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www.ildialogo.org Il Rottamatore della Democrazia e della Sinistra,di Don Aldo Antonelli

Il Rottamatore della Democrazia e della Sinistra

di Don Aldo Antonelli

Renzi, il trottolino parlante, si va sempre rivelando come una vera disgrazia nelle disgrazie, un diluvio nella tempesta.
E’ partito con l’intento di rottamare i “vecchi” del PD e sta finendo per tagliare i piedi al Pd e rottamare le “idee” della sinistra.
Infatti l’attuale PD rischia di essere sempre più ridotto ad un partito personale, come lo sono gli altri: tutti “partiti proprietari”, che, una volta messo fuori gioco “il padrone”, implodono.
Rilegittima e dà visibilità e potere ad un condannato dell’opposizione, estromesso dal Parlamento, che rappresenta la parte più delinquente dell’imprenditoria del Paese ed emargina e mette sotto silenzio la sinistra del suo partito ed il sindacato che rappresenta la parte più combattiva del movimento operaio.
Ormai ha finito per rottamare anche le “idee” di sinistra.
Sì, le premesse c’erano tutte.
Vi ricordate?
«Sto con Marchionne senza se e senza ma». (12 gennaio 2011)
«La privatizzazione dell'acqua è necessaria agli investimenti». (4 giugno 2011)
«Sarò sbrigativo: a me dell'articolo 18, usando un tecnicismo giuridico, non me ne po' frega de' meno». (27 marzo 2012)
«Sono favorevole ai termovalorizzatori, ci sono in tutta Europa e non fanno venire il cancro». (21 aprile 2012)
Ormai Renzi ha tagliato i piedi alla rinascita sociale del Paese, spacciando per “riforme” un vieto “decisionismo” che, incredibile a dirsi, insiste sulla “governabilità”, “il bipolarismo” eccetera, come panacea per la crisi, quando dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che “la governabilità” e le “riforme istituzionali” e il “bipolarismo” sono stati dei fattori che hanno incancrenito ed aggravato questa crisi, consentendo ad una minoranza di imporre al Paese politiche economiche scellerate, ma di certo non l’hanno creata.
Renzi taglia i piedi a quel poco di democrazia che ancora rimane nel Paese, perché con la sua azione - le “riunioni di segreteria”, gli incontri extra-parlamentari tra leader, anche non-parlamentabili - delegittima il Parlamento (già ombra di se stesso).
Renzi taglia i piedi alla democrazia perché ribadisce la filosofia istituzionale fin qui seguita dal PDL, secondo la quale le “minoranze” sono d'impaccio e d’impiccio, in barba alla lettera e allo spirito della Costituzione.
Da uomo di sinistra, avrebbe dovuto metter mano, in campo economico, a riforme strutturali capaci di contrastare la devastazione sociale ed ambientale che un’economia senza regole ha imposto come dictat per tentare di risalire una china che ci ha imprigionati in una crisi senza soluzioni in vista. Non solo non lo ha fatto e non lo sta facendo, ma ha spalancato porte e steso tappeti di ben venuto a quel liberalismo senza tutele che ammassa ricchezze nelle mani di pochi e depreda i molti di beni dovuti e di diritti già acquisiti.
Un esempio per tutti?
La legge 78 approvata in via definitiva lo scorso 16 maggio, nota come legge Poletti (o Jobs Act, atto I). In essa si sancisce la totale liberalizzazione del contratto a termine (CTD) rendendolo “a-causale” (quaderni.sanprecario.info). «Viene fittiziamente posto un limite massimo ai rinnovi possibili (cinque), ma poiché i rinnovi non sono applicabili alla persona ma alla mansione, basta modificare quest’ultima per condannare una persona al lavoro intermittente a vita. La precarietà è stata così completamente istituzionalizzata». (Andrea Fumagalli su “Alfabeta 2” dell’1.11.2014).
Altro che lotta alla precarizzazione!
Insomma, questo Renzi, nella biografia degradante dei leaders che hanno rottamato l’Occidente con la sua democrazia, con le sue conquiste sociali, con il suo Welfarstate: Reagan, Thatcher e Blair, non si sa dove posizionarlo.
Ad oggi, una cosa è certa: con lui la sinistra «in parte è muta, in parte annichilita, in parte fagocitata», scrive Ritanna Armeni sul numero 14 di Rocca. «Sono muti i movimenti, i sindacati, le forze sociali che guardano al governo e aspettano di vedere quello che farà, senza essere capaci di formulare né programmi né proposte autonome. E’ annichilita una sinistra presente nel Pd che nel passato ha tentato di portare avanti alcune proposte soprattutto sul tema del lavoro e della precarietà e che oggi non può che subire il ciclone Renzi. Per alcuni è già una fortuna non essere parte degli asfaltati e rottamati. Altri hanno subìto questa sorte e non possono che tenersi in disparte» (Id).



Martedì 18 Novembre,2014 Ore: 15:49
 
 
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