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www.ildialogo.org UNA IDEA DI CITTA', di EMILIO DEL BONO,di Carlo Castellini

Brescia
UNA IDEA DI CITTA', di EMILIO DEL BONO

COMPAGNIA DELLA STAMPA MASSETTI RODELLA EDITORI APRILE 2012, ROCCAFRANCA (BRESCIA).


di Carlo Castellini

Un ragazzo tranquillo pronto a sparare. Questa è l'idea che col tempo mi sono fatta di EMILIO DEL BONO, 46 anni, libero professionista e prossimo candidato sindaco di Brescia, scelto dai rappresentanti del Pd, per le elezioni amministrative del 26 e 27 maggio prossimi.

Coi tempi che corrono diventa sempre più difficile parlare di politica e scrivere libri su di essa; ma anche il silenzio sembra non essere la scelta migliore. Allora cerco di parlarne in modo pacato e rispettosamente documentato.

L'ho preso più volte in mano e altrettante volte l'ho messo in disparte, forse distratto dalle provocazioni dei grillini, dalle mascalzonate berlusconiane, dalle crisi del Pd e dalla politica gridata; dalle varie manifestazioni di piazza; perchè questo libro è un invito alla politica ragionata: atteggiamento superato? Fuorimoda? In tempo di grilline rivendicazioni?

La propaganda elettorale di questo anno, ma anche l'esigenza di cercare un rapporto più diretto e immediato con i cittadini, divisi in cinque circoscrizioni. di questa virtuosa città, ha fatto incontrare i rappresentanti del Pd, che nel consiglio comunale di Brescia, siedono sui banchi dell'opposizione, con le varie circoscrizioni in cui è stata divisa la citta'.

Questi incontri hanno raccolto un'eco positiva di commenti e di critica, e di presenza, perchè sono serviti ad accorciare le distanze tra istituzioni politiche e cittadini; soprattutto in relazione ad alcuni atteggiamenti discussi e discutibili dell'attuale giunta coordinata da ADRIANO PAROLI che guida una giunta di centro destra, piuttosto amorfa e sgangherata, sia come look, che come capacità realizzativa di programmi, prima presentati e poi tante volte smentiti, ma anche di scarsa comunicazione con i cittadini.

Il pensiero della dedica del libro, va a CHIARA E CRISTINA, per il tempo che ha dovuto sottrarre alla famiglia per la politica. La prefazione è aperta dal giornalista e scrittore ALDO CAZZULLO, che considera Brescia, e non da oggi, una delle più belle città d'Italia, e quindi del mondo e rileva come “l'importanza che la città riveste nella storia comune”.

Ma lo stesso inviato del quotidiano milanese annota come nel “centro storico, non dico la sera, ma già alla sera, del pomeriggio, di Bresciani se ne vedono pochi” “Forse per la paura degli immigrati, forse per la tradizionale riservatezza dei Bresciani, (ndr), Paura sicuramente alimentata artificiosamente, da atteggiamenti di chiusura leghista, esternati in più di un'occasione.
Forse per questo gli sforzi del partito democratico, portati in consiglio comunale, fecero di tutto per spezzare “questo circolo vizioso della paura che genera paralisi ma anche per spingere una giunta renitente a riprendere la strada di un circolo virtuoso”.

In questo senso sono risultati molto utili gli incontri con la gente, per far conoscere direttamente alla stessa i problemi della città che ogni giorno sono rimbalzati sui giornali. E così abbiamo conosciuto direttamente anche i politici nostrani impegnati nella amministrazione della città. Intanto di fronte alla scarsa credibilità della giunta in carica è maturata l'idea di raccogliere in un libro tutte le iniziative politiche e prese dei posizione del Pd di cui EMILIO DEL BONO è capogruppo nel comune di Brescia. Sono tante queste iniziative, puntuali e documentate, che rappresentano in pratica i punti salienti di tre anni di opposizione in consiglio comunale. Difficile quindi citarle tutte. Ne ricordiamo però alcune delle più significative e quelle che più hanno colpito l'opinione pubblica.

