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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Io voto NO e vi spiego il perchè,di Davide Bardasi

Referendum costituzionale del 4 dicembre
Io voto NO e vi spiego il perchè

di Davide Bardasi

Mancano due mesi al voto referendario sulla "riforma" costituzionale Renzi-Boschi-Verdini e la campagna elettorale (la piu' lunga di sempre in Italia) e' gia' partita.
La data del referendum
Inizialmente pareva si votasse in settembre, poi in ottobre, quindi il 20 o il 27 novembre. Alla fine si votera' domenica 4 dicembre. Ancora un po', e saremmo arrivati a Natale o magari a Capodanno. Pare che gli scrutatori ci accoglieranno ai seggi vestiti da Babbo Natale.
Il quesito referendario
Questo il quesito che ci troveremo sulla scheda elettorale:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»
Molto semplice ed accattivante, soprattutto per chi la "riforma" non l'ha letta o non la conosce. Un messaggio elettorale per il SI', rivolto soprattutto agli indecisi, che sono ancora un terzo dei votanti. Piu' che un quesito, sembra uno spot pubblicitario per invogliare ad acquistare un prodotto, bello fuori, ma che quando lo apri scopri che non funziona, e lo devi gettare.
Gente, venitteeeee! Sono iniziati i saldi e le televenditeeeee!
La campagna elettorale di Renzi e' come al solito basata sulle promesse a raffica. Dopo gli 80 euro in busta paga e i 500 euro per gli studenti (... quelli che non fuggono all'estero), ora abbiamo: l'aumento delle pensioni minime per gli anziani (la "quattordicesima", di cui nessuno conosceva l'esistenza), l'anticipo pensionistico (una fregatura peggiore della legge Fornero), l'abolizione della TASI, dell'IRES, dell'IRAP. Il tutto condito con le solite cifre farlocche su conti pubblici e andamento dell'economia. Ha dimenticato solo un particolare: dire dove trovera' la valangata di miliardi per fare tutto questo.
Non poteva mancare la super sparata: il ponte sullo stretto di Messina!!! "... completare il grande progetto ... il collegamento tra Napoli e Palermo, in un'operazione che porta centomila posti di lavoro ..." (BUMMM!!!). Anche qui, ha dimenticato di dire che costera' 8 miliardi di euro (preventivati, quindi diventeranno almeno il doppio), in una zona ad alto rischio sismico, con correnti marine enormi, a cavallo tra le due regioni a piu' alta concentrazione mafiosa d'Italia. Non si fara' mai, ma se ne parlera' ancora per anni.
Renzi e' gia' partito per un tour in tutta Italia, con 200 appuntamenti in soli 60 giorni. E' sempre in giro e in TV: comizi, interviste, dibattiti, feste, cene elettorali.  Tutto, tranne che governare. D'altra parte, visti i pessimi risultati (jobs act, buona scuola, sblocca Italia, conti in rosso, salva banche, intrallazzi familiari, ecc.), e' meglio che stia lontano da Palazzo Chigi. Intanto sta spedendo i ministri all'estero (a spese nostre) per convincere gli italiani ivi residenti a votare SI'. Una campagna elettorale planetaria.
Ma in Emilia-Romagna per caso si e' gia' votato?
La Regione Emilia-Romagna ha organizzato, per il prossimo 14 ottobre, un seminario (ovviamente a spese nostre) per preparare i funzionari della Regione in vista dell'entrata in vigore della Carta riformata. Danno gia' per certo che il 4 dicembre vinceranno i SI'. Peccato che, se invece vinceranno i NO (ma evidentemente per loro e' impossibile che cio' avvenga), la revisione costituzionale sarà carta straccia.
L’insegnante del corso (udite udite) sarà Roberto Bin, docente di diritto costituzionale all’Universita' di Ferrara, convinto sostenitore della "riforma" e tra i primi firmatari per il SI'. Si tratta proprio dello stesso professor Bin che, come Coordinamento per la Pace,  chiamammo a Sant'Agostino all'inizio del 2006 per parlare della riforma costituzionale del centrodestra di Berlusconi, e poi invitammo a parlare di Costituzione in molte scuole della nostra zona. All'epoca era per il NO, quando la "riforma" la facevano i "cattivi". Ora che e' fatta dai "buoni", ha cambiato idea. Ci ha proprio presi in giro!
Il fronte del SI'
Tutti i partiti della maggioranza: PD, NCD, piu' vari cespuglietti minori. Alle ultime elezioni, questi partiti presero appena il 30% dei voti (includendo SEL, che e' contraria alla "riforma"), ma col premio di maggioranza del porcellum ebbero il 54% dei seggi. Con una percentuale di votanti che fu del 75%, parliamo di poco piu' del 20% degli italiani. Stanno cambiando la Costituzione con meno di un italiano su 4 che li vota!
