale alla libertà religiosa? Lo abbiamo chiesto al pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che è anche presidente della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS), il tavolo più ampio di rappresentanza pubblica dell'evangelismo italiano istituito con lo scopo di dare forza alle istanze in materia di libertà religiosa.

Presidente Aquilante, com'è possibile che in Lombardia debbano chiudere dei luoghi di culto e di preghiera? Che fine ha fatto il dettato costituzionale previsto dall'art. 19 per cui "tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume"?

Come Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) da mesi stiamo seguendo questa vicenda lombarda a dir poco nefasta. Siamo perfettamente a conoscenza delle scellerate conseguenze prodotte dall'introduzione della legge regionale 12 del 2005, nata come legge "anti-islamica", complice un clima culturale di intolleranza nei confronti delle minoranze religiose alimentato da alcune forze politiche. Il problema nasce da un dispositivo tecnico che di fatto impedisce la conversione all'uso di culto di locali costruiti in un'altra funzione. Quella lombarda, come l'analoga approvata in Veneto, è chiaramente una norma che limita la libertà di culto e che viola un principio costituzionale, alimentando una cultura del sospetto e della paura indegna di uno Stato democratico. La materia è stata ampiamente dibattuta dal Consiglio FCEI che si è preoccupato di raccogliere informazioni, acquisire documenti e prendere contatti.

In linea generale la FCEI si spende e si è spesa in questi anni a favore della laicità e della promozione della libertà religiosa nel nostro paese. Una priorità ribadita anche in occasione della scorsa Assemblea generale della FCEI tenutasi a novembre.

La libertà religiosa è dunque a rischio?

Non dobbiamo dimenticare che mentre le forze dell'ordine chiudevano alcune chiese evangeliche in Lombardia, a Roma venivano approvate in via definitiva le Intese con i buddisti e gli induisti, che dopo più di 10 anni hanno finalmente ottenuto quanto previsto dall'art. 8 della Costituzione. E solo qualche mese prima è passata anche l'Intesa con i mormoni, gli apostolici e gli ortodossi della Sacra arcidiocesi d'Italia. Qualcosa dunque si muove, anzi, direi che a livello nazionale, dopo anni di immobilismo, siamo di fronte ad una stagione eccezionale per la libertà religiosa nel nostro paese! Eppure a livello periferico succedono cose inaudite: una vera contraddizione! Ecco perché la nostra è una battaglia non solo di natura giuridica, ma soprattutto culturale e politica, che anche nell'ambito della CCERS viene portata avanti con convinzione.

Certo, rimane il problema delle leggi fasciste sui "culti ammessi" alle quali sottostanno tutte quelle espressioni di fede non tutelate da Intesa. Sono tante, e riguardano milioni di persone. Basti pensare agli ortodossi romeni e ai musulmani, rispettivamente la seconda e la terza presenza religiosa nel nostro paese. Pertanto il nostro augurio è che la prossima legislatura possa finalmente, dopo anni di disegni di legge arenati in Parlamento, approvare una legge sulla libertà religiosa al passo coi tempi.

La FCEI come intende intervenire?

Siamo una federazione di chiese, non un partito politico. Per quanto riguarda la vicenda lombarda vogliamo segnalare alle autorità anche locali che la questione della legge regionale va assolutamente risolta. Poi, a livello nazionale vogliamo portare avanti un dibattito culturale e di sensibilizzazione attraverso due convegni: uno a Milano e l'altro a Roma. L'appuntamento è per marzo, volutamente dopo le elezioni politiche, per avere un confronto mirato con i neoeletti, al fine di portare speditamente avanti una nuova legge abrogativa delle vetuste norme del '29, e rispettosa dei diritti delle persone appartenenti alle sempre più numerose comunità di fede radicate in Italia. Una legge di civiltà che rappresenterebbe una ricchezza per tutti gli italiani e tutte le italiane.



Sabato 02 Febbraio,2013 Ore: 23:14
 
 
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