Tre amici del nostro, presentano il libro in apertura; in copertina due mani si stringono, immagine scelta dalla compagnia della stampa di Massetti e Rodella editori, che hanno terminato la stampa entro l'aprile dello scorso anno.. Le iniziative del Pd dicevamo, hanno avuto lo scopo “di far respirare la città, restituendole il ruolo che le compete nel panorama civile del nostro paese”. (Pierluigi Ferrari).

Certo se si mettono a confronto le figure istituzionali dei sindaci che hanno governato Brescia, da Bruno Boni a Mino Martinazzoli, a Paolo Corsini, alcune giganteggiano con le loro personalità ed il loro peculiare carisma; mentre di altre rimane solo il ricordo. Con questo senza nulla togliere ai meriti dei singoli. Altri invece hanno interpretato il ruolo di figure secondarie, sia per statura morale che per livello intellettuale.

Tornando alla nostra città possiamo dire che Brescia non sta morendo, ma sta cambiando in peggio; non che il Pd abbia messo l'integrazione degli immigrati al primo posto della propria idea di città; ma ci preoccupa l'ossessione della immigrazione perchè impedisce al centrodestra, alla lega in particolare, di coltivare una decente idea di futuro.

Non possiamo però negare i grossi errori della giunta PAROLI specie quella che è passata con il nome del BONUS-BEBE'. Presa di posizione che aveva scosso profondamente tutta l'opinione pubblica bresciana e umiliato la città nel suo senso civico. La giunta rivelando un'assoluta mancanza di solidarietà, nei confronti delle famiglie degli immigrati, che lavorano sul nostro territorio e producono ricchezza per noi e per le proprie famiglie, riusciva a negare alle famiglie straniere presenti in città, il BONUS che invece veniva destinato ai figli delle famiglie italiane. Errore troppo evidente, dal disgustoso sapore razzista di tipo leghista. Il dibattito arrivò sui giornali e fu ospitato anche nelle tivu' locali.

Anche il vescovo della città, LUCIANO MONARI, in quella occasione si era mostrato estraneo ai problemi della città. E dopo avere raccolto le debilte informazioni disse la sua in una lettera in cui formulava le sue riflessioni e argomentazioni per convincere la giunta a fare un passo indietro, perchè assumesse atteggiamenti politici e amministrativi più solidali, e meno ideologici interessati.
Per questo la cosa importante sembrava quella di alimentare un'idea di città in cui la comunità cresce insieme, e insieme raccoglie le sfide della sicurezza e del lavoro, e della qualità ambientale. Aspetti che sono sempre stati fiore all'occhiello di un'amministrazione cattolica e popolare.

In questo ambiente è inserito EMILIO DEL BONO che cerca di mantenere e di far rivivere; ed in questo retroterra disponibile e solidale si è innestata la lettera del Vescovo. Come testimonia una sua intervista rilasciata a LA VOCE DEL POPOLO, (organo ed espressione della curia vescovile più che espressione di voce di popolo Ndr), o anche le dichiarazioni rilasciate il 26 maggio in occasione della presentazione delle linee programmatiche della nuova giunta: qui abbiamo potuto notare con quale e quanta passione il capogrupppo del Pd abbia chiesto conto di gravi incoerenze nei comportamenti, nelle dichiarazioni, di gravi carenze di valori, fondatori della comune appartenenza di fede”, testimonia ancora l'eurodeputato PIERLUIGI FERRARI.

In questi quattro anni di intenso lavoro, è emersa lentamente un profilo “riformista” del nostro candidato sindaco, con un atteggiamento di analisi ma anche di comprensione dei problemi, ma anche di apertura e di presa di posizione su molte questioni che sono emerse e che hanno qualificato l'azione di questo consiglio comunale uscente:
– la qualità dei servizi;
– le politiche ambientali;
– la mobilità nel centro storico;
– le infrastrutture sportive;
– i servizi sociali;
– il piano di governo del territorio.

Non c'è stata una vaga presa di posizione ideologica o politica di tipo pregiudiziale, ma una visione e presa di posizione analitica su ogni problema. Per cui le iniziative da parte dell'opposizione sono servite da stimolo e da pungolo per giungere a soluzioni migliori. Proposte avanzate e confluite nella sua visione di città.

