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www.ildialogo.org Monti, Draghi, la crisi, i cattolici l'Europa e l'Italia,Intervista di CARLO CASTELLINI

Politica
Monti, Draghi, la crisi, i cattolici l'Europa e l'Italia

Intervista di CARLO CASTELLINI

Alcune domande a ERNESTO MIRAGOLI, giornalista professionista e direttore del sito http://www.webalice.it/miragoli/


Per maggiori informazioni su Ernesto Miragoli vedi il sito: http://www.webalice.it/miragoli/ 

1. Un tuo giudizio personale su Mario Monti, come persona: quale idea ti sei fatto? Lo conoscevi già?

Mario Monti è persona con curriculum di tutto rispetto. Non l’ho mai conosciuto personalmente. Mi sembra un cattolico osservante, visto che ama farsi riprendere all’uscita dalla messa domenicale. E’ certamente più credibile di Berlusconi come competenze e serietà”.

2. Come tecnico a quale livello lo poni? Senatore a vita e poi primo ministro: una carriera fulminante o il punto di arrivo di un grande impegno civico?

Dopo aver letto il decreto”salva Italia” credo che sia un buon tecnico, ma nulla più. Non certo un mago della finanza o una persona che ha colpi di genio per risanare il bilancio. Non certo persona con spina dorsale al punto da scontentare il parlamento tagliando rivoli di spese inutili. Il laticlavio gli è stato conferito in fretta e furia per “legittimarlo” a gestire la crisi. Gira voce che Napolitano già da luglio l’abbia interpellato in proposito ricevendo un’immediata disponibilità. Non credo che sia persona da grande impegno civico, ma piuttosto da impegno cinico”.

3. Tutti gli hanno dato la fiducia: ma… siamo sinceri, non è anche fiducia interessata, perchè tutti possono portare a casa denaro e vitalizi sicuri?

Certo che è una fiducia è interessata! E per vari motivi. I due grandi partiti sono alla frutta da tempo per coltellate reciproche degne del miglior sinedrio democristiano da Fanfani in poi, per calo di credibilità presso i propri rispettivi elettorati e quindi sono interessati ad un periodo di decantazione. Il cosiddetto terzo polo è interessato perché ha bisogno di acquistare consensi e visibilità. Fa tenerezza Casini che si sgola a difendere ad oltranza ogni misura. La Lega non ha dato la fiducia al governo, ma è interessata perché ha l’alibi per tornare alla “Lega di lotta e (forse) di governo” e allo slogan sempre efficace di “Roma ladrona”. Di Pietro è interessato per smarcarsi dal Pd. Chi veramente rimane nel limbo sono i “Responsabili” che non sono mai stati né carne, né pesce. Per quanto riguarda denaro e vitalizi sicuri: sì, potresti avere ragione, anche se ritengo che i parassiti trovano sempre una pelle sulla quale adagiarsi per succhiare sangue”.

4. Dopo pochi giorni di governo tutti i politici precedenti sembrano quasi solo comparse: non è così?

E’ un classico. Chi per DNA è “comparsa”, non potrà mai diventare protagonista. Ma tu credi davvero che noi italiani abbiamo dato credito alle capacità di Gelmini, Carfagna, Brambilla, Bondi, Calderoli, Bossi…ma per favore! Ce li siamo sorbiti perché ce li hanno imposti e noi che, al contrario di loro, di TUTTI loro, siamo dotati di senso civico perché siamo meglio di loro (di TUTTI loro) siamo andati a votare. L’unico protagonista di questo governo appena caduto è Berlusconi che, a mio avviso, non è finito come molti pensano”.

5. Con Mario Monti cosa riprende il sogno italiano e il sogno europeo? Cosa vuol dire?

Lo dicono in tanti. Personalmente sono convinto che i sogni muoiano all’alba. Noi non abbiamo mai avuto un sogno, né come italiani, né come europei. Noi siamo il paese del ”Franza o Spagna, purchè se magna”. Se facessimo un referendum su chi crede nell’Europa da sempre, credo di essere ottimista se si giungesse al 10% dei consensi”.

