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www.ildialogo.org Riflessione dopo il ballottaggio per le Primarie,di Youssef salmi

Riflessione dopo il ballottaggio per le Primarie

di Youssef salmi

Con la presente desidero ringraziare di cuore tutti gli amici e amiche, compagni e compagne che hanno dato il loro contributo per le primarie, sia come volontari sia come cittadini che si sono recati ai seggi per votare. E soprattutto le nostre famiglie che abbiamo trascurato come ha detto Bersani.

È stata un bellissima esperienza, una grande prova di Coraggio e Democrazia, siamo riuscito a riportare il confronto Politico, e far parlare di Politica, va riconosciuto che a volte non è stato facile, ma grazie alla calma e sangue freddo, grazie alla nostra tranquillità e sicurezza su quello che abbiamo fatto come PD finora, eravamo “quasi” sicuri che il Popolo ci avrebbe premiato, ed è quello che abbiamo visto, personalmente, nei confronti con i cittadini, ho sempre chiesto di riflettere sul percorso fatto fino qui, dall’opposizione al sostegno del governo tecnico, dalle primarie tra Bersani a Franceschini fino ad oggi, riflettere su cosa abbiamo costruito insieme, su quanti giovani oggi, sono segretari di sezioni, sulla nascita del GD e il suo ruolo, su quanti giovani oggi fanno parte degli organi di governo, da quelli comunale, Provinciale e regionale.

È davvero un gran bel successo, che noi tutti dobbiamo mettere a galla, noi tutti popolo del Centro Sinistra, dobbiamo gridare e aiutare Bersani a realizzare l’obbiettivo della “Meritocrazia” penso che il cambiamento di cui ha parlato Renzi sia quello che Bersani ha sempre definito “Meritocrazia” e per realizzare questo obbiettivo, dobbiamo essere tutti uniti, e dobbiamo far capire che non sarà facile governare, ha detto bene il nostri Segretario, dobbiamo essere sinceri, si, la sincerità e la sobrietà devono essere la nostra arma per affrontare il futuro, avere le Idee chiari su cose pensiamo davvero del futuro del nostro paese.

Ci aspetta un momento difficile, e penso che noi tutti saremo in grado di affrontarlo, noi cittadini, noi popolo del Centro Sinistra, abbiamo l’obbligo di informarsi, di essere aggiornati, e tornare a rivivere le nostre piazze, agire e cercare di ripristinare i comitati di quartieri per recuperare il dialogo con i cittadini, dobbiamo tornare a vivere il territorio, a guardare i nostri cittadini nelle occhi, ripristinare il dialogo con loro, quel dialogo capace di “ascoltare” e mettere in pratica le cose condivisi, partendo dalle piccole cose, perché sono quelle che potrebbero aiutarci a realizzare cose grande, perché nemmeno il fiume è nato cosi, ma lo è diventato pioggia dopo l’altra, poco alla volta, e noi oggi, dobbiamo ripristinare il senso di comunità, senza pretendere di avere ragione, perché essa arriva attraverso un buon dialogo.

Quindi, su le maniche, attrezziamoci di passione e pazienza perché il camino sarà duro e la strada è in salita scivolosa, e se tutti noi, ci aiutassimo, e mettessimo mano nella mano, creeremo una grande forza, che aiuterà il nostro Paese a recuperare ciò che non siamo state capace di fare in questi anni.

Questa è una occasione importante e non dobbiamo sprecarla.

A tutti i nostri e le nostre esponenti politici, desidero chiedere ad alta voce; basta individualismi, dobbiamo lavorare insieme, e chi di voi ha l’occasione di dire qualcosa ai media, contate fino a 10 prima di rispondere, perché dietro ogni parola sbagliata o frase interpretata male vi è in rischio di fare alcuni passi indietro, abbiamo un popolo, un paese, che non supporta più nulla, abbiamo cittadini che per l’orgoglio paese vogliono darci un’altra “chance” non dobbiamo sprecarla, dobbiamo essere sincere, coerenti ma soprattutto aggiornati.

In fine desidero ringraziare tutti i candidati per queste primarie, perché grazie alla loro messa in gioco, siamo riusciti a riempire le nostre piazze, confrontarsi con i cittadini e soprattutto siamo riusciti ad avvicinare cittadini che non si erano mai avvicinati, per un motivo o l’altro, quindi, congratulazione a tutti, perché oggi ha vinto LA DEMOCRAZIA.

Youssef salmi

Forum immigrazione Nazionale

Membro (ospite permanenti all’assemblea Nazionale PD)

Assessore comune di Novellara (RE)




Lunedì 03 Dicembre,2012 Ore: 16:22
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Renzo Coletti Genova 13/12/2012 20.55
Titolo:
Riporto come commento un paio di articoli tratti dalla lista "Per il bene comune".

