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www.ildialogo.org TODI MODO. LA STAMPA CATTOLICA ATTACCA IL GOVERNO MA VUOLE IL MONTI BIS,da Adista Notizie n. 40 del 10/11/2012

TODI MODO. LA STAMPA CATTOLICA ATTACCA IL GOVERNO MA VUOLE IL MONTI BIS

da Adista Notizie n. 40 del 10/11/2012

36909. ROMA-ADISTA. «Vitamine per la vera Italia»: così il quotidiano dei vescovi Avvenire aveva definito, in un titolo di prima pagina nell’edizione del 23 ottobre, le proposte emerse dall’assise di Todi. A fianco, un editoriale del direttore, Marco Tarquinio, che parlava di «valori e idee chiare per una buona politica». La presidenza della Cei – che pure, a differenza dell’edizione del 2011, aveva preferito non intervenire direttamente all’assise – benedice così ufficialmente l’aggregazione, ancora non ben definita nelle forme come nelle articolazioni, che le associazioni cattoliche riunite a Todi hanno deciso di varare, non senza polemiche e qualche defezione (v. Adista Notizie n. 39/12). «C’è tutto – ha scritto compiaciuto l’editorialista del Sir Francesco Bonini – nel compatto documento di “Todi 2”». «C’è la constatazione della grave crisi in corso, che non è solo economica, ma politica e morale. C’è l’esperienza del governo Monti e la necessità di non disperderla, ma di rilanciarla ridando centralità al lavoro, all’imprenditorialità, alla crescita, ad un nuovo welfare. C’è il tema delle riforme istituzionali strutturali e della riforma elettorale. Ci sono i valori della vita, della famiglia e dell’educazione. C’è l’ispirazione cristiana declinata in senso non confessionale e messa a disposizione di tutti. C’è l’esigenza di onestà, rigore morale e sobrietà, prima di tutto per la politica, di cui si afferma la necessità di reale rinnovamento». «È un documento sintetico e completo – è il bilancio finale di Bonini – ben scritto, non retorico. 683 parole, compresa la data, per poco più di 4.000 battute, al netto degli spazi: la lunghezza giusta. È un documento forte ed equilibrato: difficile non convenire».

Il resto del mondo cattolico, però, non sembra manifestare lo stesso entusiasmo. A partire dalla stampa diocesana, che non dedica molti editoriali o articoli di commento alla kermesse umbra. A Todi, è vero, c’era Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), ma soprattutto presidente della Federazione italiana settimanali cattolici. Ma si trattava di una presenza “istituzionale”. Per il resto, sui settimanali ci sono soprattutto notizie che si limitano, nella maggior parte dei casi alla semplice cronaca dell’evento. Scelta che si può in parte spiegare con il fatto che il governo Monti è amato più dalle gerarchie che dalla base cattolica, più dai vertici della Cei che dalle realtà territoriali, che vivono a stretto contatto con le conseguenze che le politiche di “rigore” dell’esecutivo dei “professori” hanno prodotto sulle fasce più deboli della popolazione. C’è poi da considerare la necessità di attendere gli sviluppi di una situazione politica ancora assai “liquida”; e infine, che molti settimanali, negli stessi giorni in cui si svolgeva l’incontro di Todi, commentavano con severità e preoccupazione il ddl stabilità varato dall’esecutivo, bollandolo come sostanzialmente iniquo. Logico quindi un certo imbarazzo nel rilanciare, sulle stesse pagine, i contenuti e le proposte di un’assemblea, quella umbra, che ha assunto come propria stella polare la cosiddetta “agenda Monti”, chiedendo formalmente che l’esperienza di quel governo prosegua oltre il 2013.

