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www.ildialogo.org L’urlo, lo schiaffo e la parola,di Beppe Manni

L’urlo, lo schiaffo e la parola

di Beppe Manni

L’attentato l’altra notte alla sezione del PD della Madonnina ci inquieta e spaventa. Ma ci deve interrogare. La ‘lotta continua’ dei politici italiani che non sanno mai trovare un concorde spazio comune, per il bene di tutti (li pagheremmo per questo); la violenza verbale che sembra ormai una connotazione comune degli uomini pubblici che va dall’offesa personale all’aggressione fisica, moltiplicata dai salotti televisivi spesso pieni di stupide comparse ignoranti e vaniloquenti; la sensazione che comunque i problemi reali della gente non verranno mai risolti, porta all’esasperazione, agli attacchi anonimi prima verbali poi fisici e infine potrebbero sfociare come successe in altri momenti storici tragici alla soppressione fisica dell’avversario-nemico. Frutti maligni della disperazione e della mancanza di dialogo sereno. Pensate quanto poca riflessione partecipata sia presente nei luoghi deputati al dibattito comune come il parlamento e i consigli comunali.
Sembra che siano venuti meno gli spazi del confronto dove anche contrapponendosi duramente venivano liberamente esposti e dibattuti i problemi, non in luoghi chiusi e omogenei, ma aperti a tutti. Parlo delle assemblee pubbliche, delle sezioni, delle scuole, e anche delle chiese.
Al Festival della Filosofia si parla quest’anno di agonismo, agòn significa lotta. Nei titoli appaiono parole come antagonismo, lotta, conflitto, competizione sportiva, ma anche pace, non violenza e dialogo. Un maestro antico sempre presente nella grande piazza di Modena è Platone l’uomo dei ”Dialoghi” e del dialogo. Dialogo vuol dire ascolto rispettoso, interrogativi reali, risposte pensose, ricerca comune. Il “Dialogo” avveniva durante un simposio a tavola, dove l’agapè, l’amicizia creava un clima di affetto e stima reciproca. Il Dialogo un genere letterario che ha continuato nella storia della nostra cultura: dall’umanesimo, al rinascimento, all’illuminismo è sopravvissuto perfino durante la controriforma. Galileo ne fu maestro. Anche allora era il tempo in cui i conflitti come oggi venivano risolti con la spada. Il duello, la battaglia e la guerra erano la feroce conclusione di contrapposizioni che non premiavano il migliore, la ragione e il bene del popolo, ma chi aveva un esercito più forte e una borsa d’oro più pesante. E’ più facile fare un urlo, dare un pugno che esprimere un parere.
Che il clima e il metodo dei nostri festival dove pianamente, pacatamente, con competenza i nostri maestri illustrano diversi punti di vista, raccontano pezzi di storia e presentano il pensiero filosofico dei grandi del passato, possa aiutarci a rinsavire, in un momento storico italiano confuso e contradditorio.
Beppe Manni
18 settembre 2016 - Articolo pubblicato su "La gazzetta di Modena"



Domenica 25 Settembre,2016 Ore: 13:00
 
 
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