6. Che importanza hanno le agenzie che assegnano voti agli stati dell'Europa? Ma chi sono questi? Come fanno ad avere un giudizio così preciso e di condizionamento, sulle scelte da fare?

Le agenzie di rating hanno preso un potere che noi abbiamo loro attribuito da quando abbiamo deciso di fondare tutto sulla “finanza” e non sulla “contingenza”. Mi spiego: da molto tempo la finanza fa premio sulla realtà finanziaria. Non è un gioco di parole. Da molto tempo chi veramente gioca un ruolo determinante sono le banche. Cuccia lo intuì e fondò Mediobanca che fu ed è in un certo modo un’agenzia di rating tutta italiana. Artigiani, commercianti ed anche lavoratori dipendenti da anni sono attaccati al filo della propria banca che giudica se dare credito o no. E qui nasce il vero problema: il credito viene dalla possibilità o meno di far fronte ad un debito. Un presidente americano disse una volta:” Guai a quell’uomo che fonda la propria sicurezza sul denaro preso a prestito”. Noi siamo arrivati qui: le nostre sicurezze sono fondate non su quello che veramente abbiamo, ma sul denaro che ci presta la banca, la quale gira il credito che gli dobbiamo (ad esempio un rimborso in 10 anni) come un proprio patrimonio positivo. Il caso Madoff è un esempio eclatante, ma di Madoff che ne sono decine e decine in tutto il mondo. Le agenzie di rating hanno intuito che potevano inserirsi in questo gioco ed hanno preso un potere terribile. Come se ne uscirà? Semplicemente snobbandole. Ma per farlo bisognerebbe avere governanti che abbiano spina dorsale e non degli invertebrati.”

7. Un giudizio sulla sua squadra: non li abbiamo ancora visti tutti: tre donne serie in tre posti chiave. Rispetto al clima e alle persone di prima......

Sono tecnici. Cinici e tecnici. Le lacrime della sig.ra Fornero non le attribuisco a nulla se non a quello che sono: le donne sono facili a commuoversi. Tutta questa gente è gente di finanza, di impresa e di analisi sociale. Ha competenza per il settore, ma non è “politica”, cioè non ha il concetto della “polis” intesa in senso sociale. Se leggi il decreto ti balzano all’occhio cose che ti fanno inorridire e che non riguardano solo le pensioni. La squadra sarà meglio di quella di prima, ma non è fatta di geni”.

8. Corrado Passera, suo delfino, viene dalle Banche ma è colui che ha modernizzato le Poste: saranno capaci di dialogare e soddisfare le esigenze dei giovani, lavoratori, delle donne? Basterà cioè la loro competenza, serietà e capacità di organizzarsi?

Corrado Passera è mio conterraneo e a Como ha interessi notevoli nel campo alberghiero e manifatturiero. Che abbia modernizzato le Poste ho parecchi dubbi perché ha inviato un carro su una strada moderna, ma alla cui guida ha lasciato i contadini abituati a guidare il carro nel sentiero di casa. La riprova è che gli ufficiali postali non sono stati preparati ad essere uffici bancari (dovendo gestire prodotti finanziari), venditori (dovendo vendere libri, gadgets ecc.), commerciali (dovendo gestire situazioni difficili). Questa gente – intendo quella al governo – non sa dialogare: un manager, pur bravo che sia, non si perde molto nel dialogo. In Italia non abbiamo la mentalità inglese ed europea del “brainstorming” (la tempesta del cervello) per cui in un’azienda tutti buttano sul tavolo idee e il manager tira le fila del discorso. Da noi il manager dice quel che si deve fare e – quando va bene – gli altri eseguono, perché da noi l’assunzione di responsabilità è un optional. Se le cose vanno male dobbiamo sempre essere sicuri di trovare qualcuno da ghigliottinare. Questi tecnici – Passera compreso – individuano il problema, escogitano la soluzione e la dettano ai collaboratori che debbono essere solo fedeli esecutori”.