Ma è soprattutto in occasione della presentazione delle linee programmatiche della giunta di ADRIANO PAROLI, che EMILIO DEL BONO, ha toccato alcuni punti decisivi con chiara efficacia:”Voi ereditate – ebbe a dire in quell'occasione ricvolto ai banchi del centro destra – un comune che ha fondamentali eccellenti. Vorrei riochiamare alcune reredità che noi strenuamente difenderemo e rivendicheremo.

1) I CONTI IN ORDINE, anzitutto. E' stato detto che questo è il com,une meno indebitato d'Italia......Se questo è accaduto è perchè chi ci ha preceduto, ha saputo utilizzare bene le risorse pubbliche; e questo permetterà a voi di fare investimenti a vantaggio dei cittadini e a noi di incalzarvi nella realizzazione
degli stessi”.

2) SECONDA EREDITA' : NOI VENIAMO DA UNA TRADIZIONE DI AMMINISTRATORI ONESTI. “ Questo è un comune che non ha mai avuto casi di corruzione,casi di tangenti, casi di malcostume; e noi (di centro sinistra, Ndr), riteniamo di dover difendere questa grande tradizione che si protrae dal 1948 ad oggi”.

3) TERZA GRANDE EREDITA'. Un altro grande lascito infine è la LUNGIMIRANZA.Brescia non è mai stata una città inerte. E' la città del teleriscaldamento, la città del termoutilizzatore, la città della metropolitana leggera (non solo la città inquinata, Ndr). E' la città della grande qualità del WELFARE, DEI SERVIZI ALLA PERSONA.

I BRESCIANI avevano espresso il desiderio di una politica del cambiamento, in merito alla SICUREZZA, ALL' IMMIGRAZIONE, ALLA VIVIBILITA' DEL CENTRO STORICO, ALLA MOBILITA' ED AL TRAFFICO. Ma le proposte del centrodestra non avevano convinto. Poichè la sicurezza per il centro sinistra non era solo riducibile alla repressione di alcuni fenomeni ed alla militarizzazione del territorio.

Si può essere d'accordo sulla richiesta di costruzione di un nuovo carcere, di avere a disposizione più magistrati, più agenti di Polizia Postale, stradale e ferroviaria. Ma era stata soprattutto la Lega che aveva insistito per una maggiore militarizzazione del territorio (atteggiamento leghista che era già stato preconizzato da Mino Martinazzoli; che aveva intuito nell'idea ldella Lega un atteggiamento di possibile estremismo, poco consono alla popolazione bresciana, poco incline a convivere con le ronde armate, Ndr).

Ma purtroppo, lo abbiamo costatato tante volte, la Lega non ha un quadro di riferimento di valori credibili; non possiede chiavi di lettura, lo abbiamo visto a vari livelli, nazionale, regionale e locale. Ecco perchè il candidato del centro sinistra a sindaco, ha fatto notare, come il problema della sicurezza, abbia bisogno “di legami sociali, di vita di relazione, di partecipazione dei cittadini, nella loro capacità di denuncia, nel rifiuto dell'omertà e nella valorizzazione degli immigrati regolari, per isolare delinquenti e violenti”. Soprattutto questo è sicurezza.

Per gli IMMIGRATI di casa nostra la distinzione era stata chiara: onde evitare equivoci e per non cadere nei soliti luoghi comuni o entrare nei soliti contrasti con la lega, razzista. Distinzione prima di tutto, tra immigrati irregolari, cosidetti clandestini, che non lavorano e quindi rischiano per sé e per gli altri; e gli immigrati regolari, che a Brescia sono oltre 30 mila (trentamila), che lavorano e producono ricchezza per sé e per gli altri, e che richiedono a gran voce il riconoscimento amministrativo e giuridico, dei loro diritti e doveri.

Ma anche sul CENTRO STORICO c'era stata aria di polemica, poichè il centro destra, con fare troppo facilone, avrebbe ridotto la riqualificazione del centro storico, ad una amggiore libertà di circolazione delle autovetture; senza pensare anche ad un incremento delle iniziative culturali, più qualificate e coinvolgenti. Quindi il motto sembrava essere questo:”Libera auto, in libera città”.