10/12/2012

Fonte: Conflitti e strategie

Monti: lascia, raddoppia o boicotta? Dalle prime dichiarazioni dell’ormai
ex Premier possiamo dedurre che difficilmente cederà il passo senza
provarci (provaci ancora amico dello Zio Sam!), probabilmente tenterà di
raddoppiarci le pene scalando il Quirinale oppure presentandosi con una
propria lista appoggiata dal Centro, dai transfughi del Pdl in fuga dal
vecchio padrone e, chissà, forse anche da trombati del Pd, ma, certamente,
non avendo dubbi in merito, il suo boicottaggio è già cominciato perché lui
il partito ce l’ha già e non ha bisogno di costituirlo con l’aiuto di Fini
e doppi fini. Il suo partito si chiama mercato, ovvero finanza nazionale e
internazionale, ed ha come fine dichiarato quello affossare l’Italia,
qualora l’agenda dell’austerità e della dismissione del patrimonio
nazionale non sarà portata avanti anche dalla prossima compagine
governativa.
Per questo rischiamo di ritrovarcelo ancora tra i piedi il Tecnico in carne
ed ossa o il suo fantasma alla ricerca di un altro organismo da infiltrare,
in un posto qualsiasi di governo, a garantire quella continuità
liquidatoria che i potentati mondiali si aspettano da Roma. *Il primo a
manifestare profonde preoccupazioni, et pour cause, è stato Obama, secondo
il quale l’abbondono delle politiche rigoriste e orientate al rientro del
debito, imposte da Monti e immediatamente *contraddette nelle intenzioni
da un Berlusconi passato all’opposizione (il quale si ricandida alla guida
del Paese ma quasi senza speranze di riuscita), rischia di trascinare
l’Italia e l’Europa nel baratro del fallimento. Gli americani non sono
stati parchi di critiche nei confronti del bocconiano il quale, a loro
parere, non è stato abbastanza tetragono nel ridurre le spese generali
dello Stato, ma che, soprattutto, non ha saputo attaccare ed intaccare
radicalmente le prerogative di quei gruppi dell’apparato pubblico che
ancora difendono le imprese partecipate e quelle strategiche.
Perché, sia detto precisamente, è questo il vero obiettivo perseguito:
sottrarre al controllo dei drappelli dell’ “oligopolio” statale aziende di
punta come Eni o Finmeccanica, le quali, seppur indebolite sulle piazze
azionarie e costrette a difendersi nei tribunali, continuano a conservare
margini di operabilità e di discrezionalità nei grandi spazi commerciali ed
industriali, territoriali e mondiali. *Questo assalto delle borse e dello
spread all’Italia non è soltanto un tentativo di far pagare alla
popolazione il maggior prezzo della crisi economica, trasferendo ricchezza
dai ceti medio-bassi a quelli più alti e parassitari, a corto di liquidità
e di aspirazioni, no, lo scopo principale, con il pretesto di tagliare le
unghie all’invasività della mano statale, è quello di svendere i gioielli
nazionali dei settori sensibili,* dall’aerospaziale all’energia. *Dopodiché
qualsiasi altra controriforma sociale risulterà più agevole e non
incontrerà ulteriori resistenze, essendo caduti gli ultimi bastioni
fortificati a difesa dell’autonomia nazionale.*

Così crollerà tutta l’impalcatura del Welfare, già ridimensionata e
smobilitata negli ultimi vent’anni, successivamente al golpe di palazzo
chiamato Mani pulite, sotto gli occhi di sindacati corrotti e marciti,
associazioni industriali autoreferenziali e rassegnate, partiti esautorati
o ridotti a paraventi dei banchieri e dei poteri esteri (europei e
statunitensi).
La situazione è questa e non sarà il voto a rovesciarla, anche se
aumenteranno le astensioni o i consensi verso le rappresentazioni
organizzative più movimentistiche ed “antisistema”. Oramai, occorre ben
altro per saltare il fosso evitando di finirci dentro, servirebbero
formazioni di resistenza e rilancio nazionale disciplinate e quasi
militarizzate, avanguardie sociali portatrici di un fondamento ideologico
forte e innovativo nonché di un’idea di salvezza pubblica non commerciabile
e traducibile in compromesso, da opporre allo sfacelo in corso con tutta la
violenza di cui sarebbero capaci, disponibili, pertanto, anche a passare
sui corpi venduti e sulle istituzioni putrefatte senza commuoversi.
Purtroppo siamo ancora lontani dalle auspicate riconfigurazioni politiche.




