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www.ildialogo.org Non esageriamo con questa “sobrietà”!,di Cettina Centonze

Non esageriamo con questa “sobrietà”!

di Cettina Centonze

Ma cos’è questa maledetta sobrietà di cui tanto si riempiono la bocca gli illustri prelati?  La sobrietà non indica la condizione di chi non ha un debole per l’alcool? Io ho sempre saputo che fosse questo il suo significato.
Certo ogni vocabolo, nella sua storia, amplia la propria area semantica, può essere usata per traslato, può associarsi ad altre con la iunctura callida o acris: cazzarola, credete di sapere soltanto voi il latino!
Aveva ragione Renzo a dire “non voglio il suo latinorum!”; aveva ragione Manzoni che, da uomo di autentica fede, sapeva che la cultura e le parole possono essere utilizzate contro i più deboli per impressionarli, porli in stato di soggezione e ironizzava su i vari azzeccagarbugli, padri provinciali, conte zio e la doppiezza di Ferrer.
Cazzarola: guardate che credente non significa ignorante e se volete vi sfodero tutta la mia di cultura, con le unghie e con i denti. Certo, i più raffinati potrebbero dire “Poereta, non ha altro da sfoderare, ciò!” I più rozzi che niente hanno a che fare con Renzo, nonostante la comune radice, direbbero: “Vogliamo culi, vogliamo tette! E’ a questo che servono le femmine!”
Qualche ministro si gratterebbe la testa dicendo: “Renzo chi era costui?” “Ma sì è il figlio del tribuno quello che si becca 10mila euro al mese per non fare niente.” “E Manzoni, Manzoni: mi sfugge proprio! Si sa, nel nostro mondo si conosce gente a bizzeffe; non ci si può mica ricordare di tutti! Una botta e via… pardon volevo dire una stretta di mano e via…”
Ma torniamo a bomba: sono arcistufa della parola sobrietà! Soltanto loro, i preti, potevano essere capaci di tanto! Di prendere un termine e snaturarlo; questi fanatici del ne quid nimis hanno scartabellato nei loro testi giuridici per scovare una parola che più esangue non potrebbe essere, più incomprensibile per “le masse televisive” non potrebbe essere.
Anzi qualche moglie padana, equivocando, darà di gomito allo sposo non propriamente sobrio: “A tu sentio? Basta vin, basta ber, basta tornar a casa mbriago.”
Ci volete ancora e ancora prendere per i fondelli? Preferite il termine colto “turlupinare?”
Ditelo una volta per tute: il vostro proverbiale fiuto ha preso una cantonata; non so se ve ne siete accorti, ma quello a cui, così sommessamente, consigliate la sobrietà, non è uno statista: è un poveraccio che si è trovato ad interpretare una parte troppo grande per lui. Viene fuori da quella preistorica trasmissione televisiva “Siamo tutti improvvisatori”.
Ma l’improvvisazione, si sa, non regge al tempo che tutto divora e prende una stecca dopo l’altra; fa una figuraccia dopo l’altra: tanto che non ci prova nemmeno più a fare il primo ministro; si è accomodato alle figuracce: ogni volta che parla è costretto a mentire, ogni volta che va all’estero non lo caga, pardon volevo dire non lo prende in considerazione, nessuno e lui, poveraccio, si dà un tono con le barzellette.
E a un uomo così che sfugge come un’anguilla alla legge grazie ad un cast di avvocati consigliate sobrietà? E' a causa della fatica di interpretare una parte così gravosa che poi gli viene la bua e deve farsi consolare, deve sollazzarsi e godere per riprendersi da una parte sproporzionata alle sue forze di povero Rigoletto.
E voi, prelati, ad un uomo così fatto che nega la crisi, ma la fa pagare ai meno abbienti, che toglie decoro a chiunque e a qualunque cosa tocchi, che irride tutto- voi compresi anche se ogni giorno con qualche leggina rimpolpa il patrimonio di San Pietro - che mostra una totale assenza di umanità da devoto cultore di un cinismo senza limiti in base al quale tutti gli esseri umani si vendono e si comprano, che non concepisce l’atto disinteressato - il solo veramente umano e cristiano - ad un essere così fatto, vi limitate, dunque a chiedere quasi in uno squittio “sobrietà”?
Il ripetuto utilizzo di questa parole sobrietà, da sola, dimostra che siete stati attratti dall’orbita del ridico, del mediocre, dalla banalità del male.
Cettina Centonze
San Donà di Piave

Articolo tratto da:

FORUM 243 (28 gennaio 2011) Koinonia

http://www.koinonia-online.it

Convento S.Domenico - Piazza S.Domenico, 1 - Pistoia - Tel. 0573/22046



Domenica 30 Gennaio,2011 Ore: 15:16
 
 
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