Ancora contrasti con il centro destra aveva fatto registrare la soluzione del problema del traffico, specie quello dei residenti. Ma anche alle 200 mila vetture dei non residenti, che tutti i giorni entrano nella nostra città. La proposta quindi del nostro EMILIO DEL BONO si soffermava sull'idea di un “rafforzamento del trasporto pubblico locale, e sulla realizzazione di una nuova tangenziale ovest. E non con la riprogrammazione dei lavori della metropolitana leggera, abbandonando il progetto della linea ad alta velocità; togliendo le tariffe di sosta nelle zone a ridosso del centro storico, dimezzando le tariffe nel centro storico”.

Infine una riflessione critica sulla CARTA DEI VALORI, cui il centro destra locale aveva fatto riferimento, ispirandosi ai valori cristiani, come tentativo goffo di identità politica valoriale. (Ndr). Un grane bugia, i contrasto con le scelte fatte poi, sia nella discriminazione praticata con i figli degli immigrati regolari, cui era stato negato il contributo di famiglia; atteggiamento che si era rivelato un vero pasticcio; dal momento che a Brescia vivono anche numerose coppie miste. E che il del 70% dei bambini nati in questa città, solo il 30% sono bambini immigrati regolari. Questa grave incoerenza politica e valoriale si era protratta ed aveva creato non poche tensioni, tra la gente, in città e tra i rappresentanti politici. Ecco perchè a suo tempo, anche GIUSEPPE ONOFRI, già vicesindaco della nostra città, aveva più volte rampognato ADRIANO PAROLI, per la sua incoerenza di uomo e di politico. (Ndr).

Su altri problemi scottanti e iniziative aggiornate all'oggi, torneremo in un secondo momento, raccogliendo anche le reazioni dei protagonisti ma anche dei cittadini. Termino con il ricordo e il contributo di tre amici del candidato, che riflettono su alcune proposte e iniziative che trovano spazio in questo libro documentatissimo:”

“Emerge chiaramente dalla lettura di queste pagine il vuoto prodotto in questi anni da una mancata classe dirigente. Alla fine il problema è tutto qui, chiosa PIERLUIGI FERRARI, deputato europeo del Pd – nel FATTORE UMANO. La Brescia postaindusriale, la città della doppia università e dei servizi, della finanza e della cultura in in cerca di una guida politica adeguasta che la accompagni, garantendo coordinamento al sistema territoriale. Che non è più quello comunale che si arresta ai confini delle periferie, ma è l'area estesa all'orizzonte sovracomunale, che esige interconnessioni tanto maggiori quanto più ci si avvicina al superamento del livello politico provinciale. La dimensione metropolitiana è già incombente (già esistente, Ndr), e chiede solo che la politica la riconosca, essendo stata fin qui ipovedente e latitante. Troppi ritardi si sono accuulati in questi anni, troppo provincialismo è circolato a Palazzo Loggia, troppe chiusure municipalistiche. E Brescia ha perso appuntamenti e, con essi, ha perso la centralità che si era guadagnata nella Lombardia orientale, grazie a decenni di buona amministrazione”.

Ma anche FABIO CORAZZINA, parroco,impegnato a testimoniare una chiesa che non ha paura di sporcarsi le mani e di stare in mezzo ai poveri ed agli immigrati, e per questo non sempre ben visto dalle curie, testimonia così:”.....Le pagine che seguono sono una buona opportunità per togliere, attraverso il racconto di un impegno quotidiano e puntuale, alcuni di quei cartelli che vietano la politica – a meno che sia a “nostro” vantaggio, a “nostra” difesa e per il “nostro” interesse – dai “nostro” luoghi comuni e comunitari. Un impegno che ha come orizzonte non i “cafoni” di Brescia, ma i fratelli e sorelle dell'umanità intera con cui vivere la grande sfida della Carta dei Diritti umani, della Costituzione e di una diffusa “rivoluzione” indignata e che chiede Cittadinanza ed esige Partecipazione”.

Infine la testimonianza di ROBERTO ZINI:”Colpisce il tentativo di DEL BONO, di proporre una politica ragionata, in un momento storico in cui pare prevalere una politica urlata, dove ha la meglio chi alza di più la voce. EMILIO, invece, espone un pensiero che entra nel merito dei problemi, analizza le questioni, ragiona su soluzioni, senza prendere posizione a priori, solo per appartenenza ad uno schieramento. Dagli scritti si evince trutta la fatica della quotidianità, il rigore dell'approccio ai vari temioaffrontati con la passione di chi vede nelle scelte amministrative il compiersi di un progetto più alto”.
E concludo con alcune risposte alle domande poste al nostro candidato dal giornalista MASSIMO TEDESCHI PER breesciaoggi, che risalgono all'agosto del 2008:”CHE EFFETTO LE FA IL DIBATTITO NELLA MAGGIORANZA?”

