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www.ildialogo.org DOMENICA E’ SEMPRE DOMENICA,di Beppe Manni

DOMENICA E’ SEMPRE DOMENICA

di Beppe Manni

Una domenica qualsiasi in centro a Modena. Sono aperti i negozi. Una commessa appoggiata al bancone guarda con gli occhi vuoti, il passeggio sotto il portico. Il negozio è vuoto.

Avevamo sperato nel governo Monti e anche sulla sensibilità del ministro Fornero facile alle lacrime. Ma di fronte ad alcune scelte si ha l’impressione che i politici non conoscono la realtà quotidiana.

Abbiamo ingoiato il taglio delle pensioni, stiamo digerendo il pesante ritocco all’articolo 18, mandiamo giù senza brontolare la continua crescita della benzina fino all’ingiustificato aumento della tazzina di caffè…A qualcosa serviranno, ci diciamo.

Non ne possiamo più: i politici di sinistra balbettano, i sindacati sono in difficoltà. Tutte le conquiste faticosamente raggiunte in 50 anni di lotte sono vanificate in nome del mercato, della cosiddetta sopravvivenza delle aziende, della salute delle banche…dello spread, del rating, del default. Noi soffriamo, non capiamo e ci adattiamo: siamo carne da macello.

Ma tutti noi, non condividiamo più questo selvaggio mercato del lavoro per cui se la Cina fa lavorare 15 ore il giorno i suoi operai senza tutele e in ambienti malsani, anche noi per essere competitivi, possiamo licenziare i giovani con lavoro interinale, oppure chiedere straordinari a non finire. O delocalizzare le nostre imprese all’estero o chiudere oppure vendere ad una multinazionale un’azienda ancora sana. Lo chiamano neoliberismo, ma è una giungla dove regna la concorrenza, la competizione e l’esasperata spinta al consumo. Rischia di saltare in modo irreversibile quella buona qualità della vita che la nostra città ha tanto faticosamente guadagnato.

Un esempio per tutti. Oggi possiamo anche capire la liberalizzazione delle farmacie, dei notai e dei taxisti. Forse aumenta qualche posto di lavoro. Ma l’apertura selvaggia degli esercizi pubblici il sabato e la domenica con allungamenti a piacere degli orari, questo proprio non ha senso.

Non sono d’accordo i sindacati, i dipendenti. Persino gli esercenti. Il Vescovo nella sua ultima lettera pastorale è stato molto chiaro.

Non aumentano i posti di lavoro. Crescono le spese di gestione. La sofferenza maggiore pesa sui piccoli negozi a gestione familiare e sulle commesse degli Ipermercati e delle gallerie a loro legate.

Non si vende di più. E’ comunque demenziale in un momento di gravissima crisi spingere le famiglie al consumo.

La domenica era uno spazio intoccabile per una sana gestione del tempo libero. Perché le famiglie finalmente possono stare insieme.

Per le famiglie cristiane che sono solite andare a messa e portare i bambini al catechismo, salta questa importante opportunità.

Stanno crollando i pilastri fondamentali che sottostanno al nostro vivere civile. Non siamo bestie vendute al consumismo o imbuti programmati per ingoiare inutile pattume..

Per mali estremi, estremi rimedi. Ecco tre proposte.

Non si deve nemmeno partecipare ad accordi che tentino di regolare la deregulation selvaggia voluta dal ministro. Boicottiamo i negozi e gli Iper che osano aprire la domenica. Organizziamo nei giorni di festa con aperture degli esercizi, gite, biciclettate, eventi, ritrovi.

Il vescovo infine dichiarerà che è in ‘peccato grave’ chi non santifica la festa come recita il terzo comandamento “Ricordati di santificare le feste” e rifiuterà la comunione come fa ai peccatori pubblici a chi apre negozi la domenica…

Beppe Manni

(gazzetta 17 marzo 2012)



Martedě 20 Marzo,2012 Ore: 18:36
 
 
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