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www.ildialogo.org Il 25 APRILE,di Beppe Manni

Il 25 APRILE

di Beppe Manni

Ogni festa nazionale è un momento condiviso da tutti, non un elemento di divisione per la vittoria di una parte sull'altra, come poteva essere il 18 aprile del 1948 quando vinse la Democrazia Cristiana sul Fronte Democratico Popolare.

Il 25 aprile ricorda la liberazione dell'Italia dall'occupazione tedesca, dal regime fascista, dalla guerra.

L'entusiasmo, la gioia, che scoppiò in quei giorni non può essere pienamente capito oggi dalle giovani generazioni. Finiva la guerra, si sperava che tornassero i padri, i fratelli, i mariti e i figli dai campi di prigionia. Dalle montagne scendevano i partigiani; usciva al sole chi si era nascosto per sfuggire alle persecuzioni fasciste. Non si era più terrorizzati dai bombardamenti. Finiva la fame si ricominciava a progettare il proprio futuro.

Una scena per tutte. In una campagna di Cameazzo di Fiorano Modenese, la notte del 22 aprile, 15 persone dopo una notte di bombardamenti sono nascosti in una fossa scavata sotto le viti e coperta da frasche. Si sente un rumore di motori, sta giù dicono alla ragazzina che vuole saltare fuori, no sono gli americani dice lo studente che aveva intravisto la stella USA su una camionetta: tutti urlano di gioia, saltano fuori, si abbracciano, ballano, offrono uova e vino bianco ai ragazzoni neri che guidano Jeep tra il polverone della strada. La sera prima, dal cortile della casa colonica, erano partiti con grossi cavalli che trainavano carri, gli ultimi tedeschi, ragazzi giovanissimi che piangevano.

Quando si festeggia la 'Liberazione' si pensa che finalmente eravamo stati liberati dalla guerra, dal terrore dei bombardamneti, dalla paura di essere catturati e torturati. Si pensava ai propri cari lontani e uccisi, ma anche a questi inermi nemici giovani come i nostri figli, mandati al massacro.

Si comprende perchè i nostri padri fissarono sulla carta costituzionale il ripudio della guerra.

Qualche insegnamento ci può pur essere da avvenimenti tanto lontani. Quando leggiamo che missili intelligenti (che costano 200 mila euro l'uno), hanno distrutto 20 tank dell'odiato Gheddafi, proviamo a pensare che in ogni carro armato ci sono dentro cinque ventenni che sono morti bruciati. Oppure se una casa viene distrutta immaginiamo il terrore, la paura, le urla, sotto le bombe spesso 'amiche' delle le famiglie senza più niente, costretti alla fuga.

Agli ultimi testimoni viventi sopravvvissuti alla guerra e ai bombardamenti, resta la missione di gridare forte che non ci devono più essere delle guerra.

 

Beppe Manni

(Gazzetta 25 aprile)

 



Mercoledì 04 Maggio,2011 Ore: 15:32
 
 
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