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www.ildialogo.org A 5 STELLE O B&B ovvero LE CONSEGUENZE DELL’IDIOZIA COLPEVOLE,di Paolo Farinella, prete

A 5 STELLE O B&B ovvero LE CONSEGUENZE DELL’IDIOZIA COLPEVOLE

di Paolo Farinella, prete

Carteggio con il Prof. Vittorio Coletti


N. 43 - Genova 10 - aprile 2013

 

A 5 STELLE O B&B

ovvero

LE CONSEGUENZE DELL’IDIOZIA COLPEVOLE

di Paolo Farinella, prete

CARTEGGIO CON IL PROF. VITTORIO COLETTI DELL’UNIVERSITA’ DI GENOVA
SUL MOVIMENTO 5 STELLE E LA SITUAZIONE POLITICA ATTUALE.

Premessa

Genova 10-04-2013 - Ho ricevuto una lettera dal prof. Vittorio Coletti, ordinario della Facoltà di Lettere e Filosofia. Sez. I – Italianistica, Università di Genova, che mi onora della sua amicizia, per altro ricambiata con affetto e con il quale condivido una pagina domenicale sulla Repubblica/Il Lavoro. Il professore mi lascia libero di pubblicare e, se credo, di rispondere anche in pubblico per dare luogo a un dibattito non riservato, vista la rilevanza degli argomenti «in pectore». La lettera del professore è una risposta al mio pezzo apparso su «la Repubblica/Il Lavoro», edizione ligure del 31 marzo 2013, domenica di Pasqua, in cui, tra l’altro, rivolgevo un appello al Movimento 5 Stelle e a Beppe Grillo perché uscissero dal loro mirabilis – e dopo lo streaming con Bersani – strafottente isolamento e si facessero carico della disperazione delle persone che si suicidano per l’impossibilità di reggere la situazione economica che uccide la dignità.

Purtroppo fuori da ogni contesto e contenuto del mio pezzo, come spesso accade, il titolista di Repubblica ha titolato «Caro Grillo, sono felice di averti votato, ma ora non tirare la corda sino a spezzarla». Il titolo che avevo messo io era: «Pasqua, paradigma non solo religioso». Come si vede un titolo abbastanza neutro, ma curioso. Questa mia sola precisazione, imporrebbe di chiudere qui la questione perché, come tutti sanno e come sa bene il professore Coletti, l’autore di un articolo non è responsabile del titolo perché spesso lo subisce. Raramente i giornali rispettano i titoli da me dati. A questo punto, penso di avere già spiegato tutto e potrei fermarmi qui, ma a me non basta.

Il professore Coletti merita una risposta più ampia, articolata e riflessiva perché il momento che paventa è veramente grave. Devo poi la risposta anche a un ampio gruppo di amici, alcuni dei quali del Pd che si sono inalberati per le mie prese di posizione molto critiche nei confronti del loro partito, che ho deciso di non voltare «più». Alle ultime elezioni (febbraio 2013) ho votato Movimento 5 Stelle alla Camera e Sel al Senato. Da mesi parlo e scrivo delle elezioni politiche, delle condizioni antecedenti, delle previsioni di esse, delle conseguenze e dei risulti. Tutto si trova nel miei «Pacchi del mercoledì» sul mio sito (www.paolofarinell.eu)

In data 08-02-2013 pubblicai in sinossi i programmi dei partiti Pd, Sel e 5Stelle: sette pagine di tabelle per dare a ciascun lettore/elettore individuale la possibilità di confrontare temi, programmi e realtà. Sempre in data 08-02-2013 pubblicai un «Pacchetto» con il titolo «Elezioni politiche 2013: criteri e valutazione per una scelta etica», in cui esaminavo la posizione dei cavalieri in giostra e individuavo in tre criteri (legalità, laicità e bene comune) la chiave di scelta in questo preciso momento storico.

Nel «Pacchetto N. 41 del 26 febbraio 2013» - Numero Speciale dal titolo «Speciale Elezioni 2013: Il Verdetto», esaminai il risultato delle elezioni, rispondendo a chi mi dava gratuitamente del «grillino» senza avere letto il testo. E’ la caratteristica di internet: la rete offre una miriade di informazioni, ma pochissimo approfondimento; anzi alimenta la superficialità e sforna i superficiali. Tutti sanno senza conoscere e senza leggere.

