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www.ildialogo.org MEDIOCRITA' AL POTERE,di Ernesto Miragoli

MEDIOCRITA' AL POTERE

di Ernesto Miragoli

(14.2.11)

Uno degli slogans tanto cari ai sessantottini che scendevano in piazza, o col pugno chiuso o con indici e pollici di entrambe le mani uniti, era: "Utopia al potere". Gli esegeti di Russel o di Freud e i sociologi di sinistra, hanno versato su questi slogans fiumi di inchiostro.
A questa opposizione confusa sugli obiettivi ed incerta sulla strada maestra da intraprendere per il bene del paese, consiglio uno slogan:"Mediocrità al potere".
Non intendo fare dell'ironia e mi spiego.
Riflettendo sul motivo per cui Berlusconi nonostante non stia governando, nonostante gli scandali personali di tipo finanziario e di disinvolta gestione dei propri appetiti carnali, nonostante le pendenze giudiziarie di varie entità di presunti reati che gli pendono sul capo è ancora saldo in sella e, stando ai suoi sondaggi, gode ancora di un discreto consenso presso l'opinione pubblica mi sono confermato nell'opinione che sia un mediocre che possiede al massimo grado una virtù che tutti sentono di possedere, ma che non osano confessare apertamente: la mediocrità.
Qualcuno si interrogherà sorpreso: "Ma come?, da quando la mediocrità è una virtù?"
Abituati come siamo alla ricerca ascetica dell'eccellenza in ogni cosa, educati a dare sempre il meglio di noi stessi, coltivati in un perbenismo borghese per cui vizietti innominabili si consumano lontano da occhi indiscreti e si confessano a Pasqua in cattedrale da un prete che non ci conosce, abbiamo individuato nella mediocrità non una virtù e neppure un vizio, ma uno stato di vita da aborrire.
Dobbiamo riconoscere che siamo mediocri. La perfezione non appartiene al genere umano e, quindi, secondo il vecchio sillogismo, essendo noi appartenenti al genere umano, non possiamo essere perfetti. Possiamo tendere alla perfezione, ma il cammino di tensione verso quella meta è immerso nel pantano della mediocrità.
Berlusconi è riuscito prima negli affari e poi in politica ad erigere la mediocrità ad eccellente virtù, facendo intuire a tutti coloro che l'apprezzano e lo votano che lui non è il perfetto, il massimo, ma è uno di loro che si è scrollato il complesso della mediocrità da dosso.
La cosa l'ha intuita anche Bossi ed è per questo motivo che questi due mediocri signori, con alterne vicende d'amore ed odio personale e sgambetti reciproci ripresi da cene in cui si ripropongono fedeltà politica fino alla morte, sono sullo scranno del nostro paese da oltre 20 anni.
L'opposizione si canta e si suona una musica comprensibile solo alle proprie categorie culturali. Mentre Bersani, Casini e Di Pietro continuano a parlare di mercato del lavoro e di PIL, di sanità che non funziona e di disoccupazione, Berlusconi recita la parte della vittima giudiziaria (e ci riesce benissimo!) e Bossi gira col dito medio alzato o facendo il gesto dell'ombrello. Entrambi mietono consensi.
Rifletto: quale italiano non si sente un po' vessato dalla giustizia lunga ed inconcludente volendo la ragione da un giudice che l'obbliga a pagare una multa per sosta vietata conclamata? O quale italiano non infiora il proprio argomentare invocando organi sessuali maschili e femminili e conclude il discorso con un bel "tiè!" facendo il gesto dell'ombrello?
Il potere è dei mediocri, signori! Fatevene una ragione e, se volete prendere il potere (naturalmente inteso come tale e non come servizio), erigete la mediocrità a sistema.
Come?
Semplicemente copiando gli attuali uomini di potere o i vecchi democristiani che, al di là delle teorie di Sturzo e di De Gasperi, hanno governato per quasi quarant'anni su due principi andreottiani:"Il potere logora chi non ce l'ha" e "In Italia, prima o poi, tutto s'aggiusta".
E' deludente arrivare a queste conclusioni, ma è molto realistico.
Questo paese ha mandato al macello fisico o politico chi ha indicato mete ideali e predicato standard di vita affascinanti, ma inaccessibili e continua a premiare i mediocri. In ogni campo: in politica, nel mondo del lavoro, nel mondo della scuola e nella società civile.
Sissignori! La mediocrità è una virtù e per questo merita il potere!
Obiezione ovvia: ma chi tende al meglio, con sacrificio ed impegno è destinato a soccombere?
A livello di scala sociale, sì.
Obiezione sconsolata: ma lei è pessimista!
Sì!
"Vergine luna, tale è la vita dell'uomo mortale!" (Leopardi, Canto notturno di un pastore errante nell'Asia).

Ernesto Miragoli
www.webalice.it/miragoli



Luned́ 14 Febbraio,2011 Ore: 16:46
 
 
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