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www.ildialogo.org Chi ha paura di un governo Monti?,di Nino Lanzetta

Chi ha paura di un governo Monti?

di Nino Lanzetta

Stavolta Il partito democratico può farcela davvero a vincere le elezioni e Bersani, indicato da una larga maggioranza attraverso libere e combattute elezioni primarie, ad insediarsi a Palazzo Chigi. Ma questo evento, che dovrebbe essere fisiologico in un paese democratico nel quale le forze progressiste si alternano a quelle più conservatrice – come succede in America e nei paesi europei – da noi fa ancora paura e, per scongiurarlo entrano in campo i poteri forti e, con un uso un po’ strumentale della comunicazione mediale, cominciano a rispolverare i soliti motivi per evocare la paura della sinistra e dei comunisti. C’è chi lo fa nel modo più becero e populista, come il partito di Berlusconi ed i suoi sodali, e chi in modo più sottile e subdolo come i liberal conservatori, la Chiesa e gli altri poteri forti: l’alta burocrazia statale, il manegement privato, le Banche, le Assicurazioni, l’alta Finanza, le Caste dei professionisti ( avvocati, farmacisti, notai, liberi professionisti e tutti coloro che fanno da tramite tra l’amministrazione dello Stato ed i cittadini, lucrando una rendita corporativa che non vogliono perdere e perciò sono - checché ne dicano – contro ogni vera riforma di modernizzazione, di liberalizzazione e di vera privatizzazione dei servizi dello Stato e di un Welfare più moderno e meno clientelare. La legge sugli avvocati, approvata una settimana fa, ne è l’ultima riprova! Purtroppo in queste categorie sono da annoverare anche una parte dei sindacati che hanno acquisito nel corso degli anni un vero potere economico e di posizione.

Perché ancora oggi si ha paura di Bersani e del Partito democratico e si qualifica Vendola come un vecchio comunista, per di più gay? Eppure il Partito democratico e i partiti dai quali discende, hanno governato per un cinquantennio, anche stando all’opposizione; hanno fatto la Costituzione e sono stati parte integrante della storia del nostro Paese. Hanno già governato l’Italia con Prodi, Ciampi, Amato, D’Alema senza fare la rivoluzione marxista. Governano in molte regioni con successo, meno ruberie e più trasparenza. Seguono al loro interno il metodo democratico, si danno delle regole, le rispettano e allontanano dal partito coloro che sono inviati a processo o semplicemente indagati come hanno fatto con Penati in Lombardia, tedesco in Puglia, Lusi nel Lazio. Vendola, poi, in Puglia sta governando bene, con moderazione e coinvolgendo i moderati del centro, con lusinghieri risultati!

Allora perché si ha paura di Bersani? Perché Bersani dimostra di fare sul serio. E’ una persona seria, cosa che non guasta in questa Italia di trafficanti e corrotti, è un sicuro democratico, senza grilli per la testa, un pragmatista con le idee chiare e senza fisime radicaleggianti, sa fare squadra e sa realizzare riforme che incidono nel tessuto produttivo anche se con piccoli passi e senza anatemi per nessuno. Ma chiaramente, al punto nel quale siamo, è doveroso e morale ripensare ad una più equa redistribuzione del reddito, ad una maggiore tutela del lavoro e della persona umana, a creare i presupposti per una possibile crescita in un contesto europeo nel quale, perseguendo l’unione degli stati europei, si tenti di ridimensionare un po’ l’alta finanza, premiare di più la produzione e la conquista di maggiori diritti civili ed individuali di quei lavoratori che nei loro paesi e nell’era della globalizzazione selvaggia, ne hanno pochissimi e non ne hanno affatto. Naturalmente per realizzare questo programma è necessario che chi ha di più contribuisca di più. E questa, per i ceti conservatori – comprese le alte gerarchie della Chiesa, la Cei, la stessa Compagnia delle opere di Cl- è un’idea rivoluzionaria che porta lo scompiglio. Meglio Monti, Casini e Montezemolo con i Bonanni, i Riccardi e gli Orlandi, che un trattamento di riguardo verso la Chiesa potenza economica lo hanno sempre avuto, vedi da ultimo l’IMU e le scuole private! Certo Berlusconi si è squalificato e compromesso, oltre ogni possibile limite, anche con il suo comportamento personale e la difesa dei suoi interessi e quelli delle sue aziende, che ha comportato, di converso quelli dei suoi sodali, a livello generalizzato nel resto delle regioni italiane amministrate dalla sua maggioranza. Ma tra Berlusconi e Bersani ce ne corre! Di mezzo c’e sempre Casini e, ora, anche Monti!