L'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: il vero ispiratore della "riforma", alla cui approvazione aveva legato la sua rielezione. Non perde occasione per intervenire su ogni cosa: forse bisognerebbe avvisare Mattarella che da quasi due anni il Presidente della Repubblica sarebbe lui.
Gli industriali, le banche, il mondo della grande finanza, le autorita' europee, vari ambasciatori, i poteri forti: ogni giorno qualcuno dentro e fuori dall'Italia ci informa che se vinceranno i NO l'Italia piombera' in una crisi senza precedenti (come se ora le cose andassero bene). Sono gli stessi che hanno voluto al Governo Monti, Letta e Renzi. Tutti senza elezioni.
Alcuni politici morti: Enrico Berlinguer, Palmiro Togliatti, Nilde Jotti, Pietro Ingrao (si sono espressi per il SI' in una seduta spiritica). Ultimo arruolato: il giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia nel 1992, finito pure su un manifesto del PD (e qui il folklore lascia il posto all'indecenza). A breve si uniranno al gruppo Annibale di Cartagine, Carlo Magno e Cristoforo Colombo.
L'informazione del SI'
L'informazione radiotelevisiva: la RAI e' tutta schierata per il SI'. Renzi ha nominato il nuovo presidente della Rai, il direttore generale, i direttori delle tre reti, dei tre telegiornali, dei giornali radio. Ormai TG1, TG2, TG3 e TG3 regionale sono diventati dei bollettini renziani. Lo schema e' sempre lo stesso: si parla di Renzi e del SI' nel titolo, poi c'e' la presentazione del conduttore, quindi il collegamento con l'inviato (che ripete le stesse cose appena dette dal conduttore) e poi intervista Renzi con una serie di domande di una stupidita' inaudita, infine conclude il servizio e ripassa la linea al conduttore che conclude ulteriormente. Un quarto d'ora a parlare di niente, ma intanto se ne e' parlato!
Vedere questi giornalisti televisivi (pagati da noi) ridotti a fare i portatori d'acqua e' una cosa indecente, che grida vendetta per questa nobile professione. Almeno, nella prima repubblica, con la lottizzazione, DC, PSI e PCI avevano una rete a testa. Ora le tre reti sono tutte in mano allo stesso partito: e sarebbe servizio pubblico!
I principali quotidiani nazionali: Il Corriere della Sera, La Stampa, La Repubblica (quotidiano ormai ridotto a giornale di partito), e ancora Il Sole 24 Ore, Il Foglio, Il Messaggero, Il Mattino, ecc. Tutti per il SI'.
Il fronte del NO
E' composto da molti dei piu' autorevoli costituzionalisti italiani (Zagrebelsky, Pace, Carlassare, Onida, per citare solo i piu' famosi), tra essi 10 ex presidenti e 10 ex vicepresidenti della Corte Costituzionale, da diversi professori universitari in materie di diritto costituzionale, da magistrati, ma soprattutto da tanti cittadini non schierati politicamente.
Sono schierati con il NO molte associazioni e comitati (Libera di Don Ciotti, Liberta' e giustizia, Articolo 21, ARCI, Comitato Dossetti per la Costituzione, ecc.), i partigiani dell'ANPI, molti sindacati (CGIL, FIOM, Sindacati di base; la CISL invece e' per il SI', mentre la UIL e' in barca!).
Quindi sono schierate per il NO molte delle forze politiche di opposizione: M5S, SEL, Sinistra Italiana, Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia.
Il fronte del NI'
E' costituito fondamentalmente dalla minoranza del PD. Non si e' ancora capito se voteranno SI' o NO. Bersani ha recentemente dichiarato: "Ad oggi voto NO", ma domani forse SI', poi magari dopodomani NO, quindi direi SI' ma solo se cambia la legge elettorale, poi forse BOH. Occorre comprendere il loro dramma: hanno votato per piu' volte alla Camera e al Senato la riforma costituzionale di Renzi, e hanno pure votato sia alla Camera che al Senato la legge elettorale Italicum. Come fanno ora a opporsi? Vedremo, magari il 5 dicembre ci diranno cosa hanno votato il giorno prima (sempre che non abbiano messo la croce sia sul SI' che sul NO).
Del fronte del NI' (tendente al SI') fa parte pure Mediaset: si sa, a loro interessano i guadagni, piu' che il pluralismo dell'informazione.
I primi sondaggi
Stando ai primi sondaggi (per quello che valgono, dal momento che in molte elezioni e referendum i sondaggi hanno clamorosamente fallito), i SI' e i NO sono dati quasi alla pari. La percentuale di elettori indecisi e' ancora oltre il 30%, e saranno loro a determinare il risultato finale. Quindi tutto puo' ancora succedere. Considerando la vera e propria armata da guerra schierata per il SI', che puo' contare su televisioni, giornali, imprenditori, ambasciatori, banche, gruppi finanziari, ecc., e' gia' un grande risultato che l'esito finale sia cosi' in bilico.
I punti principali della "riforma"