9. Si dice di Corrado Passera, delfino di Mario Monti, probabile futuro primo ministro; lo vedi Monti presidente della Repubblica?

Secondo me stiamo correndo troppo. Penso che si debba lasciar governare questo esecutivo e poi andare alle elezioni. Il problema è come andremo alle elezioni e con quale legge elettorale. Se a giugno 2012 avrà luogo il referendum per cui tanti come me hanno firmato, il parlamento sarà costretto a varare una nuova legge elettorale. Come sarà? Dubito che questo parlamento faccia una buona legge elettorale perché sarebbe come dire al tacchino di preparare il menù di Natale”.

10. Hanno diritto di dettare regole Sarkozy e Merkel, perchè per tanti versi hanno le carte in regola? Noi no. Cosa dire?

Merkel e Sarkozy si sono fatti carico di un compito ingrato: quello di ricordare a tutti gli stati europei che la festa è finita. Hanno cominciato con la Grecia, proseguito con l’Irlanda, continuato con la Spagna ed il Portogallo e finito con l’Italia. Sono antipatici alla grande maggioranza degli europei ed anche a molti loro connazionali. Non avevano e non hanno alcun diritto di intervenire, anche perché neppure i loro stati sono a posto.. Ma avevano il dovere di farlo. Sull’economia della Francia ho qualche dubbio, ma su quella tedesca ho certezze che si fondano sulla capacità di un popolo di rendersi credibile politicamente ed economicamente dopo la seconda guerra mondiale in cui è uscito umiliato e sconfitto e dopo il crollo del muro di Berlino in cui la Germania dell’Ovest ha dovuto prendere in mano l’economia di quella dell’Est. Sono stato testimone oculare, durante un incontro di lavoro che ebbi a Francoforte quattro anni fa, dei disagi sociali ed economici ai quali i tedeschi dell’Ovest hanno dovuto far fronte dopo la riunificazione delle due Germanie e debbo dire che sanno il fatto loro. In quarant’anni sono ridiventati la prima potenza economica europea. Il problema, però, è un altro: bisogna capire quali interessi economici planetari hanno spinto i due a prendere le posizioni che hanno preso”.

11.L'Italia può farcela? Che cosa vuol dire? Che l'Italia vuole tornare ai livelli e allo standard di vita di prima? Io credo proprio di no. Cosa dici?

Ce la faremo, ce faremo. Non per merito di Monti e del suo governo, ma per merito nostro. Ti racconto un aneddoto che ebbe luogo durante la prima guerra mondiale. Come sai quella fu la prima guerra che combattemmo come Italia unita. Sul fronte del Carso si trovavano a combattere settentrionali e meridionali. Gli austriaci lanciavano granate. Un fante meridionale (credo siciliano) cercava di scansarsi e di imboscarsi e per questo ebbe rampogne da parte dei superiori. Mentre continuava a schivare la mischia, una granata gli cadde ai piedi e scampò per miracolo. Si volse verso il fonte nemico ed urlò:”Propriu a mmia?” Divenne il più impavido combattente e prese medaglie al valore. Questo per dire che – settentrionali o meridionali, non importa – se siamo toccati sul vivo, troviamo in noi le forze migliori per riprendere. E’ sempre stato così. Siamo sopravvissuti ai barbari, ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, abbiamo superato due guerre mondiali e siamo arrivati ad essere fra le sette potenze economiche mondiali. Non certo per merito dei politici che ci guidarono nel periodo monarchico o repubblicano. Il merito è nostro. Di ognuno di noi che nel nostro piccolo cerchiamo di sopravvivere. In questa lotta per la sopravvivenza ci sono persone che pagano le tasse e sanno risparmiare non lasciandosi troppo prendere dalle sirene del consumismo, ci sono persone che non pagano le tasse e scialano. Quello che non hanno saputo fare i governi della prima e della seconda repubblica è SCOVARE E METTERE IN GALERA gli evasori totali e parziali”.

