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www.ildialogo.org REFERENDUM SULLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE. LE RAGIONI DEL NO.,di NINO LANZETTA

REFERENDUM SULLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE. LE RAGIONI DEL NO.

di NINO LANZETTA

Renzi ha dato inizio alla campagna d’autunno sposando la strategia dell’attacco contro tutti quelli che non la pensano come lui e personalizzando il referendum a favore o contro il suo governo e la sua premiership, con toni accesi ed ultimativi, seguito a ruota dal coro dei suoi corifei, a cominciare dalla “ineffabile” ministra Boschi e da tutti i suoi cortigiani e giovani rampanti.
Con operazioni spregiudicate racconta la sua verità utilizzando la Televisione pubblica e il maggior numero di giornali possibili, compreso “il Giornale” del nuovo direttore Feltri, ultimo acquisto, e invadendo personalmente la rete e il maggior numero di siti possibili. Non dovrebbe fare propaganda politica, mantenere un profilo istituzionale e tenersi neutrale poiché rappresenta tutti gli italiani. Invece fa la propaganda, come e più dei partiti politici. La comunicazione politica è arrivata a livelli molto bassi e la propaganda ne ha preso il posto, con un linguaggio, che usa populismo e demagogia, analisi elementari, sapienti bugie, che è quasi sempre rivolta ad un pubblico poco alfabetizzato, superficiale, che legge poco libri e giornali, ed è, spesso, condizionato dalla televisione.
Il linguaggio della verità, invece, dovrebbe essere il primo requisito di un uomo di governo e la materia costituzionale non dovrebbe influenzare la sua sorte La personalizzazione dello scontro e la richiesta di un plebiscito pro o contro di lui (se perde lascia la politica!), sta spaccando ancora di più un Paese già profondamente diviso. E questo non fa benne neanche allo stesso Renzi che, dopo la vittoria, si ritroverà con un cumulo di macerie persino nel suo stesso partito. Questa è una prima considerazione che si dovrebbe fare e che, purtroppo, non fanno coloro che dovrebbero comportarsi con equilibrio e moderazione.
Su questa riforma della Costituzioni esistono ragioni di metodo e di merito che fanno propendere a votare per il NO, che dovrebbero essere liberamente analizzate e commentate, dopo aver letto il nuovo testo approvato, e tenendo conto dell’attuale legge elettorale, che con la nuova Costituzione si tiene, e dalla quale non si può prescindere per esprimere un giudizio nell’espressione del voto referendario.

 