E il resto della popolazione? Quella dei lavoratori, degli artigiani e commercianti, della piccola impresa, degli anziani e dei pensionati, degli impiegati e di coloro che tirano la carretta e con la loro dignità fanno grande l’Italia? Coloro che hanno inventiva risorse e idee per tirare fuori l’Italia dai guai? Beh! Questi sono la maggioranza, ma sono divisi e soprattutto vengono tenuti divisi anche da molti di coloro che dicono di rappresentarli. Sentono le sirene della comunicazione di massa, delle televisioni, della pubblicità e dei talk show che gli propinano baggianate quotidiane e programmi fuorvianti per tenerli buoni. Molti ci cascano perché in Italia i gonzi sono ancora abbastanza e perché la Televisione è di un solo padrone e molti giornali pure. Non si spiegherebbe altrimenti come un imbolsito capopopolo- che racconta da anni le solite “barzellette”- possa stare, con una gran faccia tosta e ripetendo fino alla noia le solite fesserie tante ore sugli schermi, tra gli inchini e le riverenze di servizievoli conduttori, senza venire far bollire di rabbia gli spettatori. Ha anche sostenuto candidamente che il suo successo elettorale dipende dalle ore che riesce a stare in televisione. Possibile che non vi debba essere rimedio a tutto ciò?

Lo scenario politico per le prossime elezioni di febbraio è già delineato e i giocatori stanno prendendo posto sul campo di gioco. A destra c’è – per la sesta volta – ancora lui il vecchio Berlusconi ( alla faccia del nuovo! Di nuovo, però, ha una nuova fidanzata di cinquant’anni più giovane!) Con il suo Pdl corrono le varie sottomarche, i cui nomi, che cambiano continuamente, sono difficili da ricordare ma i volti no. Sono I Rotondi, i La Russa, i Gasparri, gli Storace, le Santanchè, le Mussolini, le Brambilla, le Prestigiacomo, le Carfagna e le altre prestanti signorine, ma anche i Pionati, gli Iannaccone e tutti i “sudisti” del sud. E naturalmente la Lega, il grande movimento del razzismo. Al centro si aspetta Monti a far da padre nobile ai vari Casini, Fini, Montezemolo e forse anche Giannini, a quelli che restano dei gloriosi repubblicani di La Malfa e dei liberali e di alcuni fuorusciti del PDL come Frattini e Pisanu. Al Centro sinistra il Partito democratico di Bersani e il Sel di Vendola. Cosa faranno i radicali ancora non si sa. Faranno parte a sé o si accoderanno al PD? Poi c’è il movimento 5 stelle che fa squadra a sé. Infine a sinistra è in formazione un nuovo raggruppamento che vede alla sua testa Ingroia con il movimento arancione di De Magistris e con quello che resta dell’IDV di Rifondazione comunista, dei Comunisti Italiani, dei Verdi e che fa pressanti inviti alla società civile dei movimenti e delle minoranze di fare un passo avanti, sperando che i vari Di Pietro, Ferrero e Diliberto ne facciano uno indietro. Nella prossima settimana, si leggerà il Manifesto dell’agenda Monti e le ultime decisioni dei partiti i giochi saranno fatti e comincerà la tenzone. Agli italiani il verdetto e la responsabilità di un vero cambiamento!

NINO LANZETTA




Domenica 23 Dicembre,2012 Ore: 17:04
 
 
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