12. Che cosa significa il sogno dell'Europa? Ma la gente ha a che fare con i problemi di tutti i giorni; può sognare Carlo Maria Martini, che sogna un'Europa dello Spirito; sogna Mario Monti, che verrebbe a rappresentare per l'Europa il terzo partner di qualità, che indica la strada agli altri due. Cosa pensi?

Il card. Martini sogna un’Europa dello Spirito nel senso che espresse quando era presidente della Conferenza Episcopale dei vescovi europei: il dono di Dio dell’universalità spirituale deve essere stimolo per l’unione e la coesione dei popoli. Il sogno di Mario Monti – che sembra anche un buon cattolico praticante – è più pratico e, se vuoi, banale perché è economico. Monti pensa e vive da economista. Per Monti e quelli della sua squadra si ha potere quando si è economicamente forti non solo perché si hanno i soldi, ma anche perché si sanno fare gli affari, si sa come muoversi finanziariamente ecc.ecc. Il mio sogno di Europa è quello di una comunità in cui tutti si sentano europei e non italiani, francesi, inglesi, cechi, spagnoli…, ma questo sogno so che è irrealizzabile perché non siamo riusciti noi italiani – in 150 anni – a realizzare quello di essere italiani in quanto, come si vede, siamo ancora a distinguere tra Nord e Sud. Era meglio tenere la Ceca e l’Euratom e continuare a lavorare in quella direzione. Abbiamo voluto correre verso l’Europa Unita cominciando dalla moneta che, come si sa, è la conseguenza di una nazione e non il presupposto perché vi sia una nazione”.

13. Mario Monti è per la politica quello che Carlo Maria Martini è per la chiesa d'Italia e d'Europa: due spiriti fini e affini:non dici? Ma gli altri razzolano molto più in basso. Non credi?

Scusa, ma accostare Monti e Martini, per me è una bestemmia. Martini vola alto, molto alto non solo sui politici, sugli economisti, ma anche sui suoi colleghi di chiesa. Monti si presenta bene, ha fatto delle cose buone, ha saputo fare il suo dovere come commissario europeo, ma non credo che abbia la finezza di spirito, l’intelligenza e la personalità di Martini. Non sarà Scilipoti, certo, ma non credo neppure che abbia la stoffa di un De Gasperi, di uno Schumann o di un Adenauer, tanto per citare qualcuno con il quale paragonarlo. Credo che sia un buon “civil servant” di cui Napolitano s’è fidato per uscire dall’impasse Berlusconi, ma nulla più”.

14.C'è un salto di qualità nelle proposte di Mario Monti? Quali sono i punti salienti di questa manovra secondo te?

Non c’è nessun salto di qualità. Ti sei chiesto come possa essere stato possibile che, fra consultazioni, nomine di ministri, nomine di sottosegretari, due appuntamenti in Europa, in diciotto giorni questo governo abbia partorito il decreto? Ma davvero ritieni queste persone così preparate da essere capaci di stendere un decreto legge come quello appena sfornato in così poco tempo? Non ti è venuto il dubbio che questi provvedimenti siano già stati belli pronti sulla scrivania di Tremonti? Monti e la sua squadra hanno preso quel che c’era e l’hanno un po’ riveduto e corretto. La prova? Non hanno saputo fare altro che quello che Berlusconi, Prodi, Amato, D’Alema, Ciampi e, su, su fino a Fanfani hanno fatto: prendere soldi dove ci sono con certezza. E hanno anche la sfrontatezza di giustificarsi dicendo che avrebbero fatto qualcosa di diverso se non fossimo stati nell’emergenza di dover prendere decisioni in poco tempo.

