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www.ildialogo.org Quel 18 Aprile del 1948,di Beppe Manni

Quel 18 Aprile del 1948

di Beppe Manni

(Gazzetta di Modena 15 aprile 2018)
Le elezioni politiche del 1948 sono state l’inizio di una divisione ideologica tra gli italiani che ancora oggi fanno sentire il peso del pregiudizio e della diffidenza reciproca che non aiuta ad una collaborazione delle parti politiche per il bene della nazione
Elezioni del 18 aprile 1948: la Democrazia Cristiana prese il 48%; il Fronte democratico popolare (Comunisti e socialisti) il 31%. Dalla tragedia della seconda guerra mondiale e dalla lotta contro il fascismo e il nazismo, nasceva una nuova Italia unita intorno a principi fondamentali dei diritti, della libertà e della giustizia sociale. Infatti dai comuni intenti di quegli eroici cavalieri della ‘resistenza’ era nata la Repubblica dal referendum del 46 che aveva cancellato la Monarchia. E poi la nostra bellissima Costituzione. In essa si erano magnificamente fuse le istanze egalitarie del socialismo, l’idealismo del liberalismo laico e i principi del cristianesimo. Ma le buone intenzioni naufragarono in occasione delle elezioni politiche del 1948. Ripensando a quei giorni non si comprende appieno la ferocia inaudita che si scatenò tra forze contrapposte non solo tra destra e sinistra ma tra comunisti/socialisti del Fronte Democratico Popolare e cattolici della Democrazia Cristiana. Tra USA e URSS, tra blocco americano e blocco sovietico. Tra Togliatti, Nenni e De Gasperi. La chiesa e il vaticano ebbero un grande peso. Ogni pulpito era la predella per un comizio elettorale, usando anche l’arma della scomunica.“Nel segreto della cabina Dio ti vede Stalin no” recitava un manifesto dove un omino pensieroso davanti al banchetto del voto tratteneva in bocca la matita. Solo chi vota DC salvava la chiesa, la famiglia e il lavoro. Riaffiorarono le contrapposizioni sopite durante la lotta per la liberazione con nuovi rigurgiti fascisti ed esecuzioni sommarie. Le conseguenze malvagie di ogni guerra non si cancellano con i condoni, gli accordi e la consegna delle armi.
Oggi riandando a quei giorni duri abbiamo qualche elemento in più per comprendere questa dura contrapposizione. Nel Patto di Yalta del 1945 Americani, Inglesi e Russi si erano divisa l’Europa in precise zone di influenza. L’Italia era stata destinata all’area dell’America. Insieme alla Grecia e a parte della Germania. Il Fronte Democratico Popolare non poteva e non doveva vincere, il rischio era un’altra guerra civile. Era iniziata la Guerra Fredda.
Ciò che non si capisce è la strumentalizzazione che in quei giorni i nostri politici, gli intellettuali, i sindacati e gli uomini della chiesa, fecero di questa contrapposizione planetaria. Coinvolsero deliberatamente uomini e donne ‘inconsapevoli’, usciti dalla tragedia della guerra, che stavano seppellendo i loro morti, che aspettavano il ritorno dei prigionieri. Che ricostruivano le case bombardate. Che cercavano un lavoro. Anziché fare un’opera di riconciliazione nazionale (non ci furono processi) aizzarono gli uni contro gli altri. Scatenando l’odio reciproco in nome di ideologie che loro stessi non capivano più.


Sabato 19 Maggio,2018 Ore: 18:02
 
 
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