- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (266) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Centro storico di Genova e i diritti fondamentali,di don Paolo Farinella

Centro storico di Genova e i diritti fondamentali

di don Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) domenica 6 ottobre 2011, p. XXII]

Giovedì 3 febbraio a Tursi, prima di riunire la Giunta per revocare in parte le deroghe ai locali pubblici esercenti nel centro storico, la Sindaco Marta Vincenzi mi ha detto di non esagerare con «Genova, città dei diritti». Capisco la preoccupazione della Sindaco, ma non vedo come  non possa riferirmi a questa realtà che a molti pare in contraddizione: da una parte a Genova si affermano i diritti su scala mondiale, dall’altra i cittadini che hanno la sventura di abitare in centro storico vedono di notte negati i propri diritti fondamentali, come dormire dentro le loro case, di riposare se ammalati e di non essere costretti ad emigrare nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato dalla sera alla mattina presso parenti. Gli abitanti del centro storico non sono nemici dei commercianti, anzi hanno proposto di detassare tutti gli esercizi che svolgono attività diurne, penalizzando così quelli a cui nulla interessa se non il guadagno subito, qui ed ora. Lo stesso discorso vale per i circoli ed esercizi affiliati a circoli che hanno smarrito gli obiettivi sociali di solidarietà per dedicarsi, da capitalisti di risulta, al mero guadagno comunque sia.

I residenti del centro storico non trattano sull’orario e non cercano mediazioni di sorta perché solo una mediazione è possibile: tutti e ciascuno hanno il diritto costituzionale e primordiale di dormire, di respirare e di bere. Questo diritto come gli altri non è una benevola concessione dell’Amministrazione comunale, ma una prerogativa, addirittura previa alla salute e su questo punto nessuna trattativa sarà mai possibile: distribuire birra o bevande alcoliche di notte è una facoltà che deve sottostare a leggi e regole limitative e subordinata al dormire, che al contrario è un sacrosanto bisogno primario senza del quale si può anche morire. La prova sta nella misurazione fonometrica svolta dal Comune che adesso fa un parametro ufficiale di riferimento per prendere decisioni. Quelle che sta prendendo sono un primo passo che vanno nella direzione giusta, ma non è ancora il necessario che occorre fare.

«Genova, città dei diritti» prima di esportarli in casa altrui, deve rispettarli in casa propria a cominciare dal suo cuore vivo che è il centro storico, un gioiello di rara bellezza, divenuto per mancanza di una politica consona, un ricettacolo di ragazzi avvinazzati e ineducati, molti dei quali sono spagnoli di progetto Erasmus. L’idea di fare di Genova la capitale dei diritti a livello mondiale nacque dall’inferno del G8 del 2001. Genova davanti al mondo fu stuprata sulla pubblica piazza dal potere in carica, il governo fascista Berlusconi, che tentò le prove generali del golpe bianco: Fini e Castelli erano in cabina di regia. Genova stuprata da un manipolo di black block, squadracce neofasciste, che fecero alleanza con la polizia, i carabinieri e i reparti speciali per saccheggiare la dignità di una città inerme che, pacifica, accolse migliaia di manifestanti contro l’arroganza dei potenti, vuoti a perdere, espressione del nulla. Solo la morte di Carlo Giuliani impedì che il disegno eversivo del governo andasse in porto.

Il valore delle case diminuisce e ora si vorrebbe che i residenti abdichino alla loro salute a favore di alcuni esercizi e circoli che non amano il centro storico, ma lo stanno ammazzando, complici di un assassinio ambientale e causa dell’esodo di residenti che scappano perché pentiti di essere venuti con alti ideali ad abitare in centro. Comune, residenti, associazioni, commercianti, artigiani, parrocchie, università, progettino insieme una o più idee di centro storico con attività diversificate che facciano splendere il cuore di Genova, sconfiggendo la paura dei vicoli come inferno senza ritorno. Un appello a Renzo Piano, figlio illustre di Genova e artefice del Porto Antico: regali alla sua città un progetto straordinario di Centro storico, degno della «Superba», oggi ridotta a bordello all’aperto.



Giovedì 10 Febbraio,2011 Ore: 15:03
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Politica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info