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www.ildialogo.org LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL CAVALIERE E IL RUOLO DELLA TELEVISIONE.,di NINO LANZETTA

LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL CAVALIERE E IL RUOLO DELLA TELEVISIONE.

di NINO LANZETTA

Come un attore consumato della migliore tradizione dei guitti, ma stavolta senza copione e costretto a recitare a soggetto, è nuovamente piombato sul palcoscenico della politica, il vecchio Berlusconi, che sembrava avviato ad un sicuro e tranquillo pensionamento. Il colpo ad effetto del ritorno in campo, l’annullamento delle primarie del Pdl e la “non fiducia” al governo Monti, che il suo ritrovato scudiero, al secolo Angelino Alfano, si è subito affrettato a proclamare alla Camera dei deputati, ha sparigliato un gioco che sembrava già fatto. Gli effetti, però, non sono quelli che desiderava: Il gioco gli è sfuggito di mano anche perché la sua “follia” non è così lucida come una volta ed ha perso tanti colpi da dare l’impressione di un pugile suonato e non più di un incantatore di serpenti. La storia va avanti nell’identico racconto durato più di quindici anni e molti italiani – la grande maggioranza- non sembrano essere più disponibili ad ascoltare le solite promesse e le solite panzane, dopo circa venti anni di trovate e di gag che hanno portato l’Italia allo sfacelo, prima morale e poi materiale. Purtroppo, ci sono ancora molti italiani, non solo tra quelli che difendono egoistici interessi personali, ma- cosa molto più grave- anche tra pensionati e povera gente che non riesce a sbarcare il lunario e si illude ancora affidarsi all’uomo della provvidenza anche se rivelatosi fasullo. “ A ridateci er puzzone” sembrano invocare, come quelle apparse scritte sui muri di Roma sbrecciati ancora dalle bombe della guerra. In Europa e nel mondo, invece, hanno capito bene di che pasta è fatto ed i mercati sono entrati subito in fibrillazione e perfino il PPE (partito popolare europeo cui aderisce il PDL) ha incoronato il premier Monti alla sua presenza, umiliandolo: Ora il re è nudo e molti suoi amici stanno abbandonando la nave. Le sue elucubrazioni cambiano di giorno in giorno e, come un attore bollito, ripete a memoria frasi di copioni precedenti, senza una lucida sequenza: lo spread è un imbroglio, il complotto della Merkel e dei suoi sodali lo ha fatto cadere, il governo Monti ha fallito e tutti i dati economici sono peggiorati, i moderati si devono riunire nella stessa coalizione e lui ne sarà il federatore, la Lega deve tornare alle cene di Arcore ed alla vecchia alleanza e, in cambio, offre a Maroni la candidatura alla regione Lombardia, se no sono sfracelli in Piemonte ed in Veneto. E, il giorno dopo, cambia registro: Monti ha continuato il suo lavoro e gli offre la guida di tutto il centro destra, compresa la lega, riservandosi solo la leadership della nuova santa alleanza contro la sinistra ed i comunisti, ed altre amenità del genere che nessuno più prende in considerazione se non il solito Bruno Vespa, cerimoniere di regime, e gli altri giornalisti della stampa di famiglia a cominciare da Porro, dalla faccia perbene, che ha preso il posto del recluso Sallusti, ma che, non si dimentichi, telefonò alla Mercegaglia, allora presidente della Confindustria, invitandola, non tanto dolcemente, a non farsi andare ad eccessive critiche nei confronti del gran Capo.

La cosa grave ed intollerabile, in un paese di civiltà europea, è l’uso che si fa della politica nella televisione di Stato, che dovrebbe essere al servizio pubblico e non amplificatore di propaganda e pubblicità. Ormai in televisione si parla di politica dalla mattina alla sera e non si riesce a capire come politici che sono stati presenti nelle tarde ore della sera possano, poi, ricomparire sui teleschermi alle prime ore del mattino successivo, naturalmente ripetendo, fino alla noia e all’esasperazione, le solite frasi ad effetto, le analisi insulse, trite e ritrite con la solita propaganda fatta per palati grossolani, contribuendo, così, ad accrescere la repulsione verso la politica. Si dovrebbero sospendere tutti i talk show a cominciare da Porta a Porta: un programma che non sarebbe stato concepibile in Francia, in Germania o in Inghilterra. Ma si dovrebbero sospendere pure i Ballarò, le Agorà, con tutto il contorno dei Paratori e compagni di cordata di tante altre avvizzite trasmissioni e, se si potesse, compreso Servizio pubblico di Santoro su la Sette, come non si dovrebbero invitare politici nei telegiornali a cominciare dal tg3. Nelle televisioni private non si può, ma si potrebbero mettere in essere controlli più efficaci e dispositivi sul non mandare in onda una comunicazione illusoria fatta di pubblicità, propaganda e populismo ingannevole per la credibilità popolare.

La televisione ha un ruolo pubblico e i giornalisti hanno l’obbligo di raccontare le notizie, ed anche di commentarle, nel rispetto della verità e, pur nel pluralismo dell’informazione, con onestà intellettuale.

NINO LANZETTA




Sabato 15 Dicembre,2012 Ore: 19:19
 
 
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