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FACTA NON VERBA!

di Mario Pavan

Mio padre, già reduce di Russia con il Csir, il primo corpo di spedizione italiano agli ordini del generale Messe, poi viglie del fuoco nel periodo della Resistenza e maestro del lavoro con la sua arte di artigiano argentiere, mi ripeteva spesso: “Facta non verba!”.
Certo non aveva frequentato le scuole “alte”come si dice da noi ma di questo motto latino, semplice che signigica: fatti non parole,aveva davvero intessuto tutta la sua lunga vita di dolori, gioie e anche di traguardi tagliati sempre com la speranza nel cuore in un anni di impegno e altruismo.Ma sempre concreti, spesi nel giorno dopo giorno.
E noi figli abbiamo imparato molto da lui.
Soprattutto dai suoi gesti, dal suo agire più che dalle parole e dai suoi ragionamenti. Credo che i politici di adesso come però quelli che per vent’anni o giù di lì non hanno lasciato il segno ( se non quello del dis-ordine, del non- fare e della litigiosità dettata dalla corsa alle careghe…) dovrebbero cominciare ad agire, a mettere in pratica sul serio le loro parole! Allora potremmo forse vedere anche le cose.
Siamo stanchi di solfe trite e ritrite, di promesse, di piani governativi dalle scadenze di calende greche, di vedere nei mass media facce e volti di chi ha portato allo sfacelo morale, politico e sociale questo nostro bel Paese , questo nostra povera patria, come cantava con lungimiranza il grandissimo Franco Battiato.
Occorre che pretendiamo tutti vere azioni coerenti, improntate alla giustizia , al buonsenso, all’azione veramente illuminata dalla coerenza.
Non possiamo più aver fiducia , adesso e solo adesso, di proclami magari in vista delle elezioni europee solo per convenienza elettorale del momento quando noi, europeisti per vocazione e per nascita , abbiamo eletto sempre nelle liste di ogni partito, i vecchi elefanti e le mummie che andavano ulteriormente a rimpinguare i già loro elevati emolumenti e pensioni , senza vergognarsi mai di chi tirava la cinghia e aveva dato il massimo delle proprie energie e capacità.
E’invece purtroppo ancora e anche questo il tempo degli slogan, di continuare con candidati di apparenza, che magari hanno fatto i soliti salti della quaglia .Diciamo basta ! Oltre le scadenze dettate sempre dalla fretta, dalla miope voglia di programmare per l’immediato. L’Europa dei popoli che già centocinquant’anni fa il grande e vero federalista repubblicano laico Carlo Cattaneo aveva delineato, poi seguito da Spinelli e da statisti del livello di De Gasperi, Schumann, Adenauer e dal personalismo di Mounier, è di là da venire. Assistiamo invece alle bizze di un’Europa che esiste solo sulla carta, all’Europa della finanza, nemmeno della sana economia .E’ ancora, il nostro, il tempo come diceva Aldo Moro, della ri-flessione, dello studio, della cultura attiva, di mettere in moto le energie di tanti nostri giovani sani, nuovi, che desiderano fare : non tagliare loro gambe e insieme dobbiamo tirar fuori la voglia di una vera rivoluzione.
Partiti elefantiaci , per troppi decenni e decenni, hanno, invece , solo allevato fedelissimi scudieri pretendendo da loro la rinuncia più grave: quella di non pensare con la propria testa!
Stiamo ancora pagando tutto questo, a tutti i livelli ,con subdoli ricatti di ogni tipo e a qualunque livello.
Per paura del cambiamento, di un vero senso di giustizia e di una testimonianza da dare.Sempre!
Solo con la cultura seria, non delle mode e dei centenari , delle imminenze elettorali (in Italia si vota sempre e non si studia mai in un confronto serio!)e degli incarichi da distribuire si può fare una vera rivoluzione! Alcuni Paesi in un passato più o meno recente hanno compiuto delle rivoluzioni , da noi NO! Sempre tutto mercanteggiando, accomodando tutto e quasi sempre nella morsa tra …trono e altare!
Occore rompere questa spirale , dare fiducia a chi lavora seriamente , rilanciare,ad esempio, in economia, il manufatturiero, l’artigianto artistico, l’ambiente come risorsa, al di là delle vuote, e spesso inutili “giornate ecologiche “… annuali! Quando invece le multinazionali e le grandi industrie, con la mentalità da padroni delle ferriere possono continuare indisturbate a inquinare e licenziare, senza migliorare e dare sbocco alle vere innovazioni. Anche di organizzazione e di stipendi spesso squilibrati e ingiusti anche al loro interno. E che l’agricoltura diventi davvero agri-cultura come le definiva lo stesso Carlo Cattaneo nei suoi studi poi riletti dal nostro Luigi Einaudi.
E la ricerca? Si ha paura, sembra, di togliere i monopoli e soprattutto pure, talora, di dire, di scrivere, di dibattere e di mettere in piazza i veri problemi, il tutto sempre annacquat in nome di un quieto vivere, di un’atavica e vecchia “ politica” che mai e poi quasi mai è stata cambiata: altro che competenza, probità e capacità!
Non vogliamo più gli amici degli amici o i figli e i nipoti dei “chissachisonoio”, d’investitura divina.
Francesco, il papa, sembra davvero invece essere sulla via giusta del Vangelo che è una sola, sempre ma tocca a coloro che stanno attorno a lui , per primi, dare un segnale reale di un cambiamento comune , come , del resto, tocca per primo a chi ha detto d’intendere la politica come forma di servizio! Basti guardare al presidente dell’Uruguaye e alle testimonianze lasciateci dai grandi dell’Africa Mandela o Sankara, che hanno ancora molto da insegnare a noi bravi europei .
Solo così si fa la rivoluzione contraddistinta dai facta, dai proclami e dalle inutili e stantie verba che stancano e pro-vocano e basta!
Non se ne può più!
Mario Pavan



Venerdì 02 Maggio,2014 Ore: 22:50
 
 
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