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www.ildialogo.org Lettera al Presidente della Repubblica Italiana,di Coordinamento Regionale degli operatori dei Piani Sociali di Zona della Regione Campania

Piani sociali di zona
Lettera al Presidente della Repubblica Italiana

di Coordinamento Regionale degli operatori dei Piani Sociali di Zona della Regione Campania

SIT-IN Piani Sociali di Zona presso la Sede del Consiglio Regionale –Centro Direzionale – Isola F13 - Napoli i 23 settembre alle ore 10


Al Presidente della Repubblica Italiana
Eccellentissimo PRESIDENTE,
i Piani Sociali di Zona (art. 19 legge 328/00) negli ultimi dieci anni hanno rappresentato un modello di welfare inclusivo e di piena esigibilità dei diritti universali e si fonda su una ridefinizione dei processi organizzativi interni e su un indirizzo politico-programmatico coerente con la Legge Regionale n. 11/2007 “Legge per la dignità e la cittadinanza sociale. Attuazione della legge 8 novembre 2000, n. 328”, che intende promuovere la stabilizzazione della rete dei servizi e degli interventi sociali sul territorio. Questa strategia di programmazione territoriale rimanda ad un’idea di “fare sociale” che è stata costruita attraverso il potenziamento della programmazione partecipata, l’individuazione di scelte adeguate/pertinenti di welfare di comunità sia come strategia di contrasto all’esclusione sia di promozione del “ben-essere” e della qualità della vita.
Sul territorio regionale sono presenti 52 Ambiti territoriali con in media 30 operatori impegnati nella realizzazione dei rispettivi Piani Sociali di Zona, in prevalenza collaboratori esterni ed un indotto considerevole di operatori del Terzo Settore gestori dei servizi/interventi realizzati sui territori.
Il Piano Sociale Regionale, in riferimento al reclutamento di professionisti esterni, stabilisce che: “vanno tutelate le esperienze professionali maturate fino ad oggi assicurando adeguati punteggi di valutazione dei titoli e/o procedure di stabilizzazione con le modalità e i limiti consentiti dalla normativa vigente, al fine di non disperdere, ove esistente, il patrimonio di competenze e di esperienze professionali accumulato dai territori…”.
La Legge Regionale n. 11/2007 non ha considerato che la maggior parte del personale impiegato nei Piani Sociali di Zona (Uffici di Piano, Servizio Sociale Professionale, Segretariati Sociali, Centri Adozioni e Affido ecc…) è costituito da collaboratori esterni, contrattualizzati con gli Enti pubblici o con Soggetti Terzi.
 
Queste le premesse del Documento Unitario sottoscritto dagli operatori dei Piani Sociali di Zona della Regione Campania e destinato ai candidati alla Presidenza della Regione Campania in cui si chiedeva:
- l’impegno concreto a porre tra gli obiettivi prioritari dell’agenda politica, l’immediata risoluzione della stabilizzazione di professionisti qualificati e formati nell’ultimo decennio che, a partire dalla data di avvio della Riforma del sistema integrato dei servizi sociali e socio-sanitari, ex lege 328/00, sono impegnati nei Piani Sociali di Zona, profondendo competenza, serietà ed abnegazione ed avendo contribuito a realizzare un moderno sistema di infrastrutture materiali ed immateriali nei servizi alla persona. Il sistema sociale regionale della Campania, così delineato, oggi rappresenta una “punta di eccellenza” quale modello virtuoso di governance locale, pur in una dimensione di perenne precarietà delle risorse umane. 
- l’immediata istituzione di un Tavolo tecnico permanente quale supporto consultivo alla decisione politica in materia sociale, costituito dall’Avvocatura Regionale, dall’ANCI, dai rappresentanti sindacali, dai rappresentanti dei Coordinamenti Istituzionali e dai rappresentanti degli operatori dei Piani Sociali di Zona, che si ponga come primario ed immediato obiettivo quello di giungere all’assunzione a tempo indeterminato di questi ultimi, nonché alla realizzazione di forme associate con personalità giuridica degli Ambiti territoriali.
 
