- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (527) - Visite oggi : (2)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Un mezzo 25 luglio non è il 25 aprile,di Walter Peruzzi

Politica - l'opinione
Un mezzo 25 luglio non è il 25 aprile

di Walter Peruzzi

http://www.cattolicesimo-reale.it

Posted on novembre 14th, 2011 in No Comments »

E’ sconsigliabile confondere, come qualcuno ha fatto durante le manifestazioni del 12 novembre, due date cruciali della nostra storia. Tanto più che il nuovo governo Badoglio in formazione, sostenuto da banchieri, industriali e Vaticano, ha anche l’appoggio di Mussolini, che si vanta di potergli staccare la spina quando vuole.

Il colpo di coda è possibile

L’idea del Pdl sembra essere quella di lasciar fare a Monti il lavoro sporco su licenziamenti facili, pensioni e altri sacrifici, cercando di varare nel frattempo alcune leggi Salvaberlusconi (la prescrizione breve in primis) o il testamento biologico, che può valere l’indulgenza della CEI in campagna elettorale, per poi “staccare la spina” e andare a votare col Porcellum.

L’ennesimo colpo di coda del Caimano potrebbe anche non riuscire per lo sfarinamento del Pdl, la scarsa convenienza di molti parlamentari a interrompere la legislatura o perfino perché il governo Monti riesce a realizzare qualche misura non sgradita ai cittadini.

Ma è arduo credere alle promesse di «equità» e di «lotta ai privilegi» di un esponente della Goldman Sachs,  cattolico moderato vicino al Ppe e intenzionato, pare,  a circondarsi di ministri legati al Vaticano. E in ogni caso  non è detto che il progetto del Pdl fallisca, data anche la dedizione con cui il Pd è pronto a sacrificarsi (e a sacrificarci) per il “paese”, identificato con Mario Monti.

La lobby Bagnasco

Quanto ad alcune specifiche leggi berlusconiane giacenti in parlamento, è possibile che la prescrizione breve abbia difficoltà a passare perché la Lega, impegnata a rifarsi una verginità in tempo utile per le elezioni, si troverebbe in qualche imbarazzo a votarla, anche se non va dimenticata la platea trasversale di garantisti della domenica, che cominciano a parlare di “salvacondotti”.

Ma sul testamento biologico potrebbero realizzarsi – tanto più nel clima appiccicoso dell’unità nazionale – le “larghe intese” che Bagnasco sta cercando da tempo di costruire per continuare a lucrare privilegi, soldi e leggi ad ecclesiam anche nel dopo-Berlusconi.

La  prima pietra è stata posta con il convegno di Todi dell’ottobre scorso che ha cominciato a riunire il variegato mondo dell’associazionismo cattolico e i cattolici dei vari partiti per trasformarli in una potente lobby, pronta a votare come un sol uomo le leggi che riguardano i cosiddetti  «valori non negoziabili», cioè le parti più infondate  e bischere della morale cattolica, che il Vaticano tenta di contrabbandare per  legge naturale onde poterla imporre a tutti i cittadini.

Il secondo passo è il convegno «Scienza e cura della vita: educazione alla democrazia», che si tiene a Roma il 18-19 novembre (proprio all’indomani della probabile fiducia a Monti) e che vede fra i partecipanti Bersani e Maroni. Si comincia così a “negoziare” l’adesione di tutte le forze politiche ai «valori non negoziabili». Trattativa volta, con l’alibi del dibattito “alto” e “culturale”, a garantirsi astensioni e libertà di coscienza da parte dei laici (cosiddetti), mentre gli altri (quelli di Todi) votano a tutto spiano per i “valori”. Con tanti saluti alla Costituzione, sospesa per eccesso di ribasso…

Lacrime e lotta

E’ urgente, quindi, che ai festeggiamenti non solo comprensibili ma liberatòri e  legittimi (nonostante le sgangherate proteste dei De Bortoli, Cazzullo, Polito, Minzolini e altri ultimi giapponesi del berlusconismo) segua una riflessione lucida su quel che ci attende.

Anche dopo il 25 luglio 1943 le cose non furono facili. Anche allora andò al governo un uomo come Badoglio, compromesso con le malefatte del regime (oggi diremmo delle banche e delle istituzioni europee). Ma il governo nacque  con una rottura traumatica. L’odg Grandi non fu l’odg Carlucci. E Mussolini andò in galera, non a trattare tempi e programmi col presidente del consiglio in pectore.

Nonostante questo, Mussolini riuscì a fuggire e a fare la Repubblica di Salò. E senza la Resistenza e piazzale Loreto la nuova Italia non sarebbe nata.

Le analogie valgono quel che valgono. Solo per dire che senza un piazzale Loreto, ovviamente solo politico e incruento, ossia senza l’uscita di Berlusconi dalla scena politica, non ci potrà essere nessun nuovo inizio. E questo richiederà, per realizzarsi, una lotta aspra e lacrime, anche se non sangue, a cominciare da quelle che si prepara a farci versare il nuovo governo.



Mercoledì 16 Novembre,2011 Ore: 19:05
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Politica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info