Nel «Pacchetto N. 42 del 17 marzo 2013» dal titolo «Speciale Elezioni 2013: La Giostra», rispondendo a chi mi contestava superficialmente analisi e valutazioni sul Pd, risposi con la previsione di ciò che sarebbe accaduto, come puntualmente si sta avverando dentro e fuori il Pd: ogni punto della mia analisi si sta rivelando azzeccata, non perché ho doti divinatorie, ma perché leggo i fatti e le persone, con occhio limpido, senza secondi fini.

Poiché con la lettera del professor Vittorio Colletti, si ritorna «al principio», cioè mi si attribuiscono affermazioni e sentimenti che non ho, che non ho scritto (almeno gli scritti devono fare testo, specialmente se sono redatti in tempi anteriori e quindi non sospetti), non mi resta che rispondere affidandomi ai documenti. Pertanto in questa puntata, pubblico:

  1. Il mio pezzo su la Repubblica del 31-03-2013.
  2. La lettera del professor Vittorio Coletti, in risposta al titolo del pezzo precedente.
  3. Il mio commento alla lettera del professore Coletti.

Articolo di Paolo Farinella, prete

Pubblicato su la Repubblica del 31 marzo 2013, p. XIII:

PASQUA, PARADIGMA NON SOLO RELIGIOSO (titolo dell’autore)

di don Paolo Farinella

[Titolo del giornale: «Caro Grillo, sono felice di averti votato, ma ora non tirare la corda sino a spezzarla»]

Oggi è Pasqua e mentre la Chiesa cattolica in tre giorni ha dato al mondo intero un vescovo-papa, per altro inatteso, con un nome «sconvolgente», nello Stato estero adiacente al Vaticano, in Italia, i politici dopo un mese dalle elezioni annaspano e non riescono a formare un governo per un martoriato popolo che affonda nelle sabbie mobili dell’asfissia economica e civile. Se c’era bisogno di dimostrare l’inutilità dei politici, ne abbiamo l’ultima prova in ordine cronologico. Il tentativo Bersani, l’ho sempre scritto e detto, com’era nella logica, è stato tempo perso. Bastava indicare un nome «extraparlamentare» e il governo sarebbe all’opera.

In contemporanea dall’osservatorio ligure, la vituperata magistratura che un capo banda chiama «cancro della democrazia», fa le pulci all’allegra compagnia godereccia del consiglio regionale, beccata con le mani nella marmellata del denaro pubblico sperperato per fini privati. Sono tutti del Pdl, dopo l’Idv su stendo un velo pietoso perché da anni denuncio il malaffare della gestione famigliare Palladini-Marilyn, emigrati nel gruppo misto. Fa quasi tenerezza Aldo Siri che piange la sua onestà davanti alla tv, giustificandosi di avere comprato panettoni da distribuire alle parrocchie per i poveri.

Di fronte a queste scene mi prende quello che a Genova si chiama «s-ciuppùn de futta» perché questa gente del Pdl non perde occasione per professarsi «moderata e cattolica». Secondo la morale cattolica e la moderata decenza civile, il sig. Aldo Siri e compagni di merende, per fare beneficienza e regalare panettoni ai poveri, devono usare il «loro» denaro e utilizzare quello pubblico per dare ai poveri lavoro e pane facendo leggi giuste. Se poi le parrocchie accettano i panettoni, frutto dello sperpero, sono complici di furto, perché il consigliere Siri con quella truffa ne trae beneficio «personale». Invece di piangere, siano tutti così decenti da rassegnare le dimissioni.

A Pasqua, vorrei mandare un appello al «Movimento 5Stelle» e a Beppe Grillo, a nome anche di moltissime persone che mi scrivono o mi fermano per strada per scongiurarmi di supplicarli di non tirare la corda fino a spezzarla perché annegherebbero l’Italia e non solo i partiti responsabili del disastro che sta di fronte a noi. Se Beppe ricorda, il 4 ottobre 2009, a Milano, all’atto della presentazione del Movimento, feci un intervento dal titolo: «Sono un prete e voglio la rivoluzione», perché ero e sono consapevole che «questi» partiti sono morti e sepolti. La sola presenza del 5Stelle in parlamento ha già prodotto cambiamenti notevoli (anche Lupi, in quota CL, - horribile dictu! - ha lasciato l’appartamento regale da vice presidente del senato) e i presidenti hanno cominciato a sforbiciare privilegi.