Allora, allora…dico: i punti salienti della manovra sono ridotti al prelievo fiscale, all’aumento delle accise e via elencando. Non c’è un articolo di legge, un comma, un sottocomma in cui si prenda sul serio l’evasione fiscale. Non c’è una disposizione che riprenda quanto Padoa Schioppa (quello, sì che era serio!) aveva prescritto: ogni ufficio statale, parastatale, regionale, provinciale e comunale deve MONITORARE la spesa corrente e tradurla al ministero dell’Economia. Non c’è una disposizione per la spesa sociale che attiene la sanità e le persone che vivono sulla soglia della povertà. Non si è previsto nulla né per quanto riguarda l’atteggiamento spocchioso di Marchionne nei contratti Fiat (se passa il principio che l’imprenditore può scegliersi il sindacato che vuole, siamo allo svuotamento dei diritti dei lavoratori), né per la legge elettorale, né per altre emergenze del paese”.

14. Quali sono i poveri che tu incontri ogni giorno nella tua vita di relazione, ma anche nella tua professione?

Per me, povero è chi non ha da mangiare e non può pagare affitto, luce, acqua e gas e gira con il cappotto sdrucito. Di questi poveri ne vedo pochissimi, ma vedo le mense pubbliche sempre più frequentate da gente che non sa come arrivare alla fine del mese. Ma il concetto di “povero” va rivisto. Chi, per esempio, pur volendo non può pagare le tasse, non può pagare un fornitore, non può cambiare l’auto che è veramente scassata, non può comprare il vocabolario di greco per i propri figli, non può comprare un paio di scarpe che sostituiscano quelle malandate…non è forse “povero”? Chi non può far valere i propri diritti davanti ad un tribunale perché la causa è troppo lunga e molto costosa, non è “povero”? E chi s’indebita per seguire le proposte consumistiche non è “povero”?

15. Nella tua professione fai esperienza di imprenditori, clienti, prodotti di qualità, pubblicità, professionisti: tu dove ti collochi?

Mi colloco fra le persone che sono liberi professionisti, onesti intellettualmente e fiscalmente (pago le tasse da sempre fino all’ultimo cent, anche se con sacrificio). Non mi ritengo un “povero” perché non ho da mangiare, ma un “povero”vessato da questa società opulenta con la quale debbo lottare tutti i giorni e vivere spesso l’esperienza di essere una vaso di coccio fra tanti vasi di ferro. Ma non mi lamento. La mia famiglia ed io siamo contenti così”.

16. I cattolici piangono perchè non sono riusciti ad ottenere un ministro o sottosegretario per la famiglia e le politiche familiari: cosa dire? Per risolvere i problemi della famiglia è necessario avere un santo protettore in senato?

Anzitutto non è vero perché il direttore di Sant’Egidio è ministro. E poi…è giunto il momento che noi cattolici la smettiamo di cercare rappresentatività di potere. Nei primi secoli della chiesa di Cristo non c’era gente al potere, ma la forza dell’annuncio evangelico ha sconvolto un mondo come quello romano che aveva un potere enorme, con la sola forza della testimonianza e della fede nel Cristo. Citi i problemi della famiglia. Quali sono? Stai parlando della famiglia secondo il concetto cattolico o della famiglia in genere? Se ti riferisci alla famiglia come la vuole la chiesa gerarchica cattolica, allora è giusto che i cattolici si lamentino: questo genere di cattolici non può fare a meno di trescare con la politica. Se ti riferisci alla famiglia come luogo sociale in cui due persone (non necessariamente sposate in chiesa, non necessariamente maschio e femmina) decidono di vivere la propria vita sentimentale, sessuale, sociale, lavorativa assieme, allora non è necessario che vi sia qualche cattolico al governo, ma che vi sia una persona che conosca profondamente le dinamiche socio-familiari e che sia intellettualmente onesto”.

