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www.ildialogo.org La possibile guerra civile italiana,di Alfonso Navarra

La possibile guerra civile italiana

Riflessioni e proposte


di Alfonso Navarra

Riflettiamo su quanto sta per succedere: Berlusconi è condannato per il caso Ruby ed interdetto dai pubblici uffici: dimissionato dai giudici (le famose tre donne del collegio giudicante). La prima udienza è il 6 aprile pv.

I reati sono concussione e prostituzione minorile.

Lui non riconosce la legittimità del più che prevedibile verdetto: non è valido, non si applica, la corte non ha la Competenza, tutta la vicenda è solo "persecuzione politica".

Io sto (dice sempre Silvio) alla volontà del Parlamento che è stata violata: un voto ha deciso di rimettere tutto al Tribunale dei Ministri.

Quindi Maroni - ministro dell'Interno - ed Alfano - ministro della Giustizia - vigileranno a che sia rispettata la corretta prassi istituzionale e non sia dato seguito al "golpe" della magistratura "rossa".

E' evidente che si sono create le premesse per uno scontro gravissimo: organi dello Stato incaricati di eseguire alcuni "ordini" bloccati ed arrestati da altri organi dello Stato comandati col presupposto che si tratta di "manovre golpiste".

Scrive oggi Ezio Mauro, direttore di Repubblica: "Ora il suo istinto populista (di Silvio B. - ndr) lo spingerà a incendiare il Palazzo, attaccando i magistrati e travolgendo le istituzioni, fino alla distruzione del tempio. La politica che lo circonda non ha l'autonomia per distinguere il suo futuro dal destino del Premier, ma è condannata a seguirlo nel pozzo della sua ossessione"...

Quello che mi permetto di sottoporre alla riflessione dei miei amici movimentisti è la necessità di auspicare e sostenere una iniziativa politico-istituzionale che eviti lo scenario sopra richiamato. I rischi di gravi e sanguinosi scontri di piazza come prodromi di una possibile "guerra civile" vi sembrano esagerati?

Meglio, secondo me, rispetto a questo inquietante sfondo, che le varie forze della partitocrazia, PD in testa, si uniscano (con loro faremo i conti dopo), promettano a Bossi attenzione alla sua "fuffa" federalista, gli consentano di "staccare la spina" a questo governo e quindi ci portino subito al voto (cui comunque penso si arriverà).

Il berlusconismo, questo dovrebbe esservi chiaro, non lo metto sullo stesso piano della "partitocrazia" della Prima Repubblica (e dei suoi eredi), pur essendone una espressione ancor più degenerata e pericolosissima (dietro ha la massoneria P2ista e la mafia).

La "partitocrazia", con il PD ad essa organico, è invece subalterna ai "poteri forti" più classici e consolidati, su questo non mi sono mai fatto illusioni.

Quando si rischia una specie di "fascismo" - un nuovo regime su basi innovative e moderne - bisogna fare di tutto per disarticolare il fronte più organicamente reazionario.

Il livello politico- istituzionale ha una sua autonomia che non coincide con la dinamica della mobilitazione di base.

Certo il meglio che potremmo fare è imitare tunisini ed egiziani (che pure conoscono il problema di una non corrispondenza tra la rivolta sociale e la sua rappresentanza istituzionale) ed occupare in permamenza le piazze per mandare a casa oltre a Berlusconi, secondo me, anche Bossi e Bersani... e Casini e Fini... e quanti altri, ci siamo capiti!

Ma questa consapevolezza e questa determinazione nel popolo italiano attualmente non c'è. Non trovate sia così?

E quindi che si fa? Ci si continua a baloccare sull'asse destra-sinistra (per l'attuale schieramento politico dal significato quasi inesistente) o si agisce sul dilemma reale e stringente spazi democratici versus condizioni dittatoriali?

Il federalismo è una idea giusta, addirittura andrebbe realizzato a livello mondiale (la proposta di Carlo Cassola e della LDU), ma per Bossi - tranquilli - è solo uno slogan elettorale.

Dal punto di vista locale significa l'autogestione dei territori, senza però un concetto di separatezza ed autosufficienza (che sento spesso invocare dalle nostre frange movimentiste, incapaci di praticare coordinamenti generali).

Come movimenti, abbiamo comunque da impostare una risposta generale alla crisi sistemica (a partire dall'ottenimento del reddito di cittadinanza) che ci vogliono scaricare addosso: e ci riusciremo meglio se riusciamo a conservare libertà di riunione, di organizzazione, di stampa, di uso di internet..

Grazie per l'attenzione e nutriamo speranza per il futuro: non siamo condannati a morire né berlusconiani né, poi, bersaniani...



Mercoledì 16 Febbraio,2011 Ore: 16:12
 
 
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