Il percorso avviato nel 1° incontro svoltosi a Capaccio (SA), il 15 Marzo c.a, ha visto la stesura e l’unanime condivisione del suddetto documento i cui contenuti emersero in quella sede.
A distanza di un mese dalle elezioni regionali, abbiamo ritenuto opportuno riprendere il cammino intrapreso con maggiore incisività e visibilità.
Con questo spirito organizzammo il  2° incontro il 21 Aprile, c/o l’Auditorium del Museo Archeologico Nazionale, a Pontecagnano Faiano (SA). Il tema dell’incontro scaturì dalla necessità di ragionare sulle varie forme di gestione funzionali al processo di stabilizzazione degli operatori: “Quale futuro per gli operatori dei Piani Sociali di Zona? Quale forma di gestione?”.
Nel suddetto Seminario Regionale che vide la copiosa partecipazione degli operatori dei Piani Sociali di Zona e dei rappresentanti istituzionali del territorio regionale, emerse l’unanime volontà di chiedere:
-      la modifica della Legge Regionale n.11/2007, nello specifico art. 10 comma 2 lettera c, che vincoli l’ammontare dei fondi di Ambito alla costituzione dell’ente gestorio, prevedendo uno specifico Regolamento Attuativo in cui siano definiti criteri di premalità e/o di penalità.
-      la modifica ed integrazione delle Indicazioni operative per la presentazione dei Piani Sociali di Zona triennali in applicazione del I Piano Sociale Regionale con la definizione di criteri di premalità e/o di penalità inerenti l’effettiva stabilizzazione del personale (Uffici di Piano, Servizio Sociale Professionale, Segretariati Sociali, Centri Adozioni e Affido, ecc.), contrattualizzato con gli Enti pubblici o con Soggetti Terzi.
-      l’acquisizione del Documento al fine di provvedere, a seguito della realizzazione della nuova forma associativa con personalità giuridica, alla stabilizzazione a tempo indeterminato degli operatori impiegati nei Piani Sociali di Zona.
 
Alla luce degli ultimi provvedimenti regionali, Caro Presidente, desideriamo sottoporre la questione a Lei, sempre sensibile alla problematiche dei lavoratori: allo stato, non sono noti i tempi di trasferimento agli Ambiti territoriali delle risorse finanziarie relative al Fondo Sociale Regionale. Atteso che questa situazione comporta il blocco dei servizi/interventi programmati per l’annualità 2010, con gravi ripercussioni sugli utenti e sugli operatori, è scaturita la necessità di organizzare un sit-in, presso la sede del Consiglio Regionale della Campania,per il giorno giovedì 23 settembre 2010, alle ore 10.00. L’iniziativa è finalizzata a sensibilizzare i livelli istituzionali e politici, a chiedere l’immediata istituzione di un tavolo tecnico permanente e porre all’attenzione pubblica la situazione di estremo disagio in cui versano i Piani Sociali di Zona.
La suddetta questione, altresì, è strettamente correlata al livello governativo, infatti, il 29 luglio 2010 la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato un Documento di proposte sulle politiche sociali: PATTO PER LE POLITICHE SOCIALI.
In ordine alle risorse economiche, è stato evidenziato che la dotazione del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali dal 2002 ad oggi è la seguente:  

Anno
Fondo Nazionale Politiche Sociali
Quota Regioni e Province Autonome
2002
1.622.889.199,00
771.461.269,00
2003
1.716.555.931,00
896.823.876,00
2004
1.884.346.940,00
1.000.000.000,00
2005
1.308.080.940,00
518.000.000,00
2006*
1.624.922.940,00
775.000.000,00
2007
1.635.141.000,00
745.000.000,00
2008
1.582.815.000,00
656.451.148,80
2009
1.311.555.000,00
518.226.539,00
2010
1.174.944.000,00
380.000.000,00

