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www.ildialogo.org LA PAROLA LIBERA E CONTRARIA,di Luigi Caputo

Referendum Costituzionale
LA PAROLA LIBERA E CONTRARIA

di Luigi Caputo

I luoghi comuni che il SI' sta spandendo a piene mani in questi ultimi giorni di campagna elettorale toccano vette di banalizzazione assurde dai tratti esilaranti, se non riguardassero temi assai seri e gravidi di conseguenze. “Quante volte diciamo sì durante la vita? ”, recita la geniale domanda del comitato “Basta un sì”. Ad essa non replicheremo con l'affermazione di Gobetti secondo cui il sì è la parola preferita dai servi, osserviamo tuttavia che questo paese ha conosciuto nel corso della sua storia troppi sì, facili e disinvolti, che hanno favorito derive di civiltà e tragedie storiche.
Oggi più che mai abbiamo invece bisogno di esprimere la nostra “parola contraria” - per dirla con Erri De Luca - dare corpo al nostro senso critico, al rifiuto di avallare un corso regressivo e culturalmente violento, la banalizzazione che offende l'intelligenza, la barbarie della monetizzazione della democrazia, la stupidità dei quesiti a risposta incorporata, i trucchi e i colpi bassi di chi vorrebbe ridurre la complessità di una revisione che investe 47 articoli a quattro titoletti accattivanti sulla scheda elettorale, il cinismo che di chi sta speculando anche sulla pelle dei malati pur di portare a casa il risultato, la spregiudicatezza di chi ha allungato una campagna elettorale all'infinito sperando nel logoramento dei cittadini. Ciò significa essere conservatori? Nello stesso senso di coloro che a suo tempo decisero di conservare il divorzio e l'aborto e di quanti oggi si battono per conservare, ossia per mantenere, quei diritti sociali vilipesi da questo governo, con l'aggressione all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Vogliamo essere custodi di quella Costituzione che molti dei fautori attuali del SI' fino a poco tempo reputavano “la più bella del mondo” e di cui oggi vorrebbero fare strame. La carta costituzionale rappresenta invece per noi un documento umano, quindi perfettibile, e di sicuro una delle testimonianze storiche più alte della capacità di autodeterminazione del popolo italiano. Siamo per il NO perché convinti che non sarebbe possibile nessuna forma di costituzionalismo senza critica e limitazione del potere e che l'avversione insita nella nostra Costituzione verso la cultura dell'uomo solo al comando sia pienamente attuale e rappresenti il presupposto di quella democrazia come stato del valore umano che i padri costituenti si sforzarono di costruire. Siamo per il no perché crediamo che il mito della velocità applicato alle istituzioni sia un mito regressivo che troppo stesso nella storia si è associato a quello della violenza, perché riteniamo che quello della Costituzione sia un sentiero interrotto da riprendere e sviluppare, e non uno sterile cammino da abbandonare, perché una costituzione è e deve essere una grande opera corale e non il diktat di una parte, tanto più se questa si comporta come una fazione cinica e arrogante. Ci siamo sempre sottratti, in questa lunga campagna elettorale, al gioco stucchevole che consiste nel dire come avrebbero votato illustri esponenti storici della sinistra oggi scomparsi. Lo lasciamo volentieri a chi nei confronti dei morti sta dimostrando la stessa mancanza di rispetto che nutre nei confronti dei vivi. A noi basta sapere che i valori che stiamo difendendo in questa battaglia di libertà sono gli stessi ai quali hanno consacrato la loro esistenza Sandro Pertini e Ferruccio Parri, Luigi Longo e Riccardo Lombardi, Lelio Basso e Umberto Terracini, Giuseppe Dossetti e Pietro Calamandrei. Sono valori che in più di una circostanza hanno richiesto di pronunciare la fatidica parola cara a chi non si rassegna, il rifiuto di chi non abbassa la testa, la parola contraria di chi ha resistito, resiste e resisterà.
1.12.2016
Luigi Caputo



Giovedì 01 Dicembre,2016 Ore: 23:00
 
 
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