A Beppe vorrei dire che siamo sull’orlo del suicidio di massa e dell’assalto ai forni per sopravvivere. L’associazione Ludovica Robotti-San Torpete della mia parrocchia assiste centinaia di famiglie disperate di Genova e fuori città, sostituendo il comune di Genova e lo Stato, ormai puri pleonasmi. Eravamo a rischio di chiusura, ma la generosità del popolo genovese e italiano ci permette di andare avanti.

Caro Beppe, l’obiettivo di pulizia è sacrosanto e sono con te. Ho votato 5Stelle non perché si allei con Bersani, ma perché proponga un nome indiscusso, di altissima moralità che, con un programma limitato e senza contrattazione coi partiti, vada in parlamento. In nome dei poveri, dei moribondi e dei sopravvissuti, supplico di fare in modo che si costituisca un governo a tempo che prenda provvedimenti di sostegno per il lavoro e di soccorso per la sussistenza. L’ottimo è nemico del bene e, oggi, 5Stelle, se esce dalla presunzione di purità che potrebbe presto affossarlo, può fare la differenza e dare alla gente quella speranza di risurrezione di cui c’è bisogno adesso, perché non c’è più tempo. In attesa, buona Pasqua.

Lettera del professor Vittorio Coletti all’articolo precedente

Caro don Paolo,

dopo aver letto che non solo Lei ha votato 5S, ma ne è ancora felice, ho pensato che mi piacerebbe discutere, anche pubblicamente se crede, questa Sua affermazione. Io e Lei, lo sa bene, abbiamo molte idee e sensibilità in comune ed io ne sono lieto ed onorato. Ancora pochi giorni ha partecipato alla manifestazione da Lei giustamente indetta contro la scandalosa guerra di Berlusconi alla magistratura. Ma sul Suo compiacimento per il voto a Grillo proprio non me la sento di seguirLa. Vorrei spiegarLe perché. Vede: io ritengo Berlusconi e la sua destra imprensentabili, origine di tutte le disgrazie presenti del nostro Paese: mi ripugnano. Ma Grillo e i suoi grillini, pur tanto più decorosi, mi fanno paura.

Il berlusconismo ha imposto una gerarchia a rovescio; tutte le volgarità, le brutte figure, gli affronti alla legge e al buon gusto del Suo leader sono state esaltate come una schietta qualità, contro la quale avrebbero combattuto le sinistre bacchettone e cospirato i giudici rossi. Il peggiore è il migliore, è la sua ricetta. Il grillismo invece ha imposto la fine delle gerarchie, nel senso che vige la regola dell’assenza di qualità, positive o negative che siano: non bisogna averne nessuna, perché le qualità distinguono le persone, le differenziano le une dalle altre e invece deve prevalere la grigia uniformità, l’interscambiabilità. Neanche l’onestà, a ben vedere, è considerata una qualità, perché, giustamente, in politica, dovrebbe essere come avere due mani per guidare un autobus: un prerequisito scontato. Quindi, nessun pregio distintivo, vinca l’uomo senza qualità, il mediocre, è la ricetta 5S.

Tolto il leader e il suo cerchio magico, tutti gli altri sono “cittadini”, non nel senso che sono uguali agli altri (allora bastava che fossero, alla francese, signore e signori), ma nel senso che sono uniformi tra di loro, tanto che pensieri difformi non sono ammessi e vengono apertamente censurati, fino all’espulsione. Il berlusconismo fa schifo; il grillismo fa spavento. Perché col primo c’è il basso impero, con cortigiane, ruffiani, venduti. Lo abbiamo visto. Dopo il secondo ci può essere il fascismo, con la logica del branco, della massa omologata, rabbiosa verso chiunque non si adatti alla sua mediocrità, non accetti e lodi le sue idee. Ora, la regola della mediocrità permette a chi non ha nessuna qualità di prendersi la rivincita su chi è sospettato di averne, gli dà modo di disprezzare le competenze, la professionalità: esalta il sapere approssimativo e saccente, non sopporta un approccio meditato e razionale ai problemi complessi, per i quali pretende ci siano solo risposte semplici, alla propria portata.