17. E' possibile portare avanti il discorso del codice familiare con politica adeguata senza avere santi in alto?

Sì. I santi debbono stare in Paradiso. E basta. Una società seria, formata, vivace, si sa confrontare sulle tematiche familiari e rispettarsi. Ricordi le battaglie che si fecero per il divorzio? Io fui fra coloro che votò contro la legge Fortuna-Baslini perché ritengo che il messaggio cristiano mi provochi a vivere una vita matrimoniale indissolubile, ma fu una battaglia sbagliata. Se fossimo una società profondamente cristiana, non ci porremmo questo problema. Non lo siamo? Allora ci dobbiamo rispettare e non imporre per legge il nostro credo”.

18. Come vedi la Lega all'opposizione? Non era credibile come appoggio a Berlusconi come farà a rendersi credibile all'opposizione?

La Lega non è credibile fin dalla sua nascita e mi stupisco che vi siano tanti persone serie che conosco che abbiano dato fiducia a quel ciarlatano che è Bossi. Adesso è all’opposizione solo per calcolo politico perché deve tentare di rifarsi una verginità presso il proprio elettorato, ma ormai è compromessa anche lì. All’opposizione penso che si renderà credibile perché è facile smontare dialetticamente i provvedimenti di lacrime e sangue varati da questo governo. Il problema della Lega è su quale fondamento politologico si basa. Fondamento che non ha perché non l’ha mai avuto. In 25 anni (è il partito più longevo) non è riuscita a fare l’unica cosa per cui è stata portata in Parlamento, il federalismo. E perché? Perché neppure Bossi sa cosa sia il federalismo e come attuarlo. E’ un movimento di gigioni ciarlatani che fanno riti celtici, inneggiano al dio Po, vivono di slogans, ma non hanno nessun progetto. Hanno cercato di creare una banca padana ed è fallita. Hanno un giornale, la Padania, che sta chiudendo. Hanno una radio, radio Padania, che non ha un palinsesto. Ipotizzano una Padania che non c’è mai stata, ma hanno parlamentari che dicono che c’è perché se no ci sarebbe il grana padano. Se fossero stati seri, avrebbero da tempo fatto una cosa: raccolto firme per proporre un referendum sulla Padania (naturalmente indicando i confini), raggiunte le firme, il referendum si sarebbe fatto e poi si sarebbero attenuti ai risultati. Non proseguo perché parlare della Lega è sprecare fiato, inchiostro, tempo, energie ecc.ecc”.

19. Questa riforma delle pensioni pesa ancora solo all'oggi o incomincia a delineare la strada per pensare al futuro dei figli, e dei nipoti?

Eh,no! Questa riforma pesa poco sull’oggi perché a breve coinvolge gente della mia età, ma peserà a lungo sui nostri figli e nipoti. Chi è nato negli anni 50 si vede allungare il tempo lavorativo, ma se ne fa una ragione (obtorto collo!), ma chi s’è appena inserito nel mondo del lavoro o si deve inserire (i 25enni di oggi) ha un macigno sulle spalle che durerà una vita. Io sarei stato più tranchant. Avrei detto che dall’anno venturo si va in pensione – donne ed uomini – a 65 anni con il metodo contributivo. Sempre e per sempre, senza distinzione fra pubblico e privato, fra dirgienti e non, fra privilegiati e non. Qualcuno sarebbe stato penalizzato oggi (io, per esempio), ma le future generazioni avrebbero saputo come regolarsi. Eccezioni: i lavori usuranti godono di trattamento di favore, vietato cumulo di pensioni erogate da ente pubblico (bene ha fatto questo governo ad accorpare) superiori a euro 5000, contributo a vita di solidarietà in misura percentuale per chi è baby pensionato da una vita e per chi supera i 5000 euro (ad es. Giuliano Amato ne prende quasi 20000 al mese!). Legge semplice, chiara, dolorosa per alcuni adesso, ma efficace”!

