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www.ildialogo.org L'energia, il debito, l'Europa,di Alfonso Navarra

L'energia, il debito, l'Europa

di Alfonso Navarra

 Sembra si possano individuare due possibili tendenze all’interno dei Comitati referendari, nel dibattito post-vittoria:

1- mettere insieme i vari soggetti collettivi in una specie di "Partito dei beni comuni"

2- la promozione di pratiche locali di economia alternativa

Quale di questi due approcci è più vicino ai "semi di Genova"?

La suddetta domanda non mi appassiona quanto un altro punto, che ho posto in un mio intervento precedente: oggi, di fronte alla drammaticità della "crisi" sistemica, non basta unificarsi sulle "narrazioni" e neanche basta la sperimentazione parallela di nuove pratiche sociali.

Occorre assumere come controparte la politica statale per ottenere, attraverso grandi scelte pubbliche, alcune cose molto precise, in modo che si possa avere, "noi popolo", la possibilità di almeno ripararsi dagli effetti della crisi e della sua gestione pro-finanza (l'ombrello di tutti i GAS del mondo non salva dalla disastrosa inondazione che incombe!).

Con la forma della pressione di massa che abbiamo visto in azione prima nelle primavere arabe, poi nelle piazze di Spagna, quindi in varie piazze europee, dovremmo imporre, al governo italiano, quale che esso sia, per l'intanto, provvedimenti tipo quelli suggeriti oggi da Latouche, che scrive un articolo sul "Manifesto" intitolato: "Decrescere dalla crisi".

1- Il rilancio (keynesiano) della spesa pubblica con l'obiettivo della piena occupazione. Naturalmente nei settori dell'economia ecologica;

2- che comporta: il ripristino della piena sovranità monetaria da parte dello Stato italiano;

3- che comporta (secondo Latouche): uscita dall'euro, ripudio almeno parziale del debito pubblico fin qui accumulato.

Personalmente ne ricavo, dal ragionamento fin qui sviluppato, e suffragato dall'intervento di Latouche, che il dibattito all'interno dei movimenti dovrebbe perlomeno affrontare dilemmi come:

1- è realistica, oggi, una "soluzione Tonino Perna" alternativa all'uscita dall'euro propugnata da Latouche, cioé creare un fronte di Stati europei che rinegozi il "Patto di stabilità" e una nuova governance UE?

2- come evitare che la contestazione dell'euro diventi tout court la fine dell'entità politica europea e l'avvio di una possibile balcanizzazione del Continente?

3- come gestire la inevitabile reazione dei poteri forti: fughe dei capitali, chiusura del credito, blocco di molte importazioni, sabotaggi vari, eccetera?

Dobbiamo scontare per forza (l'Italia non è l'Islanda) una riduzione IMMEDIATA della ricchezza reale, del nostro Paese, di almeno il 50%?

Vedo che a Genova 2011 è stato proposto un "testo sul debito" che termina con le seguenti, per me condivisibili, parole: "Questa crisi provocata dalle speculazioni finanziarie noi non la vogliamo pagare né farla pagare alle generazioni a venire".

Vi è anche l'indicazione di altrettanto condivisibili (ma da contestualizzare) proposte a livello europeo, quali "l'adozione di un' imposta sulle transazioni finanziarie, l'abolizione dei paradisi fiscali, la creazione di un'agenzia europea di rating, modalità di indirizzo e controllo politico sulla Banca Centrale Europea, un'agenzia fiscale europea, l'emissione di Eurobonds ed il sostegno a programmi virtuosi di spesa per il rilancio delle piena e buona occupazione, una riconversione ecologica dell'economia, un welfare europeo fondato sul reddito di cittadinanza".

Una tale propositività, a partire dalla centralità del debito, diventa quindi il livello MINIMO di dibattito e di iniziativa a cui siamo tutte e tutti chiamati, nei movimenti, includendo, per capirci, le 3 domande sopra elencate, che attengono agli scenari che le nostre scelte ed i nostri comportamenti possono produrre.

Come Coordinamento Energia Felice, nel nostro piccolo, su questi dilemmi, per individuare percorsi di convergenza operativa tra i vari movimenti, abbiamo già cominciato a rifletterci e a discuterne. Chi fosse sensibile a questo tipo di problematica generale (ma anche alla costruzione di pratiche locali alternative per il "100% rinnovabili") può fare una scappata al nostro incontro di giovedi 28 luglio, che inizia alle ore 17.00 in via Borsieri, 12.

Ma anche se arriva dopo, può unirsi alla nostra successiva "pizzata" e attivare, dalla sua propria postazione di lavoro e di lotta, un utilissimo e sinergico contatto...

Alfonso Navarra - Coordinamento Energia Felice - www.energiafelice.it



Mercoledì 27 Luglio,2011 Ore: 17:17
 
 
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