R.”Mi colpiscono soprattutto le parole del sindaco Ho l'impressione che PAROLI viva in una bolla di vetro, fuori dalla realtà. Non ha colto la condizione del presente, fa valutazioni estranee a quel che accade in città e nel quadro politico. Sostiene che la maggioranza è solida e compatta dopo che QUADRINI ha preso le distanze sulla condizione della maggiorasnza e ROLFI ha chiesto un cambio di passo, il che vuol dire che il passo va bene”.

VENIAMO AI TEMI AMMINISTRATIVI: COSA RINFACCIA ALLA GIUNTA DI CENTRO DESTRA?”

R. “Di avere tradito gli impegni presi con gli elettori. Sul centro storico erano state fatte grandi promesse, invece continuano lo spopolamento e l'abbandono commerciale. POI LA SICUREZZA. Il tema per noi èp centrale, personalmente contrasto ogni snobismo del Pd su questi temi: il Patto per Brescia sicura è stata un'occasi di marketing ma non ha portato uomini di Ps, né soldi per il carcere. Stazione, Carmine, Lotta allo spaccio: tutti temi inevasi. In compenso la giunta ha perseguito temi non prioritari: una sede degli uffici “unica”, ora diventata “principale”, che ci costerà 50 milioni. E uno stadio che ci costerà 60 milioni di euro.
E c'è un terzo fallimento. Il PAROLI romano non ha portato a casa nulla”.
Per tutti questi motivi la latitanza e incapacità a dialogare del sindaco PAROLI, era stata più volte evidenziata, per la mancata soluzione ai problemi emersi e specie per la caterva di comitati che si erano organizzati spontaneamente per discutere la linea ambigua sui temi affrontati tenuta dall'amministrazione di centro destra in affanno e senza costrutto. Così sono state fornite delle risposte alle domande di MASSIMO LANZINI del Giornale di Brescia, in una intervista che risale all'agosto del 2010:”COSA MANCA ALL'AGENDA DELLA LOGGIA?”

Risponde EMILIO DEL BONO:”Anzitutto è scomparso il tema della crisi. Possibile che PAROLI non senta il disagio delle famiglie e delle piccole imprese? Possibile che non lo spaventi il pericolo che i tagli ai bilanci abbassino al qualità dei servizi comunali? Possibile che non guardi ad un autunno in cui terminerà la CIG ed esploderà l'emergenza sfratti? E la giunta cosa fa? Abbatte le torri togliendo alloggi al residenziale sociale”.

PAROLI RIVENDICA LA SOLIDITA' DELLA MAGGIORANZA CHE LO SOSTIENE.

R.”E' invece evidente che le cose non stanno così. Vedo un'Udc marginale e emarginata, in aula registro le insoddisfazioni di consiglieri come Agnellini, Acri e Chiappa, so di una sofferenza diffusa nello stesso PDL per l'assenza del sindaco e l'eccessodi presenza di Rolfi e della Lega. Le difficoltà di dialogo PAROLI non le registra solo in consiglio comunale, ma anche con la città. Non vi dice niente l'esplosione di comitati nei quartieri? Le migliaia di firme raccolte e le mobilitazioni dei cittadini a San Polo, via Sostegno, Compiano, Prealpino? La verità è che su troppi temi, dalla sicurezza al rilancio del centro storico, gli impegni elettorali sono stati traditi”.

Per ora mi fermo e ci fermiamo qui. Ci sentiamo dopo le elezioni del 26-27 maggio prossimi, per verificare, se questa IDEA NUOVA DI CITTA', più umana, più moderna e più a misura di uomo, di donna e di bambino, sarà stata recepita, compresa accolta e votata, dagli elettori bresciani. A presto. (CARLO CASTELLINI).




Venerdì 17 Maggio,2013 Ore: 17:44
 
 
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