*Monti o Bersani: ma che cambia? di Osvaldo Pesce*

Fonte: pennabiro.it



Viviamo in una fase storica drammatica causa la crisi economica e
finanziaria. Capire cosa succede in politica - e le sue ripercussioni nei
legami generazionali, nello stile di vita, sino ai problemi pratici della
vita sociale e della sicurezza personale ecc. – necessita di una
informazione completa e libera che rimane il presupposto per pensare ed
agire.
Le recenti elezioni primarie del PD sono state presentate come un ritorno
alla politica e alla partecipazione dei cittadini alle scelte, ma non
corrispondono per niente a questo obiettivo, perché?
I due schieramenti all’interno del PD non hanno smentito nei programmi
presentati né le misure antipopolari del governo Monti fatte passare col
loro appoggio, né una svolta futura; anzi Letta, subito dopo la “vittoria”
di Bersani, ha confermato nella trasmissione della Berlinguer che
proseguiranno sulla strada di Monti. Lo stesso programma di
Renzi,presentato come risposta alle aspirazioni giovanili di cambiamento,
non si differenziava dalla politica di Monti.
Pensare che l’azione ed il risultato ottenuto da Renzi nelle primarie (40%
dei voti) abbia spostato a destra la “sinistra” o viceversa il 60% ottenuto
da Bersani abbia spostato a “sinistra “ il PD sono falsi bilanci senza capo
né coda, fumo negli occhi.
Nella realtà abbiamo assistito sia nel programma di Renzi sia in quello di
Bersani non ad uno scontro di linee, ma più che altro al tentativo di
aumentare il consenso elettorale per il PD, fermare Grillo e mettere in
naftalina Monti, cioè: tutto cambi perché nulla cambi. Oggi, la battaglia
nello schieramento parlamentare è concentrata non sui programmi – l’
”agenda Monti” resta valida per tutti i partiti dell’eterogenea maggioranza
che ha finora sostenuto il governo – ma su come tenere o allontanare Monti
e i suoi ministri tecnici e se anticipare le elezioni o attendere la
scadenza naturale della legislatura. Bersani si illude di essere
vittorioso, Monti e i suoi ministri attendono sornioni, Berlusconi dice e
disdice per restareimprevedibile e dettare condizioni. Esistono nel paese
due schieramenti riguardo al dopo – elezioni, uno per continuare con Monti
azzerando l’autorità del parlamento, l’altro per fingere il ritorno alla
politica con Bersani, che sacrificato dopo le dimissioni di Berlusconi non
divenne presidente del consiglio grazie anche a Napolitano.
Ogni parola, ogni atto di queste due fazioni ha questa finalità. Tutte le
varie forze politiche parlamentari hanno presente tutto ciò, quindi anche
quelle, come il PdL, che sono state travolte dagli avvenimenti e si
dibattono in una profonda crisi da cui vogliono uscire minacciando di
rovesciare il tavolo (vedi l’assenza dal voto sul decreto sviluppo). Ma
tutti sono partecipi in un modo o nell’altro a questo scontro che, deve
essere chiaro, non c’entra con la soluzione dei problemi del lavoro, dello
sviluppo industriale e agricolo, dei servizi sociali, dei giovani, della
scuola, dei pensionati ecc. La realtà non cambia, si continua a
delocalizzare industrie, a chiudere impianti, a lasciare senza tessuto
produttivo intere zone del paese, a precarizzare il lavoro, ad aumentare le
tasse, a portare l’IVA sempre più alta, a tagliare servizi sociali ecc. Non
solo, il debito pubblico continua a crescere paurosamente.
Chi raggiungerà, dei due schieramenti, il proprio intento? Lo scontro è in
corso. Le soluzioni potrebbero portare a riconfermare Monti oppure, se non
si raggiunge una coalizione a tale scopo, dare a Bersani per un breve
periodo il governo, ma proprio per un breve periodo, e poi ritornare ai
tecnici. Di sicuro nessuna di queste due fazioni resta toccata dalla
probabile scarsa affluenza di votanti alle elezioni, che invece ha un
profondo significato politico (la massiccia astensione dal voto alle
elezioni regionali siciliane è già stato un segnale inequivocabile).
Di fronte a queste vicende occorre non lasciarci influenzare dai vecchi
rottami politici o dal “ meno peggio”, ma incoraggiare il popolo a
continuare e sviluppare la lotta, unico strumento a disposizione contro
l’impoverimento e la distruzione del paese. Mantenere la volontà ed il
coraggio di lavorare per costruire un soggetto politico che sappia
unificare le lotte, riunire in un fronte le classi derubate ,schiacciate,
oppresse con un programma di sviluppo alternativo alle attuali politiche.

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