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www.ildialogo.org Grillo a Palermo: nefande offese al popolo siciliano e ai “suoi” morti per mafia,di Domenico Stimolo

Grillo a Palermo: nefande offese al popolo siciliano e ai “suoi” morti per mafia

di Domenico Stimolo

Nella vita sociale e civile e democratica di quest’Italia, tutto necessariamente deve avere un limite. Lo impone la decenza democratica. Lo impone il sangue e la memoria degli assassinati. Lo impone il rispetto per un popolo, quello siciliano, nella stragrande maggioranza onesto e voglioso di riscatto, che nel corso di tanti decenni è stato vilipeso e materialmente spolpato dalla piovra mafiosa e dai loro lacchè amici, artefici, nell’orrido connubio politico-affaristico-mafioso.

Non può uno “straniero”, Grillo, rappresentante supremo del “Movimento 5 stelle”, piombare nell’isola, e pur di alimentare il fango tout court contro tutto e contro tutti i partiti (strumento essenziale nella gestione della democrazia come recita la Costituzione), affermare in pubblico comizio che “La mafia non ha mai strangolato i propri clienti, si limita a chiedere il pizzo. Qui siamo nella mafia che strangola la propria vittima". La seconda affermazione si riferisce ai partiti e ad altro considerato “laido”.

Ciò avviene proprio nella ricorrenza – 30° anniversario - dell’assassinio di Pio La Torre e del suo accompagnatore  e compagno Rosario Di Salvo, per mani mafiose.

Ribolle il sangue e si innalza lo sdegno.

Come può un siffatto signore che “disconosce” l’enorme sequela di tragiche vicende che hanno caratterizzato la Sicilia ( e l’Italia), venir qui e buttare dichiarazioni che sono proprio l’opposto della realtà?  Giusto per fare ridere una platea convenuta in un luogo di spettacolo dove non si paga biglietto.

Scorrendo il calendario “siciliano”, quasi ogni dì ricorre un anniversario di omicidio, ferimento, strangolamento di fatto, o sparimento. Per i tantissimi che, in rappresentanza della società civile artefici della nuova Resistenza, e  degli uomini ( e donne) in divisa, impavidi, hanno cercato di opporsi allo strapotere mafioso, immolando la vita, i tanti innocenti ritrovatosi per caso nella traiettoria dei proiettili, e per i tanti altri ancora, molte volte miseri annebbiati dal soldo facile, “arruolati”  e dissanguatisi nelle tante vere e proprie “guerre civili” che nel corso degli anni si sono consumate in tutte le provincie dell’isola.

Un enorme mare di sangue e di membra lacerate, schizzate alto - come i perenni sbuffi di lapilli lavici emessi dall’Etna – che hanno caratterizzato la storia di lotta e di rivolta del popolo siciliano contro lo strapotere dei padroni dei feudi e della mafia; dal Movimento dei fasci siciliani all’occupazione delle terre incolte nel primo e secondo dopoguerra, dalla partecipazione alla Resistenza contro il nazifascismo alla lotta contro i padrini del bieco affarismo e del clientelismo di laida bottega.

La frase di Grillo suscita enorme stupore e  indignazione.

 “Urlano”, di dolore, nel fondo delle loro tombe, le ossa ormai infracidite, dei morti per piombo a Portella della Ginestra, di Placido Rizzotto e dei tanti sindacalisti e lavoratori trucidati dalle lupare mafiose, Di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, di Pippo Fava e dei tanti altri giornalisti tacitati per i loro articoli di verità che ricercavano giustizia, di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e dei tanti altri rappresentanti delle strutture di giustizia, di Carlo Alberto Dalla Chiesa e dei tanti altri uomini in divisa uccisi dalla mafia e dalle colluse bande criminali assise in posti di potere.

domenico stimolo



Lunedì 30 Aprile,2012 Ore: 17:48
 
 
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