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www.ildialogo.org Il ruolo della stampa e delle televisioni nella strategia berlusconiana.,di Nino Lanzetta

LA POLITICA OGGI
Il ruolo della stampa e delle televisioni nella strategia berlusconiana.

di Nino Lanzetta

Berlusconi con la sua discesa in campo nel 1994 ha profondamente innovato il modo di far politica. Con lui la politica è divenuta altra cosa. E in questo nuovo modo di far politica si è connotata la seconda repubblica. Berlusconi ha considerato la politica un prodotto del settore servizi e, come tale, l’ha assoggettata alle regole del mercato, con una sola differenza: il corrispettivo è la delega a gestire il potere, che è tutt’uno con gli affari, facendolo confluire nell’interesse personale, di gruppo o di oligarchie che lo gestiscono con lui. Le televisioni, dapprincipio quelle commerciali che ha inventato, poi man mano, anche quelle pubbliche che ha occupato, hanno un ruolo essenziale nella trasformazione del cittadino utente in consumatore. La strada gli è stata facilitata dal suo indubbio successo imprenditoriale, dall’essere un comunicatore nato e dagli innumerevoli errori della sinistra, che non ha saputo leggere i profondi mutamenti della società ed interpretarli. Berlusconi, invece, ha saputo mettere insieme forze differenti, istituzionalizzando l’MSI e Fini da una parte e Bossi ed il suo movimento xenofobo e antinazionale dall’altra. Il metodo ha funzionato per oltre 15 anni, anche perché illustri studiosi del sistema e politologi gli hanno disegnato un progetto che appariva un aggiornamento, in chiave moderna, della democrazia liberale nella società profondamente mutata. La novità, il modo di presentarla, il piglio aziendalistico, l’antipolitica e il messaggio sempre in linea con i sondaggi, gli ha consentito di attirare un popolo di elettori dei partiti di centro sinistra allo sbando a seguito della stagione di mani pulite. Non solo ex DC, ex PSI, ex PRI, ex PSDI, ma anche ex PCI e di intellettuali del valore di Colletti, Melograni, Ferrara, Pera e tanti altri, che all’inizio hanno dato al movimento una patina di rispettabilità e di valenza politica. I soldi e l’uso sapiente delle televisioni hanno fatto il resto. Ma Berlusconi è sceso in politica, secondo molti osservatori per non far aprire l’armadio nel quale nascondeva molti scheletri. A questo ha cercato di porre riparo con le molte leggi ad personam e utilizzando fior di avvocati che ha portato nel parlamento per predisporre le leggi e contemporaneamente nelle aule giudiziarie per farsi difendere. Il progetto, però, si è rivelato più difficile di quanto credesse per la resistenza della magistratura e di altri Organi dello Stato. Da qui è cominciata la battaglia, forte, intransigente e senza mezzi termini, contro il potere giudiziario, il CSM e tutti gli altri poteri (costituzionalmente autonomi) che gli si oppongono. Lo fa, sia agendo nel loro interno con nomine di amici e collaboratori, sia con gli attacchi frontali della stampa e delle televisioni di sua proprietà o che controlla. Ma, come si dice, il diavolo fa le pentole e non i coperchi ed il suo giocattolo, che stava venendo su bene, si è cominciato a rompere. Prima Casini e poi lo stesso Fini hanno finalmente compreso il pericolo che corre la nostra democrazia e lo hanno abbandonato. Quando ha capito che il consenso popolare cominciava ad attenuarsi ed i nodi venire al pettine, ha alzato la posta e, come un audace giocatore di poker, ha alzato il gioco che si è fatto sempre più sporco. Ha aggiunto ai suoi nemici storici anche Fini, il traditore che ha osato ribellarsi. In una politica dove non si fanno analisi, non si parla più di progetti, programmi, di obbiettivi e del modo e dei percorsi per raggiungerli, la propaganda è divenuta totalizzante e la lotta personale ha preso il posto del dibattito e della collaborazione, riducendo il parlamento ad un mero votificio. E’ cominciata una politica del fango che viene schizzato, senza alcun pudore morale, addosso agli avversari politici, considerati nemici personali. Si è passati, insomma alla guerra guerreggiata, ai materassi, come è stato felicemente descritto da Mario Puzo nel Padrino e si è visto nell’omonimo film di Coppola. Sono stati messi da parte i “consigliori” di pace ( i Letta, i Gonfalonieri, i Giordano e gli stessi Ferrara) e si è lasciato il posto a quelli di guerra (le Santanchè, i La Russa, i Gasparri, i Belpietro, i Feltri, i Sallusti). E’ cominciata una nuova fase: da una parte la compravendita di singoli onorevoli con poco senso dello stato e inadatti culturalmente ed eticamente alla loro funzione, dall’altra la campagna di fango senza l’ombra di una minima decenza. I poteri forti per antonomasia, da quelli imprenditoriali, economici e finanziari, a quelli intellettuali e religiosi e perfino massoni, stanno dalla sua parte e lasciano andare le cose lungo la deriva e devastazione della Costituzione e della ancor giovane democrazia. Qualche timido distinguo individuale e poi, subito, nel branco. La mancata celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia e le frequentazioni e le cene delle alte gerarchie religiose, che hanno facilmente dimenticato il Vangelo, sono l’esempio più loquace. Intanto la sinistra continua a litigare nel suo interno, incapace di predisporre una valida alternativa plausibile e condivisa. …. E le stelle stanno a guardare…!
NINO LANZETTA


Marted́ 04 Gennaio,2011 Ore: 21:03
 
 
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