- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (233) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Vivere nel deserto ?,di Rosario Amico Roxas

Vivere nel deserto ?

di Rosario Amico Roxas

Noi finiani nel deserto. Ma gli altri?

(Il secolo d’Italia del 8 marzo 2011)

**************  

Il titolo dell’articolo invece di scoraggiare fornisce elementi di novità, dentro una scommessa la cui posta è il futuro dei nostri figli (e nel mio caso anche dei nipoti).

Nel periodo del mio lavoro in Tunisia ebbi modo di incontrare una tribù nomade ai bordi del Sahara; si trattava di gente adusa ai sacrifici, al lavoro, alla fatica, ma certamente godevano di quel bene prezioso che è la libertà, la solidarietà di gruppo, il rispetto e l’obiettivo che li univa e li unisce: adoperarsi per il bene della comunità.

Avendo anche visitato i kibbutz di Israele il paragone emerse spontaneamente.

Si tratta di una famiglia unica, anche senza legami di parentela, con una gerarchia che non necessita di elezioni, campagna elettorale, votazioni, brogli, invidie, gelosie, accuse e controaccuse, non parliamo poi di gossip…  In quella comunità, apparentemente isolata, si respira l’aria pulita della sincerità, della trasparenza, della solidarietà reciproca.

Sarebbe una scommessa da fare quella di una regressione con relativo azzeramento, per ricostruire qualcosa di diverso ma non nuovo; qualcosa di antico che si è perso nei meandri  dell’economia di mercato, della globalizzazione, della ricerca della manodopera a basso costo, dell’accaparramento delle materie prime, del neo-colonialismo, dell’aggressività per impadronirsi e  difendere  ciò che non appartiene.  E’ da questa realtà alterata che nascono i mali del secolo, le crisi economiche, la distruzione dell’ambiente, con conseguente esercizio abusivo del potere e la divisione traumatica tra chi comanda e chi deve  ubbidire.

Nella vita in quel deserto manca l’avidità dei pochi, forti solo della loro forza, ma incapaci di progettare il futuro, vivendo impietosamente in una strettissimo presente.

Da quel deserto non si fugge, ma si può selezionare chi può entrare a farne parte, per evitare che il virus che sta ammorbando questa civiltà in declino non contamini anche chi è stato isolato nel deserto, salvandosi dal contagio.

 

Rosario Amico Roxas

 



Marted́ 08 Marzo,2011 Ore: 20:21
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Politica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info