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www.ildialogo.org La bandiera italiana ha perso il verde,di Beppe Manni

La bandiera italiana ha perso il verde

di Beppe Manni

(Gazzetta i Modena 9 agosto 2017)
I convegni festaioli del fine estate Festa dell’Unità, Meeting di Rimini, Festival della Filosofia, cercano di interpretare tra un bicchiere di lambrusco e un pezzo di gnocco, i principali temi di oggi: il lavoro giovanile, la crisi economica, l’immigrazione, la violenza sulla donna, il terrorismo, la sicurezza, l’uomo e la macchina, il rapporto tra generazioni; arte, sport, religione e politica. E poi mostre, sport e molte tavole apparecchiate, con centinaia di ristoranti.
“Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” scriveva Tito Livio “Mentre a Roma si discuteva Sagunto (alleata) veniva distrutta da Annibale”.
Polifemo si avventa sulla nostra arsa pianura padana e cento guerre insanguinano i paesi dell’Africa a noi vicina. Ma noi ci gingilliamo parlando dei massimi sistemi facendoci accarezzare le orecchie dalle dotte loquele dei sapienti di turno. Dalle favole di Bertinotti alle elucubrazioni di Natoli, fino ai buoni sentimenti di Bianchi.
Ho sfogliato i programmi delle feste e dei convegni agostani e settembrini. Si parla di tutto. Dal Bianco delle grandi discussioni filosofiche, al Rosso dei dibattiti politici. Ma il Verde chi l’ha visto? Fino a un decennio fa c’erano i partiti verdi, movimenti ambientalisti, gruppi pacifisti. Nei programmi elettorali comunali, regionali e nazionali apparivano sempre le proposte ecologiche e ambientali. Facevano parte sostanziale delle liste di sinistra. Era il fiore all’occhiello. La quota dei verdi era importante negli equilibri politici. Poi più niente. Silenzio.
Della questione ecologica se ne è parlato quando fu pubblicato il documento papale di Laudato Si’ del papa, n documento della CEI sulla salvaguardia del creato e in occasione degli incontri mondiali sul clima per bloccare il tragico innalzamento della temperatura del pianeta. Enunciazioni, inviti, ma non proposte concrete condivise.
Alla Festa dell’Unità, si discute solo e sottovoce di “sviluppo sostenibile”.
Se si parla di guerre e profughi ben ci guardiamo dal citare le nostre pesanti responsabilità, i nostri interessi economici in Africa e le maxi esportazioni di armi, specialmente italiane. Ci sentiamo, ipocriticamente, innocenti.
Come mai di fronte al più drammatico problema che assilla l’umanità di oggi e mette a rischio la terra del futuro, clima e guerre, questo silenzio e disinteresse generale? Sembra che ci siamo rassegnati costatando la nostra impossibilità di contare e la non volontà dei grandi della terra di intervenire.
Dopo Polifemo dal caldo alito infernale, ora arriva il ciclone Poppea con tempeste, piogge e inondazioni. Poppea la sfortunata moglie di Nerone, si dice che facesse il bagno nel latte di asina a noi basterebbe un abbondante lavacro di acque ristoratrici.



Domenica 17 Settembre,2017 Ore: 09:09
 
 
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