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ALLARGARE LE DISEGUAGLIANZE ?

Mi sembra di vedere un vecchio film già visto, noioso e di cui non volevo sentir parlare più, oppure incontrare un vecchio amore, una donna di una relazione trascorsa e che ormai non mi provoca più quei sentimenti di trasporto o di passione, ma solo tedio e forse, per l'insistenza della sua rinnovata presenza, soltanto pena. Ma non le avevo detto che tutto era finito, che non volevo più la sua immagine nella mia vita ? Invece no, con il vecchio e più volte respinto tentativo di abolire l' art.18, con la proposta della sua eliminazione, il giovin signore, che poi dimostra idee sorpassate, come la ripresentazione del concetto della lotta generazionale come idea centrale, smentita ormai da Thomas Piketty ("Il Capitale nel XXI secolo), che evidenzia come ormai la diseguaglianza sociale intra - generazionale risulti più rilevante del conflitto tra padri e figli ( vedi l'articolo di F.Rampini su " Repubblica" dd.18 aprile 2014) . Ma Matteo Renzi è un tenace seguace del Guicciardini, ed ecco che furbescamente torna alla carica . Una vecchia carica di cavalleria, provocatoria e che vuole deviare l'attenzione da altri veri obiettivi più reali e concreti. Come la tassa patrimoniale, ad esempio, di cui tanto si è parlato e - mi domando - che fine ha fatto ? O la tassazione sui capitali esportati nelle capienti banche svizzere, mediante convenzioni con le banche stesse, come del resto hanno già effettuato tanti Stati europei, abbandonata ? O forse sono state state rottamate in virtù di quel patto nascosto con il pluri indagato e condannato ex cavaliere? E allora, riprendiamo il discorso, pur dopo la bella ed esaltante manifestazione di Piazza S.Giovanni, a Roma nel 2003, con la partecipazione di quasi 3 milioni di lavoratori. L'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n.300 - "Statuto dei Lavoratori", disciplina , nella fattispecie, il caso di licenziamento illegittimo. Licenziamento senza neppure comunicazione dei motivi, ingiustificato e discriminatorio, di un lavoratore. La possibilità che il suddetto dipendente venga reintegrato è decisa dal giudice. Già nel 2012, ad opera del Ministro Fornero tale articolo è stato parzialmente modificato, introducendo la possibilità, per l'imprenditore, di licenziare per cause economiche. Un bel calcio al dipendente e basta, a causa delle condizioni economiche negative del datore di lavoro e silenzio. Ma il Renzi vuole andare oltre, vuole del tutto abrogare il plurimenzionato articolo 18, perchè così - dice lui - l'imprenditore potrà assumere, liberato dall'aggravio di un lavoratore che gli sta antipatico, due o forse più lavoratori più simpatici o più servili, o più giovani. Sarebbe, dunque, il volano della ripresa, di un incremento per il lavoro in Italia. Un toccasana per la disoccupazione. La cosa, in realtà, puzza da lontano di politica Tactcheriana, come giustamente  ha osservato la Camusso. E' un giovane, il nostro Renzi, ma non si accorge di ripetere le mosse di Walter Veltroni, di qualche anno addietro, quando volle eliminare gli orpelli della sinistra che chiamava radicale, in buona sostanza della sinistra. E così il PD si posiziona a destra (esiste, sì, esiste ancora) e vuole attrarre gli scontenti di FI, i naufraghi dell' NCD e magari dei montiani capitanati dal giuslavorista Ichino. Con l'eliminazione del divieto sul controllo a distanza dei lavoratori, inoltre, senza contemplare il coivolgimento delle forze sindacali, ecco ancora le ulteriori modifiche che l'esecutivo presenta con la riforma del lavoro (controriforma sarebbe il termine più appropriato), con l'art. 4 del famoso Job Act. E c'è pure pronto il piccolo ricatto del voto di fiducia al Governo da presentare in Parlamento. Perchè questo strano e anomalo Governo Renzi - Alfano, con dietro le quinte l'ex cavaliere, chiede al Parlamento una delega in bianco, vuole isolare i più deboli e chi sta a fianco dei lavoratori, infrangere ogni velleità di quella che un tempo si chiamava lotta di classe, e sminuire il peso dei sindacati. Dopo la mancia degli 80 euro, utili solo ad accalappiare gli ingenui e prendere voti, ora il fiorentino Renzi, eletto Sindaco ma nominato Capo del Governo, vuole togliere ogni dignità al lavoro ed alla salute dei lavoratori e, di conseguenza, intaccare l'integrità e l'unità delle relative famiglie. E così, infine, aumenta le diseguaglianze sociali, creando due tipologie di lavoratori : chi si potrà ancora avvalere della tutela dello "Statuto dei Lavoratori" e chi non lo potrà fare, avendo l'abrogazione di detta norma valore ex nunc. E pensare che già nel lontano 1955 la battaglia per il reintegro nel posto di lavoro iniziò con il caso di Battista Santhià, dirigente FIAT, licenziato per motivi politici ! E poi lotte e lotte parlamentari, per arrivare a quella norma di vera cultura e civiltà che ora si vuole rottamare, per usare una volgare e brutta espressione dell'attuale Capo del Governo...ma i valori ed i principi della nostra Storia non si possono vendere nè abbandonare, non si può rinunciare alla libertà ed alla dignità del lavoro e dei lavoratori, non si può calpestare l'eguaglianza sociale invocando i "Mercati" . Non si può proprio.  
Claudio Cossu



Martedì 23 Settembre,2014 Ore: 19:44
 
 
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