  
Le risorse, rispetto al 2004, sono state più che dimezzate. Certamente, si aggiungono dal 2007 al 2010 gli stanziamenti del Fondo per le non Autosufficienze ammontanti complessivamente a 1.200.000.000,00 euro, ma è più che ovvio, che trattasi di interventi finalizzati, che a norma di legge (finanziaria 2006) non erano e non sono sostitutivi del Fondo Nazionale Politiche Sociali, ma aggiuntivi per una specificità. Anche valutando alcune centinaia di milioni di euro per i Fondi a favore della famiglia, asili nido e minori, (anch'essi finalizzati), ci troviamo di fronte ad un minor impegno economico del livello nazionale per garantire i "bisogni primari" di chi si trova in situazioni di disagio. Gli Assessori alle Politiche Sociali hanno piena consapevolezza delle risorse che lo Stato, le Regioni e le Autonomie Locali hanno messo a sistema nel decennio che ha seguito la Legge quadro dei Servizi Sociali 328/2000, con la piena assunzione da parte delle Comunità Locali dei principi di sussidiarietà che attraverso i Piani Sociali di Zona hanno attuato politiche integrate per le complessità sociosanitarie, non autosufficienza, disabilità, minori e disagio familiare, non ultimi i problemi dell'immigrazione. Il Libro Bianco e le politiche fiscali ipotizzate a supporto delle famiglie, che ricoprono un ruolo centrale nel sistema sociale, offrono ulteriori spunti per la sussidiarietà e per l'avvio di nuove politiche, ma la situazione socio-economica e demografica descritta richiede di fissare interventi più definiti e mirati per contrastare i disagi sociali, che solo una operatività integrata di più politiche, a partire da quelle sociosanitarie e nel rispetto della governance tra i diversi livelli di Governo, consente di far confluire su obiettivi di sviluppo sociale, risorse nazionali, regionali e locali.
Nel concludere la disamina, gli Assessori Regionali alle Politiche Sociali, interpretando anche le istanze degli Amministratori Locali, propongono al Governo, in analogia a quanto si è già fatto per la salute, la stipula di un PATTO PER LE POLITICHE SOCIALI, che abbia valenza per un triennio e si ispiri a questi principi:
1. impegno dei diversi livelli di Governo: centrale, regionale e locale a ridefinire, nell’ambito di percorsi condivisi un sistema organico di benefici sociali in termini di diritti di cittadinanza e sociosanitari, attraverso livelli essenziali uniformi, prendendo a riferimento anche le proposte già avanzate da regioni e Autonomie Locali, a cui si giungerà con le gradualità consentite dalla sostenibilità condivisa dei costi;
2. analisi e proposte innovative per la percorribilità delle politiche integrate con la salute, la scuola, la formazione e l'avvio al lavoro, con mantenimento all'interno del Patto per le politiche Sociali, del Fondo per la non autosufficienza, come misura da continuare a finanziare in maniera autonoma, secondo quanto già previsto nel Patto per la Salute 2010/2012;
3. riconduzione al quadro organico di cui al punto 1), di tutte le risorse finanziarie messe in campo con il Patto, per consentire un'adeguata programmazione regionale e locale;
4. analisi e valutazione delle problematiche connesse l'invalidità civile ed i benefici economici alla stessa collegati, per giungere a misure innovative, appropriate e fruibili solo dagli effettivi aventi diritto;
5. presa in considerazione, in questo momento di estreme limitazioni di disponibilità finanziaria, della possibilità di escludere le Politiche Sociali dal Patto di stabilità, come avvenuto in precedenza (2004/2006). Gli obiettivi indicati potranno essere raggiunti con un'intesa tra Governo e Regioni.
Caro Presidente, Le scriviamo perché abbiamo bisogno della Sua attenzione a che le nostre istanze, legittime, siano accolte dalle Istituzioni.
Confidando nel Suo autorevole intervento perché il nostro Lavoro possa continuare a migliorare le condizioni socio economiche del Nostro Paese, La ringraziamo e Le porgiamo deferenti saluti.
 
 
Salerno, 14.09.2010
 
 
Coordinamento Regionale degli operatori dei Piani Sociali di Zona della Regione Campania


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Volantino sit-in 23 settembre 2010





Mercoledì 22 Settembre,2010 Ore: 18:41
 
 
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