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www.ildialogo.org IL FILOSOFO DEPORTATO,di Agostino Spataro

IL FILOSOFO DEPORTATO

di Agostino Spataro

 Segnalo questa mia nota a proposito dell'espianto e della "deportazione" della statua di Gyorgy Lukacs da un parco pubblico di Budapest. In:
facebook.com
IL FILOSOFO DEPORTATO
L'altra sera sono andato a trovare la statua di Gyorgy Lukacs minacciata di rimozione. Con la più viva sorpresa, ho dovuto costatare che la statua del grande pensatore marxista era stata rimossa a fine marzo. Dalle foto si possono rilevare i passaggi dell'espianto e il camion che l'ha portata via. Dove?
Il custode della villa pubblica mi ha risposto (in inglese tradotto con Google in italiano ) "nella casa del Creatore".
Min...a! Esclamai. Anche Lui ritorna nella casa del Creatore?
Chiarimmo il concetto: il creatore non era l'Altissimo, ma l'artista che aveva creato la statua del filosofo. Temevo di peggio. Si spera che il creatore conserverà, amorevolmente, la sua creatura. In attesa di tempi migliori...
Povero Lukacs: da vivo era sfuggito alle stragi della controvoluzione del 1919; da marxista ebreo ai campi di sterminio nazisti (che fecero 400 mila vittime ungheresi, fra ebrei e zingari); da comunista antistalinista e partigiano della rivolta popolare ungherese del'56 alla dura restaurazione filosovietica.
Su tale tragico evento bisognerebbe riaprire la riflessione: non fu una rivolta anticomunista ma antistalinista. Fu, infatti, promossa e, fino a un certo punto, interamente guidata dagli intellettuali e dagli operai comunisti antistalinisti ungheresi (come Nagy, Lukacs e altri). Il primo a pagare (con la vita) fu Imre Nagy, comunista di vecchia data e capo del governo insurrezionale. I capi di altre formazioni politiche anticomuniste scapparano in Occidente o si rifugiarono presso l'ambasciata Usa.
Lukacs da morto, non é riuscito a sfuggire alla barbara condanna dell'attuale maggioranza di centrodestra del consiglio comunale di Budapest. Durante la Santa Inquisizione gli "eretici" sfuggiti all'arresto erano "condannati in statua" ossia bruciati in statua nella pubblica piazza. Che altro dire? Dispiace, si prova una grande tristezza. Una politica che si autodefinisce democratica, di là del colore e dell'ideologia, non può attuare rappresaglie contro persone morte, che tanto lustro hanno dato al proprio Paese e all'Europa, per fatti avvenuti 1 secolo fa, nel vivo di una guerra civile durissima e sanguinosa come fu la "Repubblica dei consigli" del1919. Mi ero portato un mazzetto di fiori per rinnovare l'omaggio,ma non essendoci più la statua l'ho gettato nel Danubio. Chissà... qualche pesce compagno!



Domenica 04 Giugno,2017 Ore: 19:26
 
 
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