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www.ildialogo.org E intanto i domenicani attaccano il governo che "minaccia la democrazia e lo stato di diritto",

La Cei divisa sul decreto salva liste:
un vesvovo attacca il governo ma la Cei lo smentisce

E intanto i domenicani attaccano il governo che "minaccia la democrazia e lo stato di diritto"

REGIONALI: DOMENICANI, DL SALVALISTE MINACCIA DEMOCRAZIA E STATO DIRITTO
(ASCA) - Roma, 8 mar - I "frati, monache, laici e suore della Commissione nazionale domenicana di Giustizia, Pace e Creato" sono preoccupati per la situazione dello "Stato democratico e di diritto", "gravemente minacciato da una serie di provvedimenti legislativi, in cui si inserisce, da ultimo, il decreto legge interpretativo cosiddetto salva liste". E' quanto si legge in un comunicato diffuso ieri.
In particolare, i domenicani criticano l'articolo 1 del decreto "che da' preminenza ai diritti dell'elettorato rispetto alle formalita"'. "Invero - scrive la Commissione - derubricare a mere formalita' le norme sulle modalita' e i termini di presentazione delle liste elettorali - peraltro a tutti note - significa anzitutto togliere peso al rispetto delle regole del gioco, cambiandole mentre il gioco stesso si svolge".
Inoltre, per i domenicani, e' "grave che, ormai da tempo, si dia ai cittadini questo messaggio culturale: che il diritto possa intervenire immediatamente e in una logica emergenziale in risposta a qualsivoglia situazione, personale o comunque assai particolare". "Se, ad ogni evento specifico scomodo magari per pochi - osservano -, si interviene subito mediante nuove norme, si distrugge la certezza dei rapporti giuridici e si incide sul senso della responsabilita' personale, privata di punti di riferimento stabili anche in termini di sanzioni, di qualunque tipo esse siano".
asp/sam/alf
081158 MAR 10
NNNN

Repubblica 8 marzo 2010
Il portavoce dei vescovi evita polemiche con il governo 

Mogavero: "Decreto scorretto" ma la Cei lo smentisce "Non esprimiamo giudizi"   

ROMA -Monsignor Domenico Mogavero, responsabile degli Affari giuridici della Cei dice che è «altamente scorretto cambiare le regole del gioco mentre il gioco è già in atto». Un duro attacco contro il decreto "salva-liste" che però la Conferenza Episcopale nel suo complesso non condivide. Il portavoce, monsignor Domenico Pompili, si è infatti affrettato a puntualizzare di «non aver espresso» e di«non ritenere di dover esprimere valutazioni al riguardo».
L´attacco di monsignor Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo è arrivato ieri mattina dalla frequenze della Radio Vaticana. «Cambiare le regole del gioco mentre il gioco è già in atto è altamente scorretto, perché si legittima ogni intervento arbitrario con la motivazione che ragioni più o meno intrinseche o pertinenti mettono in gioco il valore della partecipazione» ha spiegato Mogavero. Che anche aggiunto, a microfoni spenti, che siamo di fronte ad un «brutto precedente» e di «atteggiamento arrogante della maggioranza». «La definizione giusta - ha aggiunto - è quella data dal presidente della Repubblica, quando ha parlato di un grandissimo pasticcio».
A questo punto dalla Cei è arrivata la sostanziale retromarcia che sconfessa Mogavero. «Le questioni di procedura elettorale hanno natura squisitamente tecnico-giuridica ed hanno assunto nelle vicende degli ultimi giorni ricadute di tipo politico ed istituzionale» su cui la Conferenza «non esprime valutazioni». Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, ha subito rivendicato «piena sintonia» con la Chiesa. Il pd David Sassoli ha invece detto che «la Chiesa italiana fa bene a ricordare che la democrazia è un sistema fragile da proteggere».
 
 
Stampa 8 marzo 2010
La polemica

Mons. Mogavero attacca, il portavoce di Bagnasco smorza
Cei critica, anzi no

Anche i vescovi divisi sul decreto
GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO
 
 Il decreto salva-liste spacca la Chiesa. «E’ altamente scorretto cambiare in corsa le regole del gioco - attacca su “Radio Vaticana” il vescovo Domenico Mogavero, responsabile degli affari giuridici della Cei -. La democrazia è una realtà fragile che non si improvvisa ogni giorno: non può prevalere l’arbitrio di qualcuno e serve il rispetto di norme certe». Invece, «in questo grandissimo pasticcio il valore della partecipazione è messo in discussione dalla non osservanza di regole che sono una garanzia a tutela di tutti». Poi Mogavero rincara la dose: «E’ un brutto precedente, un fatto giuridicamente grave, causato da un atteggiamento arrogante della maggioranza che ha preteso di aggiustare tutto senza riconoscere le proprie responsabilità. Il torto l’hanno fatto coloro che non hanno ottemperato alle regole». Inoltre, «in democrazia non si può distinguere fra regole e bene sostanziale. Le regole non sono un aspetto accidentale del vivere insieme, ma quelle che dettano il binario attraverso cui incamminarci».
Al contrario «Avvenire», il quotidiano dei vescovi, stigmatizza «l’abnorme anomalia, in un assetto ormai bipolare, di un eventuale confronto elettorale privato in partenza di uno dei due principali competitori», perciò «benedice» la soluzione legislativa decisa dal governo per le liste escluse. «Quale legittimità democratica sostanziale potrebbe vantare un presidente, una giunta, insediati senza la partecipazione di una fetta rilevante, quando non maggioritaria, di elettorato? - si chiede il giornale della Cei - E anche tra alcuni esponenti delle opposizioni si è fatta largo l’idea che non è desiderabile un’elezione dimezzata, una vittoria senza giocare la partita». Alla fine interviene per fare chiarezza il portavoce e sottosegretario della Cei, monsignor Domenico Pompili. «Le questioni di procedura elettorale hanno natura squisitamente tecnico-giuridica ed hanno assunto nelle vicende degli ultimi giorni ricadute di tipo politico ed istituzionale - spiega Pompili -. Considerata questa connotazione, la Cei non ha espresso e non ritiene di dover esprimere valutazioni al riguardo». A giudizio di Formigoni quella di Mogavero è «un’opinione sbagliata», per Gasparri è solo «una dichiarazione smentita dalla Cei» e Renata Polverini si dice «felice di vivere in un paese democratico dove ognuno può esprimere il suo pensiero».
Ma che la questione faccia molto discutere nella Chiesa lo dimostra anche l’editoriale della rivista ciellina «Tracce», critico verso «l’incredibile sciatteria e il pressappochismo di chi ha presentato le liste elettorali». Quindi, «i puntelli non bastano: su quelli non si costruisce nulla. E allora chissà che questa vicenda non serva a riprendere il filo di una paziente e quotidiana opera di educazione che faccia interessare alla politica e alla costruzione del bene comune».



Luned́ 08 Marzo,2010 Ore: 16:13
 
 
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