Quando guardo i due portavoce del 5S ho l’immagine fisica di questa presunzione dei mediocri. Si vantano superiori, diversi dagli altri politici, per non confrontarsi, confessarsi incompetenti, sprovvisti di idee e programmi ragionevoli, di capacità di argomentare. Parlano per affermazioni, non per riflessioni. Tutto questo fa paura, perché, la storia lo insegna, è il (ri)sentimento che è stato all’origine del fascismo e del nazismo (Grillo stesso lo ha detto più volte, quando ha riconosciuto di attirare consensi che potrebbero andare verso il neofascismo): scontentezza per come vanno le cose, sensazione che se non ci fossero le élite (a volte giustamente definite “caste”) della politica organizzata, del pensiero, gli esperti dell’economia, della scienza, tutto andrebbe meglio; guerra rabbiosa a costoro, rivincita dei mediocri. Il rabbino romano Pacifici che ha subodorato dietro il grillismo una rinascita dell’antisemitismo ha visto giusto, perché prima o poi la formula con cui il mediocre spiega il mondo complicato è quella eterna del complotto ebraico o massonico, con quel che segue. Anche il confusionarismo mistico- politico, ora affidato ai videogiochi di Casaleggio invece che a Wagner o a Nietzsche, è su questa lunghezza d’onda.

Per questo, caro don Paolo, io non La seguo nella Sua felicità per aver votato i grillini, anche se continuo a sentirmi mal rappresentato dal flebile, forse agonizzante Pd. Mi sento davvero (come dice l’inquietante guru di S. Ilario) circondato: da un lato Berlusconi, con l’egoismo e le porcherie, dall’altro Grillo e Casaleggio, con la mediocrità e la presunzione: gli uni più ripugnanti, gli altri più pericolosi. Naturalmente, spero di sbagliarmi. La prego di scusarmi se L’ho disturbata e Le ripeto che, se vuole rendere pubblici (sul Suo sito o su Repubblica, ai cui amici spedisco intanto la presente per doverosa condivisione) questo mio scritto e la Sua eventuale replica, acconsento volentieri sin d’ ora. Un caro e affettuoso saluto dal Suo Vittorio Coletti

Commento mio alla lettera del professor Coletti e oltre

Caro prof. Vittorio Coletti,

non le nascondo che, ad una prima lettura, la sua lettera è arrivata a meravigliarmi perché penso che lei sia abituato al sistema giornalistico, che molto spesso è superficiale perché si basa sull’immediato o meglio sulle sensazioni piuttosto che sulla realtà e sui contenuti. Il grido di «felicità» che lei mi attribuisce, non mi appartiene, perché nell’articolo è assente; anzi, al contrario, chiedo a Grillo di mettere da parte la prosopopea sua e dei suoi eletti per farsi carico delle condizioni disastrose del Paese Italia che sta morendo. In premessa ho spiegato le differenze tra i due titoli e credo che ciò sia sufficiente. Il titolista del giornale, forse scorrendo l’articolo senza leggerlo, ha dato un titolo «suo». Qualunque lettore sa questo e so che anche lei lo sa.

Leggendo più attentamente la sua lettera, ho notato che lei ha usato l’espediente di rispondere a me per andare oltre, cogliendo l’occasione di un titolo sbagliato per porre sul tappeto e magari alla discussione pubblica un problema vero e reale. Allora discutiamo di questo, senza pregiudizi e con coerenza logica, specialmente se trattiamo di coerenza politica e di destini della Patria.

In questi anni ho scritto molto sulla situazione politica generale e locale, avendo come criteri metodologici due strumenti di valutazione: come cittadino la Costituzione e come credente il Vangelo. Ho sviluppato un profondo senso di anticlericalismo che ritengo l’unico antidoto per evitare le «porcate» politiche e inciucianti, cui vergognosamente abbiamo assistito in questi anni bui di «democrazia accorciata». Vaticano e Vescovi, a mio parere, sono moralemnte corresponsabili del degrado in cui versa l’Italia e colpevoli di avere sostenuto il berlusconismo per immediati fini privati e indecenti.

