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www.ildialogo.org Nuovo Presidente cercasi.,di Nino Lanzetta

Nuovo Presidente cercasi.

Sarà quello che vogliono gli italiani o quello che fa più comodo a Renzi e Berlusconi?


di Nino Lanzetta

A pochi giorni dalle dimissioni del presidente Napolitano, previste in settimana, il premier Renzi rifiuta ancora di entrare nell’argomento limitandosi a dire che, stavolta, non si deve fare la figura della volta scorsa. Dimenticandosi, però, di dire che fu lui uno dei primi responsabili del fattaccio, rifiutandosi pubblicamente di far votare Marini, espresso dall’assemblea del partito e concordato con Berlusconi, col quale oggi sta facendo il grande inciucio. Napolitano, nel discorso degli auguri di fine d’anno ha detto, tra l’altro- che i politici “si preparino ad una scelta responsabile e di alto profilo”!
Sui media è cominciato il toto nomine su chi potrebbe essere il nuovo Presidente e sul profilo che dovrebbe avere. I giudizi divergono a seconda delle simpatie politiche ed il ruolo che dovrebbe svolgere per corrispondere agli interessi di questa o quella parte politica. Per non cadere nel tranello, anche inconscio, delle convenienze, proviamo a fare un’analisi, anche se non esaustiva, degli obbiettivi che si propongono i protagonisti politici cui è attribuita la scelta dei nomi che poi i grandi elettori dovrebbero votare. E qui sta l’inghippo perché Renzi e Berlusconi il nome, finalizzato ai loro obbiettivi e alle loro strategie politiche e personali, lo farebbero subito se fossero sicuri di farlo votare da tutti i grandi elettori dei loro partiti. E il nome non sarebbe difficile e facilmente individuabile!
Se l’interesse, invece, a cui dovrebbe rispondere il futuro Presidente, come sarebbe giusto, fosse quello della Nazione, la scelta non sarebbe difficile e accettata dalla grande maggioranza degli italiani. Molti, politici e non, hanno i requisiti di autorevolezza, esperienza, professionalità, reputazione nazionale ed internazionale, rettitudine ed autonomia, oltre che conoscenza dell’economia e dell’Europa. Il prescelto dovrebbe garantire imparzialità, essere al di sopra delle parti e dei partiti, non fare il secondo di nessuno, tenere alto il nome dell’Italia ed essere garante della Costituzione! La scelta non è difficile: si tratta di fare la migliore e la più condivisa. I nomi? Molti a cominciare da Prodi. E’ stato due volte Presidente del Consiglio, Presidente dell’Unione europea; ha ispirato e ha contribuito a far nascere il partito democratico; è un economista, noto in tutto il mondo del quale conosce l’economia e i governanti; è fuori dai partiti, per sua scelta; ed è autorevole ed autonomo quanto basta. Ha, insomma, tutti i requisiti richiesti, indicati anche da Napolitano. Ce ne sono anche altri: per esempio la Bonino, che è anche una donna, Bersani, Grasso, Rodotà. Veltroni, Fassino ed altri. Ma è difficile che la scelta si orienti su questi nomi perché non sono graditi né a Renzi né a Berlusconi.
Per Renzi e Berlusconi Prodi non fa il loro gioco: ha troppa personalità per fare la controfigura o il garante dell’ambizione dell’uno e degli affari dell’altro. A Renzi starebbe bene una figura di secondo piano, che non lo ostacoli anzi gli faccia da controcanto: un tecnico, una donna, renziana come la Pinotti, o un politico sul viale del tramonto o sbiadito alla Gentilone, incapace di impensierirlo, magari un tecnico alla Padoan, buon conoscitore di economia ma digiuno di politica. Si fanno anche i nomi di Muti, Eco, Zagrebelsky: gli aspiranti sono tanti e non resta che l’imbarazzo della scelta.
Il guaio è che il nome lo vuol fare Renzi ed imporlo anche a Berlusconi e perciò si è inventato il secondo forno di Grillo. A Berlusconi starebbe bene chiunque gli garantisse, se non la grazia, la riabilitazione politica e la ricandidabilità oltre che la garanzia a poter continuare a poter proteggere i suoi affari. Non a caso la manina che ha apposto nel decreto di riordino del fisco, all’insaputa dei ministri – che non ne hanno discusso- la norma salva Berlusconi è la sua e non a caso è stata solo rinviata a dopo l’elezione del Presidente!
I disegni sono chiari! Il percorso, però, non è agevole per due ostacoli: la minoranza del PD e il M5S di Grillo. Sel, la Lega e Fratelli d’Italia non sono nel gioco se non per aggiungersi all’eventuale cordata. Se Grillo non ripeterà l’errore di fare gioco a parte, contro tutto e tutti, e decidesse di fare squadra con la minoranza dem, la partita per il Quirinale diventerebbe interessante. Senza di loro, e quelli che mugugnano dentro F.I. il nuovo Presidente non si farà facilmente e vana sarà la richiesta di lealtà che Renzi – che non è stato leale nell’elezione di Marini e forse di Prodi- farà ai suoi. La sinistra dem dovrebbe anteporre all’interesse del Partito di Renzi e del suo progetto, il bene dell’Italia e degli ideali che la qualificano, se vuole ancora rappresentarla, ed opporsi, con tutti i mezzi ed alla luce del sole, ad assecondare il premier nei suoi progetti di trasformazione del Presidente del Consiglio dei Ministri nel Sindaco d’Italia!
NINO LANZETTA



Sabato 10 Gennaio,2015 Ore: 22:01
 
 
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