- Senato della Repubblica: senatori non piu' eletti dai cittadini, ma nominati dai consigli regionali (74 tra i consiglieri regionali, 21 tra i sindaci), e con l'immunita' parlamentare: un Senato dopolavoro per inquisiti e condannati. Vi saranno anche 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica: ma il Senato non doveva essere l'espressione dei territori?

- Modifica della autonomie locali, in pratica la fine del federalismo regionale, con molti dei poteri che vengono tolti alle regioni per restiturli allo Stato centrale. Ma solo per le 15 regioni a statuto ordinario, e non per le 5 regioni a statuto speciale: cosa avranno in piu' gli abitanti di Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia rispetto a tutti gli altri? Ci hanno fracassato la testa (e non solo) per anni con l'autonomia regionale, il federalismo, la devoluzione dei poteri, poi ora tutti i poteri decisionali ritornano allo Stato centrale!

- Le firme per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare passano da 50 mila a 150 mila. Le firme per presentare un referendum passano da 500 mila a 800 mila. Quindi, ancora meno partecipazione dei cittadini!

- Il CNEL (Comitato Nazionale Economia Lavoro) verra' abolito: probabilmente nessun italiano sa esattamente cosa sia e cosa faccia il CNEL (molto probabilmente nulla da anni), ma sono tutti felici perche' non lo vedremo piu' in circolazione, questo cattivone!

Le motivazioni fasulle della "riforma"

- Riduzione del numero dei parlamentari e riduzione dei costi
I parlamentari passerebbero da 945 a 730, con una riduzione di appena 215. Perche' allora non hanno voluto ridurre anche i Deputati, da 630 ad esempio a 400, con una riduzione totale di 445? Inoltre, siccome il Senato rimane, la riduzione di costi sara' ridicola, meno di 50 milioni di euro all'anno (anche se Renzi continua a sparare la cifra di 1 miliardo). 50 milioni di euro l'anno: se pensiamo che, per non accorpare il referendum anti-trivelle con le elezioni amministrative (facendolo fallire) ci hanno fatto spendere 300 milioni di euro in un solo giorno ...