20. Come si può far capire a tutti noi il patto generazionale dopo venti anni di contrapposizioni e pochi approfondimenti?

Ci vuole una classe politica che dialoghi con la gente. Una volta c’erano le sezioni e nelle sezioni c’erano volontari che parlavano con la gente. Adesso le sezioni ci sono, ma sono luoghi dove si trovano i politicanti che vogliono far carriera. Bisogna tornare fra la gente e sfruttare anche i mezzi di comunicazione come Internet, Facebook, Twitter, Skype…Il politico deve tornare a condividere la piazza sempre, non solo nel periodo elettorale”.

21.Ora abbiamo due super Mario: Mario Draghi alla BCE, che rappresenta una garanzia di serietà e di competenza; e l'altro Mario, che ragiona sì, ma non in astratto. Sono due orizzonti di alto profilo, non dici? O sono lo schermo dei potenti del mondo?

Penso che entrambi siano persone serie. Non mi piace che siano definiti “super”. Tocca a loro non farsi schermo dei potentati finanziari con i quali sono costretti trattare. Hanno capacità, fiducia e cultura. Debbono avere SEMPRE anche onestà”.

21. Quali sono le proposte che si possono migliorare?

Non riesco ad individuare quali proposte tu intenda, ma penso che per quanto riguarda la banca centrale europea sia questa che debba avere potere di controllo sulla moneta in concerto con le banche centrali di ogni Paese membro. E’ nata bene e sta lavorando bene, ma dovrebbe avere il carattere di essere banca super partes, com’è la Banca d’Italia per noi. Non deve essere soggetta ad alcun compromesso o mediazione. Per quanto riguarda il nostro governo mi sembra inutile proporre miglioramenti. Quel che è fatto, è fatto. Mi auguro che passi in fretta questo brutto periodo che non ci aiuta per nulla, neppure ad essere un poco ottimisti”.

22. Cosa dire dei sindacati? Si stanno staccando dai partiti di riferimento....Un eventuale sciopero di questi tempi avrebbe un grande significato simbolico?

I sindacati hanno sbagliato fin dall’inizio ad essere emanazione dei partiti o a lasciarsi egemonizzare da essi. Il sindacato è un sacrosanto diritto dei lavoratori. Detto questo, va riconosciuto che hanno avuto (e in parte hanno ancora) uno strapotere che non ho mai condiviso. A me vien da ridire quando vado in qualche azienda e vedo che alle 10,30 c’è la pausa caffè fino alle 10,38. Così avviene anche nel pomeriggio. Io lavoro circa 13 ore al giorno da sempre e quasi mai mi concedo pause caffè; lavoro anche quando ho la febbre o mi sono fatto cadere una latta di vernice su un piede. Voglio dire che i lavoratori hanno diritto a non essere sfruttati dagli imprenditori, ma hanno il dovere di contribuire in tutto e per tutto al bene dell’azienda.

Anche lo sciopero è un diritto, ma non deve essere un’arma. Molto spesso lo sciopero s’è ridotto ad essere una guerra fra poveri”.

24.Era proprio necessario l'aumento del prezzo della benzina?

No. Sul nostro carburante gravano delle accise che risalgono ai tempi del terremoto del Belice. Ma nessun governo ha mai osato fare nulla in questo campo, se non aumentare l’accise. E’ il metodo più semplice che anche i soloni del governo Monti hanno adottato: prendere dove si è sicuri di prendere. Ecco il motivo per cui non si fa una seria politica dell’ambiente e dei trasporti. Se la si facesse i governi perderebbero entrate sicure e le grandi aziende automobilistiche perderebbero vendite. Le conseguenze? Sono sotto gli occhi di tutti! Frustrati in colonna che ogni giorno si recano al lavoro con l’auto che cambiano ogni poco per far vendere che stanno bene; inquinamento acustico ed ambientale; trasporti pubblici sempre meno efficienti…”.