Giustamente lei dice che «Berlusconi e la sua destra [sono] impresentabili, origine di tutte le disgrazie presenti del nostro Paese» fino al punto che le «ripugnano». Non è solo, anche io nutro gli stessi sentimenti. Poi lei aggiunge che «Grillo e i suoi grillini, pur tanto più decorosi, mi fanno paura». Berlusconi ha rovesciato le gerarchie di valore, trasformando il peggiore in migliore, mentre Grillo è colpevole di avere abolito ogni gerarchia e qualità a favore dell’uniformità, arrivando perfino a fare paura agli Ebrei per il rinascente antisemitismo, insito nel grillismo. Bene. E’ vero? E’ falso? Io non lo so. Da oltre quarant’anni applico il metodo dell’antica JOC (Jeunesse Ouvrière Chrétienne), fondata in Francia nel 1928 e da cui nacque anche in Italia l’Azione Cattolica: «vedere, giudicare, agire». Prima «vedere» la realtà come è e non come vorremmo che fosse; poi «giudicare» le ragioni guidano o condizionano quella realtà è così e infine «agire» cioè prendere provvedimenti operativi.

La sua analisi, caro Professore, a me pare che salti di pari passo il primo e il secondo passo e si ferma alle conseguenze paventate che possono accadere, stimolate dalla paura di alcuni atteggiamenti che lasciano perplessi e a volte esterrefatti. Non sono così superficiale da non vedere i rischi. Per fare un esempio solo: la «portavoce» dei deputati del M5S, tale Roberta Lombardi, è quanto di più supponente, strafottente e superficiale possa esistere in natura. Se Grillo voleva farsi «evitare», ha scelto bene. La sua prosopopea non ha confini ed è forse pari alla sua ignoranza. Lo stesso, ma in maniera meno grave, si può dire di Vito Crimi, senatore «portavoce». A vederli sono il contrario di quello che Grillo ha predicato in rete: uno vale uno, la democrazia on line e tutte queste sciocchezze come si è visto: chi comanda è la dualità «Casaleggio/Grillo», mentre il parco buoi di deputati e senatori è irreggimentato come una scolaresca senza personalità e dignità. Lei pensa che non mi sia reso conto di queste appariscenti realtà?

Ciò detto, mi preme dire che il M5S non è la causa del degrado e dell’ingovernabilità e del declino della democrazia in cui ci troviamo; tanto meno è responsabile della disfatta economico-sociale in cui l’Italia è precipitata. Ho sempre ritenuto, scritto e gridato in tutte le salse che Grillo & C. sono la «conseguenza logica» di una irresponsabilità politica che affonda le sue radici nel berlusconismo che è e resta il male dei mali e ho anche preconizzato che ci vorranno almeno 70 anni per debellare il virus che questo reietto indegno ha inoculato nel sangue della nazione con la complicità di un terzo della nazione che vive di evasione fiscale, di condoni, di furti, di malavita organizzata e di delinquenza.

Berlusconi ha elevato l’illegalità e l’immoralità a sistema di vita e di governo e ha coinvolto i suoi sostenitori nel suo «progetto» di vita, cosicché essi sono obbligati – senza eccessiva fatica, invero – a sostenerlo, pena la loro decadenza nel vuoto da cui sono stati presi. Non so se lei ha notato che, nonostante egli continui a offendere le donne in un modo osceno, trattandole come schiave e comprandole come prostitute, sono proprio le donne a difenderlo a spada tratta. D’altra parte se non lo facessero e se il prosseneta dovesse cadere, tutte le donnine che egli ha premiato con posti al parlamento o al governo dovrebbero ritornare alla loro insignificante vita senza emolumenti parlamentari di gran pregio.

D’altra parte c’è il PD – e mi creda, non faccio di ogni erba un fascio - che io ritengo ancora più colpevole del degrado e del disfacimento del tessuto sociale perché predicava lo stato di diritto e la difesa degli operai, il sostegno alle fasce deboli e poi ha sempre permesso che Berlusconi «regnasse», sostenendolo direttamente e indirettamente, con accordi sottobanco e facendolo risorgere ogni volta che quello era in punto di tirare le cuoia o di soccombere. PD, Pronto Dispensario a beneficio esclusivo di Berlusconi. La realtà è davanti a nostri occhi: possiamo sintetizzare la storia di questi venti anni con un dato ufficiale, consultabile negli archivi e negli atti parlamentari, cioè nel punto più alto della democrazia rappresentativa, che è il Parlamento, dove Violante Luciano, ricorda che nel 1994 a Berlusconi fu garantito «dalla sinistra» che non si sarebbe fatta la legge sul conflitto d’interesse e che non si sarebbe tenuto conto della legge sulla ineleggibilità. Cito dal resoconto stenografico della Camera dei Deputati, seduta n. 106 del 22/02/2002:

LUCIANO VIOLANTE: [...]«Onorevole Anedda, la invito a consultare l’onorevole Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena - non adesso, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo - che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l’onorevole Letta.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA: « C’è stato un referendum!».