- Riduzione dei tempi di approvazione delle leggi
Oggi, quasi tutte le leggi che il Parlamento approva sono di iniziativa del Governo. Per le leggi di iniziativa del Parlamento, il tempo medio e' altissimo: 392 giorni alla Camera e 226 giorni al Senato. Per approvare uno straccio di legge sulle unioni civili ci hanno messo anni. Invece, per convertire in legge i decreti legge del Governo sono dei fulmini: appena 28 giorni al Senato e 14 alla Camera. Per approvare il lodo Alfano ci hanno messo 20 giorni, per la legge Fornero appena 19. Quando vogliono fare in fretta ci riescono benissimo anche ora! E non c'e' ping-pong Camera-Senato che tenga! Inoltre, col nuovo art. 72, le leggi presentate dal Governo avrebbero l'assoluta precedenza sulle altre: il Parlamento non conterebbe piu' nulla.

- Semplificazione del processo legislativo
Con il nuovo art. 70, nessuno tra i costituzionalisti di tutti gli orientamenti e' riuscito ancora a capire in quanti modi diversi verrebbero approvate le leggi: una confusione inenarrabile, che darebbe origine ad una serie infinita di contenziosi davanti alla Consulta, al TAR, ecc. La cosa comica e' che, se la Camera votera' a favore di una legge e il Senato contro, dovranno decidere i due presidenti di Camera e Senato: se non sono d'accordo tra loro, non e' scritto da nessuna parte che cosa succederebbe. Forse se la giocheranno a testa o croce!

- Stabilita' di Governo
Il cavallo di battaglia e' questo: con l'Italicum alla Camera e il nuovo Senato, la sera delle elezioni si sapra' subito chi ha vinto e governa. In realta', siccome i Senatori e i Sindaci sono eletti dai consigli regionali in momenti diversi e decadono con essi, la composizione del Senato cambierebbe in continuazione. Ad ogni elezione regionale o comunale si avrebbe un cambio dei senatori di quella regione, magari con senatori di partiti diversi dai precedenti (se cambia la maggioranza regionale). Potrebbe pure succedere che nel corso della legislatura, a seguito della rielezione di un consiglio regionale, ci sia un ribaltone di maggioranza al Senato, magari contraria a quella della Camera: il caos, altro che stabilita'!

Come e' scritta la "riforma"

La riforma e' scritta con un linguaggio incomprensibile! Non si capisce una mazza!
Emblematico e' il nuovo art. 70 (quello attuale, 9 parole, recita semplicemente: "La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”.
Questo é invece il nuovo capolavoro (439 parole!):
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l'ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma.
Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati.
Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva.
Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata.
L'esame del Senato per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti.
I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione.
I Presidenti delle Camere decidono, d'intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti.
Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati.
Sembra il "bugiardino" di un farmaco (scritto da degli analfabeti). Effetti collaterali: provoca sonnolenza, e talvolta stitichezza, non assumere prima di mettersi alla guida dell'auto ...
Il Prof. Zagrebelsky ha dichiarato che in caso di vittoria del SI' smettera' di insegnare diritto costituzionale all'Universita', rifiutandosi di tentare di decifrare agli studenti l'art. 70. E gli altri articoli, se possibile, sono scritti ancora peggio!
Come e' stata approvata la "riforma"
La "riforma", che cambia oltre 40 articoli della Costituzione, e' stata approvata in Parlamento dalla sola maggioranza di governo, senza raggiungere la maggioranza qualificata dei 2/3 di voti auspicati dall'art. 138. E' questo il motivo per cui e' obbligatorio il referendum del 4 dicembre.
La "riforma" poi e' stata approvata da un Parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale (il Procellum), con quasi la meta' dei parlamentari che ha gia' cambiato partito. Si tratta di una riforma non condivisa, che spacca il paese a meta': l'esatto contrario di quanto accaduto nel 1948, quando la Costituzione venne approvata dall'intera Assemblea costituente (tranne i fascisti).
Se questa riforma passera', avremo una nuova Costituzione nella quale meta' degli italiani non si riconosceranno piu': una rottura che avra' gravi conseguenze per la tenuta democratica e sociale (gia' molto fragile) del nostro paese.
Le giustificazioni di quelli che votano SI'

Se ci fate caso, nessuno tra quelli che hanno dichiarato di votare SI' ha finora affermato che la riforma e' fatta bene, che e' scritta bene, che migliora la Costituzione attuale, ecc. Alcuni esempi:

