- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (369) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org LA SOLIDARIETA' UMANA CONTRO LA BARBARIE DEL POTERE,di Giulio Vittorangeli

LA SOLIDARIETA' UMANA CONTRO LA BARBARIE DEL POTERE

di Giulio Vittorangeli

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli@wooow.it) per questo intervento]
Se in Italia i manicomi sono stati chiusi (legge n. 180 del 1978), ed e' un bene, purtroppo la "cultura manicomiale" resta aperta, ed il tema della salute mentale e' drammaticamente attuale. Il paziente viene ancora considerato come una "macchia" per la societa' e quindi da nascondere. Gli stessi media presentano un'immagine distorta della follia. Non viene rappresentato un individuo che, pur vivendo un profondo disagio, ha in se' risorse per vivere, capacita' di scelta ed e' comunque soggetto di diritto. Il paziente viene etichettato come "diverso" e in quanto tale fa paura.
Restano piu' che mai attuali le parole di Basaglia: "Io sono convinto che la malattia mentale e' l'istituzione, cioe' e' fabbricata dall'istituzione... Io non nego che esista la pazzia, cioe' la 'sragione', nego che esista una sua razionalizzazione, praticamente nego che il malato di mente sia una persona che non puo' avere un rapporto con l'altro, cioe' nego che sia uno schiavo alle dipendenza di un padrone, che in questo caso e' lo psichiatra... Io penso che dobbiamo cambiare le coscienze attraverso una lotta. Secondo me non e' nella speranza che noi possiamo pensare una soluzione delle cose: la speranza e' sempre un falso messia. Soltanto nella lotta possiamo pensare di cambiare qualcosa di reale, la lotta in cui si possa vedere quello che e' il futuro, ma il futuro di una situazione che cambia".
Purtroppo la "cultura manicomiale" si espande. "C'era una volta la città dei matti, adesso ci sono i lager degli immigrati e nuovi muri che si cerca di erigere per sottrarre allo sguardo quello che oggi, come la malattia mentale allora, va internato, recluso, messo fuori scena e reso osceno. Gli 'altri' nei quali, come negli internati di Gorizia, e' piu' facile isolare la diversita' che ci separa che riconoscere il tratto di comune umanita' che ci unisce" (Ida Dominijanni).
*
Sappiamo benissimo che, nel feroce imbarbarimento subito dalla societa' italiana, diventa sempre piu' difficile praticare la solidarieta' verso di soffre; al massimo le viene lasciato uno spazio testimoniale, non produttivo di trasformazione.
La miscela esplosiva che ci circonda, misto di rabbia e nichilismo, e' il frutto del piu' feroce neoliberismo che si presenta come ineluttabile destino. Reso particolarmente evidente nella simultaneita' tra xenofobia razzista da un lato e disoccupazione e crisi economica (fine dei diritti acquisiti nel lavoro) dall'altro, dove l'una e' diretta conseguenza dell'altra.
E' l'affermarsi di un modello di societa' ferocemente classista, dove la rabbia esiste, ma e' individuale, egoistica. Non raggiunge il punto di fusione con la rabbia del vicino; anzi, si scaglia contro il vicino. Cosi' si e' dimenticata la fraternita', cancellata l'eguaglianza, del trinomio della rivoluzione francese resta solo la liberta': il Partito della liberta'!
Certo il centrodestra e' entrato in crisi, ma questo non e' scaturito dall'iniziativa politica dell'opposizione; piuttosto da un primo sussulto di dignita' di un parte della nostra societa' che ha, in realta', mille motivi per ribellarsi al degrado politico, civile e morale.
Senza dimenticare che, ancora oggi, una nutrita parte del Paese sembra continuare ad identificarsi in pieno in cio' che rappresenta il "Piccolo Cesare"; riuscendo a dar forma all'immaginario di una gran massa di persone. Lui e il suo modo di vivere rappresentano la "liberta'": se si vuol essere liberi bisogna aspirare a diventare piu' o meno come lui, e ha fatto credere che il suo governo offre la possibilita' di riuscirci. Queste persone naturalmente non hanno i suoi privilegi, ma fingono di non sapere che non godranno mai di una condizione anche soltanto mille volte inferiore alla sua. Sono sudditi, o peggio ancora servi, senza sapere di esserlo. Anzi, sembrano sempre piu' convinti che proprio il padrone premier li possa emancipare dal servaggio, perche' ha l'astuzia di proporsi come il paladino della liberta', rifiutandosi di capire che invece ha la capacita' di estinguerla insieme alla stessa democrazia.
*
Il punto decisivo, a nostro modesto parere, e' che un vero progetto politico alternativo ed antagonista deve basarsi, nell'immediato, sull'opposizione alla guerra ed al razzismo.
In concreto sulla fine della partecipazione militare italiana alla guerra, ad iniziare da quella afgana, e sulla cancellazione delle criminali leggi razziste del nostro governo, che stanno provocando sofferenze inaudite ai migranti. Si tratta di ristabilire la legalita' costituzionale e non altro. Il tempo e' ora.
==============================
LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
==============================
Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 257 del 24 luglio 2011


Domenica 24 Luglio,2011 Ore: 15:44
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Politica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info