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www.ildialogo.org CONTINUA LA CAMPAGNA ELETTORALE DI "AVVENIRE": DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DIRETTORE,da Adista Notizie n. 21 del 13/03/2010

CONTINUA LA CAMPAGNA ELETTORALE DI "AVVENIRE": DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DIRETTORE

da Adista Notizie n. 21 del 13/03/2010

35481. ROMA-ADISTA. Mentre la campagna elettorale si arroventa a seguito degli infortuni nei quali è incappato il centrodestra in occasione della presentazione delle liste - "sono dilettanti allo sbaraglio", ha detto Umberto Bossi dei propri alleati del Pdl - continua la "crociata" anti-Bonino lanciata da Avvenire. Per quei lettori che ancora nutrissero dubbi sulla posizione del quotidiano dei vescovi rispetto alla sfida fra Renata Polverini e la leader radicale, il direttore Marco Tarquinio si è prodotto nei giorni scorsi in una "dichiarazione di voto" piuttosto esplicita.
Ancora una volta l'occasione gli è stata offerta da una lettera di un esponente del Partito Democratico, Franco Monaco (lo scorso 17 febbraio, Tarquinio aveva risposto a Pier Luigi Bersani, v. Adista n. 17 e 19/10). "Dentro una competizione sostanzialmente a due per il governo delle regioni", ha scritto Monaco in una lettera pubblicata lo scorso 27 febbraio su Avvenire, "penso non ci si possa sottrarre alla responsabilità di una scelta. Lo fa anche l'Udc che, proponendosi di smontare il bipolarismo, a rigor di logica dovrebbe avanzare ovunque una proposta terza tra Pdl e Pd. Non sono entusiasta della candidatura Bonino nel Lazio sostenuta dal mio partito, il Pd appunto. Ma altro è sostenere un candidato esterno e un programma di governo regionale, altro è fare assurgere la Bonino a personalità che definirebbe il profilo identitario del Pd. Così non è. Ma poi mi chiedo: dal punto di vista della coscienza cristiana fa meno problema il sostegno a candidati della Lega?". Monaco ha provato inoltre ad accennare una riflessione di respiro più generale rispetto all'imminente competizione elettorale: "Ai fini della corrosione dell'ethos cristiano in Italia fa più problema il laicismo ideologico indubbio della Bonino o il secolarismo pratico inoculato nelle masse da Berlusconi con le sue tv, i suoi modelli di comportamento, le sue politiche da vent'anni in qua? Avvenire ha misurato su di sé le reazioni seguite a pur misurati rilievi su questo punto sensibile".
"A proposito di scelte e del 'matrimonio' tra Emma Bonino e il Partito democratico", ha scritto Marco Tarquinio nella sua risposta, pubblicata in calce alla lettera, le ricordo solo che è stato Pier Luigi Bersani "a proclamare la 'capacità' della leader radicale ('senatrice eletta nelle nostre liste' e 'fuoriclasse') di 'interpretare' il programma del centrosinistra. Lei ora assicura che la cultura radicale alla Bonino non è un 'mattone' - per dirla ancora con Bersani - dei 'muri portanti della casa comune'. Vedremo. Si sa che convivere con i radicali e i loro riti e miti politici non è facile (e nel Pd in questi giorni lo si sta sperimentando per l'ennesima volta). Ma si vede a occhio nudo - e lo enfatizzano gli applausi-sberleffo all'uscita dal partito degli ex teodem - che certo radicalismo anche senza radicali nel Pd è purtroppo di casa". In merito al rapporto fra berlusconismo ed ethos cristiano, che si riconosce essere argomento "lungo e complesso", Tarquinio è tornato a quella "necessità della scelta" con cui si era aperta la lettera di Monaco. E se è vero che "in politica si deve scegliere", il direttore di Avvenire ha affermato con decisione: "Niente e nessuno mi farà digerire uno schieramento che assegna un ruolo guida a una 'laicista ideologica' del calibro e della storia di Emma Bonino. Come diceva, a diverso proposito, un mio laicissimo maestro di giornalismo e di coerenza: da che parte è andata quella signora lì? Ah, bene, io me ne vado di corsa da quest'altra.". Solo che dall'altra parte ci sia Renata Polverini e, dietro di lei, Silvio Berlusconi. Un nome, e un'opzione politica, che evidentemente non turbano "l'elettore cattolico esigente", come si definisce Marco Tarquinio.
Tuttavia, per quanto concerne la polemica sulle bocciature delle liste del centrodestra, Avvenire non ha assecondato in alcun modo le teorie complottiste della maggioranza né le dichiarazioni scomposte rilasciate da qualche esponente del governo. Sergio Soave, in un editoriale pubblicato il 4 marzo, ha parlato di un "evidente disastro organizzativo": "Quel che non ha funzionato in modo clamoroso è l'organizzazione elettorale del Pdl, che non ha messo insieme in modo preciso le firme necessarie proprio in due città, Milano e Roma, nelle quali il primo partito italiano può contare anche sul niente affatto trascurabile seguito personale di cui godono il governatore Roberto Formigoni e il sindaco Gianni Alemanno". "Si vedrà come andrà a finire con gli ulteriori ricorsi", ha aggiunto l'editorialista di Avvenire; "tutti dovrebbero sperare che il confronto elettorale avvenga alla fine tra schieramenti in grado di scendere in campo e di confrontarsi con tutti i candidati che hanno scelto, ma se ciò non accadesse è chiaro che la responsabilità sarebbe di chi ha commesso errori e affastellato pasticci e improvvisazioni, non di chi ha deciso di sanzionarli con rigore".

Il documento dei vescovi emiliani sulle elezioni
Hanno fatto una scelta di sobrietà ed equilibrio i vescovi dell'Emilia Romagna in un loro comunicato in vista delle elezioni regionali. L'elettore cristiano, hanno scritto i vescovi, deve essere orientato nella propria scelta di voto da quei "valori non negoziabili" che costituiscono il "nucleo portante" della dottrina sociale della Chiesa, fra i quali vengono citati "la sacralità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, inviolabile ed indisponibile a tutte le strutture ed a tutti i poteri" e "la sacralità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio, sulla legittima unione cioè fra un uomo e una donna, responsabilmente aperta alla paternità e alla maternità". Ma accanto a questi, che riconducono più facilmente allo schieramento di centrodestra, sono citati anche valori più affini alla sensibilità politica del centrosinistra, come "l'accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro persona" (di cui certamente non possono farsi vanto formazioni xenofobe come la Lega Nord o La Destra di Francesco Storace, che con queste elezioni regionali è rientrata organicamente nella coalizione di centrodestra dopo la corsa in solitaria nelle politiche del 2008 e nelle europee del 2009).
Il sacerdote, hanno scritto ancora i vescovi, deve saper "illuminare il fedele perché individui quei valori umani fondamentali che oggi in Regione meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi". Ma lo stesso sacerdote, hanno precisato, "deve astenersi completamente dall'indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio che dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei valori umani in questione". (e. c.)
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da Adista Notizie n. 21 del 13/03/2010

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 09 Marzo,2010 Ore: 14:40
 
 
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