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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org CHE FARE,di Peppe Sini

CHE FARE

di Peppe Sini

Lo sciopero generale del 6 settembre indetto dalla Cgil, e la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre promossa congiuntamente dalla tavola della Pace e dal Movimento Nonviolento, costituiscono per l'Italia due decisive mobilitazioni che possono segnare un punto di svolta nel conflitto politico e sociale di lungo periodo tuttora in corso - e, verrebbe da dire con lessico gramsciano, due passaggi cruciali per la "riforma intellettuale e morale" la cui necessita' ed urgenza e' evidente ormai a tutti. 

Ambedue le iniziative ovviamente non si danno "in vitro", ma nel vortice di una crisi profonda i cui esiti nessuno e' in grado di prevedere, e quindi nelle loro rispettive convocazioni presentano anche aspetti ancora non del tutto chiariti, ma nella sostanza pongono in modo corretto due questioni, che poi sono una e la stessa: la necessita' e l'urgenza di opporsi alla politica economica ed istituzionale ferocemente classista e rapinatrice del governo golpista; la necessita' di opporsi alla politica interna ed internazionale ferocemente razzista e assassina del governo golpista.
Bene ha fatto il Movimento Nonviolento ad aderire allo sciopero del 6 settembre e ad invitare la Cgil sia a sostenere la marcia Perugia-Assisi, sia a portare la proposta della drastica riduzione delle spese militari come elemento cruciale nella piattaforma dello sciopero generale.
Il nocciolo della questione e' che occorre sia riunificare il movimento di opposizione al governo golpista e al regime della corruzione, sia - e soprattutto - di definire nel vivo della mobilitazione sociale un programma minimo ma essenziale di alternativa di governo che sia realmente adeguato alla distretta presente.
Questo programma minimo di alternativa non solo al "berlusconismo", ma alla gestione da parte del capitalismo finanziario della crisi da esso stesso provocata, deve riuscire ad essere non solo egemonico, ma innanzitutto concreto ed efficace, sia nelle misure immediate che nelle prospettive a medio termine che nel progetto politico ed amministrativo complessivo.
Elementi sostanziali di esso devono essere:
1. la smilitarizzazione e il disarmo, con scelte drastiche ed unilaterali;
2. la difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani (e quindi in primo luogo l'abrogazione immediata di tutte le misure razziste illegalmente introdotte nel corso degli anni nell'ordinamento);
3. la difesa dell'ambiente e la lotta ai poteri criminali e all'economia illegale, con scelte anche qui drastiche: ad esempio: blocco immediato delle cosiddette "grandi opere", disinquinamento, tutela e ricostituzione dei beni comuni; semplificazione e velocizzazione delle procedure di confisca dei beni ai poteri criminali e per il loro riuso in forme adeguatamente controllate e pienamente trasparenti a fini di pubblica utilita';
4. una politica fiscale, del territorio e dei servizi orientata a difendere la dignita' e i diritti fondamentali di tutti gli esseri umani, quindi esplicitamente antagonista alla speculazione e all'affarismo illecito, ed energicamente perequativa:
a) applicando pertanto meccanismi di prelievo fiscale fortemente progressivi;
b) riducendo la spesa pubblica ove e' possibile agevolmente ridurla: oltre che nelle spese militari, per le "grandi opere" et similia, abolendo lo sperpero per prebende e vitalizi al ceto politico, amministrativo e dei tecnici; abolendo gli enti inutili; abolendo il foraggiamento ad intraprese pretesamente di pubblica utilita' ed in realta' meri carrozzoni clientelari e parassitari; riorganizzando strutture, funzioni e personale della macchina amministrativa restituendo ad essa trasparenza ed efficacia;
5. una politica economica mirata alla conversione ecologica delle attivita' produttive, al risanamento del territorio, alle energie rinnovabili e al risparmio energetico, alla gestione sostenibile e partecipata del ciclo produttivo.

CONTINUANO LE STRAGI DELLA NATO

Continuano le stragi della Nato
in Libia, in Afghanistan, ovunque
giunge l'artiglio e il becco corazzato
che tutto strazia e uccide e che qualunque

vita degrada e annienta. E risultato
di quell'agire e' che da chiunque
possiede armi e rabbia e' rispecchiato
e stragi stragi seguono dovunque.

Fermare questa dissennata giostra
e' necessario e urgente. La clemenza
sostituire all'odio e' la nostra

scommessa, il nostro compito. Demenza
sarebbe proseguire in questa mostra
di atrocita'. Tempo e' di nonviolenza.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 660 del 27 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Sabato 27 Agosto,2011 Ore: 15:52
 
 
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