LUCIANO VIOLANTE: «A parte questo, la questione è un’altra. Voi ci avete accusato di regime nonostante non avessimo fatto il conflitto d’interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni... ».

Diciotto anni fa, caro Professore! Da diciotto anni, cioè dal 1994, anno della prima vittoria di Berlusconi, la «sinistra» lo ha garantito. Non le viene la voglia di essere anche lei rivoluzionario, resistente e non si sente anche lei turlupinato e preso dai fondelli? Questo intervento e questa strategia è la «madre» di tutte le ignominie berlusconiste di cui l’Italia è stata vittima. Di questo non è colpevole Berlusconi, ma il PD che avrebbe potuto fare cadere Berlusconi diverse volte e non l’ha fatto, anzi lo ha sostenuto, soccorso con trasfusioni di sangue «gratis», mentre quello distruggeva «i comunisti», come da dichiarazione certificata dal trattatitivista Violante.

Prendersela con Grillo è stravolgere la storia e la verità dei fatti. Mi fermo qui, ma potrei continuare, citando la caduta del governo Prodi perché D’Alema aveva la fregola di diventare lui presidente del Consiglio, mentre ora sta trattando con Berlusconi per salire al Quirinale e garantire Berlusconi e i suoi sporchi interessi, vita natural durante, cioè in eterno.

Ho scritto da anni che il PD poteva tenerlo unito solo Prodi che aveva avuto l’intuizione di assemblare le tre culture, comunista, cattolica e socialista; ma D’Alema, Violante e Veltroni avevano altre mire per cui i socialisti, malati di craxismo, sono andati tutti all’estrema destra con Berlusconi e nel PD sono rimasti distinti e separati cattolici e ex comunisti, tutti spostati a destra senza nemmeno accorgersene. Poi arrivò Monti e invece di andare ad elezioni, il PD lo sposò, senza fidanzamento, fino alla morte (unico caso di matrimonio indissolubile in Italia), pagandone le conseguenze e rendendosi responsabile dell’assassinio dell’intera nazione tranne il gruppo ristretto degli speculatori e dei parassiti politici che con Monti hanno continuato a fare affari. Poi arrivò Renzi, berlusconiano fiorentino di ferro che non vede l’ora di tornare lui a capo di un partito con Berlusconi segretario effettivo.

Caro Professore, credo che non sia il caso di continuare a versare sale sulle ferite aperte. Io affermo che il PD è colpevole al sommo grado e questo non posso perdonarglielo nemmeno da prete. Per troppi anni ho votato Dc per paura del sovietismo, poi con Berliguer ho votato Pci, poi ho votato Ulivo, poi Ds, poi Pd per paura di Berlusconi, ma quando ho visto che era il PD a volere e tenere in vita e a ingrassare Berlusconi, ho deciso che era giunto il tempo di dare la spallata. Ho votato M5S alla Camera e Sel al Senato, sapendo quello che facevo, ma più di ogni altra cosa, sapendo che «questa» politica, ereditata da «codesti» inetti parassiti non può essere riformata dall’interno, ma può solo essere scalzata. E’ necessario passare da un tempo di deserto e vivere un periodo di esodo per azzerare ciò che non può essere riparato. Dice il Vangelo:

36Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. 37E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. 38Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi (Lc 5,36-38).

Caro Professore, lei crede che Grillo avrebbe avuto questo successo, per altro inatteso anche da lui, se i partiti avessero ridotto i costi della mala politica, se avessero tagliato di due terzi i fannulloni che siedono in Parlamento, se avessero riformato la legge elettorale, se avessero costretto Monti a fare leggi «giusti» in favore della maggioranza del Paese e non a beneficio di una congrega di parassiti indegni e speculatori? Perché il PD ha sostenuto Monti fino a dissanguarsi? Perché Bersani che non ha vinto le elezioni, - la sua maggioranza alla Camera è frutto di quella «legge porcata» che avrebbe dovuto ripudiare – non ha fatto la proposta di un presidente del consiglio fuori dal Parlamento, proponendo una figura indiscussa come Stefano Rodotà o Salvatore Settis? (nomi in dicativi), Perché ha insistito a volere fare un governo per smacchiare il giaguaro e pettinare le bambole? Perché non ha messo Grillo con le spalle al muro, imponendo un nome che nessuno avrebbe potuto rifiutare se non Berlusconi? Perché ha cincischiato da imbelle e incompetente? Perché conitnua a parlare in bettolese? Con il risultato che adesso il cerino e il coltello dalla parte del manico sono di nuovo nelle mani di Berlusconi che sta occupando le piazze e portando il livello di attesa dove vuole lui.