"... la riforma poteva essere scritta un po' meglio ... il testo originale del governo era migliore, poi ci sono state 121 modifiche del Parlamento ..." (Matteo Renzi). Traduzione: abbiamo fatto proprio una bella porcata, ma ormai l'abbiamo fatta ed e' meglio che passi, altrimenti io vado a casa e mi tocca di iniziare a lavorare, cosa che non ho proprio intenzione di fare.
"... non è la riforma perfetta, ma è un grande passo avanti ... con le riforme +6% di PIL in 10 anni ... dire si' per dare risposte alle sfide della crescita economica, le sfide della integrazione e della gestione dei flussi migratori in arrivo ..." (Maria Elena Boschi). Traduzione: fa schifo, ma e' meglio che passi, altrimenti anche io vado a casa. E non posso piu' sparare delle balle cosi' grosse.
"... non voglio giudicare se la soluzione è perfetta, ma è una mossa nella direzione giusta ... l’unica cosa che interessa all’azienda è la stabilità del sistema ..." (Marchionne, presidente e a.d. di FCA). Traduzione: fa schifo, ma la votero' affinche' non cada il governo. Intanto, mentre vota la "riforma", ha trasferito la proprieta' dell'azienda in Olanda, per non pagare le tasse in Italia. Un vero patriota!
"... la riforma costituzionale guarda all'interesse generale del Paese nel medio-lungo periodo e va sostenuta, quindi, a prescindere dalla situazione politico-elettorale del momento ... e' senz'altro migliorabile, ma e' pre-condizione indispensabile per realizzare quelle riforme necessarie al rilancio della crescita ..." (Boccia, Presidente di Confindustria). Traduzione: fa schifo, ma la voteremo affinche' non cada il governo, che ha approvato il jobs act dandoci un sacco di soldi per assumere a termine migliaia di precari, che licenzieremo appena gli incentivi saranno terminati.
"... la nostra Costituzione e' la piu' bella del mondo, ma si puo' cambiare per avere le riforme ... si ottengono obiettivi che aspettiamo da decenni come quello di superare il bicameralismo perfetto ..." (Roberto Benigni). Tradotto: fa schifo, ma siccome sono amico di Renzi, e voglio continuare ad andare in Rai, la votero'. Dopo avere riempito intere serate televisive con la lettura della Costituzione piu' bella del mondo (quando a volerla cambiare era Berlusconi), ora e' schierato per il SI'. Muore dalla voglia di tornare nelle piazze a recitare agli italiani il nuovo art. 70.
Poi ci sono i casi clinici:
"... e' una riforma concepita male e scritta peggio ... punta alla concentrazione del potere ... la montagna ha partorito un brutto topolino ... e' una riforma modesta e maldestra ... abbinata alla legge elettorale punta a dare tutto il potere al capo ... e' una puttanata ..." (Massimo Cacciari). Uno si aspetterebbe: quindi voto NO. Invece vota SI'. Qui forse serve veramente uno psichiatra.
Ma la cosa piu' buffa sono i vantaggi che arriverebbero in caso di vittoria del SI' (per i promotori): tutto sara' piu' veloce, aumentera' il PIL a dismisura, ci libereremo del debito pubblico, caleranno le tasse, avremo tutti piu' soldi, ci saranno meno immigrati, ci sara' piu' lavoro, si fara' tanta ricerca scientifica, ci ammaleremo di meno. Mancano solo il buco nell'ozono, la pace nel mondo e il riscaldamento globale (ma da qui al 4 dicembre c'e' tempo ...).
Perche' votare NO
Per pochi motivi molto semplici:
- e' una "riforma" approvata da una esigua maggioranza, che e' tale in Parlamento solo grazie ad un premio di maggioranza incostituzionale; e' la "riforma" di una parte minoritaria del paese, non e' la riforma di tutti come invece fu nel 1948
- e' una "riforma" pessima, scritta male, che peggiora la Costituzione attuale, scritta in modo da non essere decifrabile neppure dagli addetti ai lavori, e che potrebbe portare al caos e alla paralisi istituzionale