Nella manovra, osserva ad esempio Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone, 28/10), «manca una maggiore equità». Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), chiede che «si abbandonino quelli che continuano ad assomigliare ai ‘terribili’ tagli lineari», specie sulle Regioni. Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo, 26/10), sollecita a «trovare forme e modalità più adeguate e rispettose per tagliare sprechi e privilegi dove ci sono davvero e conservare il meglio dei servizi». Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova, 28/10), propone addirittura (in linea con quanto chiedono da anni diverse realtà del territorio diocesano, Beati i Costruttori di Pace in testa) di «tagliare i 90 cacciabombardieri F35 (circa 14 miliardi di euro) e non il sociale». Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo, 28/10), auspica invece che «il governo faccia marcia indietro sulla proposta di aumentare l’orario di cattedra dei docenti da 18 a 24 ore».

Nonostante ciò, a parte le testate che scelgono di riprodurre sic et simpliciter sulle proprie pagine il commento di Bonini, qualche articolo su Todi c’è. Ma i toni sono generici, e sull’analisi prevale l’acritica esaltazione dell’evento. Durante l’incontro, afferma Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri, 28/10), «è stato sottolineato quanto sia importante il coinvolgimento dei cattolici in politica per la rinascita del Paese a tutti i livelli. Si sa, tutti dovrebbero avere il coraggio di vivere onestamente e per il bene del prossimo. In modo particolare chi governa dovrebbe essere di esempio e lavorare giorno dopo giorno per cercare le soluzioni ai problemi che oggi, più che mai, sono dei veri macigni». Un po’ più articolata la riflessione di Beppe Del Colle (Il nostro tempo, Milano/Torino 28/10), che parla di un mondo cattolico spaccato in due, sin dagli anni ’90, da Berlusconi, che è difficile oggi ricomporre, ma che «non può essere insensibile a quanto gli viene detto dalla Dottrina Sociale della Chiesa», e «dall’insegnamento degli ultimi pontefici in tema di valori etici e “non negoziabili”». Valori che, all’incontro di Todi, «sono rimasti opportunamente in primo piano».

La contraddizione del contemporaneo sostegno a Monti e a Todi emerge anche dalla lettura di Famiglia Cristiana. Non si parla di Todi sul numero datato 28 ottobre, ma a pagina 3 c’è un articolo (titolo: “La mazzata del governo sulle radici sociali del Paese”) che punta il dito sulla riduzione dei finanziamenti al sociale decisi dal governo nel ddl stabilità, che finisce per tagliare «non rami secchi, ma quello su cui siamo seduti». Insomma, per Famiglia Cristiana si tratterebbe di «una mazzata definitiva al “non profit”» e a tutte le realta che fanno «opera di supplenza» al welfare statale. Senza contare che in questo modo «i costi del risanamento dei conti pubblici si scaricano sulle famiglie (sempre più povere) e sulle categorie più deboli»: «Di questo passo, siamo alla “macelleria sociale”». E Todi? Si parla anche di quello, ma solo sul sito internet, dove il settimanale paolino ha affidato ad Andrea Olivero (presidente delle Acli e tra i pasdaran del “nuovo contenitore” cattolico da presentare alle elezioni del 2013 per sostenere il “Monti bis”) la redazione di un “diario” in cui si racconta passo passo il dibattito e le conclusioni del’assise. A ben guardare, però, un accenno a Todi lo si trova anche sul numero cartaceo. Lo fa ancora Beppe del Colle, in un suo intervento dedicato però ad altro, cioè alle primarie del centrosinistra. A Todi, scrive Del Colle en passant tentando di mettere assieme lo scontento per le politiche di Monti e il sostegno per il nuovo rassemblement cattolico, è stato disegnato «il volto di un Paese ispirato alla Dottrina Sociale della Chiesa sui valori della vita e della famiglia, ma anche alla fedeltà a una democrazia che senza i cattolici sarebbe più fragile e a rischio di un’ulteriore differenza e discriminazione fra ricchi e poveri». (valerio gigante)

Articolo tratto da
ADISTA
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Sabato 10 Novembre,2012 Ore: 15:11
 
 
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