Mi dica, Professore, è colpa di Grillo? A lei fa paura veramente Grillo? Bene a me fa paura questo PD responsabile da venti anni del mefistofelico berlusconismo che ha ammorbato l’aria, inquinato i pozzi e azzerato la democrazia. Dopo mesi di gridare «mai con Berlusconi», come va a finire? E’ di oggi la notizia che il 9 aprile 2013 si sono visti Bersani e Berlusconi (B&B) e pare che il primo abbia detto al secondo: «Ti conosco, mascherina!». Come vede siamo all’alta politica riformatrice, mentre in Italia la gente si suicida e chiudono imprese e a centinaia di migliaia.

Da anni scrivo, ma si vede inutilmente, che Grillo non era necessario, ma è diventato «inevitabile», cioè è una conseguenza che non si può eludere perché segue le premesse poste da altri, come la pioggia «deve» scendere dall’alto in basso. Poteva essere evitato, ma non hanno voluto; per questo l’hanno alimentato fino all’ultimo giorno della legislatura, in cui nessun privilegio lercio e immondo è stato eliminato. Al contrario, hanno fatto di tutto per mantenersi la legge porcata per fini contingenti col risultato che il Parlamento sta ingovernabile. Colpa di Grillo? Professore, siamo seri! Chi voleva il cambiamento ha conservato la conservazione fino allo spasimo e se fossero stati onesti avrebbero dovuto rassegnare le dimissioni «per fallimento», come ha fatto Benedetto XVI che da tedesco teutonico, di fronte all’impossibilità di modificare quello che lui stesso, in parte, aveva creato, ha preso atto del suo fallimento personale e istituzionale e si è tolto di mezzo, con il risultato che abbiamo perso otto anni. Otto anni buttati al vento, ma pazienza.

In Italia invece di anni ne abbiamo perso quasi venti e ora l’unica cosa che sappiamo fare è avere paura di Grillo che ha avuto un successo che nemmeno lui voleva? Infatti il risultato elettorale lo ha trovato impreparato e ancora oggi non sa come gestire il consenso e credo che con le sue scelte, anzi non-scelte lo stia scialacquando impudicamente. Piaccia o non piaccia. Né si può chiedere a Grillo di fare quello che il PD ha fatto con Berlusconi: sostenerlo e portare acqua all’insipienza politica e deficiente perché significherebbe morire strozzati dai D’Alema e dai Veltroni che si dimettono e non se ne vanno mai; dai Franceschini voltagabbana e dai Letta, nipoti di cotanto zio che non vede l’ora di andare a Palazzo Chigi. Comunque.

Si voleva togliere il detonatore a Grillo, dopo averlo armato? C’era un solo modo: Bersani doveva prendere atto di avere «perso». Avrebbe dovuto chiedere a Grillo di proporre un nome «extraparlamentare», di eccezionale caratura con dodici ministri e ventidue sottosegretari altrettanto irreprensibili. Costoro, senza contrattare con alcun partito, dovevano andare in Parlamento con un programma di pochi punti:

  1. Provvedimenti economici urgenti a favore del lavoro e delle imprese; restituzione dei crediti alle imprese; stabilire in 1.000,00 euro il minimo vitale di sopravvivenza. Riforma dell’Imu e abbassamento dell’imposizione fiscale almeno dai 50 mila euro in giù.
  2. Abilizione del TAV e degli F16 e del Ponte di Messina, con relativo trasferimento dei fondi al punto di sopra.
  3. Ripristino della legalità con l’abolizione di tutte le 40 leggi ad personam di Berlusconi; riforma della politica, riduzione dei costi della mala politica; conflitto d’interesse; ineleggibilità dei parlamentari; riforma della Costituzione per abolizione di Senato e Province.
  4. Eliminazione dei doppi incarichi e dei doppi e tripli stipendi; eliminazione di ogni benefit a carico di parlamentari, dirigenti pubblici di ogni ordine e grado; prelievo forzato una tantum a chi ha uno stipendio oltre i doppia pena di morte per voto di scambio in qualunque forma e condizione; riduzione delle pensioni d’oro per esigenza di guerra sociale; lotta ferrea «manu militari» alle mafie di ogni specie e genere accanto a quella all’evasione fiscale e al riciclaggio con perdita di cittadinanza e sequestro dei beni per chi evade.
  5. Eliminazione dei contributi ai giornali di partito e abolizione dell’ordine dei giornalisti.
  6. Difesa dei cittadini dalle truffe legalizzate e dall’usura bancaria.
  7. Obbligo per lo Stato di ricollocare i licenziati dal lavoro come avviene nei paesi civili; difesa della maternità con incentivi e “privilegi” obbligatori (asili nido, asili, ecc. licenze retribuite).
  8. Investimenti in difesa del territorio, dell’arte e della cultura (teatri, cinema, musica, musei, ecc.) con valorizzazione della ricerca in ogni campo, con stanziamenti certi e costituzionalizzati.
  9. Riforma delle carceri con abolizione dell’ergastolo e numero chiuso; introduzione del reato di tortura e obbligo dei carcerati ad un lavoro sociale. Abolizione di tutte le macchine blu in tutte le amministrazioni.
  10. Inserire in costituzione la responsabilità in solido per i governanti che per scelte di parte o d’interesse dilapidano il patrimonio dello Stato o fanno perdere valore alla moneta: ne rispondono con il proprio patrimonio.
  11. Obbligo per il politico o membro del governo di presentarsi al suo giudice naturale pena la decadenza immediata; divieto di commentare le indagini fino a sentenza definitiva; obbligo di chiedere un corridoio privilegiato per giungere a sentenza al più presto. Incandidabilità per chi è condannato in primo grado a qualunque pena. Incandidabilità per chi ha affari in atto con lo Stato e decadenza da ogni carica pubblica da chi inizia o ha in essere rapporti economici o di concessione con lo Stato.
  12. Riforma delle legge elettorale con collegi uninominali con ballottaggio.
  13. Revisione dei rapporti Chiesa-Stato in base al principio costituzionale «senza oneri per lo Stato». Ecc. Ecc. Ecc.

Dopo questo – un anno, due anni? – si torni alle elezioni e Grillo tornerà a fare il comico come è suo costume. Non credo che Grillo possa essere temuto per la tenuta democratica: egli ha buon gioco in questo immenso mare di nullità, ma non ha «le fisique du rôle» del rivoluzionario e i suoi sono giovani, figli dell’era berlusconiana, la maggior parte dei quali ignorante (come si è visto) e disoccupata; con l’elezione molti di essi hanno risolto i bisogni primari e forse riusciranno anche a prendere la pensione a fine legislatura. La coerenza non è di questo mondo politico.

Comunque, a noi tocca vigilare, vigilare e vigilare sia nei confronti del grillismo che del bersanismo e del berlusconismo e se sarà necessario, caro professore, costoro dovranno passare sul mio cadavere o, in subordine, lei potrà sempre trovarmi sulle montagne di cui la Liguria è ricca. Io porterò Costituzione e Vangelo e lei potrebbe portare qualche buon libro di letteratura italiana perché con queste armi possiamo sconfiggere qualunque ostacolo e chiunque voglia attentare alla nostra dignità di cittadini. Lo dobbiamo ai morti che sono ancora freschi e che si rivoltano nella tomba. Lo dobbiamo a noi stessi, perché non è possibile morire prima di vedere sconfitto il berlusconismo, sintesi malefica di ogni sentina e ogni ribrezzo.

Io ci sarò. Non v’è dubbio.

PS. Se non ci fosse stato Grillo, oggi avremmo le piazze armate di forconi, tridenti, bombe e pistole. Il M5S forse svolge anche una funzione di detonatore sociale. Non sarebbe male, non dimenticarlo.

Con immutata Stima,

Paolo Farinella, prete




Venerdì 12 Aprile,2013 Ore: 21:07
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Antonio Sarubbi Parma 15/4/2013 12.48
Titolo:vedere la realtà...
Gran bell'articolo, un bell'esempio di come si dovrebbe sempre saper "vedere la realtà" invece di trasformarla secondo le proprie illusioni. Mi sembra un'analisi perfetta.

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