- e' una "riforma" che riduce gli spazi di democrazia, togliendo altro potere ai cittadini e alle comunita' locali per darlo ancora di piu' ai partiti e al Governo, aprendo gli spiragli in futuro per possibili derive anti-democratiche
Cosa succede se vince il NO
I profeti di sventura del SI' non fanno altro che ripetere: questa e' l'ultima occasione, se vince il NO non si faranno piu' riforme per i prossimi 30 anni. FALSO: se vince il NO, molto semplicemente restera' in vigore la Costituzione del 1948, la Costituzione piu' bella del mondo (Benigni). E non arriveranno ne' carestia, ne' poverta', ne' siccita' e neppure le cavallette. Poi, magari con un nuovo Parlamento eletto con una nuova legge elettorale decente (... ops, stavo sognando, questo Parlamento non sara' mai in grado di approvare qualcosa di decente), si potranno fare poche ma significative riforme condivise da tutti.
In gennaio, Renzi dichiaro': "Renzi: "Se perdo il referendum lascio la politica"
„Se perdo il referendum sulle riforme costituzionali smetto di far politica". In luglio: "ncia: "Se perdo il referendum andiamo tutti a casa"Con la vittoria del NO non solo il Governo, ma anche la legislatura sarebbero al capolinea ... Se perdo il referendum, andiamo tutti a casa". Oggi: "Comunque vada il referendum, si votera' nel 2018". Il solito sparabombe. Comunque meglio cosi', finalmente l'equivoco e' finito: il voto non e' su Renzi o sul Governo (come voleva il Governo all'inizio, e anche ora), ma sul merito e sul metodo della "riforma".
La comica della legge elettorale
L'Italicum, la nuova legge elettorale che ha preso il posto del porcellum, mantenendone le principali "porcellate" negative (2/3 dei deputati nominati dai partiti e non dagli elettori, meccanismo del ballottaggio che potrebbe portare un partito con appena il 20-25% dei voti ad avere il 54% dei seggi alla Camera), e' stata approvata dal Parlamento il 4 maggio 2015, cioe' poco piu' di un anno fa. Pochi giorni fa', la stessa maggioranza che aveva approvato questa legge, ha votato una mozione per cambiarla. Siamo alle comiche finali!
Il PD ha approvato l'Italicum col voto di fiducia (prima volta nella storia!) dopo il 41% delle europee. Ora, dopo avere perso milioni di voti (le elezioni amministrative sono state un disastro per questo partito), e i partiti in campo non sono piu' due ma tre, questa legge elettorale non va piu' bene, perche' rischiano di perdere. Vogliono una legge elettorale su misura per vincere!
Gli USA hanno la stessa legge elettorale da oltre 200 anni, la Gran Bretagna dal 1800 , la Germania dal 1949, la Francia dal 1958. In Italia, da 25 anni il tema principale della politica e' cambiare la legge elettorale: ne abbiamo gia' cambiate quattro, e ogni volta quella nuova e' peggiore della precedente. Quando la smetteremo di farci prendere in giro da questi ciarlatani della politica?
Cosa possiamo fare ora
In questi due mesi che mancano al referendum, chi si riconosce nelle ragioni del NO puo' fare di tutto per impegnarsi affinche' l'importante risultato della vittoria del NO venga raggiunto, e questa "riforma" venga bocciata.
Se qualcuno ha intenzione di impegnarsi in questa campagna referendaria, si faccia avanti: assieme potremo cercare di convincere quante piu' persone possibili a votare NO al referendum. Gli indecisi sono ancora tanti, e saranno loro alla fine a determinare l'esito del voto. Presso i comitati per il NO e' disponibile il materiale (volantini, manifesti, ecc.) per svolgere un po' di campagna informativa.
Molti di noi appartengono ad associazioni, partiti e movimenti anche diversi tra loro, ma in questa occasione l'obiettivo comune da raggiungere e' solo uno: salvare la Costituzione del 1948. Poi, dopo il referendum, comunque vada, ciascuno potra' continuare ad impegnarsi nel sociale, nella politica, nel territorio come ha sempre fatto.
Cordiali saluti.
Ing. Davide Bardasi.
 



Lunedì 17 Ottobre,2016 Ore: 17:14
 
 
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