 
RAGIONI DI METODO.
La Costituzione, cioè le Regole del funzionamento della democrazia, dovrebbero essere al di sopra delle parti, a garanzia di tutti e le modifiche non dovrebbero essere fatte da una sola parte politica, specie se contro le altre, e a maggior ragione dal Governo, che rappresenta tutto il Paese, almeno che non ci sia l’accordo e la condivisione di tutti o, almeno della stragrande maggioranza (almeno i due terzi!) del Parlamento. La Costituzione, (art. 138) prevede che se le modifiche sono fatte a maggioranza semplice, devono essere sottoposte, a referendum confermativo, se chiesto da un quinto dei componenti di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali. E’ già successo in passato, per qualche modifica (Il titolo V fatta dal centro sinistra) e stiamo ancora a rimpiangere i guasti. Quale la differenza con il presente? Oggi siamo in presenza di numerose modifiche (47 articoli!) e sostanziali cambiamenti, che investono caratteri fondanti, riguardanti la stessa concezione della democrazia, che vengono fatte con l’opposizione di metà Parlamento e le critiche persino della minoranza del Pd. Si sono messe in atto spregiudicate operazioni (sostituzione nelle Commissioni di parlamentari che non si attenevano alle direttive del partito, maggioranze di transumanti con passaggi da uno schieramento all’altro, nuova maggioranza di fatto con Verdini), condizionando quanto più possibile il Parlamento e non lasciandolo libero di approvare nessun emendamento.
La gravità di questa operazione è ancora più anomala e grave se si pensi che il Parlamento è composto di nominati dai partiti politici, eletti sulla base di una legge dichiarata incostituzionale dalla Consulta, quindi politicamente illegittimo. Non si è mai visto che un Governo (Renzi), non nato per riscrivere la Costituzione, la riscriva contro la metà del Paese e del parlamento e con l’intento, non tanto sottinteso, di rafforzare il potere dell’esecutivo a danno del legislativo e dello stesso Premier che verrà a trovarsi un potere mai prima tanto esteso, controllando una gran parte di deputati da lui nominati. Mai in così pochi anni si sono avute tante modifiche, alcune (quelle di Berlusconi) bocciate dal popolo.
La Costituzione americana, che è del 1787, ha visto solo 27 emendamenti in quasi tre secoli di vita, tutti parziali, l’ultimo dei quali risale al 1992, pur essendosi modificata la società in maniera radicale, nel corso di questi secoli, perché è considerata sacra e non mutabile. Invece da noi la si vuole adattare alle esigenze della maggioranza perché la si ritiene - non a ragione – causa dei guai che, invece, hanno ben altre cause e - cosa ancora più grave - la si approva con metodi discutibili, a maggioranza semplice e la si propone agli elettori – prendere o lasciare in toto- con un plebiscito sulla persona del Premier e del “suo” Governo, come a chiedere una legittimazione ed una investitura direttamente al Popolo. Cos’altro significherebbe se no la personalizzazione dello scontro che va ben oltre il l’oggetto del referendum e per di più con la minaccia – in caso di sconfitta- di abbandonare la politica?
Riforme di tal misura, che investono lo stesso modo di concepire la democrazia andrebbero, invece, fatte da una assemblea ad hoc, rappresentativa di tutti gli schieramenti e poi sottoposta a referendum. Il modo seguito, invece, ripetendo che la riforma non può prescindere dalla legge elettorale, fa pensare al rischio di un possibile rischio di autoritarismo, che Renzi a parte, non si sa dove potrebbe portare, atteso che con una percentuale di voti inferiore al 30/% dei votanti, ancor meno se si calcolano gli aventi diritto al voto, stante il crescente astensionismo, si può conquistare la maggioranza assoluta della Camera - l’unica che vota la fiducia- per di più nominandone una gran quantità! Non si può far dipendere dal successo del SI la permanenza del governo Renzi e la sua minaccia di lasciare la politica in caso di sconfitta. Tale minaccia non dovrebbe (in un sistema di civiltà giuridica) per nulla influenzare l’elettorato, essendo la Costituzione ben più importante dei governi e dovendo valere non solo per il governo in carica ma anche per quelli futuri.

