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www.ildialogo.org REFERENDUM COSTITUZIONALE : ORA E' IL MOMENTO DELLA RIFLESSIONE,di Augusto Cavadi

REFERENDUM COSTITUZIONALE : ORA E' IL MOMENTO DELLA RIFLESSIONE

di Augusto Cavadi

Riprendiamo questo articolo, su segnalazione dell'autore che ringraziamo, dal suo blog Augustocavadi.com
martedì 22 novembre 2016
Care e cari interlettori di questo blog,
  dopo mesi di polemiche incrociate e di informazioni di ogni genere mi pare che ognuno di noi abbia abbastanza materiale per riflettere e decidere in vista dell'ormai vicino referendum confermativo della riforma costituzionale approvata dal'attuale Parlamento. Il materiale c'è e abbondante: vogliamo dire stop a nuovi stimoli informativi e dedicare, questi ultimi giorni, a un esame critico di quanto abbiamo raccolto mediante i canali più disparati?
  Poiché ogni giorno mi si chiede come voterò lo scrivo qui, adesso, e taccio (spero) sino al 4 dicembre 2017:
a) poiché è un referendum confermativo (non, come molti altri, abrogativo) non c'è una minima soglia di votanti per renderlo valido: anche se vanno a votare solo tre italiani, vincerà il parere di due. Perciò non rinuncerò neppure questa volta al diritto-dovere di esprimermi;
b) poiché (tranne alcuni esponenti dei due fronti a cui non frega nulla delle regole costituzionali e strumentalizzano il referendum per scopi estranei) ci sono persone per bene che votano "sì" e persone per bene che votano "no", non augurerò mai ai concittadini dello schieramento opposto al mio nessuna disgrazia (come la Sla augurata al mio amico Francesco Palazzo, che voterà in senso diverso da me, da parte di stupidi delinquenti che voteranno invece come me);
c) il cuore della questione è il rapporto (necessariamente inverso) fra "rappresentantività" e "governabilità": in regime democratico non si può rinunziare né all'una né all'altra, si tratta di trovare un giusto equilibrio. Infatti più è forte il Parlamento (specie se rappresenta in proporzione più fasce sociali), più si esercita la sovranità popolare, ma col rischio che il Governo abbia le mani legate e si arrivi con lentezza a una decisione; viceversa, più è forte il Governo (anche se rappresenta una minoranza del 25 - 30 % dei cittadini), più velocemente e efficacemente può assumere decisioni, ma col rischio che nessuna rappresentanza del popolo può obiettare, contestare, correggere;
d) la Costituzione entrata in vigore  il 1 gennaio del 1948, secondo me, assicurava un saggio equilibrio fra il potere legislativo e di controllo del Parlamento e il potere esecutivo e amministrativo del Governo: non c'era bisogno di modificare questo equilibrio che il mondo civile per decenni  ci ha invidiato;
e) ammesso, invece, che fosse necessaria (o anche solo opportuna) una riforma della Costituzione, andava negoziata consensualmente da tutte (o per lo meno dalla stragrande maggioranza) delle forze politiche (come appunto fra le forza antifasciste nel Secondo dopoguerra) : perché farla con neppure il 75% dell'assenso dei parlamentari?
f) se si è proceduto a colpi di maggioranza perchè c'era fretta, perché c'era tutta questa gran fretta (sì da darle la priorità rispetto ai gravissimi problemi del Paese) ?
g) e, se non si poteva aspettare un consenso più ampio (nel Paese e nel Parlamento) perché c'era fretta, perché almeno non si è proceduto a elezioni regolari (cioè con un nuovo metodo elettorale differente dal "Porcellum" dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale e dallo stesso "Italicum") in modo che a decidere in fretta, e senza una maggioranza "qualificata", fosse almeno un Parlamento eletto con metodo davvero costituzionale?
h) non sono un giurista, ma un filosofo. Come tale ho vivo il senso dei miei limiti. Devo ragionare con la mia testa ma è essa stessa che mi suggerisce quando, raggiunto il confine delle mie competenze, devo affidarmi a chi ne sa di più. Tra le autorità intellettuali e morali che si sono espresse in proposito, vedo da una parte (a favore del "sì") la J. P. Morgan (che in una lettera che chiunque può leggere in internet con i propri occhi raccomanda di ridurre costituzionalmente nei Paesi mediterranei il tasso di democrazia e di "socialismo"), l'istituto finanziario che ha provocato l'ultima crisi mondiale dell'economia; dall'altra parte (a favore del "no") la stragrande maggioranza dei costituzionalisti, dei filosofi del diritto, dei magistrati, degli avvocati, dei politici che ho da sempre stimato;
i) ecco perché voterò, senza la minima esitazione, per il "no";
l) spero che la vittoria del "no" non comporti la caduta del governo Renzi perché merita di cadere ma alle elezioni politiche, svolte con legge elettorale costituzionale, e solo se ci sarà uno schieramento alternativo più credibile;
m) a chi mi dirà se non sono imbarazzato di votare come Berlusconi, Brunetta, Salvini...risponderò che lo sono; ma aggiungerò che non mi sentirei meno imbarazzato di votare come Verdini, Casini, la Mussolini...
www.augustocavadi.com



Giovedì 24 Novembre,2016 Ore: 11:51
 
 
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