25.Ma il vero costo della politica in che cosa consiste? Per troppi anni abbiamo pensato a interessi elettorali e non ai problemi da risolvere; e i risultati si vedono.

La politica italiana è una piovra con mille tentacoli, peggio della mafia. La politica nostrana costa in tutto. Non c’è settore dove la politica non lucri, dai grandi appalti pubblici e privati, alle piccole cose di ogni giorno. Un caso solo: una volta c’erano le municipalizzate dove i politici caduti in disgrazia venivano giubilati come presidenti o consiglieri in modo da prendere comunque un vitalizio. Abbiamo trasformato le municipalizzate in Publics Utilities allargandone le competenze per riciclare sempre più gente che mangia alla greppia del potere. Chi ha capito l’antifona, s’è buttato nel settore e, per dirla col Parini:”Fingendo nova esca al pubblico guadagno, ha sommosso l’onda e pesca insidioso nel turbato stagno”.

26. La chiesa cosa fa intanto? Sta solo a guardare? O è soddisfatta per avere piazzato alcuni ministri cattolici?

La chiesa, intesa come gerarchia, non è mai stata a guardare, neppure ai tempi della legge delle guarentigie o del fascismo. Ha sempre intrallazzato. L’esponente di spicco, emblema dell’intrallazzo, di questa chiesa postconciliare è stato (e credo che sia ancora) il card. Ruini. Il modo con cui il card. Bertone ed alcuni vescovi (Crociata, Negri…) hanno salutato il nuovo governo ci lascia supporre che siano soddisfatti d’avere punti di riferimento loro favorevoli, ma, come sai, di queste cose non mi curo”.

27. Cosa dire dei privilegi della Chiesa quanto a patrimoni, edifici, e altro? E' vero che tanto denaro viene impiegato in opere di carità; però questi privilegi sono divenuti insopportabili; come quella zona poco chiara dell'otto per mille, che con il silenzio di chi non firma vengono passati alla chiesa: non è così?

Distinguiamo. La chiesa cattolica possiede patrimoni in terreni, partecipazioni aziendali, patrimoni immobiliari che sono dovuti a secoli di storia e, secondo me, sarebbe sciocco dismettere tutto di punto in bianco in nome della povertà evangelica perché tali immensi patrimoni sono dovuti a lasciti, servono per pagare persone che lavorano per il mantenimento di chiese, palazzi ecc. Su questi patrimoni la chiesa italiana deve pagare le tasse. Sempre. Regimi di esenzione non ce ne devono essere. Uno Stato liberale non può tollerare d’essere confessionale. Voglio vedere se una moschea è esentata dall’Ici o IMU o da altre tasse!

Diverso è il discorso dell’otto per mille che – per Concordato Craxi/Casaroli – viene devoluto alla chiesa cattolica per libera scelta da parte del contribuente. Io sono sempre stato avversario dei concordati e quindi debbo dire che non li condivido, ma ci sono e quindi, fino a quando ci sono, non si può cancellarli per decreto perché “simul stabunt, simul cadent”. Se il contribuente non compie una scelta (cioè non firma a favore di nulla) la parte va allo Stato il quale la destina come vuole (magari dando contributi anche ad enti cattolici, ma non solo). Qui non ci vedo alcun privilegio. Condivido il fatto che la mole di denaro che ogni anno confluisce nelle casse della CEI, possa dare fastidio perché a questa si aggiunge altra mole di denaro non tassata. Penso alle pesche di beneficenza, agli incanti dei canestri, alle elemosine per messe, funerali, battesimi, matrimoni, cresime…: qui la gente dà soldi che non passano attraverso nessuna contabile registrabile fiscalmente e quindi passibile di tassazione”.

Grazie ERNESTO DELLE RISPOSTE DA ME E DA QUELLI CHE LEGGONO IL NOSTRO SITO.

( CARLO CASTELLINI).



Marted́ 13 Dicembre,2011 Ore: 09:59
 
 
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