 
RAGIONI DI MERITO.
Sul merito delle singole modifiche si parla poco ed in modo superficiale e propagandistico, con i soliti slogan e le giustificazioni: che da trent’anni si aspettava questa riforma; che viene abolito il monocameralismo perfetto (che moltissimi vogliono ma non nel modo maldestro nel quale si realizza). Si scomodano, a torto, anche politici del passato come Enrico Berlinguer e Pietro Ingrao, facendo infuriare le figlie; si offende l’ANPI (associazione nazionale partigiani italiani) che in un proprio congresso si è espresso, a larghissima maggioranza, per il NO, sostenendo (Boschi) che i veri partigiani voteranno SI; si offendono illustri costituzionalisti e studiosi per la loro età come se la giovinezza, per sé sola, fosse un merito ed un valore e la vecchiaia una colpa e un allontanamento dalla realtà!
Una premessa è indispensabile: non tutte le modifiche sono da rigettare, ma non potendo approvarle singolarmente, subiscono, per forza di cose, il destino di quelle che sono - ad avviso di tutti quelli che votano NO, a cominciare dai 56 illustri costituzionalisti, tra cui 11 Presidenti emeriti della Corte costituzionale – che hanno firmato un appello a votare NO, nefaste e chiaramente da respingere. Di seguito, ne indicheremo i motivi.
Cominciamo dall’abolizione del bicameralismo perfetto, sulla quale – per la verità- molti di quelli che voteranno NO concordano. Il problema è il modo pasticciato e confuso con il quale si ipotizza possa funzionare il nuovo Senato, che non scompare del tutto, come sarebbe stato addirittura meglio, ma conserva molte delle sue funzioni, anche se in modo poco chiaro e con rischio di continui possibili conflitti di interesse fra le due Camere e le Regioni ed i Comuni. Il nuovo art. 70, che sostituisce il precedente, è pasticciato, poco chiaro e complesso. Per Zagrebelsky é un guazzabuglio “la designazione dei senatori dagli elettori e la loro elezione dai Consigli regionali”.
Entriamo nel merito dell’articolo Il nuovo Senato concorre con i deputati a fare le leggi costituzionali, quelle per la loro attuazione, quelle per la tutela delle minoranze linguistiche, per i referendum popolari, l’ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo e le funzioni fondamentali dei comuni, attuazione della normativa e delle politiche europee e altre ancora. Infine”Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti può disporre di esaminarlo” e apportare modifiche nei trenta giorni successivi, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia definitivamente.
Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte costituzionale, dice che “non funzionerà mai e complicherà in modo incredibile i lavori del Parlamento”. Ancora Zagrebelsky: “La riforma è scritta malissimo, illeggibile, talora incomprensibile. Non c’è chiarezza ma semplificazione, radicalità, brutalità e ingenuità”. Il filosofo Cacciari – che pure voterà SI- ha detto che il vero problema non è una riforma concepita male e scritta peggio, ma la legge elettorale che, se si cambiasse –come vuole anche la sinistra del PD – favorirebbe un voto positivo molto vasto senza spaccare i Paese.
Infine non si capisce come possano svolgersi al meglio due attività così assorbenti ed impegnative come quella di Sindaco di una grande città o di presidente/ consigliere di una regione e quella di senatore! Non sarebbe stato meglio lasciare il Senato con le stesse attribuzioni di oggi, togliendogli il voto di fiducia e le Commissioni, lasciandogli il solo compito di esaminare in Aula le leggi approvate dalla Camera dei deputati e riducendo i suoi membri della metà, così come quelli della Camera dei deputati? Addirittura la sua totale abolizione sarebbe stata meglio del pasticcio ipotizzato dalla riforma.
La soppressione delle Province finora non si è dimostrata positiva e molti compiti ad asse prima affidate sono rimaste nel vuoto, come per esempio la riparazione delle strade provinciali. Positiva, invece, la riduzione della potestà legislativa delle Regioni. Ma il guaio è che insieme a qualche cosa buona c’è da prendere quelle non buone per cui sarebbe stato meglio votare su singole modifiche e non sull’intero pacchetto.
Resta il dubbio di fondo; che la riforma sia stata concepita per consentire a Renzi - che l’ha fatta a propria misura – un potere decisionista con una Camera a lui favorevole, perché in gran parte di nominati. Ragione per la quale queste riforme non possono essere considerate se non in connessione con la legge elettorale. La Costituzione vale anche per il dopo Renzi e stante il vento che spira in Europa rischi per una deriva autoritaria, antieuropea, protestataria di nuovi confini patri e di razzismo sono sempre possibili. E se al ballottaggio dovesse vincere il M5S?
Si può giocare con la Costituzione al tutto per tutto? E, infine, può accettarsi la giustificazione che bisogna votarla perché “NON CI SONO PROSPETTIVE “e che si è tentato inutilmente, con le varie Bicamerali di cambiarla senza mai riuscirvi? Ciò è sufficiente per votare SI? Meglio una pessima riforma che nessuna riforma dicono molti di quelli che votano SI. Meglio tenersi le attuali norme – dicono i sostenitori del NO - che farne delle altre che possano peggiorare la situazione e attivare rischi di “democratura” (miscuglio di democrazia e autoritarismo) per il prevalere del potere esecutivo su quello legislativo, contravvenendo alla teoria del Montesquieu sull’equilibrio dei poteri che ispira la nostra Costituzione secondo il volere dei Padri costituenti e considerata fino ad ieri tra le migliori del mondo!
NINO LANZETTA



Sabato 28 Maggio,2016 Ore: 18:43
 
 
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